Diario italiano
Il Rimino 176, anno XII
Agosto 2010


05.08.2010
La profezia si avvera

Crisi di un governo, crisi di un sistema

Lo aveva previsto, Giuseppe De Rita ("CorSera", 15.8.2009), che si avvicinava la fine del berlusconismo. Adesso ci siamo.
Resta il problema fisico, dove c'è un vuoto arriva qualcosa che riempe. De Rita citava come esempio Alcide De Gasperi che nell'inverno fra 1938 e 1939 diceva: "Stiamo preparando qualcosa di nuovo per quando Mussolini cadrà".
Nel 1939 c'era De Gasperi. Altri tempi, altre tempre. Oggi la partita a briscola se la giocano in tre, Fini Casini Rutelli. Di giganti neppure l'ombra, sono tipetti allenati e furbetti. Il quarto uomo chi sarà? Comunque, non ci aspettano tempi allegri.
Dove ha sbagliato De Rita, è stato nel far dipendere la fine del berlusconismo dalle regionali. Ossia, ci ha preso che il cavaliere avrebbe avuto meno voti, però la crisi attuale non dipende da quel voto. La cosa, dal punto di vista costituzionale, è ancora più seria, per non dire grave. La crisi di un governo, si presenta purtroppo come crisi di un sistema politico. Teniamoci forte, perché l'estate non porta mai buoni consigli alla democrazia in Italia.


Antonio Montanari
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Tama 1003, 01.08.2010
Allegre consorterie di Rimini

Rimini non è l'Italia. Da Roma il capo dello Stato ha parlato di squallide consorterie, per ben note vicende politiche. Anche a Rimini esistono consorterie che però hanno un carattere più allegro, pure se non divertente. L'allegria è una sensazione soggettiva. Se due o più persone si riuniscono per raggiungere uno scopo, non sono per forza di cose un'associazione a delinquere, ma una compagnia la quale vuole essere consapevole del proprio peso e nello stesso tempo dimostrare che il fine a cui pervenire, non è un sogno impossibile.
Dalla certezza che l'operazione ha prodotto l'effetto desiderato, nasce poi un sentimento di felicità psichica e di constatazione politica che quanto si voleva ottenere non è più soltanto un pio desiderio, ma una lecita conquista. Fatta alla faccia di quanti non stanno dentro la consorteria. I più pessimisti propendono per un'interpretazione negativa del fenomeno. Luciano Canfora ad esempio osserva sul "Corriere della Sera" (25.7) che nello scenario italiano ormai vi è un solo partito che, governando, fa la parte sia della destra sia (di tanto in tanto) della sinistra. Canfora si riferisce all'Università, il cui sistema dei concorsi sarebbe incentrato sul "cretino locale".
Per essere ottimisti, noi preferiamo vedere le allegre consorterie come indispensabili all'equilibrio sociale e politico della città. Se non ci fossero, come potrebbero accadere fenomeni tanto strani che, se li definiamo ridicoli, rischiamo di essere soltanto noi considerati incapaci di intendere le cose dell'universo? Le supreme consorterie nascono da un preciso accordo democratico: loro rappresentano tutti, e quindi tutto quanto decidono va bene per tutti. Da che mondo è mondo, gli amici si riconoscono nel momento del bisogno, quindi non meravigliamoci se qualcuno è preferito rispetto ad altri. I bravi di don Rodrigo sono stati sempre più bravi degli altri. Dai tempi di Renzo e Lucia le raccomandazioni dettano legge. Dal giorno dell'assalto ai forni, l'innocente rischia di essere scambiato per colpevole. Quindi non è fondamentale che chi vince abbia i necessari meriti. Bastano orgoglio e volontà di emergere.
A Rimini per le future amministrative un qualche accordo si raggiungerà per non fare del male a nessuno, accettando che tuttavia esistono delle differenze, senza le quali non avrebbe senso la vita. Chi comanda troverà sempre il modo più giusto per fare allegri e felici gli amici che lo circondano od i nemici che gli hanno permesso la vittoria. [1003]


Antonio Montanari
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Anno XII, n. 176, Agosto 2010
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