Antonio Montanari
IL PONTE 1987-96

I testi della sezione CULTURA 1987-1991
Cultura. Tutte le pagine sul tema, dal 1992


1987.3.Cultura
Sulle orme del passato
Passato che torna: una casa romana del primo secolo dopo Cristo viene alla luce nella zona dell’arco di Augusto, durante scavi che sviluppano ricerche avviate nei primi anni Sessanta. A castel Sigismondo proseguono i restauri: si apre una breccia in corrispondenza della "porta del Soccorso" (lato monte), chiusa nel 1624. Tra Rimini e San Marino si svolge la mostra "Guercino e dintorni", per studiare "l’evoluzione di un secolo di pittura, condizionato dalla presenza" nella nostra città di Giovanni Francesco Barbieri, vissuto tra 1591 e 1666. [1]
Oreste Delucca riscopre vita ed opere di Simone Cinquedenti, ceramista operante a Rimini alla fine del Quattrocento, con notizie inedite ricavate dallo spoglio di documenti notarili. [2]
Passato che scompare: dall’oratorio di San Giovannino, rubanola Madonna con Bambino, San Giovannino e San Girolamo, dipinta nel 1738 da Giovan Battista Costa il "più significativo esponente della pittura riminese del Settecento", secondo lo storico Pier Giorgio Pasini. [3]

Libri e spettacoli
Don Serafino Tamagnini, parroco dal dopoguerra a San Martino dei Mulini, in Trentacinque anni di storia racconta le vicende personali e collettive di "un curato di campagna". [4] Sergio Zavoli pubblica Romanza, autobiografia di una generazione vissuta a cavallo della seconda guerra mondiale, con al centro Rimini.[5]
A Riccione viene inaugurato il centro culturale "della Pesa", con biblioteca, museo ed altre strutture [6], e si tiene la quarta edizione di Satyagraha, premio di poesia per la pace: vince Bernardino Pasinelli di Fonteno (Bergamo), ex terrorista. [7]
Le manifestazioni che si succedono durante tutto l’anno nella varie località, vengono documentate dal Ponte attraverso le cronache di Paolo Pagliarani per il cinema, e di Giulia Vannoni per il teatro e la musica. Alla Sagra musicale malatestiana si esibisce il riminese Luigi Alberto Bianchi che ha avuto come primo maestro Walter Valmaggi. [8]
"Cosa guardava al cinema il giovane Fellini quando si trovava a Rimini?": all’interrogativo risponde una rassegna di sette film, intitolata "Fellini al Fulgor".
Carlo Alberto Balducci presenta puntualmente le novità librarie nelle sue Note di cultura riminese, una rubrica assai seguita. [9]
Giulio Cesare Mengozzi dedica la sua attenzione di studioso ai Missionari riminesi nella storia. [10]

Ricordo di Davide Minghini
Ci lascia Davide Minghini: per cinquant’anni è stato il fotoreporter di Rimini, "l’occhio attento ed affabile di una città", che lui ha raccontato da grande artista. "Sempre presente, con una pazienza certosina […] sapeva essere disponibile e gentile con tutti". [11] "Le sue fotografie e i suoi filmati hanno fatto il giro d’Italia, forse del mondo", anche perché aveva documentato il lavoro del suo amico Federico Fellini sul set di Amarcord. [12]
La figura del pittore Renato Guttuso, morto il 17 gennaio, viene illustrata in esclusiva sul Ponte, con inediti ricordi romani, da Demos Bonini. [13]
 
La Talpa del Manzù

Un crocevia tra cultura e politica si realizza alle Giornate del Centro Pio Manzù, presieduto ora da Giulio Andreotti: il tema di quest’anno ("La Talpa nel labirinto") suggerisce percorsi inediti, anche in relazione ai mutamenti internazionali in corso nell’URSS. "Dialogo" è per Andreotti la parola-chiave del quadro mondiale. Secondo Edwuard Luttwak (consulente del presidente statunitense Reagan), occorre "resistere alla tentazione di premiare i sovietici, attraverso concessioni unilaterali". Gli risponde Wassily Leontief, premio Nobel per l’economia: "Sbaglia chi pensa di guardare con atteggiamento di distacco; la fine del processo avviato da Gorbaciov interessa tutto il mondo". [14]

Nasce la "Gazzetta di Rimini"

Giornalismo: esce il secondo quotidiano di Rimini, La Gazzetta. [15]
Il panorama della stampa locale resta non troppo brillante: dilaga la faciloneria, e la concorrenza non dà buoni frutti, sostiene Marziani [16], in un articolo che crea "un putiferio" tra i colleghi, facendo perdere le staffe a quelli della Gazzetta [17]. Comunque, è finito il monopolio del Carlino, giornale con "tanti meriti e due assi nella manica: il Palazzo e il Belmondo", mentre sullo sfondo della città sopravvive quell’aneddotica felliniana che affascina gli inviati che scendono a Rimini: "Ah, Fellini, quante sciocchezze sono state scritte in tuo nome", ha sottolineato Giorgio Tonelli ad inizio 1987, ricordando i dieci anni del nostro settimanale. [18]

[1] Cfr. A. Zignani, Casa romana ai piedi dell’Arco, n. 20, 24/5/87; D. Fagnani, Riaperta la "porta del Soccorso", n. 10, 15/3/87; A. Zignani, Quel pittore aveva un occhio per Rimini, n. 23, 14/6/87.
[2] Cfr. O. Delucca, Simone Cinquedenti, ceramista del ’400, n. 28, 26/7/87.
[3] Cfr. A. Zignani, Il "San Giovannino" rubato, n. 22, 7/6/87.
[4] Cfr. A. Amati, Trentacinque anni di storia nella penna di un curato di campagna, n. 3, 25/1/87. Sulla figura di don Tamagnini, cfr. P. Giovagnoli, Una ventata di santità, n. 3, 17/1/88; e la recensione di C. A. Balducci al Ricordo di don Serafino Tamagnini, prete: 1912-1987 di Enrico Squadrani, n. 15, 3/4/88.
[5] Cfr. La Settimana, n. 4, 1°/2/87.
[6] Cfr. N. Concolino, La pesa della cultura, n. 39, 1°/11.87.
[7] Cfr. Giov. Tonelli, Dalla violenza politica alla pace, n. 30, 23/8/87.
[8] Cfr. G. Vannoni, Violino primo amore, n. 33, 13/9/87.
[9] Segnaliamo alcune recensioni scritte da C. A. Balducci: su Bacco in Romagna di G. Bravetti (n. 9, 8/3/87), I codici del cardinal Garampi di D. Frioli (n. 24, 21/6/87), e le nuove Cronache (dattiloscritto, Biblioteca Gambalunghiana) di F. Lombardini, ricavate dai giornali del primo Nocevento (n. 31, 30/8/87). Le precedenti Cronache di Lombardini, dedicate all’Ottocento,sono ripercorse sul Ponte da V. Zavoli in numerosi articoli, nel corso del 1987 e degli anni successivi.
[10] È il titolo dell’articolo, n. 1, 11/1/87.
[11] Cfr. A. Montanari, Minghini, un occhio sulla città, n. 41, 15/11/87.
[12] Cfr. M. Urbani, Mingo,Federico e gli amici, n. 41, 15/11/87.
[13] Cfr. A. Montanari, "Il mio amico Guttuso", n. 5, 8/2/87.
[14] Cfr. D. Fagnani, Nella speranza che ‘scoppi la pace’, n. 37, 18/10/87.
[15] Cfr. A. Zignani, Rimini val bene una Gazzetta, n. 20, 24/5/87.
[16] Cfr. M. Marziani, La ‘Cronaca Vera’ della stampa locale, n. 27, 12/7/87.
[17] Cfr. Giov. Tonelli, Non di sola Gazzetta, n. 28, 26/7/87.
[18] È l’articolo già cit. nella nostra Premessa (cfr. ‘Carte false’ in provincia fra lustrini e sospetti, n. 1, 11/1/1987): sviluppa il tema "Rimini e l’informazione".

1988.3.Cultura
Tra gialli e burle
"Il giallo di Giotto in San Cataldo" di cui parla lo storico Giovanni Rimondini nel Carlino del 24 gennaio, annunciando la miracolosa riapparizione degli affreschi di Puccio Capanna, è "una piccola burla" che l’autore confessa il 2 febbraio nello stesso foglio, spiegando di averla escogitata per attirare l’attenzione della città sulla grande pittura riminese del Trecento. Dopo lo scherzo, osserva Il Ponte, anche i lettori più smaliziati ogni volta che s’imbattono in uno scritto di Rimondini, "s’interrogano dubbiosi: dirà sul serio o vuol prenderci in giro?". Sul Carlino, Rimondini tenta di demolire il mito della Repubblica di San Marino considerata la più antica del mondo, sostenendo che è stata fondata soltanto nel 1797, grazie a Napoleone. [1] Sul Ponte, Rimondini alza il tiro addirittura contro la storia di Francesca da Rimini, definendola "un falso di Dante". [2]
Con le sue intenzioni dissacratorie, Rimondini ‘rivisita’ per il Carlino anche le grotte di Santarcangelo, giudicandole vecchie cantine trasformate in catacombe dalla fervida fantasia di Luigi Renato Pedretti. Sul Ponte gli risponde Primo Giovagnoli: è "del tutto gratuita e indelicata (il defunto non può controbattere le accuse) l’affermazione che il Pedretti abbia voluto fare una ‘burla’". Pedretti, scrive Giovagnoli, sosteneva "che le grotte di Santarcangelo erano, per lo meno, di origine misteriosa e antichissima e che si potevano perciò azzardare varie ipotesi sulla loro probabile utilizzazione". [3]
Dei veri pittori riminesi del Trecento, attivi tra Romagna e Marche, ricostruisce le vicende artistiche e storiche Pier Giorgio Pasini nell’audiovisivo (curato per una mostra fotografica), il cui testo esce in esclusiva sul Ponte, dove Pasini illustra anche un polittico mariano del Rinascimento conservato a San Marino, ed appena restaurato. [4]
Nella rinnovata sala riminese dell’Arengo, sono esposti i codici miniati della Biblioteca Gambalunghiana, ai quali viene dedicato uno splendido volume: tra gli autori, c’è Piero Meldini, direttore della stessa Gambalunghiana. [5] Al Museo civico ritorna, dopo un restauro durato due anni, la pala di Domenico Ghirlandaio con i ritratti di Pandolfo IV Malatesti (nipote di Sigismondo), di sua moglie Violante Bentivoglio, della madre Elisabetta Aldrovandini e del fratello Carlo. [6]
Dall’antico al moderno. Manlio Masini incontra Elio Morri, al lavoro nello studio nascosto tra i resti di palazzo Lettimi. E racconta i gustosi retroscena delle vignette di Giulio Cumo: è un’occasione per ripercorrere anche varie tappe di storia del giornalismo riminese. [7]

La beffa delle bitte
Riappaiono nel giardino di una casa privata alcune bitte (antichi manufatti di pietra d’Istria, che nel porto canale servivano per l’attracco dei trabaccoli), scomparse dopo la loro sostituzione con analoghe colonne di ferro avvenuta circa trent’anni fa. Vittorino Zavoli si chiede come ciò sia potuto accadere. Sul Carlino interviene Pier Giorgio Pasini, raccontando quanto è stato guastato durante i lavori a monte del ponte della Resistenza: pezzi delle mura malatestiane demoliti, pannelli di legno del 1700 scomparsi. Il dottor Franco Bartolotti dichiara di aver salvato, a sue spese, pietre antiche destinate dal Comune alla discarica. [8]
Durante la ristrutturazione del molo nord alla Sinistra del porto, diverse lastre di pietra d’Istria che coprivano il muro della banchina, finiscono sugli scogli che proteggono la parte terminale del molo. Le antiche pavimentazioni in mattoni a spina di pesce e a sassi, vengono distrutte dalle ruspe. [9]
In piazza Malatesta, durante i lavori di sondaggio per la costruzione (ipotetica) di un garage sotterraneo, vengono alla luce un tratto del muro di cinta esterno, e la base del torrione più avanzato del castello, distrutti nel 1826: "L’importante scoperta ha avuto una brevissima vita pubblica perché nello spazio di poche ore la fossa è stata subito riempita". Il castello intanto, conclusi i restauri al cortile e all’ala di Isotta, riapre le porte ai visitatori. [10]
Ritorna in piazza Tre Martiri, nella torre dell’orologio, il settecentesco stemma della città, dopo i restauri resisi necessari per riparare i danni provocati dalla sua caduta al suolo, due anni prima. [11]
In occasione della festa di San Gaudenzio, il prof. Angelo Turchini anticipa sulle colonne del Ponte i risultati di una sua indagine storica: uno dei tre sarcofagi recuperati nel 1970 nel vecchio palazzo Sartoni (sulla via Flaminia, ove ora sorge il Palazzetto dello sport), ha contenuto la salma del protettore di Rimini. [12]
Miti della città
Torna in libreria La mia Rimini di Federico Fellini, in un’edizione arricchita dalle foto di Ferdinando Rossi. Sul Ponte, Giorgio Tonelli sottolinea che per il regista di Amarcord, la vera Rimini è a Roma, al lido di Ostia. Nella famosa pagina del sogno della casetta sul porto, Rimini è soltanto quella che Fellini ha chiamato "una dimensione della memoria", oltre tutto "inventata, adulterata, manomessa". [13]
"L’ininterrotto pellegrinaggio di giornalisti che nella Rimini ‘riminizzata’ vogliono trovare a tutti i costi la Rimini felliniana, luogo utopico quant’altri mai", scrive Piero Meldini in Chiamami città, "mi scatena violente reazioni allergiche": la Rimini di Fellini "non esiste più, e forse non è mai esistita". [14] Il Ponte intitola "Federico non abita più qui" una delle sette puntate di Rimini come, viaggio dentro la città, nella quale ci si occupa anche dell’antieroe felliniano della mediocrità: il "pataca". [15]
"Vdai è mond? che dopo t si piò patàca ca né préima", dice uno dei personaggi quotidiani, dai volti misteriosi e dolorosi, descritti nelle pagine del santarcangiolese Raffaello Baldini, la cui raccolta di liriche intitolata Furistir vince il Premio Viareggio. Sono figure che non hanno sogni di gloria, ma al contrario vivono in una dimensione che rimpicciolisce e smitizza tutto. Il dialetto in Baldini non è la lingua comica della burla, ma un linguaggio letterario che sa raccontare pensieri comuni a tutti gli uomini, come quelli del "semplice pastore" leopardiano: "tòtt cal stèl… questi mondi infiniti". [16]
Dalla poesia alla cronaca: nell’anagrafe cittadina delle nascite, in mezzo alle varie Monica, Ilaria, Maicol, Marika, incontriamo una Nabel, una Raissa (in onore alla consorte di Gorbacev), ed addirittura (primizia?) una Rimina. Auguri a tutte, che la vita vi sorrida. [17]
A proposito di nascite. Dov’è avvenuta quella del musicista Amintore Galli, compositore dell’Inno dei lavoratori? A Talamello o a Perticara? Don Pietro Cappella propende per Perticara, il maestro Varotti per l’altra località. I documenti, ribatte don Cappella, dicono che Galli non ha mai messo piede a Talamello. [18]

Riccione, 40 Fiere filateliche
La Fiera del francobollo di Riccione, "unica occasione italiana ad alto livello in cui convergono esperti di tutto il mondo", in agosto compie quarant’anni di successi, nati nel giugno ’49. L’anno prima si era tenuto un raduno adriatico dei Circoli filatelici, rifiutato da Rimini: e ciò dimostra, dice il sindaco Pierani, come "i riccionesi siano più lungimiranti dei riminesi". Per l’occasione esce un volume che ripercorre la storia della Fiera della Perla Verde, tra le cui firme c’è anche quella di Severino Massari, segretario del Circolo filatelico di Rimini. [19]
Massari scompare a novembre: "Con l’amore di un padre, aveva seguito intere generazioni di collezionisti. Con la passione di uno storico aveva raccolto documenti, tradotti poi in pubblicazioni del Circolo", ed aveva fondato e redatto Il Bajocco, periodico che raggiungeva i filatelici di tutto il mondo. Era stato a lungo prezioso collaboratore del Ponte. [20]
Lombardini, tra cronache e storia
Lo scrittore Flavio Lombardini muore ad ottobre, dopo una vita trascorsa interamente tra la carta stampata. Attento alle vicende contemporanee, polemista mai arrogante e sempre puntuale nelle sue argomentazioni, ha amato il mestiere di giornalista, ma non ha trascurato il trasformarsi della cronaca in storia, sia attraverso pagine autobiografiche inedite, sia con ricostruzioni finite in volume. Ha curato pure una monumentale ricerca sui fogli d’epoca, custodita alla Gambalunghiana, che il Ponte ha ripetutamente utilizzato. Nel 1968, pubblicò Rimini XX secolo, con questa dedica: "Ai giovani concittadini perché imparino ad amare la Città comune". Fu un infaticabile sostenitore del progetto di Rimini provincia. [21]
Dal "Ponte" ad Arbore
Al teatro Duse di Bologna, vince il premio "la Zanzara d’oro" riservato ai comici emergenti, Daniele Fabbri, l’arguto vignettista che sul Ponte ha curato le rubriche di umorismo Freezer e Boiler, ed ha disegnato a lungo ed eroicamente i suoi commenti d’attualità per La Settimana. Per prima cosa, Daniele cambia cognome, presentandosi come Luttazzi. Per seconda, va a Roma in carrozza letto (…anche lui!), sfondando come finalista a "Riso in Italy" e facendosi catturare per la tv nazionale da Renzo Arbore. Per terza cosa (ed è l’impresa più rischiosa), si fa intervistare da Palillo Pagliarani del Ponte, che conclude l’articolo scrivendo: "Santarcangelo continua a produrre personaggi ricchi di talento artistico". Anche Pagliarani, per chi non lo sapesse, è di Santarcangelo. [22]
Altro successo del Ponte, è il volume Il pianeta Valmarecchia scritto da Amedeo Montemaggi, ed offerto in omaggio agli abbonati per il 1989. [23]

[1] Cfr. La Settimana, n. 7, 14/2/88; e Tama, Fagioli, n. 16, 17/2/88.
[2] Cfr. G. Rimondini, Francesca da Ri
[mini: tutta colpa di Dante, n. 18, 1/5/88.
[3] Cfr. P. Giovagnoli, No, il maestro Pedretti non era un contaballe, n. 12, 20/3/88. (Cfr. pure A. Turchini, Dalle grotte "Katholika" alla Cattolica, n. 25, 19/6/88.) Sull’argomento segnaliamo Le grotte di Santarcangelo, Atti della Giornata di studi (1988) della Società di Studi Romagnoli, Stilgraf, Cesena 1994. In particolare si veda il saggio di P. Bebi ed O. Delucca sui documenti archivistici, tra cui quelli raccolti da Pedretti (p. 59).
[4] Cfr. P. G. Pasini, La pittura fra Romagna e Marche nella prima metà del Trecento, n. 6, 31/1/88; Id., Pittori del Trecento fra Romagna e Marche, n. 10, 6/3/88; Id, Mattone su mattone dal dipinto nacque un Convento, n. 18, 1/5/88. Cfr. pure A. Turchini, La bottega dei Coda e il polittico di Valdragone, n. 30, 31/7/88.
[5] Cfr. C. A. Balducci, I Codici miniati alla Gambalunghiana, n. 22, 29/5/88.
[6] Cfr. Il Ghirlandaio ed i ritratti di famiglia dei Malatesti, n. 29, 24/7/88.
[7] Cfr. M. Masini, Elio Morri, lo scultore innamorato del mare, n. 24, 12/6/88; Id., L’intramontabile Ardo, n. 20, 15/5/88.
[8] Cfr. V. Zavoli, Le bitte del porto in una casa privata, n. 10, 6/3/88; La Settimana, n. 15, 3/4/88.
[9] Cfr. la lettera di E. Bracconi, P. Bulli e G. Simonetti nel n. 12, 20/3/88; e V. Zavoli, Facce di marmo d’Istria, n. 15, 3/4/88.
[10] Cfr. A. Montemaggi, Tornato alla luce (e subito ricoperto) un torrione di Castel Sismondo, n. 18, 1/5/88; e P. Pagliarani, Castel Sismondo riapre le porte, n. 27, 3/7/88.
[11] Cfr. nel n. 6, 7/2/88.
[12] Cfr. A. Turchini, San Gaudenzio, una storia da rivedere?, n. 38, 16/10/88; Id., Cronache su San Gaudenzio e Palazzo Sartoni, n. 48, Natale 1988; Id., La vera storia di Gaudenzio, primo Vescovo di Rimini, n. 37, 15/10/89; e Id., Gli "Acta Fabulosa" di S. Gaudenzio, n. 35, 14/1/90. Sul tema cfr. il capitolo di A. Turchini su San Gaudenzio in Rimini Medievale, Contributi per la storia della città, Ghigi, Rimini 1992, pp. 131-144.
[13] Cfr. Giorgio Tonelli, "La mia Rimini" di Fellini è un sogno tutto romano, n. 1, 1/1/88.
[14] Cfr. La Settimana, n. 34, 11/9/88.
[15] Cfr. il n. 33, 4/9/88. Nelle sette puntate monografiche di Rimini come (apparse sui nn. 28/34 del 1988), A. Montanari ha esaminato a somme linee la vita politica, economica, sociale e culturale della città dal Dopoguerra ad oggi. Cfr. pure A. Montanari, Rimini ieri 1945, nn. 38-39 (16 e 23/10/88).
[16] Cfr. La Settimana, n. 29, 24/7/88.
[17] Cfr. La Settimana, n. 10, 6/3/88.
[18] Cfr. don P. Cappella, Amintore Galli non è nato a Talamello, n. 33, 4/9/88; A. Varotti, "L’ingegner Galli lavorava alla ‘Strada dei Francesi’ e Amintore Galli è nato a Talamello", n. 36, 2/10/88; e don P. Cappella, "La storia si fa coi documenti", n. 38, 16/10/88. Su Galli, cfr. pure G. Vannoni, L’Amintore per tutti, "Riminilibri", luglio 1996.
[19] Cfr. A. M., Riccione, festa grande del francobollo (in crisi), n. 27, 3/7/88. Id., L’ONU dei francobolli, n. 33, 4/9/88.
[20] Cfr. A. Montanari, Severino Massari: inventò la Fiera filatelica di Riccione, n. 44, 27/11/44.
[21] Cfr. A. Montanari, È morto Flavio Lombardini, n. 41, 6/11/88. Le pagine autobiografiche sono citate ampiamente in A. Montanari, Rimini ieri 1943-1946, Il Ponte, Rimini 1989, passim.
[22] Cfr. D. Fabbri, La Zanzara nel Freezer (autointervista, n.d.r.), n. 21, 22/5/88; Da Freezer a Doc con Renzo Arbore, n. 26, 26/6/88; P. Pagliarani, Un riso tolto dal Freezer, n. 27, 3/7/88. Vedi anche Giov. Tonelli, Chi ha paura di Daniele Luttazzi, n. 29, 4/8/91.
[23] Cfr. la pagina Speciale/libri nel numero di Natale 1988.

1989.3.Cultura
40 anni di Sagra Malatestiana

Nata nel 1950, con l’impresario bolognese Carlo Alberto Cappelli, per celebrare i quattrocento anni della costruzione del Tempio progettato da Leon Battista Alberti, e la restituzione dello splendido monumento al culto dopo i lunghi restauri per riparare i danni provocati dagli eventi bellici [1], la Sagra Musicale Malatestiana festeggia la quarantesima edizione con "un ritorno alle origini" che detta un cartellone "più attento al repertorio sacro". Ma non mancano pezzi profani, come "un brano semisconosciuto, Francesca da Rimini", musica di Rachmaninov su libretto di Modest Cjakosvskij. [2]
Altro genere di musica. Manlio Masini racconta: "Il festival di San Remo: un’idea rubata a Rimini". È un capitolo in anteprima del suo libro Estate in camicia nera, in cui ricostruisce le vicende turistiche, politiche e mondane della nostra città durante il Ventennio. [3] Il festival della canzone riminese nacque il 15 agosto 1936, giorno in cui il duce fu a Rimini con donna Rachele per dare il primo colpo di piccone ai lavori di isolamento dell’arco d’Augusto. [4]

Piazza Ferrari, museo all’aperto
Durante i lavori di sistemazione di piazza Ferrari, vengono alla luce resti di età imperiale: si tratta di un "rinvenimento importante dal punto di vista archeologico, storico ed urbanistico", dichiara al Ponte Anna Graziosi Ripa, studiosa di Archeologia, facendo rilevare che si potrebbero conservare in loco le strutture ed i mosaici, creando una specie di museo all’aperto. In passato, le scoperte di simili testimonianze sono state sempre sacrificate "alla necessità di ricostruire". Questa è invece "un’occasione veramente rara", per offrire al pubblico "un angolo di una casa antica, assai più suggestivo ed interessante della più perfetta ricostruzione museale". [5]
Pier Giorgio Pasini scrive una serie di articoli intitolati "Passeggiate riminesi fra Rubicone e Conca", e divisi in tre sezioni: itinerari antoniani, stemmi e insegne, tesori perduti. [6] Altri servizi a puntate del Ponte, riguardano invece la storia più recente: in Rimini ieri ci si occupa delle cronache del 1939 e del 1946 [7], confluite poi in un volume (dallo stesso titolo), offerto agli abbonati, assieme ad un altro libro del Ponte, scritto da Renzo Gradara: Dalla stalla alla fabbrica. Con I giorni dell’ira si esamina il periodo di guerra più drammatico vissuto nel Riminese e a San Marino, tra settembre ’43 e settembre ’44. [8]

Libri e mostre
Una nuova Storia illustrata di Rimini, a più mani sotto la direzione di Angelo Turchini e Piero Meldini, in uscita a dispense settimanali, viene presentata da Renato Zangheri e Sergio Zavoli. Ferruccio Farina pubblica L’estate della grafica, Manifesti e pubblicità della Riviera di Romagna, 1893-1943. Franco Bartolotti raccoglie in Medaglie e decorazioni di PIO IX il frutto di molti anni di "lavoro fortunato" e conclude un’impresa finora non riuscita a nessuno. Don Ciro Macrelli nelle quasi mille pagine di testo dei Personaggi del giorno, compila oltre cinquecento ritratti organizzati secondo la data di nascita. [9]
Giampaolo Proni pubblica Il caso del computer Asia, ove si ipotizza la realizzazione di un computer intelligente. [10] Amedeo Montemaggi riscopre come studioso di glottologia il giornalista Carlo Granaroli, antico corrispondente riminese de L’Avvenire d’Italia. [11]
Alcune mostre d’arte che si svolgono in città, riguardano vari momenti e diversi argomenti: la maiolica del XVI secolo, il porto e la marineria di Rimini, la pittura di Nicolosa Rastelli, le foto di Nando Rossi. [12]

Teatro
Mentre la stagione al Novelli suscita qualche perplessità per le sue "occasioni mancate", a causa di proposte "del tutto inefficaci e deludenti", applausi vanno a due artisti ‘leggeri’ che si esibiscono alla Festa del non compleanno: Daniele Luttazzi e Paolo Cananzi; e a Luigi Casadei, di professione medico, vincitore a Bologna del premio "la Zanzara d’oro" riservato ai comici emergenti, conquistato nel 1988 da Luttazzi. Nelle commedie dialettali continua a mietere successi Corrado Albani detto Pumidòr, dal nome di uno dei personaggi più noti da lui interpretati. [13]

[1] Cfr. L. Silvestrini, Un secolo di vita balneare al lido di Rimini, Garattoni, Rimini, 1965, pp. 283-284.
[2] Cfr. G. Vannoni, Per un ritorno alle origini, solo musica sacra, n. 34, 24/9/89.
[3] È il titolo dell’articolo, apparso nel n. 10, 12/3/89. Sul volume di Masini, cfr. A. Montanari, La stagione ‘nera’ del Ventennio, n. 36, 8/10/89.
[4] Cfr. A. Montanari, Non eran solo canzonette, n. 12, Pasqua 1989.
[5] Cfr. Resti di età imperiale sotto piazza Ferrari, n. 29, 30/7/89. In tema di archeologia, cfr. pure D. Scarpellini, Don Giorgio Franchini, archeologo al Compito, n. 29, 30/7/89.
[6] I cinque itinerari antoniani sono apparsi nei nn. 22, 11/6/89; 23, 18/6; 24, 25/6; 25, 2/7; 27, 9/7. Le dieci parti su stemmi ed insegne si trovano nei nn. 28, 23/7; 29, 30/7; 30, , 6/8; 31, 27/8; 32, 3/9; 33, 10/9; 34, 24/9; 35, 1.10; 36, 8/10; 37, 15/10. La prima puntata dei tesori perduti è nel n. 40, 5/11.
[7] Le puntate sul 1939 appaiono nei nn. 33, 10/9/89; 34, 24/9; 35, 1/10. Quelle sul 1946 si trovano nei nn. 1, 8/1/89; 2, 15/1; 13, 9/4; 14, 16/4; 15, 23/4; 16, 30/4; 17, 7/5; 18, 14/5. Escono anche altre due pagine speciali di Rimini ieri, sui Tre Martiri (n. 30, 6/8) e sull’arresto del fascista repubblichino Paolo Tacchi nel 1945 a Padova (intervista esclusiva al gen. Carlo Capanna, n. 39, 29/10). La puntata dedicata al 1940 è nel n. 23, 24/6/90. Rimini ieri (articoli e libro) sono di A. Montanari. (La parte relativa al 1945, è già stata segnalata nella "Cultura" 1988). Sul libro, intitolato Rimini ieri, Dalla caduta del fascismo alla Repubblica, 1943-1946, cfr. G. Tonelli, Solidarietà ed ipocrisia fra le macerie della città morta, n. 45, 10/12/89. Cfr. pure M. Masini, Dal passato la forza per guardare al futuro, n. 20, 3/6/90. Un’anteprima del libro di R. Gradara è nel n. 19, 21/5/89, nella pagina speciale intitolata come il volume. Sui due libri offerti agli abbonati, cfr. il paginone Il Ponte e a capo, n. 43, 26/11/89.
[8] Le prime due puntate sono nei nn. 44, 3/12/89; e 46, 17/12. Anche I giorni dell’ira sono di A. Montanari. Il seguito appare nel 1990 (puntate 3/13, nn. 1, 7/1; 8, 4/3; 10, 18/3; 12, 1/4; 15, 29/4; 18, 20/5; 21, 10/6; 27, 29/7; 33, 30/9; 36, 21/10; 38, 4/11; 41, 25/11; 43, 9/12) e nel 1991 (puntate 14/19, nn. 1, 6/1; n. 5, 3/2; 8, 24/2; 10, 10/3). Questi articoli sono stati rielaborati (con aggiunte) in A. Montanari, I giorni dell’ira, Il Ponte, 1997
[9] Cfr. A. Turchini, Rimini: 80 dispense di storia, n. 39, 29/10/89; P. G. Pasini, Un mare di manifesti, n. 4, 29/1/89; P. G. Pasini, Nelle medaglie di Pio IX, trent’anni di storia, n. 34, 24/9/89; [P. T.], Personaggi del giorno, n. 20, 28/5/89 (ove si legge che l’allora redattore capo Giovanni Tonelli è nato il 29 luglio, come Benito Mussolini).
[10] Cfr. M. Marziani, G. Proni, un semiologo nel paese del computer, n. 12, Pasqua 1989.
[11] Cfr. A. Montemaggi, Scoprì in Africa le origini della nostra lingua, n. 16, 30/4/89.
[12] Cfr. E. Facondini, Un passato tutto di ceramica, n. 39, 29/10/89 (vedi pure A. Graziosi Ripa, Tra storia e società la maiolica della Rimini rinascimentale, n. 5, 11/2/90); O. Delucca, Il porto e la marineria di Rimini, n. 2, 15/1/89 (ove si parla anche delle ricerche di Primo Bulli e Guido Simonetti); P. G. Pasini, Un dialogo con la vita del proprio tempo, n. 5, 5/2/89; G. Tani, Nando Rossi fuori dal "Labirinto", n. 11, 19/3/89.
[13] Cfr. G. Vannoni, Rimini e il teatro: la stagione delle occasioni mancate, n. 5, 5/2/89; ; Id. Due riminesi da ridere, n. 2, 15/1/89; Un medico tutto da ridere, n. 21, 4/6/89; V. Zavoli, Corrado Albani, detto Pumidòr, n. 1, 8/1/89.

1990.3.Cultura
"Un tesoro ritrovato".
Il titolo dice tutto. Il 12 luglio riapre dopo mezzo secolo il Museo di Rimini. Scrive Pier Giorgio Pasini: "Ora è finalmente pronto l’edificio che permetterà di organizzare nuovamente in museo" le opere d’arte e le testimonianze storiche di provenienza locale che si sono accumulate nel corso dei secoli. [1] Si tratta dell’ex Collegio dei Gesuiti, conosciuto comunemente come vecchio Ospedale. La prima sezione visitabile è dedicata ai capolavori tra 1500 e 1700. Il lapidario romano è riproposto nel cortile vicino all’ingresso.

Il Vicino Oriente al Pio Manzù
La sedicesima edizione delle Giornate internazionali del Pio Manzù esamina i rapporti religiosi, politici ed economici fra Paesi ricchi, Africa e Vicino Oriente, alla vigilia di quella che sarà chiamata "la guerra del Golfo". È proprio a Rimini che l’intervento contro l’Iraq di Saddam Hussein (gennaio 1991), viene preannunciato dal ‘falco’ Edward Luttwak a metà ottobre ’90: "L’ipotesi più probabile è che si bombardino i punti strategici irakeni più importanti mettendo così Saddam Hussein in condizione di non attaccare e di scendere a patti". [2]
Igor Man, editorialista della Stampa, spiega che nell’invasione del Kuwait, "una mossa troppo arrischiata", Saddam forse credeva di poter aver via libera dagli americani. Arrigo Levi, commentatore del Corriere della Sera, si dichiara d’accordo con Edward Luttwak: "C’è la possibilità di un conflitto parziale […]. Gli americani useranno le forze di terra come uno scudo protettivo, mentre la "spada" dell’operazione sarà l’aviazione". [3]
Il Patriarca latino di Gerusalemme, Sua Beatitudine Michel Sabbah, presente alle Giornate del Pio Manzù, concede un’intervista esclusiva al Ponte, sui problemi della Palestina: "La fratellanza tra Israele e i Palestinesi si attuerà solo nella giustizia e nella sovranità di ciascuno dei due popoli". [4]
Di Africa si parla, sempre in ottobre, anche a Riminicinema, dove è ospitata la produzione "nera" più recente. [5]

Cose di casa
Continua sulle colonne del Ponte il racconto della storia delle nostre città e dei nostri paesi, grazie anche alle nuove pagine locali [6]. Manlio Masini raccoglie i Frammenti di storia della marina di Rimini. [7] Oreste Delucca spiega le Scoperte archeologiche riminesi. [8] Alla penna di Grazia Bravetti Magnoni tocca di narrare I santi della terra, viaggio nel mondo della religiosità e delle tradizioni popolari romagnole. [9]
Viterbo Tamburini inizia un’originale ricerca sulla pubblica beneficenza a Rimini. [10] Enzo Fiorentini fa rivivere altri personaggi e figure del passato, mentre Vittorino Zavoli rilegge la piccola cronaca dell’Ottocento e la ‘geografia’ umana delle vecchie strade della città. [11]
Nel numero 39 nasce il supplemento "Libri", con la presentazione di una ristampa anastatica, edita da Ghigi, della Storia dei funghi dell’agro riminese di Giovanni Antonio Battarra, apparsa nel 1755. [12]
Un noto veterinario riminese, esperto in omeopatia oltre che poeta dialettale, il dottor Mario Aluigi, ritiene di aver scoperto un "immunostimolatore vegetale" che potrebbe servire nella lotta contro cancro ed aids. Il ‘farmaco’, ottenuto da materiale di origine vegetale sottoposto ad ebollizione, ed iniettabile in vena, avrebbe già dato buoni risultati su due pazienti. [13]

[1] Cfr. P. G. Pasini, Un tesoro ritrovato, n. 25, 8/7/90.
[2] Cfr. F. Semprini, Due crisi "regionali", un problema mondiale, n. 36, 21/10/90. Lo stesso numero ospita due pagine speciali dedicate alle Giornate del Pio Manzù.
[3] Cfr. E. Rotelli, "Saddam Hussein ha fatto una mossa troppo arrischiata"; F. Semprini, "L’Irak sarà messo in ginocchio dall’aviazione americana", n. 37, 28/10/90.
[4] Cfr. F. Di Grazia, Palestina: pace ma nel rispetto dei diritti, n. 36, 21/10/90. Nello stesso n. 36, si trova una sintesi della relazione del Patriarca, intitolata Sperare contro ogni speranza.
[5] Cfr. M. Pioppo, Fra Rambo e Bruce Lee, nasce il nuovo cinema africano, n. 35, 14/10/96.
[6] Si vedano come esempio i servizi sulle "Biblioteche del Rubicone", a cura di A. Magnani e A. Rosati, nei nn. 37, 28/10; e 45, Natale 1990.
[7] Le puntate sono apparse nel 1990 nei nn. 1, 7/1; 3, 21/1; 5, 11/2; 7, 25/2; 9, 11/3; 11, 25/3, 14, 15/4; 17, 13/5; 19, 27/5; 22, 17/6; 29, 26/8; 31, 9/9; 34, 7/10; 37, 28/10; 39, 11/11; 42, 2/12; 44, 16/12; e nel 1991 nei nn. 2, 13/1; 6, 10/2; 10, 10/3; 13, Pasqua; 18, 12/5; 21, 2/6; 26, 7/7; 29, 4/8; 34, 29/9.
[8] Cfr. i nn. 2, 14/1/90; 5, 11/2; 7, 25/2; e 9, 11/3.
[9] Cfr. i nn. 2, 14/1/90; 5, 11/2; 9, 11/3; 14, 15/4; 19, 27/5; 23, 24/6; 29, 26/8; 32, 23/9; e 38, 4/11.
[10] Cfr. per il 1990 i nn. 23, 24/6; 27, 29/7; 31, 9/9; 37, 21/10; 41, 25/11; per il 1991, i nn. 4, 27/1; 17, 5/5; 23, 16/6; 32, 8/9; 36, 13/10; 41, 17/11; per il 1992, i nn. 2, 12/01; 8, 23/2; 12, 22/3; 24, 21/6; 27, 19/7; 37, 18/10; per il 1993, i nn. 2, 10/1; e 32, 5/9. Si veda pure il volume dello stesso autore, Pieta e Liberalità, Il Ponte, Rimini 1994.
[11] Tra i vari loro scritti, citeremo ad esempio soltanto, per motivi di spazio, le pagine sul carnevale, ospitate nel n. 7, 25/2/90.
[12] La pagina "Libri" è a cura di A. Montanari. Nel ’90 ne escono due numeri. Esce in sette numeri nel corso del ’91 (20/1, 17/2, 17/3, 5/5, 16/6, 10/11, Natale). Dal 10/11/91 diventa "SegnaLibri".
[13] Cfr. La Settimana, n. 5, 11/2/90.

1991.3.Cultura
La scomparsa di C. A. Balducci

Il più illustre dei collaboratori del nostro giornale, il prof. Carlo Alberto Balducci, scompare il 3 settembre ad 82 anni. "La sua finezza e sensibilità, la sua profonda competenza" gli consentivano di spaziare su vari argomenti [1], come testimoniano le "Note" da lui compilate con uno stile severo, che rispecchia una precisa concezione di vita. Per Balducci, la cultura è testimonianza di umanità, bisogno di comprensione, ricerca di valori. Ci ha donato un esempio di studio accurato, di scrittura sempre attenta a cogliere i vari aspetti della realtà o delle persone di cui parla, di un giornalismo destinato a sopravvivere all'effimera pubblicazione di un testo.
"Uomo di grande e profonda cultura, Carlo Alberto Balducci ha segnato con la sua intensa umanità l'educazione e la crescita morale e civile di tante generazioni di giovani. La Scuola gli deve molto. Rimini gli deve molto". [2] Aveva un "atteggiamento di dolcezza e di modestia, non voleva mai metterti a disagio, anche quando la sua autorevolezza culturale avrebbe potuto incutere timore". [3]
Nel corso del '91 ci lasciano anche padre Teodosio Lombardi, francescano, studioso e scrittore; l'arch. Luigi Fonti, progettista di numerose chiese nella nostra Diocesi; Paolo Scarponi che fu presidente delle Acli riminesi; lo storico prof. Currado Curradi, autore di importanti ricerche sul Medioevo; il pittore Demos Bonini; il musicologo ed editore Glauco Cosmi; ed il gen. Carlo Capanna che nel 1989 aveva concesso in esclusiva al Ponte un'importante intervista sull'arresto nel 1945 del capo repubblichino riminese Paolo Tacchi. [4]

Le glorie del Trecento
Esce "La pittura riminese del Trecento" di Pier Giorgio Pasini, un'opera di notevole interesse storico. Alla scuola pittorica che in quel secolo si costituì a Rimini, vengono dedicate in città varie iniziative, legate anche al restauro del grande affresco del Giudizio Universale che, staccato nel 1924 dal timpano di Sant'Agostino e collocato all'Arengo fino al 1986, ora trova nuova sistemazione al Museo. Una mostra spiega la storia dell'affresco ed i temi religiosi in esso illustrati.
Prendendo spunto da questa mostra, lo storico Angelo Turchini invia alla "Pagina Aperta" del Ponte una sua riflessione sulla "cultura a Rimini": "Ho il sospetto […] che si pecchi di provincialismo […]. Rimini, senza essere provincia, riesce ad essere spesso provinciale in alcuni ambiti culturali. Eppure la domanda non manca, anche se costretta all'effimero momento; la società sta cambiando, e desidera sempre più qualità nei prodotti". Inoltre "nella talora paludosa provincia riminese", pare esista un "intreccio ambiguo" che rende "opaco l'operato delle istituzioni culturali". [5]
Una conferenza del prof. Augusto Campana presenta il monumentale codice miniato conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana, e commissionato da Ferrantino Malatesti nel 1321. [6] Immagini di altro stile e tempo sono quelle esposte per ricordare il turismo del Novecento alla mostra dedicata a Marcello Dudovich; e per riproporre un pittore riminese di questo secolo, Andrea Baldini. [7] Su Liana Bonifazi Valmaggi, maestra in città di generazioni di ballerini, appare un volume, La mia danza, recensito da Giulia Vannoni. [8] Alfonso, il fumetto ideato dal riminese Romano Garofalo, viene premiato a Bordighera. [9]

I re di sabbia
Lo scrittore Gino Montesanto presenta un nuovo romanzo, Re di sabbia, ambientato in quella Romagna dove sua madre lo ha allevato da bambino. È la storia di una famiglia che corre verso il benessere senza guardare in faccia a nessuno, e che si disgrega, attirata dal mito della roba. Soltanto la figlia rifiuta di farsi coinvolgere, e pensa di andare a vivere "in mezzo a quelli che stanno per morire". Il libro di Montesanto sottolinea la crisi di una società che pensa soltanto al denaro: più che una storia inventata, sembra piuttosto la lucida fotografia della realtà sociale contemporanea, fatta di contrasti in apparenza insanabili. Da una parte i nuovi ricchi, senza cultura e senza morale. Dall'altra i nuovi e vecchi ‘infelici', sempre più dimenticati da tutti. [10]
Altri libri di cui Il Ponte parla nel corso dell'anno, sono le Testimonianze palestinesi di don Filippo Di Grazia, le memorie di don Lino Grossi, raccolte in Vita da prete, le pagine autobiografiche di don Probo Vaccarini, intitolate Sposo Vedovo Sacerdote; il diario-colloquio Come un gladiolo, tra una ragazza focomelica ed un'assistente sociale, Rita Gallegati; e la biografia della porf. Maria Massani, scritta da Egle Beraudi Zoffoli. [11]
Il riccionese Ennio Cavalli, giornalista radiofonico alla Rai, pubblica Po e Sia, una raccolta di liriche, presentata nella Perla Verde da Sergio Zavoli. [12] Dalla Valmarecchia giunge la voce di un altro "poeta emergente" e critico di penna sicura, Luca Cesari di Novafeltria. [13]
Molti scrittori antichi e moderni nati a Rimini e dintorni, vengono citati nel primo volume del Dizionario bio-bibliografico della storia della letteratura di Einaudi. Quelli contemporanei sono Raffaello Baldini, Augusto Campana, Rosita Copioli, Federico Fellini e Tonino Guerra. [14]

Della Storia e di altre cose
Nel corso del '91 escono sul Ponte numerose pagine speciali dedicate alla cultura ed alla storia locali. Grazia Bravetti Magnoni si occupa della famiglia di una volta [15]. Guido Simonetti rielabora gli scritti lasciati da Primo Bulli sulla storia del porto e della marineria di Rimini. [16]
Vittorino Zavoli ci restituisce con freschezza e vivacità il passato prossimo di "San Giuliano, un borgo che vale una città". [17] Enzo Fiorentini, tra le altre cose, racconta con il consueto brio le memorie studentesche dei giovani riminesi alunni alle Magistrali di Forlimpopoli negli anni Trenta. [18] Più recenti, perché risalgono agli anni Cinquanta, i ricordi scolastici di Tama. [19]
Sotto il titolo "Le sudate carte", si illustrano le figure degli scrittori Luigi Tonini e Giovanni Bianchi. [20] Giovanni Luisè offre in un'intervista un ritratto di "Giovanni Soncino, editore in Rimini". [21] I cento anni dal battesimo riminese della prima edizione di Myricæ di Giovanni Pascoli, sono celebrati con due servizi che illustrano episodi poco conosciuti della vita di Zvanì. [22] Giovanni Rimondini tratta di Ignazio di Loyola, pellegrino a Rimini nel 1523. [23]
Borghi celebra i dieci anni della morte di Piero Pasolini, eccezionale figura di scienziato e missionario. [24] I poeti ‘piadiaioli' si radunano a Verucchio nel nome di Eugenio Pazzini, primo vincitore nel 1956 della "Raganella d'argento" per la lirica dialettale. [25]
Krzysztok Penderecki alla quarantaduesima Sagra Musicale dirige in anteprima il suo Adagio, opera "di notevole intensità e di grande impatto emotivo". [26] Il maestro Riccardo Muti è ospite degli Amici del teatro. [27]
Uno studente del liceo scientifico Serpieri, Stefano Giovanardi, vince il secondo premio al "Concorso Philips Giovani Ricercatori", con una ricerca sugli asteroidi. [28]

[1] Così F. Succi in Dieci anni, p. 413.
[2] Cfr. F. Zavatta, L'esempio di un educatore, n. 33, 22/9/91. Cfr. pure D. Pazzini, La tensione morale fra impegno e silenzio, n. 33, cit.
[3] Cfr. A. Montanari, Testimone della fede ed uomo di cultura, n. 33, cit.
[4] Su padre Lombardi, cfr. B. Lombardi, Ha raccontato il mondo della carità francescana, n. 46, Natale 1991; su Fonti, cfr. Costruttore della casa di Dio, n. 7, 17/2/91; su Scarponi, cfr. Giorgio Tonelli, Le Acli per casa, gli amici per famiglia, n. 45, 15/12/91; su Curradi, cfr. P. G. Pasini, Col medioevo, fino all'ultimo; ed A. Montanari, L'uomo e il suo lavoro, n. 39, 3/11/91; su Bonini, A. M. Graziosi, Demos, personaggio straordinario; ed A. Montanari, "Pittore realista per farmi capire", n. 31, 1/9/91; su Cosmi, G. Vannoni, Il perenne ragazzo, ‘papà' della Sagra, n. 30, 25/8/91; su Capanna, cfr. A. Montanari, L'Oberdan della Resistenza, n. 27, 21/7/91 (l'intervista su Tacchi è nel 39, 29/10/89).
[5] È una lettera aperta al sindaco: cfr. A Rimini la cultura ha la ‘c' minuscola, n. 15, 21/4/91.
[6] Cfr. l'intervista a Pasini, intitolata come il volume, nel n. 2, 13/1/91; M. Forcellini, Una città per l'arte, n. 14, 14/4/91; P. G. Pasini, Nell'attesa del Giudizio, n. 20, 26/5/91; Id., Un codice malatestiano del Trecento, n.21, 2/6/91.
[7] Cfr. F. Farina, Dudovich, il mare di carta, n. 30, 25/8/91; P. G. Pasini, La tavolozza del conte, n. 11, 17/3/91.
[8] L'articolo, che ha il titolo del libro, è nel n. 3, 20/1/91.
[9] Cfr. A. Montanari, Alfonso, palma d'oro, n. 42, 24/11/91.
[10] Cfr. A. Montanari, Un Re di sabbia sul trono di cemento, n. 44, 8/12/91. È un'intervista con Montesanto.
[11] Cfr. A. Montanari, Dentro le mura di Gerusalemme, n. 15, 21/4/91; M. Baffoni, Vita da prete, n. 12, 24/3; P. Terenzi, Sposo, vedovo, sacerdote, n. 18, 12/5; e M. Raganini, La vita nonostante tutto, n. 6, 10/2; P. Terenzi, La storia e le opere di Maria Massani, n. 30, 25/8..
[12] Cfr. N. Concolino, La vocazione romagnola di tentare la vita, n. 16, 28/4/91.
[13] Cfr. A. Marciano, Trasportato dal fiume che è dentro di noi, n. 40, 10/11/91.
[14] Cfr. A. Montanari, Scrittori di casa nostra, n. 11, 17/3/91 (nella pagina speciale "Libri").
[15] Cfr. nel 1991 i nn. 8, 24/2; 12, 24/3, 17, 5/5; 22, 9/6; 28, 28/7; 32, 8/9; 39, 3/11; nel 1992, i nn. 2, 12/1; 12, 22/3; 24, 21/6; 30, 9/8; 41, 15/11.
[16] Cfr. soprattutto nei nn. 12, 24/3/91; 13, 31/3; 16, 28/4; 23, 16/6; 29, 4/8; 32, 8/9; e 40, 10/11. Su P. Bulli, vedi il ricordo scritto da M. Masini, Nel mare il cuore di Bulli, n. 16, 28/4/91.
[17] Cfr. nel n. 25, 30/6/91.
[18] Cfr. Quando gli studenti si lavavano alla stazione, n. 5, 3/2/91.
[19] Cfr. per il 1991 i nn. 19, 19/5; 23, 16/6; 36, 13/10; e 41, 17/11; per il 1992, i nn. 15, 12/4; 24, 21/6; 30, 9/8. Con alcune aggiunte, questi articoli sono stati raccolti nel volume di A. Montanari [Tama], Anni Cinquanta, I giorni della ricostruzione visti da un bambino, 1948-1953, Guaraldi, Rimini 1994.
[20] Gli articoli, di A. Montanari, appaiono nei nn. 14, 14/4/91, e 35, 6/10. La terza puntata, dedicata ad Aurelio De' Giorgi Bertòla (n. 3, 19/1/92), è definita da don Aldo Magnani (in una lettera pubblicata nel n. 6, 9/2), un servizio alla comunità, offerto per dettato di coscienza. Questi servizi confluiscono nel volume dello stesso Montanari, Lumi di Romagna, Il Settecento a Rimini e dintorni, Il Ponte, Rimini 1992, prima ristampa 1993.
[21] Cfr. nel n. 9, 3/3/91.
[22] Cfr. A. Montanari, Battesimo riminese per "Myricæ", n. 26, 7/7/91; Id., Nelle piccole cose la nuova poesia, n. 29, 4/8/91. Cfr. pure L. Ceccaroni, Quel 10 agosto del 1867 …e del 1931, n. 30, 25/8/91, dove si ricordano i 60 anni di sacerdozio di mons. Luigi Pascoli, nipote del poeta.
[23] Cfr. il breve saggio pubblicato nel n. 36, 13/10/91.
[24] Cfr. P. Parenti, Un fisico, conquistato da Dio, n. 11, 17/3/91.
[25] Cfr. E. Fiorentini, Il primo trebbo dedicato a Pazzini, n. 12, 24/3.
[26] Cfr. G. Vannoni, L'"Adagio" di un grande maestro, n. 34, 29/9/91.
[27] Cfr. G. Vannoni, Il segreto di Muti, n. 4, 27/1/91.
[28] Cfr. Con la testa fra le nuvole, n. 20, 26/5/91. La ricerca è stata compiuta assieme a Gianfranco Lollino. Tra le iniziative editoriali del Ponte per il '91, segnaliamo il supplemento PonteGiò (caposervizio Flavio Semprini), e Metrò (direttore "irresponsabile" Luigi Casadei). Ricordiamo infine la mostra di cinque fotografi del nostro giornale (Loretta Dell'Ospedale, Walter Dordoni, Riccardo Ghinelli, Flavio Marchetti e Ferdinando Rossi), intitolata Uno sguardo dal Ponte, come l'articolo di M. Forcellini che ne riferisce nel n. 46, Natale 1991.

Cultura. Tutte le pagine sul tema, dal 1992


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