* Classe II - SOLFURI
Solfuri con M:S=1:1
GALENA Galena foto (5)
PbS
cubicoIl Il primo a riconoscere con certezza la presenza di galena al Monte Somma fu Ramondini (1810). Successivamente fu segnalata da Monticelli (1839) in cristallini cubo-ottaedrici nei proietti metamorfosati (essenzialmente marmi saccaroidi); comunque la galena si rinviene più frequentemente in laminette e in granuli. Uno di noi (M.R.) in località San Vito ha rinvenuto un nodulo di diversi centimetri sulla cui superficie si notava una perfetta sfaldatura cubica ed una lucentezza grigio-acciaio vivissimo. La galena si rinviene spesso in paragenesi con sfalerite, molibdenite, pirrotina, biotite, "olivina", "humite" (Zambonini, 1910) e con cerussite e spinello nobile (Castellano e Tarallo, 1996); è stata rinvenuta anche nei blocchi calcarei associata a "pirosseno" (Zambonini,1910) e da noi (M.R.) con "pirosseno", vesuvianite e anglesite terrosa.
La presenza di galena nei prodotti fumarolici del Vesuvio fu segnalata per la prima volta da Covelli (1839b) nel 1826. Successivamente questo minerale venne descritto da Zambonini (1906) dopo l'eruzione avvenuta nello stesso anno. L'Autore riferisce di avere rinvenuto la galena in quantità notevole sulle scorie nei pressi delle fumarole, associata a pirite e talvolta a zolfo. Il minerale si presentava in nitidissimi cristallini, non più grandi di due millimetri, con habitus esclusivamente cubico e di colore grigio-scuro metallico, in individui isolati o in vario modo compenetrati; in genere non erano morfologicamente regolari, ma più o meno deformati, mentre le facce piane erano lisce o tramoggiate o a gradinata o scheletriche. La genesi di questo minerale è dovuta alla reazione dell'idrogeno solforato con il cloruro di piombo ad alta temperatura: PbCl2 + H2S = PbS + 2HCl. Anche Lacroix (1907) sulle fumarole del 1906 notava la presenza di galena, sia in masserelle sia in rari cristalli cubo-ottaedrici, associati a pirrotina, ematite e "spinello" (magnetite o magnesioferrite). Lacroix (1906) inoltre osservava, spesso, una pseudomorfosi di cotunnite su galena; ciò poteva essere spiegato con il raffreddamento delle fumarole, infatti Zambonini (1935) osservava che, nelle fumarole del 1917, accanto alla galena precedentemente formatasi, continuava a depositarsi cotunnite.
La galena del Somma-Vesuvio è argentifera (Freda, 1883b) e radioattiva (Zambonini, 1907).
[ Mineralogia Vesuviana ]