il Rimino n. 69. Luglio 2001
Iano Planco e gli Studi Vichiani

Il "Bollettino del Centro di Studi Vichiani" anno XXX, 2000, riporta a pagina 334 questa scheda del prof. Fabrizio Lomonaco che recensisce uno scritto di Antonio Montanari su Iano Planco:

Montanari Antonio, Modelli letterari dell'Autobiografia latina di Giovanni Bianchi (Iano Planco, 1693-1775), in "Studi romagnoli" XLV (1994), pp. 277-299.
L'Autobiografia latina del filosofo e medico riminese Giovanni Bianchi apparve nel tomo I dei Memorabilia Italorum eruditione praestantium, curati da Giovanni Lami nel 1742. La sintetica, efficace indagine del Montanari sull'impianto complessivo dell'opera, dal punto di vista dello stile e dei contenuti, non si chiude nei pur interessanti confini della storia culturale locale, ma avverte e adeguatamente commenta la presenza delle fonti classiche (Cicerone, Giulio Cesare e S. Agostino, pp. 288-290) e delle dirette relazioni dell'autore riminese con il mondo erudito contemporaneo (con Benedetto Bacchini, "un exemplum culturale e letterario da imitare", p. 286; con Ludovico Antonio Muratori e Scipione Maffei, "nomi che costituiscono un'eletta schiera la quale illumina di riflesso la figura di Planco", p. 285). A proposito delle fonti filosofiche antiche e moderne (Epicuro, Laerzio, Gassendi), si sottolineano anche le consonanze con l'Autobiografia di Vico, registrata tra le opere possedute da Bianchi: sono consonanze limitate a formule tipiche del genere letterario esaminato e che riguardano, in particolare, la confessione del proprio essere "autodidatta" e "disertore degli studi", a causa di certe astruserie in essi incontrate (pp. 290-293). (F. L.)
"Veni, vidi" e …(?)
(dal "Ponte" del 22 luglio 2001)
A me, le foto del sottosegretario ai Beni Culturali Vittorio Sgarbi che passa in rassegna gli "orrori" della città di Rimini (Tempio, Teatro, Anfiteatro, Castello), hanno fatto venire in mente altre immagini dell’anno 1936, quando Sua Eccellenza Benito Mussolini giunse all’Arco d’Augusto per esaminare con le più Alte Autorità Locali i progetti per l’isolamento del monumento simbolico delle glorie romane, tra sventolio di bandiere tricolori e saluti "fassisti". C’era la stessa aria del "veni, vidi", e … speriamo di no per il sèguito.
Il modello di Sgarbi, più che la Buonanima, è stato Silvio Berlusconi che qualche giorno prima era salito a Genova per controllare la preparazione del G8, ed aveva ammonito le casalinghe del centro: se i panni sporchi si lavano in casa, una volta fatto il bucato non si debbono stendere, perché guastano il panorama.
Dato che il capo del Governo degna della sua attenzione camicie e pedalini sciorinati ad asciugare, un sottosegretario che deve la sua fama anche ad una discreta capacità di attaccabrighe non sempre divertente (come per le maledizioni spedite allo scomparso Federico Zeri), ha l’obbligo ovviamente d’esibirsi in gesti più importanti.
Prima di venire a Rimini, Sgarbi aveva dichiarato che la sistemazione interna del nostro Tempio è appunto un "orrore" da cancellare (vedi "Stampa" e "Corriere della Sera" del 9 luglio, giorno della visita in città). Dopo, venerdì 13, a "Repubblica" dichiarava che la sua missione era "la salvaguardia del Tempio".
Che le sue parole fossero frutto di qualcosa di più di un fatto caratteriale (beninteso, nessuno mette in dubbio la sua conoscenza specifica), e rientrassero in una sottile strategia politica, ce lo ha dimostrato un episodio successivo: quando il ministro del Tesoro Giulio Tremonti ha raccontato di bilanci dello Stato che fanno acqua (se fosse minerale saremmo salvi), non sappiamo di quanto ma possiamo ben immaginare le cifre più alte possibili, forse 40, persino 60 e passa migliaia di miliardi (che, anche per chi è di Arcore, sono mica brustolini).
Due giorni prima Tremonti con i colleghi europei era stato ottimista. Ma qualcuno deve avergli suggerito che senza grinta non si mantiene il potere, ordinandogli: "Vai avanti te, che a me viene da ridere". E lui ha obbedito, con la sua brava intervistina al TG1 che ha fatto un poco agitare anche il bel presidente della Camera Pierferdy Casini, vistosi posposto alla bellissima Lilli Gruber.
Antonio Montanari
(dal "Ponte" del 22 luglio 2001)
Questa lettera, inviata al Corriere di Romagna il 27 giugno non è stata mai pubblicata.
Caro Corriere.
Alla serata di Villa Mattioli del 7 luglio, per il gala benefico dello Ior (Istituto Oncologico Romagnolo), ci sarà una manifestazione definita prestigiosa, con la presentazione degli oscar mondiali della gioielleria, in collaborazione con importanti case produttrici del settore.
Lo Ior è un'istituzione seria. La sofferenza causata dalle malattie di cui lo Ior stesso si occupa, merita la massima comprensione e la generosa collaborazione di tutti.
Dovremmo metterci le mani in tasca e donare in silenzio, in base alle disponibilità economiche individuali. Diamanti, smeraldi e smeraldoni c'entrano poco, ed in casi come questi brillano di luce inopportuna.
Cari signori, volete ammirare e comprare gioielli? Fatelo, ma in altra sede.
Lina Azzalli
Antonio Montanari

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