* Casse III - ALOIDI
Aloidi semplici - aloidi anidri (M:H=1:1)
CLORAMMONIO Salammoniac foto (13)
NH4Cl
cubicoIl primo a riconoscere con certezza la presenza del clorammonio (o salmiak) al Vesuvio è stato Fougeroux De Bondaroy (1765) [in Zambonini (1935)]. Il minerale, caratteristico di moltissime eruzioni, compresa l'ultima del marzo 1944 (Parascandola, 1951), si rinveniva essenzialmente sulle lave e, più raramente, alle fumarole a "cloruro di ammonio" in prossimità del cratere (T300°C). Il minerale si presentava incoloro e trasparente, biancastro e opaco, a volte colorato in giallo-ambra più o meno carico per la presenza di ferro (De Tommasi, 1794). Oltre che in croste, mescolato ai cloruri ed ai solfati di sodio e di potassio, il clorammonio si presenta cristallizzato. L'habitus è molto vario: dodecaedrico, trapezoedrico o cubico, con le facce piane splendenti o conformate a tramoggia; più spesso i cristalli sono accresciuti in modo irregolare.
La genesi di questo minerale è; da attribuire alla reazione: NH3 + HCl = NH4Cl con successiva deposizione diretta dalla fase gassosa (sublimato) del clorammonio. Il minerale è; stato osservato in associazione con mascagnite e criptoalite (Lacroix, 1907).
Aloidi doppi idrati - cloruri
ERITROSIDERITE Erythrosiderite foto (17)
K2Fe+3Cl5*H2O
rombicoFu scoperta e descritta per la prima volta al mondo al Vesuvio da Arcangelo Scacchi (1872), che propose il nome di eritrosidero, perché il minerale era di colore rosso e conteneva ferro. Esso fu rinvenuto dopo l'eruzione del 1872. Successivamente è stato trovato anche nel 1895, 1906, 1913 ed infine dal 1944 al 1959 (Parascandola, 1960). L'eritrosiderite, specie estremamente deliquescente, si presentava sotto forma di stalattiti o croste di cristallini tabulari allungati o pseudo-ottaedrici, di un bellissimo colore rosso-arancio. Il minerale si rinveniva sia nelle fumarole ad acido cloridrico (T=300°-100°C) e sia in quelle a sali di potassio e sodio (T>300°C); in quest'ultimo caso la formazione dell'eritrosiderite avveniva a spese del cloruro ferroso precedentemente formatosi (Zambonini e Restaino, 1924). Il minerale è stato rinvenuto in paragenesi con: alite, kremersite, mercallite, carobbiite, ralstonite.
COTUNNITE Cotunnite foto (21)
PbCl2
rombicoScoperta per la prima volta al mondo al Vesuvio da Monticelli e Covelli (1825) sulle fumarole del 1822, le fu dato questo nome in onore di Domenico Cotugno (medico napoletano). Il minerale si presentava in bellissime cristallizzazioni di individui tabulari o prismatici, soprattutto sulle fumarole del 1907 (Zambonini, 1907). Anche l'ultima eruzione del 1944 ha dato abbondanti produzioni di questo minerale (Parascandola, 1951); la cotunnite ha continuato a formarsi assieme alla tenorite sino al giugno 1960 (Parascandola, 1961) sulle fumarole di più alta temperatura (T>500°C). Oltre che in distinti cristalli delle dimensioni massime di 2 mm (eccezionalmente 5 mm), la cotunnite si presentava in cristallini aciculari, in masserelle raggiate o concrezioni feltriformi. Il colore è mancante o bianco con splendore vivissimo. La genesi di questo minerale è dovuta alla sublimazione diretta dalla fase gassosa. Come curiosità possiamo dire che questo minerale è sempre fortemente radioattivo (Zambonini, 1907).
[ Mineralogia Vesuviana ]