Antonio Montanari
"Note al testo".    
    
1. La pagina bianca
Diceva: adesso cominciamo.
Da dove non sapevamo.
Annunciava impavido:
benissimo si va, se commentiamo.
Niente sotto gli occhi o tra le mani,
batteva il tempo col piede sinistro,
pausa faceva poi con quello destro,
accanto si spostava, e ripeteva
che si stava andando a cominciar.
Senza una carta, un foglio un libro appena,
precedeva la domanda ed avvertiva:
si comincia dal nulla, come quando
il mondo non era che nella mente
del Creatore. Il quale non aveva carte,
libri o congegni vari per misurare,
calcolare, dare, dire, valutare.
E ripeteva: adesso cominciamo
le nostre note al testo,
e se capite e valutate, vedrete
che il testo lo costruirete voi,
che adesso non lo conoscete,
perché non lo avete tra le mani.

2. Leggete nel vuoto
Non fateci caso se il foglio è bianco,
voi disegnatene il testo con la mente,
guardate nel vuoto e leggete quello che vedete,
così saprete, ed imparerete a riempire pagine.
Saranno non le vostre pagine, ma i testi
che vagano per l'universo e che non cercate
per pigrizia, assaggiando soltanto la dolcezza
delle cose scritte dagli altri,
ignorando il travaglio del parto delle proprie idee
che poi scoprirete essere anche degli altri,
e non venitemi a dire che siete voi i geni che sanno.
Che sanno tutto, perché ripetono a memoria
quello che trovano scritto dovunque, o detto da tutti,
anche se non sono opinionisti riconosciuti
con tanto di firma nei giornali e nei telegiornali.
Disegnate nel vuoto il vostro testo,
ed intanto osservate questa piccola lumaca bianca,
l'ho raccolta nel mio giardino,
si muove senza aver letto nulla, sa tutto,
è perfetta creatura che funziona nel mondo:
non ha fatto scuole, non ha aperto libri,
non scrive in quaderni, ma sa tutto.
3. Il pensiero libera
Voi vorreste girare pagina
ma non sapete se quella che avevate
è stata finita o soltanto progettata.
L'abitudine vi costringe, ma il pensiero
vi libera: che cosa avete meditato e scritto
sulla lumaca bianca? Perbacco, stupenda
è la nota che rimanda altrove, dove
poi trovare che la Scienza racconta,
descrive, analizza, ma non può prevedere
se non il contesto, mai il testo.
Concepire un figlio è atto discreto
per la Scienza, può essere un dramma
per il poeta, una sorpresa per il sociologo,
ma allora di cosa parliamo?
Giuseppe, di chi è tuo figlio? Maria lo sa.
Alla fine lo capisci anche tu,
la storia della pagina bianca, del mistero
di un mondo che non è tutto nero,
ma quanti fogli bianchi abbisognano d'inchiostro?
Il fatto esiste, il testo viene dopo,
e poi quel testo chi te lo detta, chi lo scrive,
e tutti sono soddisfatti e d'accordo?
4. Le sue parole
La perfetta conoscenza di noi stessi,
la potete immaginare proiettata
nella lumaca bianca che nulla sa,
non perché non sappia, ma perché,
muta e silente, non può spiegarsi
con le nostre parole, anche se lei
ha le sue, con cui parlare al branco
o al capo o alla famiglia: ma che ti piglia,
dubiti di questo perché nel testo
non trovi parola, ma la parola è il gesto,
quello che la creatura muta compie
davanti a te che non capisci,
anche se poi pretendono che tu commenti,
spieghi, illustri, giustifichi ed annoti,
ma dove, in calce a quale testo se il bianco
della pagina giustifica il silenzio
e ti condanna ad interrogarti,
senza sapere neppure su cosa,
perché temi di fare brutta figura:
chissà cosa penseranno gli altri di me,
sussurri a te stesso. Ma non sai:
gli altri sono come te, non sanno.
5. L'interpretazione dei segni
Il foglio è bianco perché nasconde
tutte le sue verità. Tu, lettore,
devi intercettarle, per commentarle poi,
senza lo sforzo della fantasia,
ma con l'occhio legato al tuo mondo,
a quello che ogni giorno esso vede per te.
Il mondo esiste aldilà del foglio,
le tue note sono utili e inutili,
intelligenti o false non grazie al bianco
che ti terrorizza o ai segreti che cela,
ma soltanto in virtù del valore
che tu dai all'interpretazione dei segni,
anche se non sono celati o mascherati
nel gran ballo dell'esistenza,
nel commercio delle anime,
nel mescolare i sentimenti ai rigurgiti
del vivere quotidiano anonimo,
perché eroi, protagonisti sapienti
stracciano ogni foglio bianco,
non amano il silenzio dei segreti del vivere.
Quel foglio non ti fa protagonista
se tu non lo sai capire.
6. Quando si dice la combinazione
Sfogli un giornale e trovi
che "dare carta bianca" significava
una cosa molto semplice:
lo sconfitto mandava il foglio vergine
al "suo" vincitore, per fargli dettare
le condizioni della pace.
Morale della favola: per stare in pace
devi stare zitto, ti chiamano sconfitto
e l'altro fa di te quello che vuole.
Dopo secoli o millenni cercheranno,
se ne avranno voglia, di accertare
le cause della vittoria altrui
e della sconfitta tua. Ed il verdetto
potrebbe rovesciare l'esito storico:
povero fesso (penseranno senza dirlo)
ti hanno fregato, condannato, vilipeso,
mentre avevi tutte le ragioni del mondo.
Tutte, insomma molte, penseranno altri.
Poi verrà chi ridurrà quelle molte
alle poche che veramente sono tue,
se alla fine non verrà il Sommo Realista
a sostenere: se ha perso, un motivo ci sarà.


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