Il minerale è stato rinvenuto in un piccolo proietto rigettato di natura tefritica, con scarsi vacuoli (dimensioni <1cm), proveniente dalla cava Vitiello, nei pressi di Terzigno (Russo, 1993).
Si tratta del primo rinvenimento di questo minerale per l'area vesuviana, in quanto una precedente segnalazione di Monticelli e Covelli (1825) è risultata erronea. Infatti, il campione studiato da tali Autori, e conservato presso il Museo di Mineralogia dell'Università di Napoli, è risultato essere in realtà phillipsite a seguito di un'analisi eseguita nel 1825 da Gmelin (in Zambonini, 1935).
Il campione di gismondina è costituito da cristallini millimetrici di colore biancastro, con habitus pseudo-ottaedrico sempre associati a thomsonite e scarsa calcite in concrescimenti di dimensioni millimetriche.