il Rimino n. 22. 02 maggio 2000
Vedere il tempo, capire il mondo.
Mostra alla Biblioteca Gambalunghiana.

Archivio 2013

Non è una ricerca del tempo perduto, quella che si compie in una biblioteca, ma il nostro proiettarsi nella dimensione del passato, con anche uno slancio verso il presente-futuro. Non è il rifugiarsi tra ombre consolanti, bensì il dialogare con loro, per farle rivivere accanto a noi, quasi per riceverne un aiuto nel progettare il nostro domani.
In questo scambio di idee, le personali inquietudini possono trovare calma o sollecitazioni, a testimonianza del fatto che le gallerie degli scaffali non conservano immagini immobili, ma frammenti capaci di animarsi e farci rivivere il loro tempo, che però appartiene anche a noi.
E "Vedere il tempo" è il titolo della mostra documentaria della Biblioteca Gambalunghiana di Rimini, inaugurata sabato 29 aprile dal presidente dell'Istituto Beni Culturali di Bologna, prof. Ezio Raimondi, che ha illustrato questi concetti, in una dotta lezione davanti ad un pubblico attento, nella sala della Cineteca Comunale, tutta esaurita e con tante persone in piedi, proprio a conferma di quei gravi problemi di spazio che attualmente l'istituzione ha.
Di essi, ha parlato l'assessore alla Cultura del Comune, prof. Stefano Pivato, in rappresentanza anche del sindaco assente, promettendo un impegno dell'Amministrazione allo scopo di risolverli, con il contributo economico della Fondazione Carim, per la quale era presente il presidente dott. Luciano Chicchi.
Gli onori di casa sono stati fatti dal direttore della Gambalunghiana, dott. Marcello di Bella, che ha anche illustrato la nuova, agile ma documentata guida della Biblioteca comunale, curata da Piero Meldini, con testi di Orietta Baiocchi, Annamaria Bernucci, Nadia Bizzocchi, Paola Delbianco, Gianfranco Miro Gori, Oriana Maroni e Giovanni Rimondini.
Nel suo appassionato discorso, Ezio Raimondi ha toccato vari aspetti, da quelli storici locali (Alessandro Gambalunga, all'inizio del '600, precorre il mecenatismo moderno), a quelli generali sull'uso di una biblioteca, la quale deve anche favorire il dialogo fra i lettori, aiutare ad un esercizio critico sul passato ed allacciare nuovi rapporti con il mondo della multimedialità odierna.
La passione civile che ha sempre guidato il "lettore" Raimondi in tutta la sua carriera di studioso e di docente, lo ha portato a sottolineare come una biblioteca debba far riflettere sul destino comune, e ad entrare in contatto con il diverso. "E chi è oggi il diverso?" si è significativamente chiesto alla fine.

Antonio Montanari

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