il Rimino n. 59. 11 novembre 2000
Guido Nozzoli.
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La scomparsa di Guido Nozzoli.
Alle 0:20 di oggi 11 novembre 2000, presso l'Ospedale Civile di Rimini, in sala di rianimazione, dove era stato ricoverato alle ore 19 del 7 novembre a causa di problemi respiratori, è deceduto Guido Maria Nozzoli, nato a Rimini il 2 dicembre 1918.
Giornalista, scrittore, uomo politico dall'intensa partecipazione alla vita del Paese, lascia il ricordo di una persona che onestamente ha combatutto le sue battaglie ideali, nel segno della Giustizia e della Libertà.

Nozzoli, la coscienza del cronista
Lo scrittore riminese scomparso ad 82 anni


Guido Nozzoli, scomparso sabato 11 novembre ad 82 anni, è stato un giornalista che ha avuto come unica regola la dignità della professione, ed ha creduto nell'obbligo di non scendere a compromessi nell'esercizio della cronaca. Questo gli ha procurato fastidi e noie. A cui era stato abituato fin da giovane, quando nel 1943 venne arrestato per attività sovversiva.
Dal Vietnam inviava corrispondenze che non piacevano al Potere. Alla Farnesina fremevano, "Il Giorno", per il quale fu inviato speciale a Saigon, era governativo (proprietà Eni). Poteva un "foglio di Stato" contraddire la politica estera del Governo? Con Nozzoli, poté. Ed i fatti gli dettero ragione.
A tanti anni di distanza, quando raccontava la scena della fucilazione di un soldato vietcong (che urlava alle armi spianate il suo credo di libertà negata dall'invasione straniera), Guido aveva gli occhi lucidi e gli si incrinava la voce. Era la stessa commozione che provava nel ricordo dei Tre Martiri riminesi i quali, catturati, non parlarono, salvando così la vita dei compagni, tra i quali c'era pure Nozzoli. Al contrario di altri che poi si sarebbero inventati meriti inesistenti, lui non ha mai esibito quelli veri, tra cui ci fu il suo adoperarsi perché San Marino non venisse bombardata a tappeto, come Montecassino.
Aveva visto gli orrori e le violenze di tante altre vicende politiche, in Africa, ad esempio, dove maturava un storia fatta di tragedie: nel 1954 dall'Algeria, come inviato dell'"Unità" (organo del pci), scrisse opinioni contrarie alla politica ufficiale del pc francese. Dall'"Unità", dopo una breve esperienza in un innovativo settimanale ideato da Gaetano Baldacci, fondatore e direttore del "Giorno" dal 1956 al 1959, approdò proprio a questo quotidiano milanese, quando al timone era Italo Pietra, seguendo anche grandi eventi nazionali e di cronaca giudiziaria.
Per le corrispondenze sulla tragedia del Vajont, fu querelato. Al processo lo stesso pubblico ministero chiese la sua assoluzione. A testimonianza della funzione civile del "quarto potere".

Antonio Montanari

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