Il business$ del disagio o della "solidarietà". Dalle cooperative
degli anni '80 alle ONG di oggi. La solidarietà sociale22 in termini di cultura e di iniziativa è rimasta monopolio delle organizzazioni cattoliche confessionali. Tuttavia, col degenerare dei rapporti sociali e la continua espulsione di individui dal processo produttivo (disoccupazione, abbrutimento dei rapporti sociali, politica dei bassi salari, fame nel mondo, razzismo) il problema è diventato di ordine pubblico. È a partire dagli anni settanta che iniziano ad affermarsi le organizzazioni di solidarietà sociale di tipo "laico" ed altre forme di associazionismo e di "volontariato"ma sarà soprattutto dagli anni'80 che questo Business perverserà ogni dove sotto la nuova guida o "ruolo guida" "di sinistra". Esso si consoliderà negli anni 90... e successivamente vedrà i 'leader maximi' scappare con la cassa... per riconvertirsi a processi di famigghia col nuovo business dei business: il mercato dell'immigrazione. Con la bancarotta di tutte le forme di idealismo ispirate dal leninismo (1968-1983) si viene a formare un movimento di riconversione del protagonismo politico che troverà nel campo della cosiddetta solidarietà una ragione di continuismo col passato o di nuove opportunità per agire o intervenire nel sociale. Negli anni 80 si ha, quindi, un dilagare di forme organizzative che puntano tutto sui finanziamenti dello Stato ed a livello internazionale i disastri si realizzeranno con la copertura del "cattolicesimo di sinistra"[x vedi cooperazione]. Il nuovo movimento ha per protagonisti reduci dal '68 e dalle organizzazioni politiche più equivoche e povere dal punto di vista teorico: capipopolo falliti, poeti disoccupati, arrivisti falliti, personaggi esclusi dal professionismo della politica, idealisti sconfitti; tutti comunque su posizioni fondamentalmente leniniste, di apertura o di riferimento al PCI. Il movimento, tra le varie forme di associazionismo, privilegerà quella della cooperativa in quanto consente di intervenire sul mercato con molti vantaggi: possibilità di falsare i bilanci, mano dopera sottopagata, privilegi fiscali, possibilità di condurre investimenti in modo non controllabile senza dimenticarci il meccanismo perverso (e tangentista) delle organizzazioni o confederazioni ufficiali di riferimento di settore. Inoltre, siccome tale svolta "da crocerossine del sistema" rappresenta una enorme garanzia di affidabilità per il potere politico, tali organizzazioni possono quindi usufruire di ulteriori fondi e contributi sempre di natura statale o istituzionale. Gli anni80 rappresentano la grande occasione per gestire lulteriore privatizzazione dei servizi di assistenza alla persona (convenzioni ed appalti) che per lo Stato non poteva che significare un investimento per lordine pubblico. Oggetto del mercato sono: gli adolescenti e i minorenni in genere, i pazzi, gli handicappati, gli anziani e i drogati (comunità, centri sociali, centri diurni e notturni). Colorati da infarinature di psicanalisi e psicologia... i gestori di queste organizzazioni sono riusciti a trasformare i ragazzini, gli handicappati o altro genere di disgraziati nella più comoda merce dinvestimento per immobili, birrerie (centri di rincoglionimento, di ritrovo della cultura di sinistra) o altre forme di intervento sul mercato per un processo accumulativo-espansivo delle famiglie dei gestori o delle stesse organizzazioni. Questa analisi non vuol rappresentare una lettura moralistica del fenomeno, di per sé legittimo... organico alla società in cui viviamo, né una semplicistica generalizzazione che "non tiene conto delle differenze". Non c'è niente da fare: il processo degenerativo riguarda innegabilmente il movimento in cui gran parte di queste organizzazioni "operanti nel sociale" si riconoscono... e fino a che non sarà evidente la dissociazione da tale movimento... sarà inutile invocare "le differenze"...! Quanto alle ragioni di "opportunità politica" o "tattiche" che costringerebbero le organizzazioni "più oneste" ad una commistione con "altro"... la risposta è nel Primo Ragionamento di questo libro. Assistiamo ad
unennesimo esempio della 'cultura di sinistra' che a
differenza delle cosche e le lobby, che lottano per la
spartizione di appalti sulledilizia o i traffici
nucleari o alimentari, arriva alla mercificazione diretta
ed apologetica degli esseri umani. Rivelando, così, la
propria natura come parte integrante ed attiva del
marciume che caratterizza la società fittizia del nostro
tempo. |
[22]
L'imbroglio del
"volontariato". Quando sentiamo parlare di volontariato e solidarietà sociale in termini di spontaneità d'iniziativa (Telegiornali, iniziative televisive da salotto talkshow dai protagonismi prezzolati in base all'imbeccamento da target, ecc.) dobbiamo, subito, renderci conto che in quel momento siamo destinatari di un'operazione di disinformazione, inganno ed addomesticamento. Bisogna e si deve sapere che il volontariato non è altro che un paravento allo sfruttamento della manodopera nei servizi socio assistenziali.>>> <<< Le stesse ed identiche funzioni vengono svolte da personale salariato che opera alle dipendenze di enti pubblici o per conto di DITTE private (cooperative ed associazioni) che gestiscono appalti e convenzioni che riguardano solo, sempre ed esclusivamente denaro pubblico. Le differenze crollano, quindi, in un mondo dove tutto si assomiglia. Osserveremo allora che sarà difficile distinguere tra le prassi ed i metodi adoperati da un product manager, un rappresentante di pentole ed un amministratore di servizi "alla persona". È la normalità, non bisogna scandalizzarsi. Tutto ciò può, almeno, aiutare ad aprire gli occhi: un motivo in più per non credere al lavoro... così come è assurdo pretendere dall'operaio di credere nei bulloni... Il volontariato diventa anche ricatto occupazionale (straordinari non pagati, indennità notturne negate, e tanti classici problemi di carattere sindacale). Il volontariato diviene poi "scusa" strumentalizzata da preti, gestori della cosa pubblica ed "aguzzini" della solidarietà quando si devono tagliare servizi essenziali che spettano di diritto ai contribuenti: quindi con l'avallo corrotto dei sindacati si propone ai precari della scuola di fare i volontari presso scuole ed asili in cambio di un miserevole avanzamento di graduatoria. Ai lavoratori della Sanità di rinunciare ai diritti.... Il tutto fino a divenire (come di fatto avviene da ormai oltre un ventennio) elemento stesso di 'concorrenza sleale' sia sul piano stesso del 'mercato' che le carogne stesse difendono.... sia sul piano del disimpegno, da parte dell'Istituzione, in materia salariale e di tutele. Si fa appello ai genitori più
cretini a collaborare nella manutenzione delle
strutture scolastiche chiedendogli anche di essere
puntuali nel pagare le tasse o contributi sempre più esosi in pieno
stile "Libero Mercato"... per giunta in
continuo aumento! E l'elenco potrebbe continuare... all'infinito. |