il Rimino Sottovoce 2018

Ricordi di scuola, Tama del 2000

Non c'è più il tema d'Italiano?
(Nel 1956 rimandato in Italiano. Scrissi che sotto l'acqua era bello correre in bicicletta.)

Dalla nostra Scuola è scomparso il tema d’Italiano. Non lo sapevo. Leggo la lettera di un liceale di sedici anni che denuncia questo scippo. Con amarezza. Sua. Non mia, tenendo presenti i titoli che circolavano nelle sale docenti. Dove quando formulavi un bell’enunciato, i colleghi te lo copiavano: se fossero stati degli allievi, si sarebbero beccati un quattro sul registro, ed il rimprovero di rito. Il tema è utile se è intelligente.
Famoso quello proposto al Pierino delle barzellette: "Passa il treno". Svolgimento: Mi scanso. Al sottoscritto in prima magistrale, anno 1956, dettero questo: "Piove". Scrissi che sotto l'acqua era bello correre in bicicletta. Idea cretina, fu il giudizio. Quattro il voto, ultimo trimestre, per cui dovetti riparare a settembre. In terza media mi dissero (profilo scritto sulla pagella) che ero negato per le materie letterarie. Infatti, in vita mia non ho poi fatto altro che insegnarle.
Ai miei ragazzi ho sempre suggerito di diffidare dei giudizi che ricevevano da noi insegnanti. Un’allieva ci appariva apatica, indifferente, priva di slancio. Poi venimmo a sapere che si divertiva buttandosi dall’aereo col paracadute.
Accanto al tema intelligente, occorrerebbe salvare il riassunto che permette di farsi capire senza sbrodolare e perdere il filo del discorso. Non so però a quale livello di considerazione sia posto nella Scuola attuale il riassunto: è ritenuto utile, od è censurato come antipedagogico? Per favore, fatemelo sapere. Anch’io ho bisogno d’aggiornarmi.
Abbiamo fatto le elementari, noi degli anni ‘40, con un solo maestro e due testi, sussidiario e libro di lettura. Adesso ogni fanciullo va a scuola con uno zaino pieno come quello di un soldato alla marcia d’addestramento. Quando frequenterà l’Università, si sposterà con un tir?
Noi eravamo promossi, rimandati o bocciati. Adesso ci sono i crediti formativi. Tutto bene, tanto o si sanno le cose o si è raccomandati. Alla fine, l’ignorante legale (quello che non sa di proprio) e quello mascherato (in marcia con i famosi calci nel didietro) si equivalgono in un egualitarismo che potrebbe costituire la base di una nuova democrazia, nella quale poi chi, anziché di crediti formativi, gode di disponibilità finanziaria, può far di tutto: studiare bene in buone scuole o comprarsi le promozioni in quelle cattive; è successo per i docenti, non volete che accada pure per gli studenti?

Dal Ponte n. 41 di domenica 19 novembre 2000.

Sull'argomento, vedere anche qui:
Viva la squola
Viva la squola 2006 con appendici in capitoli
Ricordi di scuola, edizione 2017.
Da queste pagine traggo una citazione.

Fatto sta, dunque, che mi iscrissi alle Magistrali, conseguendo nel primo anno un risultato pressoché disastroso. Confermato nella mia antipatia verso la Matematica, fui rimandato ad ottobre, come si diceva dimenticando che gli esami di seconda sessione si svolgevano a settembre. Pagavo pegno per la lettura sottobanco della «Gazzetta dello Sport» in quelle noiosissime ore trascorse in un silenzio surreale che aveva come unica alternativa un ben più compromettente sonnellino. Dopo quell'estate trascorsa chino sui libri, smisi di leggere i quotidiani sportivi. Ma la Matematica non fu sola. Dovetti riparare non so perché in Francese, nonostante una discreta pronuncia (insolita in città, dove l'influsso dialettale è deleterio), grazie alla capacità linguistica di mio padre il quale parlava correntemente anche il Tedesco (che però non m'insegnò mai).
«Piove» sul tema
e son bocciato
Non c'è due senza tre: nell'ultimo trimestre mi rovinai (o per meglio dire, mi fu rovinata) la più che sufficiente media in Italiano. Nel compito in classe conclusivo scelsi il titolo che diceva semplicemente: «Quando piove». Ispirandomi al proverbiale svolgimento del Pierino delle barzellette, che dovendo trattare di «Quando passa il treno» condensò i suoi pensieri in un laconico: «Mi sposto», mi sarei forse salvato se avessi scritto soltanto: «Apro l'ombrello». Invece mi dedicai con aperta vena confidenziale a spiegare quanto fosse «bello» andare in bicicletta sotto l'acqua. Apriti cielo, fu proprio il caso di dire nel fatidico giorno della pubblica correzione dei compiti quando ognuno di noi veniva messo alla berlina se di sesso maschile, od elogiato se apparteneva alla eletta schiera delle femmine che chissà perché sapevano fare tutto, e se anche non capivano granché trovavano in genere completa comprensione da parte delle insegnanti, e anche da parte degli insegnanti (maschi) nei casi rari e particolari in cui alla capacità subentrassero esclusivamente simpatia o bellezza.
Pure in seconda ripassai a settembre per Italiano perché la nuova professoressa non gradiva le mie spiegazioni letterarie. Trascorsi l'estate ad esercitarmi con un amico di mio padre, il prof. Nevio Matteini, noto scrittore e studioso di storia riminese. Alla lettura della prima prova scritta che mi aveva assegnata (i suoi titoli erano chiaramente liceali, ovvero non facili), ebbi la soddisfazione di sentirmi dire: «Ma lei sa scrivere». Le cose filarono lisce in terza e quarta, soprattutto in Italiano.
In terza il prof. Campagna s'accorse che c'erano allievi bravi allo scritto ma che poi facevano scena muta all'orale. Ideò un tranello, un compito in classe all'improvviso in cui i furbi vennero scoperti. (Uno di loro era molto organizzato. Per lo scritto di Latino portava a scuola pagine e pagine di versioni già tradotte. Una volta si smascherò da solo non essendosi accorto che il testo datoci dalla insegnante era più breve di quello che ricopiò lui.) Avevamo il turno pomeridiano. Con la terza che andava al mattino, e quello stesso giorno aveva affrontato pure essa il compito in classe, il prof. Campagna s'era vantato del tranello preparato. Qualche compagno di lotta e di sventura ci avvertì del progetto punitivo e soprattutto dei temi assegnati, che sarebbero stati gli stessi anche per noi. In pochi minuti chi sapeva qualcosa di letteratura poté documentarsi su argomenti di una pignoleria terrificante, e fare ottima figura con grande soddisfazione anche del docente.



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2750, 15.03.2018