Antonio Montanari
IL PONTE 1987-96
  Indice del volume

1996.1.Vita della Chiesa
Dove la terra brucia

Il cardinal Camillo Ruini di ritorno da Sarajevo scrive sul Ponte che la Chiesa cattolica "è impegnata sino in fondo sia nel mantenere e incrementare la presenza delle fede cattolica in quelle terre, sia nel promuovere il processo di pace, ricostruzione e riconciliazione dopo tre anni di orribile guerra". [1]
Compie tre anni la missione diocesana, guidata da don Giuseppe Vaccarini in Albania: "Abbiamo lavorato intensamente sul piano della solidarietà, grazie alla sollecita collaborazione di molti gruppi ed amici in Italia, tanto che questa testimonianza ha incominciato già a portare i suoi frutti sul piano spirituale ed ecclesiale". [2] In maggio il nostro Vescovo si reca in visita a questa missione nelle comunità di Kuçove e Berat. [3]
Padre Alessandro Zanotelli, il "missionario scomodo", racconta a Rimini l’8 febbraio la vita della baraccopoli africana in cui si trova, e punta il dito contro le forze economiche "che decidono tutto, anche il pensiero e le politiche sociali". Il fondatore dell’Ordine a cui appartiene padre Zanotelli, mons. Daniele Comboni, viene santificato il 17 marzo. [4]

Marvelli, 1946
Ricorrono i cinquant’anni dalla morte di Alberto Marvelli, un "santo" per il giubileo, come lo chiama un titolo dedicato alle celebrazioni in suo onore. Mons. Fausto Lanfranchi ne compone la biografia, con prefazione del card. Ersilio Tonini. [5] Giorgio Tonelli in ottobre scrive un articolo di fondo sulla "santità nell’attimo fuggente". Viene pubblicato anche un testo "praticamente inedito" di Benigno Zaccagnini. [6]
Per "commemorare un giovane che viveva la politica come servizio", giunge a Rimini il presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro che definisce Marvelli una "splendida figura di servitore della comunità". [7]

Messaggi del Vescovo
Per la Quaresima mons. De Nicolò presenta una meditazione sull’incontro fra la società umana e la Carità di Dio: "Occorre un progetto culturale, riguardante cioè la mentalità, che rivitalizzi in senso cristiano il nostro essere ed il nostro operare". La "formazione dei laici e la loro partecipazione alla vita diocesana diventa ancor più importante e significativa. Penso ad un laicato che si assume sempre più le proprie responsabilità nella Chiesa e nella vita sociale, mettendo le proprie capacità al servizio del Vangelo e del bene comune". [8]
Festa del Corpus Domini. Mons. De Nicolò sviluppa ulteriormente il tema della carità, soffermandosi sulla sua "dimensione verticale": "la risposta alle attese profonde ed alle speranze spesso inespresse di una società complessa e secolarizzata è Gesù stesso". Un duplice invito viene dal Vescovo: non far entrare nella Chiesa le divisioni politiche e "convertirci davanti allo spettacolo dei bisogni sociali". Tra questi ultimi ci sono quelli dei giovani e delle discoteche; e quelli della vita pubblica, dove occorre "la testimonianza di una specchiata moralità". [9]
San Gaudenzio. Anche nel discorso alle autorità viene auspicata "una moralità più alta nei cittadini e in particolare in coloro che rivestono compiti di responsabilità". Il Vescovo ricorda tra l’altro la nascita di un "Osservatorio socio-culturale del territorio, per rendere, per quanto possibile, più adeguata l’azione educativa" che è propria della Chiesa. Nell’Omelia in Duomo, soffermandosi sull’"Eucarestia, sacramento di ogni salvezza", ricorda la figura di Marvelli che ogni giorno, non certo per obbligo, si accostava alla Comunione. [10]

In Diocesi
Il 13 gennaio il Vescovo convoca un pubblico incontro con la delegazione riminese che ha partecipato al Convegno ecclesiale di Palermo. Il Ponte pubblica l’intervento del Vescovo intitolato "Dalla carità rinasce la missione" [11], e le riflessioni di Elisa Marchioni, Silvia Tagliavini ed Agostino Pasquini. [12]
"Stato sociale ed educazione alla socialità" è il tema del Corso di formazione all’impegno sociale e politico organizzato nella nostra Diocesi: "Lo stato sociale non va smantellato, ma va ordinato perché possa meglio raggiungere lo scopo di difendere i ceti sociali più deboli e bisognosi", scrive don Renzo Gradara, direttore dell’Ufficio della Pastorale della famiglia. [13]
La Caritas riminese fa il bilancio di un anno di attività: alla sua porta non bussano soltanto nomadi, extracomunitari, sbandati e poveri, ma anche molte famiglie riminesi, vittime delle ristrettezze economiche. È l’altro volto di una città in apparenza senza problemi. [14]
Caritas, parroci e rettori di chiese del vicariato urbano di Rimini pubblicano un documento intitolato "L’elemosina è ancora carità". Il titolo del Ponte lo riassume significativamente: "Dalla elemosina alla solidarietà". [15]
Mons. Claudio Maria Celli, nominato Arcivescovo titolare di Civitanova e segretario del patrimonio della Sede Apostolica, il 6 gennaio in San Pietro riceve l’ordinazione episcopale dal Papa. "Al termine della liturgia il neo Arcivescovo ha salutato presso la Biblioteca Apostolica tutti i riminesi intervenuti al rito, con in testa il nostro Vescovo Mariano De Nicolò, il Vicario Generale mons. Aldo Amati ed il vicesindaco prof. Fabio Zavatta in rappresentanza del Comune". [16] A Roma viene ordinato diacono il riminese Matteo Donati. [17]
Il prof. conte Gian Ludovico Masetti Zannini pubblica nel secondo numero di Pagine un saggio dedicato a Santa Verità, il cui corpo si venera da 135 anni nella nostra Diocesi, dapprima nel Monastero di Santarcangelo ed ora nella chiesa del Ritiro sempre delle Figlie dell’Immacolata, alla Colonnella di Rimini. [18]
Il Ponte riferisce della raccolta di testimonianze su mons. Luigi Santa che fu Vescovo di Rimini dal 1944 al 1953, anno della sua morte, con due articoli di padre Mario Bianchi dell’Istituto Missionario della Consolata al quale appartenne lo stesso mons. Santa. [19]
Venti anni del Ponte. Una serie di pagine speciali ripercorre la storia del nostro giornale, con scritti di Piergiorgio Terenzi, il primo direttore, e foto d’annata dei primi passi, tra le "primitive macchine" della composizione tipografica ed i tre tavoli della redazione, dove il posto più comodo era quello di chi stava in piedi (molte sedie, costruite in età tardomedievale, erano infatti letteralmente sfasciate). [20]
Dal ‘vecchio’ al nuovo: nasce il Centro culturale Paolo VI, che tiene la sua prima manifestazione con la conferenza di mons. Bruno Maggioni che commenta il Padre Nostro. [21]

Il cardinale Ruini al Meeting
Meeting anno XVII, sette giorni di "ritorno al nuovo", con incontri tra uomini diversi per cultura e tradizioni. "Il Meeting" è paradosso, scrive Paolo Guiducci: "Non si censura nulla, si prova tutto, con la speranza di parlare a tutti. E la politica, e la presenza sociale, da sempre terreno di caccia per i seguaci di don Giussani? Unico invitato del governo il ministro Luigi Berlinguer, per un incontro atteso sulla libertà d’insegnamento. Poi tanta economia…".
Il cardinale Camillo Ruini, presidente della Commissione episcopale italiana fa registrare il tutto esaurito nel suo intervento sulle radici missionarie della Chiesa. [22]
In occasione del Meeting, a Santa Giustina giunge il corpo di Santa Teresa del Bambino Gesù, per una settimana di preghiera. [23]

[1] Cfr. card. C. Ruini, La pace è da costruire, n. 2, 14/1/96. Cfr. anche L. Ricci, Basta odio, costruiamo la pace, ib.
[2] Cfr. Terzo Natale in Albania, n. 1, 7/1/96.
[3] Cfr. E. Brigliadori, Pentecoste a Kuçove, n. 20, 26/5/96; vedi pure la pagina speciale nel n. 22, 9/6, che contiene anche l’omelia del Vescovo.
[4] Cfr. l’intervista a cura di G. Ferrari e F. Marino, nel n. 7, 18/1/96; ed i servizi su mons. Comboni, nello stesso n. 7 e nel n. 13, 31/3.
[5] Cfr. nel n. 18, 12/5/96. Vedi anche nel n. 26, 7/7 una cronaca inedita del 1946. Il libro viene presentato da Riminilibri in un servizio speciale.
[6] Cfr. nel n. 35, 6/10/96.
[7] Cfr. Giov. Tonelli, Scalfaro incontra Marvelli, n. 40, 10/11/96; e M. Forcellini, Scalfaro: imparate da Marvelli, n. 41, 17/11.
[8] Cfr. nel n. 8, 25/2/97.
[9] Cfr. nel n. 23, 16/6/96.
[10] Cfr. nel n. 37, 20/10/96.
[11] Cfr. nel n. 3, 21/1/96. Nello stesso numero la cronaca dell’evento, intitolata La ‘consegna’ di Palermo. In quello successivo (n. 4, 28/1), "le proposte concrete ‘rilanciate’ dal Vescovo".
[12] Cfr. E. Marchioni, La ‘buona Notizia’? Gridatela sulle antenne, n. 1, 7/1/96 (cfr. pure G. Tonelli, Drizziamo le antenne, n. 3, 21/1); S. Tagliavini, Sempre più soli, sempre più insieme, n. 2, 14/1; A. Pasquini, Non ci sono "addetti alla carità", ib. Vedi anche sulla Nota pastorale dei Vescovi italiani, nel n. 23, 16/6; e nel n. 24, 23/6.
[13] Cfr. R. Gradara, Stato sociale ed educazione alla socialità, n. 6, 11/2/96. Vedi pure nei nn. 8, 25/2; e 11, 17/3, nel servizio di M Forcellini, Stato sociale da non gettare.
[14] Cfr. la pagina speciale nel n. 10, 10/3/96. Cfr. anche il servizio di L. Ricci, Sorella consolazione, dedicato a suor Mary Polycarp, nigeriana, nel n. 14, Pasqua 1996.
[15] Cfr. nel n. 37, 20/10/96. Sulle stesso numero in "Pagina aperta", vedi l’intervento di Guido Marziani, I poveri, una provocazione; ed il supplemento "Missioni".
[16] Cfr. P. L. Celli, Come un buon Pastore, n. 2, 14/1/96. Cfr. pure P. S. Pozzi, Settanta vescovi e una Diocesi, n. 4, 28/1/96; l’intervista di E. Marchioni a mons. Celli "di ritorno dalla Corea del Nord" nel n. 5, 4/2/96, con a fianco la cronaca della "festa a San Giovanni Battista", parrocchia d’origine del Prelato, firmata da E. Brigliadori.
[17] Cfr. Per la Chiesa di Rimini, n. 38, 27/10/96.
[18] Il fascicolo è allegato al n. 9, 3/3/96.
[19] Cfr. nei nn. 27, 21/7/96; e 28, 28/7.
[20] Cfr. nei nn. 12, 24/3/96; 13, 31/3; 14, Pasqua 1994; 16, 28/4.
[21] Cfr. P. Guiducci, La preghiera di Gesù, n. 19, 19/5/96.
[22] Cfr. P. Guiducci, Meeting, ritorno al nuovo, n. 30, 25/8/96; e Id., Tutto il Meeting, e Nel cuore del divertimentificio il miracolo di Santa Teresa, n. 31, 1/9. Cfr. anche F. Lozito, Meeting, il dialogo continua, n. 24, 23/6.
[23] Cfr. P. Guiducci, Teresa, storia di un’anima, n. 29, 4/8/96.

1996.2.Società
Rimini, specchio deformato

Qual è l’immagine che appare di Rimini? Giorgio Tonelli lo spiega in una "Copertina" che ben può chiudere il racconto di questi dieci anni di vita della nostra città e del nostro giornale: "L’immagine di una città non deve esserne lo specchio, deve però esprimerne almeno la tipicità, l’originalità. Invece oggi non c’è rapporto fra ciò che la città pensa e si sente di essere e ciò che esprime. […] Il turismo sembra essere diventato sinonimo di Finzione, di rapporti fra le persone, servizi, giochi, tutti improntati alla Falsità".
Rimini deve scegliere "se vuole diventare una città plastificata (grande scenario per i giochi televisivi) o fatta di cose concrete, senza per questo rinnegare la propria vocazione turistica". [1]
La Rai, in un servizio del Giornale radio della prima rete, racconta che a Rimini "vi sono zone considerate ufficiosamente a rischio, dopo un certo orario", per una "microcriminalità fastidiosa che sta provocando un lento, ma costante, mutamento del tessuto sociale" della nostra città. Il sindaco Chicchi prende carta e penna e scrive al direttore del GR1: "perché si attacca ancora Rimini e perché proprio ora?". [2]
La pubblicità turistica ufficiale definisce Rimini con "undici parole al sole": "Mitica. Vicina. Solare. Complice. Soave. Dinamica. Notturna. Aperta. Nobile. Intelligente. Instancabile". [3]
Bilanci e prospettive. Mentre la Val Marecchia si rivela "terra di Miss" che vincono i concorsi ma non perdono la testa, come osserva Guiducci, da Riccione Nives Concolino [4] fa il consuntivo di un 1995 "vissuto pericolosamente": sapranno i nostri eroi fare meglio per il futuro?

Dalle urne l’Ulivo
Il 21 aprile, chiamata alle urne per le politiche. La provincia di Rimini ottiene quattro rappresentanti in parlamento, due senatori e due deputati: sono Giuseppe Basini del Polo (Alleanza nazionale) e Sergio Gambini dell’Ulivo al senato; e Gianni Mattioli e Beniamino Andreatta (futuro ministro della Difesa), a Montecitorio anch’essi per l’Ulivo. Unico riminese ‘doc’ è Gambini. [5] Bossi lancia una nuova parola d’ordine: secessione, mentre Prodi va al governo come presidente del Consiglio. La vera risposta al capo della Lega Nord, scrive il direttore Tonelli, "dovrà giungere da un altro padano, quella faccia da mortadella nella quale sono riposte le speranze dell’Italia (almeno per i prossimi cinque anni)". [6]
Di politica si occupa anche il primo numero del rinnovato Ponte-giovani, che per non apparire ‘vecchio’ come la testata che lo ospita, si rinnova con la grafica ed il titolo, abbreviato in un telegrafico Giò (che alcuni intendono anche come "Giovanni", cioè il direttore Tonelli…). La responsabilità di questo inserto è affidata a Barbara Bastianelli, "[graziosa] mano di ferro in guanto di velluto" e gentile voce di Radio Icaro News. Dunque, come vedono i "giovani" la politica del momento? Risponde Roberto Bonfantini: "con un taglio" a tutto il vecchio sistema del partiti, mentre l’omino della vignetta di Della Bartola sussurra: "Il Garofano, l’Edera, la Rosa, la Quercia, e adesso anche l’Ulivo… al posto del parlamento ci ritroveremo in un vivaio. [7]

Problemi per tutti
Extracomunitari: la loro presenza nel Riminese è al di sotto della media nazionale. Lo rivela uno studio di Primo Silvestri pubblicato su Rimini 1995, edizioni di Solidarietà. Roncofreddo accoglie numerose famiglie di extracomunitari, dimostrando che l’integrazione è possibile. [8] L’abusivismo che li coinvolge, non sottosta al racket. Una ricerca della Regione stabilisce che anche per loro "vigono le regole del mercato". [9]
Uno dei temi più ricorrenti nelle pagine locali è quello della sicurezza delle strade. Ad esso dedica la sua attenzione il nostro giornale anche sotto il profilo etico, con il "decalogo dell’automobilista "morale"". [10]
Borghi, Roncofreddo, Savignano e Sogliano s’interrogano sulla "Città del Rubicone". Il Ponte ascolta i pareri di loro sindaci. [11]
Ad ottobre, il diluvio. In tutta la provincia di Rimini viene dichiarato lo stato di calamità in seguito alle inondazioni del 7 ottobre provocate dalle continue e forti piogge. Miliardi di danni alle abitazioni e all’agricoltura. Molte zone periferiche, come si legge in una cronaca da Riccione, diventano lagune. Finisce ‘sott’acqua’ anche la protezione civile riminese, 140 volontari ed un camion vecchio. [12]

Giudiziaria
Attenzione puntata ancora sul processo ai fratelli Savi. Fabio accusa la ex amante, Eva Mikula: ha fatto la nostra cassiera, dice, ci ha accompagnato nei sopralluoghi e ha guidato le auto nelle fughe. La Mikula viene quindi accusata di alcune rapine. Ma se la caverà, come succede anche a Pesaro dove l’imputazione riguarda il concorso in omicidio. Unica condanna, quella del tribunale bolognese dei minorenni: un anno e due mesi per aver fatto da interprete tra i Savi ed un trafficante ungherese d’armi.
Un testimone, ex ispettore di Polizia, rivela di aver saputo da Alberto Savi che dietro la loro banda c’erano i servizi segreti. Lyubisa "Manolo" Urbanovic , del quale ci siamo occupati nelle cronache del 1990, sostiene di esser stato liberato dal carcere di Rimini in quell’anno, grazie all’aiuto dei poliziotti della "Uno bianca".
Il processo riminese alla banda dei Savi si conclude con la condanna all’ergastolo per tutti i tre fratelli, e tredici anni per Pietro Gugliotta.
Indro Montanelli per aver scritto sul suo Giornale nel 1984 un articolo a proposito del processo "delle catene" contro San Patrignano ("La Giustizia nel pantano") contro giudici e magistrati di Rimini, viene condannato a 230 milioni di multa. L’attacco ai giudici riminesi continua anche con il nuovo direttore Feltri: l’8 giugno esce un articolo che li mette sotto accusa con vecchie notizie ricicliate. Feltri sarà accusato di diffamazione.
Il giudice Andreucci riceve una censura per l’intervista concessa sul processo Maranzano al Ponte. Assolto Sergio Gambini per la vicenda del ’93: l’accusa era di truffa all’Amministrazione comunale e all’Inps. Confermata a Bologna la condanna di Fraternali. [13]
A marzo vengono depositate in tribunale settecento pagine di intercettazioni telefoniche sulla vita pubblica e privata di Carlo Barbera, ex comandante dei Vigili Urbani di Rimini, che si difende: "È tutta una vendetta della magistratura riminese. Sono solo chiacchiere tra amici". Nonostante il vincolo della riservatezza sui documenti, qualcuno "li ha divulgati con una faciloneria che appare al limite della legalità". Tutti ne parlano, tranne il principale quotidiano locale, preso a discutere su di "un altro dilemma angosciante: la statua di Giulio Cesare è di destra o di sinistra?". Forcellini si chiede: "Barbera era il vero "burattinaio", o c’è qualcun altro rimasto nell’ombra?". [14]
A Forcellini risponde il sindaco Chicchi: provo "un sentimento di umiliazione che si mescola ad una sensazione di leggerezza perché sento che la città di Rimini e le forze sane che la spingono sono molto lontane e molto più sane di come venivano viste all’interno del teatrino che qualcuno aveva costituito". [15]
Dall’Albania con omicidio. La criminalità slava alza la testa ed uccide un giovane ‘protettore’ di 25 anni, a Viserbella. L’episodio rivela una lotta feroce fra clan rivali per il controllo della prostituzione in Riviera. Ma in ballo c’è forse anche il mercato della droga. [16] Torre Pedrera si sente la "nuova frontiera": rabbia e paura, per furti e rapine che sono aumentati negli ultimi tempi. La colpa è degli immigrati, dice la gente. Come si scrive in una pagina speciale a cura di Gloria Paci, c’è chi ne approfitta per fare soldi, speculando sugli affitti. Non solo Torre Pedrera, ma tutte le frazioni a Nord di Rimini si sentono abbandonate. Viserba punta sempre più alla secessione da Rimini. [17]
"Rimini si scopre insicura", osserva Forcellini che riepiloga i numerosi episodi accaduti ed analizza i risultati di uno studio che rivela: il 12% dei riminesi è vittima di reati. Mille persone prendono parte ad una manifestazione al parco Cervi, dove una giovane era stata aggredita ed ustionata da acido lanciatole da uno sconosciuto. [18]
L’usura è un altro "cappio sulla Riviera". La Guardia di Finanza di Forlì denuncia 24 persone per questo reato e, di queste 16 anche per associazione a delinquere. Sulle cinque finanziarie coinvolte, due sono di Rimini, due di Cesena e l’altra di Forlì. [19]
Prostituzione di colore. A Rimini si svolge un processo che riconosce lo stato di riduzione in condizione analoga alla schiavitù per le nigeriane importate in Italia. Sulla stessa linea si svolgono altre indagini giudiziarie in diverse altre città. Don Benzi lancia l’iniziativa "Adottate una lucciola". [20]
Per la Murri, la situazione è ancora ferma. "Provette d’oro". Dopo alcune archiviazioni nel ’93, ci sono tre patteggiamenti ed una condanna, per una parte dell’inchiesta. [21] L’anno si schiude con "Bellariopoli": ne è protagonista Arnaldo Molara, dirigente del settore pianificazione economico-territoriale di quel Comune. [22]

[1] Cfr. Giorgio Tonelli, Dal Borgo al Bronx. Rimini e lo specchio deformato, n. 1, 7/1/96.
[2] Cfr. La Settimana, n. 3, 21/1/96.
[3] Cfr. in "Pagina Aperta" (n. 27, 21/7/96), la lettera "alla Città" Dietro i lustrini del gran circo, che intendeva aprire un dibattito. Nessuno riprese il discorso sulle colonne del Ponte, in compenso l’idea fu realizzata dal Carlino riminese.
[4] P. Guiducci, In questa Valle di Miss, n. 4, 28/1/96; N. Concolino, Un anno vissuto pericolosamente, n. 1, 7/1.
[5] Cfr. La Settimana, n. 16, 28/4/96.
[6] Cfr. L’ultimo dei Padani, n. 18, 12/5/96. Cfr. altri servizi sul dopo elezioni nel n. 19, 19/5, intitolato Cattolici e politica. Sullo stesso tema, vedi anche il ‘fondo’ del n. 25, 30/6; un intervento di A. Pasquini, Cattolici senza politica?, n. 27, 21/7.
[7] Cfr. nel n. 24, 23/6/96.
[8] Cfr. M. Forcellini, Immigrati allo specchio; e S. Neri e S. Mongiusti, L’integrazione possibile, n. 2, 14/1/96. Si veda anche R. Gradara, Si fa presto a dire ‘straniero’, n. 42, 24/11.
[9] Cfr. la pagina speciale della Settimana, n. 26, 21/7/96; B. Bastianelli, E il vuccumprà scatenò la guerra, n. 22, 28/7; M. Forcellini, Quelle molotov di carta, n. 31, 1/10; e la pagina di "Dibattiti", Di che colore è la pelle di Dio, con interventi di L. Ricci, P. Silvestri, A. Montanari. Vedi anche la polemica sui "farmaci gratis" nel n. 33, 22/9, con la pagina di Giov. Tonelli, Buccia di banana in farmacia.
[10] Cfr. Porgi la precedenza, e R. Beretta, Quante svolte, figliolo?, n. 9/3/96. Si veda anche La triste corsa verso la morte, n. 21, 2/6/96.
[11] Cfr. la "Copertina" nel n. 9, 3/3/96.
[12] Cfr. Nubifragio sulla Riviera, n. 36, 13/10/96;Via Venezia a Riccione come in laguna, n. 37, 20/10; La Settimana, n. 38, 27/10; B. Bastianelli, Protezione civile sott’acqua, n. 39, 3/11; P. Guiducci, Con l’acqua al comò, ib.
[13] Cfr. La Settimana, nn. 5, 4/2/96; 6, 11/2; 7, 18/2; 8, 25/2; 11, 17/3, 30, 25/8. Sui giudici riminesi, cfr. G. Tonelli L’assedio di forte Rosaspina, n. 23, 16/6; e La Settimana, n. 26, 7/7; n. 36, 13/10; n. 46, 22/12.
[14] Cfr. La Settimana, e M. Forcellini, Il silenzio della città, n. 12, 24/3/96. Circa la vicenda della statua di Giulio Cesare, la città partecipa stancamente al dibattito che vede coinvolti gruppi nostalgici delle grandezze imperiali della romanità, così bene interpretate dalla statua donata da Mussolini a Rimini. La statua alla fine ritorna (sotto forma di copia) in piazza Tre Martiri, non dove era (lì ora c’è una lapide che ricorda i caduti della seconda guerra mondiale), ma in un angolo. Su Barbera, cfr. pure La Settimana, n. 14, 7/4: "Coinvolti dei magistrati".
[15] Cfr. G. Chicchi, L’umiliazione della città, n. 14, 7/4/96.
[16] Cfr. La Settimana, n. 10, 10/3/96; e S. Mercadante, La guerra degli albanesi, n. 11, 17/3.
[17] Cfr. Torre Pedrera, nuova frontiera, n. 13, 31/3/96; e Il Vigile si è fermato a Viserbella, n. 29, 4/8. Su Viserbella, cfr. pure la pagina speciale di G. Pari, n. 35, 6/10.
[18] Cfr. La Settimana, n. 42, 24/11/96; M. Forcellini, Una luce oltre il parco, n. 43, 1/12, e Giov. Tonelli, A piedi nudi nella città, ib.
[19] Cfr. La Settimana, nn. 15, 21/4/96, e 25, 30/6.
[20] Cfr. M. Tassinari, Le schiave del Duemila, n. 32, 8/9/96; La Settimana, n. 41, 17/11; "Fermiamo la tratta delle schiave", n. 45, 15/12.
[21] Cfr. Cfr. La Settimana, n. 18, 12/5/96.
[22] Cfr. i servizi di M. L. Domeniconi, n. 45, 15/12/96.

1996.3.Cultura
Vero e falso

Un episodio che inconsciamente sigla i due volti della città, quello artistico e quello commercial-turistico. Nel biglietto d’auguri di fine ’96, "Rimini turismo" inserisce la foto di un putto del Tempio malatestiano. Ma tra tante statuette vere, va a pescare proprio quella ‘falsa’, un gesso che il restauratore forlivese Giuseppe Casalini realizzò nel dopoguerra. Ne parla sul Ponte lo storico Pier Giorgio Pasini, illustrando analoghi casi di scambi dei putti originali con quelli ‘imitati’. [1]
La Fondazione Carim acquista a Londra una pala di Giuliano da Rimini, "un pezzo di grande bellezza, di straordinaria importanza per la storia della pittura riminese del Trecento, unico esemplare del genere custodito in città". [2]
L’"Adorazione dei Magi" di Giorgio Vasari, dopo i lavori di restauro, ritorna all’antica abbazia di Scolca nella parrocchia di San Fortunato, "uno degli edifici di culto più belli di Rimini, dovuto al mecenatismo malatestiano e costruito in uno dei luoghi più suggestivi delle colline riminesi". L’opera riassume in sé una ricca pagina di vita cittadina e di storia dell’arte italiana. Fu dipinta nel 1457. Al soggiorno riminese di Vasari ed alle vicende della chiesa di Scolca, Pagine dedica un ampio servizio scritto da Luca Mandolesi e Marco Sassi. [3]

Mostre
Il Meeting organizza una straordinaria rassegna archeologica dedicata al sorgere ed al diffondersi del Cristianesimo, "Dalla Terra alle Genti". È un "unicum mai tentato prima e che occuperà certamente un posto di notevole rilievo a livello internazionale", organizzato assieme ad enti e musei di Gerusalemme, Londra, Città del Vaticano e Roma.
Sono esposti anche i "rotoli del Mar Morto", sui quali Il Ponte pubblica un’intervista al papirologo tedesco Carstem Thiede: "I nudi fatti acquisiti dalla storia, dall’archeologia e dalla papirologia possono aiutare a capire più a fondo che il Cristianesimo riguarda persone reali in un mondo reale, che credono in un Gesù reale, non inventato ma mandato da Dio in un tempo particolare ed in un particolare posto nella nostra storia, con un messaggio a tutte le genti, per tutti i tempi". [4] Legato a questo tema è un numero del Ponte Didaké che illustra il 1997 come "anno della Bibbia". [5]
In occasione del convegno mondiale forlivese sulla preistoria e protostoria, a Rimini si organizza una rassegna intitolata "Alle origini della Storia. Il Paleolitico di Covignano". Sono esposi i resti di un’industria della pietra che nel 1968 Stefano Sabatini dei Musei Comunali scoprì sul colle di San Fortunato: essi, assieme a quelli di Monte Poggiolo (Forlì), sono i più antichi della Romagna. [6]

Pennelli
A Demos Bonini, "uno sguardo e una memoria cara ai riminese", come scrive Stefano Campana, viene dedicata una mostra antologica a cui si accompagna un volume con catalogo e scritti autobiografici. [7]
Al Museo ottiene un grande successo un’altra antologica, dedicata a Gino Ravaioli, che viene presentata con una piacevole e dotta conferenza da Pier Giorgio Pasini. [8]
Alla Fondazione Balestra di Longiano ci sono "tesori nascosti", ai quali ci accostiamo con l’arguta penna di Gerardo Filiberto Dasi, un tempo anch’egli pittore. [9]
Un altro "tesoro sconosciuto" è la ricchissima biblioteca del Seminario diocesano di cui parla Andrea Turchini in una pagina speciale. [10]
Stefano Campana, architetto bellariese, espone a Milano le sue incisioni a puntasecca, una tecnica che acquista un valore emblematico nella rappresentazione della natura, secondo Benedetto Benedetti. [11]

Penne
Anche la seconda edizione del Premio Ilaria Alpi a Riccione offre l’occasione per un confronto ad alto livello sui problemi dell’informazione, e sulla necessità degli approfondimenti dopo il semplice lancio delle notizie. Sul Ponte è pubblicato l’intervento di Patrizia Horovatin, vedova dell’operatore Miran, ucciso assieme ad Ilaria Alpi. [12]
La vita e le opere del padre scolopio Alessandro Serpieri, nato a San Giovanni in Marignano e morto nel 1885, vengono illustrate in un convegno ed in una mostra. Scienziato dai molti interessi, fece studi di fisica, astronomia, meteorologia, sismologia e filosofia. Padre Serpieri trascorse la sua infanzia a Rimini in quella via che adesso porta il suo nome, nella casa che ha il civico numero 17, e che dovrebbe essere la stessa in cui si trasferirono nel 1871 i sette fratelli Pascoli. [13] A proposito di "antiche case": questo è il titolo del terzo numero di Pagine, dedicato alle abitazioni dei cittadini più illustri della Rimini di fine Settecento. [14]

Musica, maestri
Il 19 novembre tutta la Romagna ricorda il suo cantore popolare, Secondo Casadei, a venticinque anni dalla morte. La musica del maestro, conosciuto universalmente come il nostro Strauss, entra nelle austere sale della Rubiconia Accademia dei Filopatridi, dove si conservano preziosi tesori di documenti del Settecento italiano. [15]
A proposito di musica. Giulia Vannoni recensisce una conferenza a Misano del semiologo Paolo Fabbri che, esperto in tutt’altro campo, ha "fatto sorridere gli esperti quando ha pasticciato qualcosa di incomprensibile a proposito della forma sonata", ed ha suscitato "persino un moto di ilarità, nel parlare di temperamento". [16]

[1] Cfr. P. G. Pasini, Galeotto fu il putto, n. 45, 15/1/96; e la lettera di Franca Guerra e Piero Leoni, Un putto ci salverà, n. 46, 22/12: sì, ci siamo sbagliati, ma "avremmo bisogno di essere più lievi, e riscoprire l’ironia come un valore".
[2] Cfr. i servizi nel n. 46, 22/12/96.
[3] Cfr. nel n. 38, 27/10/96.
[4] Cfr. B. Moncada, Dalla terra alle genti, n. 3, 21/2/96; F. Ognibene, L’infanzia della Chiesa, n. 12, 24/3. Vedi altri servizi nei n. 14, Pasqua 1996; 22, 9/6.
[5] Cfr. nel n. 13, 31/3, dove è anche ospitata un’intervista a Rita Borsellino, sorella del giudice Paolo, a cura di D. Lotti.
[6] Cfr. 800 mila anni fa…, n. 33, 22/11/96. Del ritrovamento si è già parlato in "Cultura" 1992.
[7] Cfr. S. Campana, Demos: una memoria riminese, n. 2, 14/1/96; G. F. Dasi, La pittura della giacca accanto, n. 3, 21/1; A. Montanari, Libri, pennello e tavolozza, in Riminilibri, allegato al n. 6, 11/2.
[8] Cfr. C. Coppola, La realtà surreale, n. 15, 21/4/96. Cfr. anche A. Montanari, Le "macchiette" di Ravaioli, n. 17, 5/5.
[9] Cfr. G. F. Dasi, Tesori nascosti, n. 19, 19/5/96.
[10] Cfr. nel n. 40, 10/11/96. Tra gli altri servizi speciali pubblicati nel 1996, ricordiamo il seguito delle puntate di Alessandro Serpieri lungo tutto l’arco dell’anno, e le "ville del Rubicone" di Letizia D’Amato nei nn. di agosto e settembre.
[11] Cfr. B. Benedetti, La natura dell’architettura, n. 25, 30/6/96.
[12] Cfr. N. Concolino, L’inchiesta ha cambiato pelle?, n. 27, 21/7/96.
[13] Cfr. A. Montanari, Lo scienziato dei fenomeni celesti, n. 12, 24/3: qui si ricorda che la lapide pascoliana nella "piazzetta delle poveracce" dice il falso e si riferisce invece ad un evento del 1877, e non del 1871. Nella stessa via Serpieri morì il 30 giugno 1798 il poeta Aurelio De’ Giorgi Bertòla ospite dei conti Martinelli, ai quali allora s’intitolava la strada. Su Serpieri vedi anche, N. Valentini, La scienza dal volto umano, n. 14, Pasqua 1996.
[14] Cfr. nel n. 22, 9/6/96.
[15] Cfr. Letizia D’Amato, Lo Strauss della Romagna, n. 41, 17/11/96.
[16] Cfr. G. Vannoni, La commedia degli equivoci, n. 41, 17/11/96.

1996.4.Sport
Le Olimpiadi di Atlanta fanno ricordare "Rimini a cinque cerchi", cioè gli atleti concittadini che hanno partecipato alle precedenti edizioni. Romeo Neri è un nome indimenticabile per l’atletica azzurra. Ad Amsterdam, 1928 ottiene soltanto un argento alla sbarra. 1932, Los Angeles: tre ori, nell’individuale, nelle parallele e nel concorso a squadre. Soddisfazione tanta, dopo "diciassette giorni di clausura".
1984, ancora a Los Angeles: Maurizio Stecca, 21 anni, conquista l’oro nel pugilato, pesi gallo. Per Roberto Manzi nella spada a squadre, medaglia di bronzo.
Altri due premiati ‘riminesi’ sono Giovanni Evangelisti (nato soltanto nella nostra città), con il bronzo nel lungo nel 1984, e Renzo Vecchiato, cestista che ha abitato e giocato a Rimini, argento a Mosca nel 1980. [1]
Chiudiamo le nostre pagine, lasciando l’onore a Giuseppe Autori di tracciare ditrettamente il bilancio del 1996.
"Jomsa, i due volti della pallamano. I ragazzi contro ogni pronostico colgono un’altra strabiliante promozione e sbarcano in pompa magna in A2". La Jomsa vince anche la Coppa Italia, dopo aver fallito lo scudetto.
Viserba pallavolo femminile: centrata la terza promozione consecutiva. La Polisportiva San Giuliano va in C2. I ragazzi del Giordano di Bellaria vincono il campionato di C1.
Elisa Vagnini è argento a Bologna negli assoluti italiani, sui 1.500 metri.
La Rimini Calcio non centra l’obiettivo dei playoff per giocarsi la promozione. "A mister Gavella viene dato il benservito, senza rancore". Lo sostituisce Carlo Florimbi, a cui viene dato un altro benservito ad ottobre. Gli subentra un ex del Rimini, Mario Russo. [2]

[1] Cfr. G. Autuori, Rimini a cinque cerchi, n. 27, 21/7/96.
[2] Cfr. G. Autuori, Un anno vissuto sportivamente, n. 1, 5/1/97.


© Antonio Montanari. "Riministoria" è un sito amatoriale, non un prodotto editoriale. Tutto il materiale in esso contenuto, compreso "il Rimino", è da intendersi quale "copia pro manuscripto". Quindi esso non rientra nella legge 7.3.2001, n. 62, "Nuove norme sull'editoria e sui prodotti editoriali e modifiche alla legge 5 agosto 1981, n. 416", pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 67 del 21 marzo 2001.
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