AMBRA: VISIONI DAL PASSATO

SALVATORE STEFANELLI

Gruppo Mineralogico Geologico Napoletano

 

L’ambra è una resina che avendo avuto origini milioni d’anni fa da alcune piante (estintesi nel corso delle ere) come probabile difesa dai parassiti, si è poi fossilizzata con un particolare processo di disidratazione e polimerizzazione andando perdendo, nel corso dei millenni, i terpeni sostanze volatili che la componevano) trasformandosi da una resina molliccia e appiccicosa in una più dura e resistente.

Quello che rende l’ambra molto interessante non è solo l’aspetto estetico, che ne fanno un apprezzato oggetto da gioielleria, né le antiche credenze, che ne facevano una sostanza dagli strabilianti poteri curativi ma, soprattutto il fatto che sia un incredibile e straordinario testimone di come doveva essere la vita sulla terra nelle epoche passate. Ciò è dovuto al fatto che come resina appiccicosa aveva la capacità di "catturare" tutti quei frammenti di vita che avevano la sfortuna di "andarci a sbattere" contro siano essi frammenti vegetali (pollini, foglie, fiori, piccoli rametti) che animali (insetti in primis, ma anche ragni, scorpioni, millepiedi, molluschi, piccoli rettili ed anfibi, e straordinariamente parti di mammiferi: peli, denti o addirittura un piccolo cane).

Le piante da cui ha avuto origine l’ambra sono essenzialmente di tre tipi: conifere (da queste hanno origine gli immensi giacimenti baltici), leguminose (per l’ambra di Santo Domingo) e sequoie. Vi sono anche altre specie vegetali che hanno dato origine all’ambra ma in quantità certamente inferiori alle precedenti.

L’ambra, utilizzata fin dal paleolitico come oggetto in rituali magici, soprattutto tra le popolazioni dell’Europa settentrionale, viene diffondendosi verso l’area del mediterraneo intorno alla metà del secondo millennio a.C. passando dall’Italia e giungendo poi in Grecia. Era utilizzata sia come oggetto ornamentale sia come medicamento. Questo tipo d’utilizzo, fra alti e bassi, è proseguito fin quasi ai giorni nostri, dove ancora si crede, più che altro in forma di curiosità culturale, ai suoi poteri curativi.

In gioielleria l’ambra è stata utilizzata probabilmente prima d’ogni altra gemma conosciuta. Sia i popoli dell’area baltica che, quelli mediterranei la usarono in gioielleria: si ritiene che il più antico reperto risalga a 30000 anni a.C. L’ambra nell’antichità raggiunge i massimi splendori presso i greci ed i romani (Nerone n’è stato uno dei massimi estimatori). Dopo un periodo di limitato utilizzo nel medioevo, intorno al 1300 tornò prepotentemente alla ribalta soprattutto grazie ai cavalieri teutonici che portatala dal baltico la utilizzavano per farne preziosi rosari per la cristianità dell’epoca. Un altro gran momento per i gioielli d’ambra è il 1800, specialmente presso i prussiani e gli inglesi, che realizzano raffinatissimi ornamenti per le signore del tempo.

Oggi oltre all’ambra baltica, ancora molto utilizzata in gioielleria, è molto apprezzata l’ambra di Santo Domingo e quella messicana: la prima specialmente sia per la trasparenza sia per la gran varietà di sfumature di colore.

La varietà d’ambra che si trova in Italia, presso il fiume Simeto (Sicilia), è molto apprezzata per la sua bellezza ed il particolare colore, solo che non esiste un vero giacimento di "Simetite" ed il suo ritrovamento è al quanto raro.

Al giorno d’oggi, l’ambra, in virtù della richiesta elevata, viene spesso realizzata sinteticamente, in particolar modo l’ambra contenente inclusioni animali o vegetali viene spesso falsificata e messa sul mercato a basso costo. Si è cosi sviluppata anche la ricerca tesa a verificare l’autenticità dell’ambra.

L’ambra più antica risale a ben 300 Ml di anni fa, a circa 120 Ml di anni fa risalgono invece la prime ambre con inclusioni di insetti. Recentemente è stato trovato nella miniera di Los Pedos in Messico un campione di ambra di ben 80 Kg contenente un eccezionale reperto: un piccolo canide (probabile progenitore dell’attuale Chihuahua) perfettamente conservata.

Il peso specifico dell’ambra è di circa 1.10, la sua durezza è pari a 2.5 della scala di Mohs (anche se a parità di valore l’ambra risulta spesso più resistente tanto da essere collocata in una particolare scala di forza al 3.5). E’ una resina che presenta una certa fluorescenza molto variabile nel colore a seconda della sua composizione. L’ambra è composta per circa l’80 % di carbonio e di un 20 % di idrogeno e ossigeno. Non è solubile in acqua né in alcool etilico. Fonde intorno ai 300°C.

Ha una colorazioni di circa 250 variabili: dai comuni giallo e miele ai più rari blu e viola, passando per: rosso, marrone, verde e bianco. E’ facile trovare in gioielleria oggetti d’ambra (pendenti, collane e anelli) ma anche sulle bancarelle, presenti in tutte le grandi città, genti provenienti dall'Est vendono gioielli seppure non di elevata qualità. E’ pure possibile trovare dei piccoli frammenti (a volte davvero molto piccoli: solo pochi mm) di ambra grezza con una qualche inclusione vegetale o animale (insetti).

I musei dove si conservano i più bei campioni di resina fossile sono certamente quelli dell’Europa settentrionale per la varietà baltica (in città come Londra, Parigi, Berlino, Helsinki e Stoccolma) e negli Stati Uniti per l’ambra dominicana, messicana e nord-americana (New York, Washington ecc.). Più vicini a noi i musei di Basilea e Ginevra (Svizzera) e quello di Stoccarda (Germania). In Italia non vi sono grandi collezioni di questa bellissima resina fossile seppure in alcune città sono presenti piccole collezioni all’interno di musei; vi sono anche dei collezionisti privati che nel corso di molti anni sono riusciti ad avere una buona collezione che comunque raramente viene mostrata al pubblico. Forse il più straordinario oggetto che sia mai stato realizzato con l’ambra è la famosa "camera d’ambra" che si trovava nel Palazzo d’Estate di San Pietroburgo (Russia): nel 1716 Federico Guglielmo I, re di Prussia, donò allo Zar Pietro il Grande una grande stanza realizzata in pannelli d’ambra di colore giallo chiaro scuro e bruno (ben 25 metri quadri). Nel 1941, durante la seconda guerra mondiale, i tedeschi invasero la Russia e portarono via con se tutti i pannelli. Inutilmente l’URSS tentò di recuperarla: si pensò che fosse andata distrutta, fin quando nel 1997 vennero improvvisamente ritrovati due tasselli dell’originale stanza. Nel frattempo, nel 1979 il Consiglio dei Ministri russo aveva ordinato di rifare ex-novo la camera andata persa. Fino al 1999 la camera d’ambra era stata ricostruita per poco più della metà, non sappiamo se in data odierna sia stata completata.

Eccezionalmente vengono realizzate piccole mostre, alle volte molto ben impostate, all’interno di alcuni musei: recentemente ne è stata realizzata una al museo di storia naturale e archeologia di Montebelluna (Treviso), tale mostra intitolata "Ambra: scrigno del tempo" girerà ora per alcune località venete per poi trasferirsi in Sicilia.

E’ possibile al giorno d’oggi consultare su internet diversi siti, sia italiani che esteri, che parlano di questa resina così affascinante, alcuni sono forniti di una notevole parte iconografica in cui si possono osservare splendide inclusioni. I siti vengono aggiornati abbastanza lentamente ma sono comunque interessanti da consultare.

Webiografia:

www.gplatt.demon.co.uk./map.htm
www.emporia.edu/S/www/earthsci/amber/amber.htm
http://www.theamberroom/
www.kadets.d20.co.edu/-lundberg/amber.html
www.amnh.org/exhibitions/amber/index.html
www.brost.se/eng/english.html
www.rnac.or.jp/-kohaku/
www.150.si.edu/150trav/discover/imprints.htm
www.schatzsucher.net/amber/index.htm
home.erthlink.net/-skurth/AMBER.HTM
www.sciam.com/0197issue/0197scict2.html
www.dinosauria.com/jdp/misc/amber.htm
www.amber-congress,com/
www.espd.com/amber/fossils/fosildir.htm
home.t-online.de/home/Arnold-Heide/ebrnstrt.htm
www.uky.edu/ArtsSciences/Geology/webdogs/amber/welcome.html
www.3dotstudio.com/

 

Napoli, 20.12.2000 (ultimo aggiornamento)

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