LA TRAGEDIA

 

 

Una palla di fuoco si leva altissima sui monti di Capoterra seguita da un boato cupo che si perde nel silenzio della notte. Assieme alla pioggia che cade fitta scende una girandola terrificante di scintille e di colpo si levano le fiamme. Sotto quell’inferno muoiono ventisette passeggeri e quattro uomini dell’equipaggio del DC 9 ATI in arrivo da Alghero all’aeroporto di Cagliari-Elmas. Sono le 24 e 45: i resti dell’aereo che è schiantato contro il costone roccioso di “Conca d’Oru”, ad oltre 700 metri di quota, verranno localizzati insieme ai corpi straziati delle vittime solo sette ore più tardi dalle squadre di soccorso che si sono arrampicate sulla cima di “Sa Serra”.

 

 

Così recitava l’Unione Sarda all’indomani della tragedia nella quale persero la vita 31 persone: 4 membri dell’equipaggio e 27 passeggeri, di cui nove erano diretti a Cagliari, mentre gli altri avrebbero dovuto proseguire per Roma. Il DC-9 era partito da Alghero verso la mezzanotte ed il volo risulta essersi svolto regolarmente fino al momento in cui il jet ha sorvolato la costa di Cagliari. E’ proprio durante la fase di atterraggio che la torre di controllo avrebbe perso i contatti con l’aeromobile il quale è andato a schiantarsi contro la vetta. Nella sezione documentazione è disponibile il link ad un sito in cui si può scaricare il bollettino dell’ANACNA in cui sono disponibili le perizie relative alla tragedia, la sentenza del Tribunale di Cagliari, nonché le comunicazioni radio e quelle relative alla scatola nera degli aeromobili. Attraverso una lettura di tali documenti è possibile avere una più chiara conoscenza delle causa che hanno portato al disastro.

 

Nonostante siano passati ben 26 anni ad oggi, i resti dell’aereo sono ancora lì sparsi per tutta la conca, e le scritte che ricoprono la maggioranza dei rottami testimoniano le numerose persone che da quel giorno si recano sul luogo. La marcia è dura. Lasciata la sulcitana e dopo aver percorso una 15 di km di strada bianca si parcheggia la macchina per proseguire a piedi e raggiungere la vetta. La marcia è dura, dopo aver percorso un tratto disagevole bisogna infilarsi nel sottobosco e salire lungo pareti scoscese. Difficilmente si incontra qualcuno, solo qualche capra qua e la intenta a pascolare. Raggiunta la cima si nota subito una grande croce che domina tutta l’area e le lamiere contorte del DC-9. L’area è disseminata di rottami di varie dimensioni: la coda, i motori, sedili, pezzi di carlinga e delle ali, i carrelli, viti, bulloni, ecc. Li su vi è una pace incredibile, da quell’altezza il panorama è uno spettacolo: da un lato si domina tutta la città di Cagliari, dall’altro tutta la Saras e al centro tutta la conca ricoperta dalla macchia mediterranea con le sue pareti scoscese e precipizi.

 

 

 

Potete visitare la GALLERIA FOTOGRAFICA in cui ho inserito le foto che ho scattato le diverse volte che sono stato li. Potrete vedere numerose foto dell’area e dei rottami.

 

 

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