Antonio Montanari

Galeotto di Pietramala, cardinale "malatestiano"

Le due Tombe di La Verna.
La morte avvenuta a Vienne.

La prima tomba.
In F. Gonzaga, De origine Seraphicae religionis Franciscanae eiusque progressibus, ex typographia Dominici Basae, Roma 1587, p. 235, si legge che le ceneri dell'illustrissimo Cardinale Galeotto furono poste in una cappella voluta da Caterina di Pietramala, consorte di Roberto, all'inizio del XIV sec., nel luogo dove era stata la prima cella di san Francesco («Id sacellum, quod passim Cardinalis Cardinalis dicitur, fuit prima beati Francisci cellula»). Che Roberto sia il nonno di Galeotto è attestato da un documento che si legge in L. Tonini, Storia di Rimini, IV, 2, p. 173, e richiamato in IV, 1, p. 260.
(Su Roberto di Pietramala, cfr. sub 1347 in Cronache Malatestiane dei secoli XIV e XV, tomo XV, 2 delle «Rerum Italicarum Scriptores», Bologna 1922, p. 16.)



La cappella fu dedicata a Santa Maria Maddalena, come scrive padre Francesco da Menabbio nel Compendio delle maraviglie del sacro monte della Verna, Ad istanza di Niccolò Taglini, Venezia 1694, p. 25.
Esistono altre edizioni del volume, «in Fiorenza, per Pietro Nesti al Sole», 1636, e quella veneziana del 1782, in cui alle pp. 38-39 troviamo: «Dicesi ancora la Cappella del Cardinale, perché in essa riposano l'ossa dell'Eminentissimo Galeotto degl'Ubertini d'Arezzo, Conte di Pietra Mala, e Cardinale di S. Chiesa, il quale morì in Avignone nel tempo dello Scisma, che accadde sotto Urbano VI e le sue ossa furono quassù portate, e sepolte in detta Cappella conforme egli aveva ordinato, per la singolare divozione, che portava a S. Francesco». Il passo con «Galeotto degl'Ubertini» suggerisce, ci sembra ovviamente, il cognome della nonna Caterina. (Questo stesso testo è nell'edizione fiorentina, presso la Stamperia granducale, 1856, pp. 29-30.)
Circa il «Galeotto degl'Ubertini» incontrato nel testo di padre Francesco da Menabbio, aggiungiamo: lo stesso dato anagrafico del nostro Galeotto Tarlati è ripreso da Pietro Antonio Ribetti nel suo Giardino Serafico Istorico, II, in Venezia MDCCX per Domenico Lovisa, p. 327.
Della cappella voluta da Roberto di Pietramala e da sua moglie Caterina, si parla pure in B. Mazzara, Leggendario francescano, III, Poletti, Venezia 1689, p. 70. Cfr. pure G. Rondinelli, Relazione sopra lo stato antico e moderno della città d'Arezzo ecc., Bellotti, Arezzo 1755, p. 48.
  

L'altra tomba.
In un secondo momento le sue spoglie furono trasferite nella nuova «cappella del Cardinale», come si trova in un testo di M. Mussolin, Deserti e crudi sassi: mito, vita religiosa e architetture alla Verna dalle origini al primo Quattrocento pp. 117-136, in «Altro monte non ha più santo il mondo», a cura di N. Baldini, Firenze 2012, pp. 125-126.
Mussolin, nella nota 19 di p. 125, spiega che la cappella «del Cardinale» era inizialmente detta di San Pietro d'Alcantara.

Sulla «cappella del Cardinale», leggiamo alle pp. 69-70 del volume di Padre Francesco da Menabbio, Compendio Delle Maraviglie Del Sacro Monte Della Verna, Venezia 1694, il passo che riproduciamo nell'immagine.


La foto di Alessandro Ferrini ripresa dal suo sito web ilbelcasentino.it.


Immagine da "Nuovo dialogo delle devozioni del sacro monte della Verna", Stamperia Ducale, Firenze 1568, di cui fu autore il frate agostiniano Augustino Di Miglio.

Nella pagina Istruzioni per l'uso si trova la genealogia del Cardinal Galeotto.

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