Certe ronde

Storie vere d'un qualche luogo
[01.03. 2009]


Certe ronde ci sono sempre state. Un esempio. Controllori dell’ordine pubblico sotto la specie di quanto si scrive sui giornali. C’è sempre qualcuno che si ritiene un sapientone, mentre i fatti dimostrano che è un perfetto cretino. Perché soltanto un cretino può sostenere che non esiste una certa realtà, attestata da mezzo millennio di documenti, libri e studi.
Soltanto un cretino prezzolato può avere accesso in un quotidiano dove altri suoi pari grado possono poi scrivere che è uscito un volume dove si dichiarano inesistenti i fatti attestati da mezzo millennio di documenti, libri e studi.

Soltanto un cronista mafiosamente rondista può accreditare con tanto di firma l’esistenza di quel volume che non c’è, non è mai apparso e non sarà mai pubblicato. Ma è soltanto un’invenzione perfida per colpire qualcuno che non frequenta certi circoli, letti, salotti, paraventi e sagrestie.
Vedete che bel frullato di corruzione esce dalle ronde e dai loro messaggi. Trasformano in libro una mail ricevuta, e spacciata confidenzialmente per anonima. Sì col cavolo che era anonima, vi figurate un quotidiano che pubblica come verità teologica una mail di uno sconosciuto?

No, il cronista del quotidiano doveva conoscere bene il delatore-autore della mail, sacro inventore di balle e di lettere anonime come ricambio a certi favori professionali. Sui quali incombe il fantasma di liason erotiche benedette a livello di pubblica teologia ecclesiastica in quella città lontana e forse financo sconosciuta.
Dove tutto accade senza accadere, perché l’idiozia delle connivenza genera un’immoralità che soltanto gli sprovveduti possono scambiare per innocenza perduta, è invece soltanto perfidia acquisita, ben pagata e ricambiata.

Certe ronde ci sono sempre state, dunque. Ed il magistrato di turno in quello strano paese non ha voluto accertare chi fosse il mandante, chi avesse scritto la mail, perché nella notte nera tutte le vacche nere non possono diventare bianche, perché in quel luogo non ci s’accorge di nulla, ed il capo di tutti i magistrati di turno lo definisce corrotto, dopo vent’anni di permanenza nel suo alto ufficio mentre se ne va in pensione. Incolpando quasi i cittadini di non aver denunciato quella corruzione che lui, per dovere d’ufficio, avrebbe dovuto perseguire.

Ed allora davanti a tutto ciò in quella strana, lontana, corrotta città, le ronde ci sono sempre state con il beneplacito "delli superiori”" ad maiorem gloriam delle perversioni intellettuali di pochi detentori dei cordoni della borsa da cui escono i trenta danari della corruzione e del tradimenti. L’Italia è grande, e non so dove collocare quelle ronde di cui ho detto.

L’Italia è troppo grande per capire le piccole cose locali. E le città sono troppo ingranate negli affari occulti di gruppi di potere e corruzione per cercare di individuare, semplicemente da quale numero telefonico era partita la mail trasformata fantasiosamente in libro, per distruggere una realtà storicamente attesta da mezzo millennio e la reputazione di chi ne aveva tranquillamente parlato sopra un giornale.

Certe ronde ci sono sempre state. Ed hanno salito anche le scale vescovili per insegnare in istituti teologici grazie chissà a quali meriti, dato che ignorano persino le cose contro le quali parlano. Ma così va il mondo, così vanno i giornali, così vanno le istituzioni che corrompono acquistando spazi pubblicitari ai quali beatamente si concede un cronista mafiosamente rondista.

Antonio Montanari
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Pagina creata 01.03.2009
Modificata 01.03.2009//12.03.2017

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