Antonio Montanari

Galeotto di Pietramala, cardinale "malatestiano"

L'epistola "Ad Romanos" del 1394: «Deflet horrendum schisma, hortaturque eos, ut adhaerendo Benedicto XIII, ipsi finem imponant».



Scomparso Clemente VII il 16 settembre 1394, Galeotto da Pietramala si trova al conclave per l'elezione del nuovo Antipapa (avvenuta il 28 dello stesso mese di settembre), Benedetto XIII, l'aragonese Pedro Martínez de Luna (1328-1423).
«Lo legava al nuovo pontefice una profonda stima e un'amicizia nata fin da quando aveva potuto riconoscere nel cardinale de Luna specchiata rettitudine e profonda cultura e il comune amore per gli studi di umanità e la ricerca degli antichi testi» [Franceschini, p. 395].
Poco dopo, comunque prima di dicembre [Ornato, p. 28] Galeotto «scripsit gravem epistolam ad cives Romanos; in qua eos primo redarguit quod ipsi fuerint auctores schismatis, deinde hortatur ut eidem Benedicto, quem multis laudibus ornat, obedientiam prestent», come leggiamo in Stefano Baluzio [col. 1363].
Galeotto di Pietramala propone pubblicamente il percorso di risoluzione dei contrasti tra Roma ed Avignone, con la «via cessationis» o «via cessionis», consistente nelle dimissioni del Pontefice di Avignone, Benedetto XIII.
Poi Galeotto giustifica lo stesso Pontefice per la sua risposta negativa alla sua proposta contenuta nell'epistola «Ad Romanos» del 1394.
Va ricordato pure il ruolo del re di Francia Carlo VI che intendeva riunificare la cristianità (come scrive Franco Gaeta), partendo proprio dalla «via cessionis» della rinuncia di entrambi i Papi. Il rifiuto che esprimono, porta la Francia a sottrarsi (1407) all'obbedienza loro, e provocano la crisi dell'autorità papale poi risolta soltanto al Concilio di Costanza.

Presentiamo alcuni passaggi della epistola «Ad cives Romanos», il cui titolo esatto è «Deflet horrendum schisma, hortaturque eos, ut adhaerendo Benedicto XIII, ipsi finem imponant».

«Tempus est jam, si Deus adjuverit, fugare tantam pestem. et tartari claudere portas, ne schismaticorum spiritus repleautur in posterum, faucesquae satanae insatiabiles stringere, ne christiano cibo quotidie epuletur. In hoc vos meditar decet, in hoc animi vires colligere, in hoc omnis vestra debet esse intentio, ut ecclesiam resarcitam Domino praesentetis, quam sic inconsulte, dividere non puduit».

Come agire? «Schisma in potestate nostra creare, nutrire ac fovere possumus, illud autem tollere, cum velimus, non est nostrum.»
Poi Galeotto passa a parlare di Benedetto XIII, ovvero del cardinale Pietro de Luna,[Antipapa dal 1394] «qui potens est et vult omnes nostros morbos curare, sed illos praesertim qui schismatis putredine catholica corpora corruperunt». Ai Romani dice: «Audite, quaeso, monita sua sancta, salubres eius preces esaudite».
Infine Galeotto tesse un incondizionato elogio di Benedetto XIII: «Ejus mores et integritatem, benignitatem, mansuetudinem, caritatem, pietatem, sinceritatem, aliis forte in populis predicare non incongruum, vobis autem jam diu persuasum esse scio. Nostis hominem et ejus virtutes».
Benedetto XIII ha scelto di riunire la Chiesa, per presentarla a Dio tutta risarcita, lui che la trovò così lacerata: «optat interimere schisma, et jam foedam belluam mactare sua manu». Per questo vi incita, ed implora il vostro aiuto. Partendo da ciò, Galeotto prega i Romani di appoggiare Benedetto «ad candidam ecclesiae unionem».

Testo ripreso dalla col. 1544 di Veterum scriptorum et monumentorum historicorum, dogmaticorum, moralium, amplissima collectio, I, Montalant, Parigi 1724.

Bibliografia.
S. Baluzio, Vitae Paparum Avenoniensium, Muguet, Parigi 1693, col. 1363: «Haec epistola habetur in codice 822 bibliothecae Colbertinae».
G. Franceschini, Alcune lettere del Cardinale Galeotto da Pietramala, in «Italia medievale e umanistica», VII, Padova 1964, pp. 375-404.
F. Gaeta, Il tramonto del Medioevo, ne «La crisi del Trecento», Bergamo 2013, pp. 280-397, pagg. 289-291.
E. Ornato, Jean Muret et ses amis: Nicolas de Clamanges et Jean de Montreuil, Genève-Paris, 1969, p. 28.

L'epistola "Ad Romanos" del 1394. Pagine collegate al tema:
001a5. L'epistola "Ad Romanos": il modello di F. Petrarca.

001a1. 1567, si parla di fuga da Avignone.
001a2. 1693, si nega la fuga da Avignone.
001a3. Fonti: Baluzio e Galeotto di Pietramala.
001aa. Note bibliografiche.
002h. Sulla data e sul luogo della sua scomparsa.

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Antonio Montanari
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