* Classe I - ELEMENTI NATIVI
Nitruri
SIDERAZOTO Siderazot foto (1)
Fe5N2
esagonaleConosciuto anche con il nome di silvestrite, fu rinvenuto per la prima volta da Arcangelo Scacchi (1887) al Vesuvio, sulle scorie delle lave del 1884-85. Il siderazoto, che si presenta in patine iridescenti con riflessi metallici, è stato inoltre trovato sulle scorie di altre eruzioni (1858, 1898, 1900, 1913, 1917, 1929, 1944). Noi l'abbiamo rinvenuto abbondante anche in località Lagno di Pollena sulle scorie del vulcanetto eccentrico. E' probabile che questo minerale si formi per sublimazione sulle scorie ad alta temperatura.
Non-MetalliZOLFO Sulfur foto (2)
S
rombico e monoclinoAnche se questo minerale è tra quelli da più lungo tempo conosciuti, le prime notizie "precise" sulla presenza dello zolfo al Vesuvio furono date dal Della Torre (1755). Tale minerale si rinviene generalmente alle fumarole di bassa temperatura (100°C). Il modo di presentarsi dello zolfo è vario, generalmente si presenta microcristallino o granulare, mentre i cristalli non superano i 3 mm [eccezionalmente 5 mm, secondo Monticelli e Covelli (1825)]; l'habitus è quello caratteristico rombico-bipiramidale, più o meno ricco di facce, mentre il colore è giallo-citrino, non sono rare le colorazioni giallo-arancio o bruniccio per la presenza di tracce di selenio (Zambonini, 1935). Attualmente si rinviene alle fumarole del fondo del cratere in cristalli rombico-bipiramidali con le facce conformate a tramoggia (Russo e Langella, 1998). La specie attualmente prodotta è quella rombica: zolfo-alfa. La fase monoclina, zolfo-beta, fu individuata dal Lacroix (1907) alle fumarole del 1906, ma non essendo stabile si trasforma rapidamente nella fase rombica; tale trasformazione è reversibile ed è una conseguenza della variabilità della temperatura della fumarola. Lo zolfo è stato rinvenuto in paragenesi con realgar, con opale e con allume potassico, alunogeno, gesso, voltaite, metavoltina (Zambonini, 1935), più recentemente anche con picheringite ed alotrichite (Russo, 1997). L'attuale genesi di questo minerale è da attribuire alla ossidazione dell'idrogeno solforato presente nei gas delle fumarole, secondo la reazione: 2H2S + O2 = 2S + 2H2O; in passato esso veniva prodotto anche in quelle ad anidride solforosa: 2H2S + SO2 = 3S + 2H2O.
[ Mineralogia Vesuviana ]