Antonio Montanari

Galeotto di Pietramala, cardinale "malatestiano"

Galeotto degl'Ubertini d'Arezzo...

Nel 1636, come abbiamo visto nella pagina Genealogia cambiata, il nostro Cardinal Galeotto è detto, da padre Francesco da Menabbio, «Galeotto degl’Ubertini di Arezzo».
Questa variazione sa tanto di una censura storica in cui giocano non soltanto i fatti politici, ma pure quelli religiosi. Che si mescolano e confondono tra loro.

Un Ubertini è Guglielmo Vescovo di Arezzo nel 1269.
Stessa carica è tenuta da Guido Tarlati, deposto nel 1325.

Dal volume C. Lazzeri, Guglielmo Ubertini vescovo di Arezzo (1248- 1289) e i suoi tempi, Firenze, 1920, riprendiamo: «Di natura guerriero, e inquieto, come Ghibellino trattò con molti Forusciti di Firenze, di Siena e d'Arezzo di far ribellare a' Senesi il forte poggio di S. Cecilia, come li avvenne» (p. 43).

Negli Annali overo Notizie istoriche della Città di Arezzo in Toscana di P. Farulli, Campitelli, Foligno, 1717, p. 43 si ricorda: nel 1254 vennero «alle mani in Arezzo le Famiglie Tarlati, e Ubertini, e altri Ghibellini, e Guelfi, cavarono gl'occhi al capo Popolo. Il Vescovo di notte con i Ghibellini uscì dalla Città, e unito col Conte di Montefeltro, con i Pazzi di Valdarno, Ubertini e Fiorentini, all'improviso rientrato per una altra porta cacciò di Città tutti i Guelfi, ed il Vescovo fù da tutti i Ghibellini eletto signore assoluto della Città di Arezzo».
Alla p. 35 dello stesso testo leggiamo: «Rinaldo Bostoli aveva abbattutto la plebe, e fatto cavar l'occhi al Capo Popolo».
I Bostoli erano stati cacciati da Arezzo dai Tarlati Signori di Pietra mala (ib.).

Torniamo a Gugliemo Ubertini, "Vescovo guerriero", come si legge alla nota 1 p. 108 di A. Fabroni, Storia ed analisi dell'acqua acidula-minerale di Montione presso Arezzo, Pezzati, Firenze, 1827: nel 1289 Gugliemo Ubertini «perì comandando gli aretini alla infelice battaglia di Campaldino o Certomondo, a cui si trovava anche Dante».
Ibidem, si legge che i Bostoli erano stati cacciati da Arezzo dai Tarlati Signori di Pietra mala.
«Vescovo guerriero Guglielmo Ubertini, che nel 1289 perì comandando gli aretini alla infelice battaglia di Campaldino o Certomondo, a cui si trovava anche Dante», troviamo nella nota 1 di p. 108 nel cit. A. Fabroni.

Riprendiamo dalla Enciclopedia Dantesca (1970) di Giovanni Cherubini, Pier Vincenzo Mengaldo, alla voce «Arezzo»: «Tra gli anni della giovinezza e quello della morte di Dante, con l'intermezzo di una scialba figura uscita dai conti Guidi di Romena, due fra le maggiori famiglie feudali aretine, gli Ubertini e i Tarlati di Pietramala, riuscirono non solo a porre nella sede vescovile della città due dei loro membri, ma a farli assurgere, forti dei castelli, delle rendite e del prestigio del vescovado nonché della potenza familiare, a signori di Arezzo. Effimero fu il dominio del primo di questi presuli, Guglielmo Ubertini, morto nella battaglia di Campaldino, mentre vegliardo e quasi cieco cavalcava alla testa dei ghibellini, figura dantesca dimenticata dal poeta, come ha detto qualcuno. Più salda e più duratura fu invece la signoria di Guido Tarlati, vescovo dal 1313. Iniziata nel 1321, con la nomina di questo a signore della città, prima per un anno poi a vita, la signoria dei Tarlati durò fino al 1337 e andò oltre la morte del vescovo».



La foto è tratta da p. 327 del volume di P. Pietro Antonio di Venezia, Giardino Serafico Istorico, II, Lovisa, Venezia 1710.

Nella pagina Istruzioni per l'uso si trova la genealogia del Cardinal Galeotto.

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