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I bianchi li conoscono con il nome di Sioux, versione Francese di un termine Chippewa Che significa “serpente”. Loro preferiscono riconoscersi con i nomi delle diverse bande Che compongono la grande famiglia etnologica Sioux: Oglala, Hunkpapa, Yakton ecc. Oppure in alternativa nei nomi dei tre dialetti principali: Lakota, Dakota e Nakota. Erano i più potenti e temuti tra gli indiani delle pianure. Frenarono l’avanzata dei bianchi per più di 50 anni. I loro capi, Nuvola Rossa, Toro Seduto E Cavallo Pazzo diventarono figure leggendarie dell’epoca del West. Nell’immaginario collettivo i Sioux rappresentano la quintessenza dell’indiano americano: il nobile guerriero a cavallo armato di freccie e fucile, con il copricapo di piume lanciato come il vento nelle praterie sconfinate, spavaldo, fiero, crudele. E’ strano pensare che la classica cultura delle praterie del cavallo e del bisonte sia in fondo Il prodotto del contatto con gli Europei. Prima dell’adozione del cavallo (importato dagli Spagnoli) i Sioux erano agricoltori sedentari stanziati lungo il Minnesota è l’alto Missisipi. A costringerli ad abbandonare i loro insediamenti furono le pressioni de bellicosi Chippewa. Oggi si contano 14 riserve Sioux le più grandi sono nel Nord e nel Sud Dakota.
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