il Rimino n. 78. Aprile 2002
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SOMMARIO DI QUESTO NUMERO
A Montefiore un Dante massonico
La lezione di Parigi, di Salvatore d'Agata
Ettore Masina. Appello a Romano Prodi per la Palestina (2 aprile 2002)
Marco Biagi: l'art. 18, un errore del governo, articolo di Stefano Zamagni
Dialogo o guerra, le opinioni
DUE POPOLI CONDANNATI ALLA PACE, Lorenzo Biagi, La Vita del Popolo, Treviso
Quale male... di Sami Basha, pacifista palestinese
Tra Cristiani ed Ebrei (messaggio giunto via e-mail)
Sostenere Israele ? Non nel nostro nome !
Stare da una parte o dall'altra? IL NODO SCORSOIO
Primo piano
Un appello urgente per la pace in Palestina (www.forzapace.net)
Ricordo di Oscar Arnulfo Romero

Il Tama fresco, aprile 2002
La lezione francese
di Salvatore D'Agata

Il segnale, o meglio ancora la lezione, che ci arriva dalla Francia deve indurre l'opposizione italiana a una riflessione seria e finalmente collettiva. Non basterebbe certo barricarsi dietro l'alibi di un'onda lunga di destra dalla Francia alla Germania, perché non c'è alcuna affinità fra le opulente regioni d'Oltralpe che hanno snobbato Jospin e i poveri land della Repubblica Federale che hanno punito Schroeder. L'assenteismo (non ha votato un elettore su tre) e la frantumazione (sedici candidati in campo) sono i due elementi che hanno determinato la débâcle del primo ministro socialista.
A questi fenomeni la risposta non può che essere la partecipazione e l'unità.
L'Italia ha già avvertito i primi sintomi appariscenti di una caduta di interesse e di una frantumazione nel centrosinistra che il 13 maggio hanno certamente dato un contributo determinante alla vittoria della coalizione costruita da Berlusconi tra forze ben più divergenti di quelle che oggi rappresentano l'opposizione. E partecipazione e unità da noi hanno un solo nome: Ulivo.
Salvatore D'Agata direttore de la pagina.it

A Montefiore un Dante massonico
Che cosa si nasconde dietro le «tre cene»
L’esoterismo è pagano, al pari della mitologia (che giustamente Manzoni rifiutava in quanto tale). E l’esoterismo è propagandato sotto subdole forme anche a casa nostra: si mescola il profano al sacro, profittando di espressioni innocenti della vita culturale locale. Così s’inganna chi non può distinguere il veleno dell’errore dal miele della Verità.
Ad esempio le «tre cene» programmate per aprile a Montefiore con nomi suggestivi (Mystica, Silentiosa e Gaudiosa), altro non appaiono se non un’occasione di propaganda di temi esoterici, massoni e, quindi, pagani sotto le mentite spoglie di una commemorazione dantesca.
Abbiamo appreso dai giornali che la «lectura Dantis» da svolgere nella seconda serata o cena, quella Silentiosa, avrà per tema «per Crucem et Aquilam ad Rosam».
L'articolo (apparso anche sul settimanale «Il Ponte») della nostra collaboratrice Lena Vanzi, ha provocato questa reazione ufficiale che riproduciamo integralmente.

«IN RIFERIMENTO all'articolo apparso su "Il Ponte" sotto il titolo "Dante in zuppa massonica" esprimiamo vivo rammarico per le gravi inesattezze che contiene e per il tono con cui tratta le iniziative del Mese Dantesco Montefiorese.
Inoltre, precisiamo quanto segue:
1) Il Mese Dantesco Montefiorese, organizzato in collaborazione con il Centro Dantesco "S. Gregorio in Conca", il Lions Club di Cattolica e l'Istituto di Istruzione Secondaria di Morciano, non nasconde altro che una precisa e decisa intenzione di diffondere cultura e di evidenziare i legami dell'Alighieri con le nostre Terre e la Romagna. b) Le serate del programma, presentano ufficialmente attraverso una conferenza stampa in Comune, sono due e non tre, come incredibilmente riferisce "Il Ponte" parlando anche dello svolgimento di una cena mistica (faccia fede il cartoncino d'invito che avete ricevuto). c) La Lectura Dantis tenuta dal prof. Angelo Chiaretti, Presidente del Centro Dantesco, ha evidenziato i percorsi mistico-ideologici danteschi della formula "Per Crucem et Aquilam ad Rosam", senza alcun riferimento ai significati attribuibili nel XVIII secolo, prima, da Luigi Valli, poi da Rene Guenon e dal "Ponte" infine. d) La II parte della Lettura è stata tenuta da don Piergiorgio Terenzi, sacerdote di Montefiore, il quale ha meravigliosamente e magistralmente commentato i versi del canto XXXIII del Paradiso, incentrando il discorso sulla figura di Maria, madre di Cristo. I versi sono stati letti dalla dott.ssa Chiara Russo. e) La serata mirava, per un verso, a recuperare la capacità delle persone di meditare in silenzio sul valore della vita del cibo (sono stati serviti orzo, formaggio, uova benedette da don Piergiorgio e Vin Santo!) e dell'insegnamento cristiano di Dante Alighieri, e per l'altro ad attirare l'attenzione sulla necessità di restaurare gli affreschi dell'Oratorio dell'Hospitale in cui si svolgeva la cena silenziosa. f) Alla serata hanno preso parte circa 40 persone, ma altrettante sono rimaste escluse per mancanza di posto. Fra i presenti, oltre a semplici cittadini, studiosi, componenti di associazioni, operatori turistici, industriali e culturali, spiccavano il dott. Umberto Calandrella, prefetto della provincia di Rimini, e gentile signora Beatrice, una rappresentanza delle Maestre Pie dell'Addolorata, il Sindaco e l'Assessore alla Cultura del Comune di Montefiore, il Maresciallo Comandante della locale Stazione dei Carabinieri, il celebre pittore fiorentino Raffaello Mori, giunto appositamente da Firenze, studenti delle Scuole Superiori ed Universitari di Rimini ed Urbino. g) La serata si è svolta in un'atmosfera di grande serenità e pace, che tutte le persone di buona volontà dovrebbero impegnarsi a costruire, senza cadere, come ha fatto "Il Ponte", in tentazioni inquisitorie di triste memoria. Nell'augurio che la presente venga pubblica da "Il Ponte", quale smentita e precisazione de suddetto articolo, siamo certi che non si ripeteranno infortuni simili, poiché certamente non contribuiscono a costruire ma piuttosto distruggere il quieto vivere civile ed il progresso culturale. L'Assessore alla Cultura del Comune di Montefiore Conca (dott. Pietro Cipriani)
Il Presidente del Centro Dantesco (Chiaretti prof. Angelo)»

«Il Ponte» ha così risposto: «Le «gravi inesattezze» di cui ci si accusa, non sono altro che un attento, documentato esame, sotto il profilo storico-letterario, di un tema («Per Crucem et Aquilam ad Rosam») che era stato annunciato per la "cena" di Montefiore. (L'oratore ha parlato successivamente al nostro articolo.) Quel tema, ribadiamo, è ancor oggi proposto in ambito massonico per dare un'interpretazione esoterica dell'opera di Dante. Esistono sull'argomento centinaia di libri. (Ignorarli, non significa cancellarli.) I firmatari della lettera non possono quindi smentire né l'esame dell'argomento, da noi condotto con citazioni incontrovertibili (e ben conosciute proprio da chi, anche a Rimini e Circondario, segue quelle "teorie"), né il contenuto teorico del nostro articolo che ne derivava come logica conseguenze. Hanno soltanto reagito in maniera scomposta: prima inventandosi le citate «gravi inesattezze», e poi accusandoci di «tentazioni inquisitorie di triste memoria». Ci siamo semplicemente comportati come la nostra coscienza ci ha suggerito, illustrando un argomento che tutti possono esaminare ricorrendo alle fonti ricordate nel nostro scritto.»
Da parte nostra, precisiamo: in una ben nota «Biblioteca massonica» pubblicata a Foggia da Bastogi editore, c'è un libro («Dante templare e alchimista», 1998) di Primo Contro. Sullo stesso tema, Angelo Chiaretti ha presentato nel 1999 (Mediamed, Milano) un testo intitolato «Dante medico, mago e alchimista. Profili ed immagini di un Alighieri sconosciuto». Per una semplice proprietà transitiva, si vede che l'argomento di Chiaretti è lo stesso della «Biblioteca massonica». A conferma di questo indirizzo di studi, si può leggere su Internet: «Dante, come i neoplatonici suoi precursori e contemporanei, era un iniziato alle alte verità della magia divina, un occultista, come si direbbe oggi, ma di quelli che potevano essere salutati poeti alla maniera antica, quando l'iniziazione orfica aveva perpetuato nel mondo occidentale il secreto di cantare pel volgo sotto sembianze allegoriche e forme piane, le verità più secrete del santuario iniziatico. Il volgo, cioè l'uomo intellettualmente bambino, si ferma al significato letterale delle parole scritte o cantate; tal quale come il fanciullo che, contento della apparenza delle cose, non ne scruta il contenuto o la ragione di esse. L'uomo progredito, padrone della filosofia umana, la quale è relativa e non assoluta, cerca penetrarvi il valore allegorico, il quale è sempre in relazione alle conoscenze umane ed ai fatti noti. Ma l'iniziato ai secreti del verbo divino, cioè alle verità che vengono da un mondo dove non si accede che evolvendo naturalmente ed intellettualmente, nei classici poeti antichi e filosofi vi legge anagogicamente gli arcani celesti e naturali più ascosi» (http://www.armatadimiriam.it, Angeli e demoni dell'amore). Infine va osservato che queste interpretazioni esoteriche di Dante hanno un seguito particolare sui giornali di Destra. Dietro la questione culturale si cela una più complessa e sorprendente faccenda politica. Il fatto strano è che molti di questi intellettuali di Destra sono utilizzati, anche a Rimini, dalle autorità religiose, che sembrano ignorare il retroterra culturale ed i progetti politici che questi loro collaboratori coltivano.

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