Diario italiano
Il Rimino 168, anno XI
Dicembre 2009

12.12.2009
Risposta


Non appartengo a nessuna area politica. Faccio politica partecipando alla vita del Paese

Riassumo tutta la vicenda di cui mi sono occupato ieri per rispondere a due commenti ricevuti.

Il giorno 8 dicembre in un blog appare un post poi cancellato, ma che ho recuperato dalla memoria di Google (che mi aveva segnalato il mio indiretto coinvolgimento).

Il blogger "A", circa la scelta della redazione della "Stampa" di collocare un post del blogger "B" nella selezione di prima pagina, la definisce "sbagliata".

Il blogger "B" risponde al blogger "A": "Io non ho mai scritto alla redazione de La Stampa per gli articoli di Antonio Montanari...".

A questo punto, l'Antonio Montanari sottoscritto può chiedersi che cosa c'entra nella discussione?

Ho difeso il blogger "B", scrivendo che non era stato lui a scrivere (fatto vero) alla redazione della "Stampa contro di me.

Il blogger "A" mi ha scritto oggi che non è lui "che s'è lamentato" di me. Ringrazio della precisazione che conferma il testo (estremamente civile) recuperato stasera dalla memoria di Google.

Il blogger "B" mi rassicura: "Stia certo che lei non apparterrà più neanche nei miei pensieri". Se la cosa gli fa piacere (infatti non mi legge per non turbarsi...), contraccambio con una precisazione. Il blogger "B" dice una cosa inesatta quando mi colloca in un'area politica precisa, a cui lui dichiara di non appartiene. Posso permettermi di garantire che io non appartengo a nessuna area politica, se il blogger "B" intende con ciò un'area partitica? Se per "politica" s'intende partecipare alla vita del proprio Paese, faccio politica e non me ne vergogno, pagandone sempre il caro prezzo della libertà ed indipendenza di giudizio.

Il blogger "B" mi fa la morale, dicendo di cercare di non essere volgare. Benissimo. La parola "palle" è stata usata da Berlusconi, il termine "stronzo" da Fini, ma non per questo mi scandalizzo. I problemi politici sono altri. Il blogger "B" dichiara di non leggermi, e sono lieto per lui (così non lo infastidisco), e pretende di sapere che cosa io scrivo sbirciando soltanto i titoli dei post. Ammiro la sua perspicacia.

Posso ripetere la gentile preghiera di ieri? Lasciatemi fuori dalle vostre beghe personali. Lo dico perché in passato qualcuno in ambito "Stampa" c'è andato giù pesante. Il 14 dicembre 2007, un lettore mi scrisse: «Ohibò Montanari. Per colpa di un "Troll" un pochino spocchiosetto, se mi consente, vorrebbe chiudere il blog? Ma lasci perdere, se "allergico" non deve far altro che continuare la discussione con i toni ed il rispetto che la distingue”.

Due anni prima, qualcun mi aveva fatto chiudere un sito, dichiarandomi sottoposto a duplice procedimento penale per diffamazione.
Nel 2007 il sito fu riaperto quando al gestore inviai la foto della prima pagina di un giornale con la notizia che chi aveva fatto fare quella dichiarazione era stato arrestato (poi avrebbe patteggiato due o tre anni di galera...).

Quest'anno il tizio del 2007 è tornato alla carica, scrivendo infamie in luogo che il blogger "B" credo conosca bene.
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11.12.2009
Ultimo round, tutto vero


I fatti mi danno ragione. Berlusconi porta al tramonto la democrazia nata nel 1948

Ho intitolato "Ultimo round" un post del 27 novembre scorso. Il sommario era questo: "Napolitano preoccupato, Berlusconi deciso ad ottenere l'immunità giudiziaria. Come tramonta la democrazia nata nel 1948".

I fatti mi danno ragione. Berlusconi porta al tramonto la democrazia nata nel 1948. Ieri c'è stato il discorso dell'"uomo con le palle" fatto dal cavaliere (le palle sono le sue) a Bonn davanti ai parlamentari europei del PPE.

Alla reazione allarmata del Quirinale di ieri ("violento attacco contro fondamentali istituzioni di garanzia volute dalla costituzione italiana"), oggi Berlusconi replica alzando ancora di più il tono. In pratica viene meno, lui come capo del governo, al rispetto che deve in base alla Costituzione al capo dello Stato ed alla Corte costituzione. Berlusconi oggi dice: "Napolitano pensi all'uso politico della giustizia contrario alla democrazia e alla libertà".

Siamo all'ultimo round, sul serio. Intanto Napolitano replica indirettamente (in un messaggio al movimento di Rutelli) non con il guanto di sfida, ma con un ulteriore invito ad uscire dalla "contrapposizione esasperata". Però ormai la frittata di Berlusconi è fatta. A lui non interessa il dialogo, ma appunto soltanto di mostrare di avere le palle, cancellando la democrazia del 1948. Ultimo round. E' suonato il gong.
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11.12.2009
Gentile risposta


Vorrei, se mi è concesso, rivolgere una gentile preghiera a tutti i blogger del gruppo de "La Stampa", a lasciarmi fuori dalle loro beghe personali

Ieri sera ho avuto segnalazione da Google (notoriamente non è una spia prezzolata) che in un post si diceva che il sottoscritto ed un altro collega sono stati oggetto di una specie di lamentazione presso la Redazione della "Stampa" per il contenuto dei loro testi... E ciononostante continuano ad apparire come ospiti fissi della pagina di "Politica"...

Ho inserito un breve commento a quel post per "scagionare" chi veniva considerato autore di lettere contro il sottoscritto alla "Stampa" («Posso garantire che Antonio Cracas non ha "mai scritto alla redazione de La Stampa per gli articoli" del sottoscritto. Chi lo fatto lo ha pubblicamente dichiarato. E non è lui. Questo per rispettare la verità.»).

Non voglio polemizzare con nessuno, ma appunto soltanto invitare chi non gradisce quanto scrivo di girare pagina elettronica, di guardare e passare e di non curarsi di me.
Dico questo non per scortesia, ma semplicemente perché, con esattamente 50 anni di attività pubblicistica alle spalle, non pretendo che nessuno mi abbia letto anche in passato, per constatare come le critiche odierne a chi ci governa possano trovare analogie con testi legati a diverse maggioranze governative, e composti in sì lungo arco di tempo.

Se poi la Redazione della "Stampa" non gradisce (autonomamente) i miei testi, ha tutto il diritto di cancellare il mio blog (nato il 19.11.2005). Per ora molto di rado segnala i miei post per evitare (immagino) le proteste dei colleghi che non li gradiscono. Non importa. Il mese scorso per un post ho avuto oltre un migliaio di lettori attraverso altri indici...
A quanti hanno tentato sinora diffamazioni e "denunce" contro questo blog, ho dedicato una sezione (colonna di destra), intitolata "Veri Montanari".

Un minimo di decenza dovrebbe guidarci. Non pubblico le oscenità che ricevo, come quella di una pornostar che mi vorrebbe far rimediare qualche querela dalla famiglia del presidente Berlusconi. Ho cestinato, e la signora mi ha onorato di divertenti scurrilità. Che mica mi scandalizzano. Se ci trovassimo tu per tu, potrei gareggiare con onore con la signora. Memore del fatto che studentello fresco fresco all'Università mi fecero studiare le parolacce di padre Dante nella "Commedia".

Ho fatto un'eccezione alla regola, per "Fracasso" (o ci sono altre consonanti nel suo nome?) che mi ha invitato ad andar a farmi fottere, in risposta al tema degli scandali nascosti del Vaticano. Caro Fracazzo in particolare, cosa vuoi difendere con il tuo linguaggio...

Cari esagitati in genere. Se questo è il massimo della vostra cultura siamo messi proprio bene, e vi meritate tutti quelli che vogliono dimostrare di avere le palle, per dirla con il cavaliere. Ma se lui è il vostro autoritratto, voi non avete né i soldi né il potere che lui ha meritatamente grazie a voi.
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10.12.2009
Che palle


Dove si trova uno forte e duro con le palle come Silvio Berlusconi?, dice Silvio Berlusconi

E' stato tutto un rotear di palle nella politica odierna. Principia da Bonn il capo del Governo: che palle che hai Silvio, penserebbe a suo dire la gente di lui.
Queste le testuali espressioni usate da Berlusconi: «Abbiamo una maggioranza coesa e forte e un premier super. C'è una sinistra che ha attaccato il presidente del Consiglio su tutti i fronti inventandosi delle calunnie su tutti i fronti, ma chi crede in me è ancora più convinto. Tutti si dicono: "dove si trova uno forte e duro con le palle come Silvio Berlusconi?"».

Risponde da Roma un fumetto sopra il volto del presidente della Repubblica, con un "Che palle" di significato non uguale bensì contrario, a testimonianza che Napolitano non ha digerito ovviamente il progetto berlusconiano annunciato a Bonn: la maggioranza "sta lavorando" ad "una riforma della Costituzione".

Comunicato ufficiale del Quirinale: "In relazione alle espressioni pronunciate dal presidente del Consiglio in una importante sede politica internazionale, di violento attacco contro fondamentali istituzioni di garanzia volute dalla costituzione italiana, il presidente della repubblica esprime profondo rammarico e preoccupazione".

Infine, un "Che palle" di significato uguale ma contrario a quello di Napolitano, da parte del leader maximo contro Fini (che aveva detto che le parole del premier "non possono essere condivise"). Un Berlusconi tra l'isterico e l'insofferente replica: "Sono stanco delle ipocrisie". Si figuri noi, quanto siamo stanchi di sentire queste sua canzonetta dell'Italia in mano al partito dei giudici di sinistra... Ne abbiamo piene le palle, tanto per usare lo stesso linguaggio alato.
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09.12.2009
Favolette serali


Il governo arresta i mafiosi. Che sono amici degli oppositori di Berlusconi

Anche ieri sera ci è stata offerta da un ministro della Repubblica una bella favola per farci andare a letto felici e contenti. Il governo fa arrestare i mafiosi.

E fin qui passi, è una balla talmente grossa che è lecito raccontarla in tivù. Dove ormai la recita è così assurda e violenta che nulla più meraviglia. La ministra Brambilla sa che non sono i governi a far arrestare i mafiosi.

La ministra Brambilla ha pure sostenuto che le notizie divulgate in tutto il mondo dalle tivù presenti a Torino per ascoltare le ultime parole famose di un pentito, danneggiano il nostro turismo, il nostro artigianato, la nostra industria, la nostra immagine all'estero e la nostra economia all'interno.

Se queste cose le avesse espresse con retorica accademica qualche polveroso autore di romanzi per signore in avanzata decadenza, le avremmo potute giustificare.
Il ministro del Turismo racconta che l'immagine dell'Italia è danneggiata non dagli scippi che avvengono in certe località, o che l'arrivo di imprenditori esteri nel nostro Paese è ostacolato da mille problemi tra cui la mafia, legati ad uno Stato che funziona come un tram a cavalli diretto sulla Luna. Ebbene, questa versione dei fatti, fornitaci dalla signora Brambilla, è la negazione dei fatti stessi.

Infine, che la ministra di un governo presieduto da un grande imprenditore della televisione parli "male" della televisione, è un aspetto inutile da sottolineare, ma importante da mandare a mente per comprendere a quale punto di involuzione logica siano arrivati nei loro discorsi i signori del governo.

Tra i quali troviamo anche chi, a proposito di due mafiosi arrestati, li ha definiti amici degli avversari del loro idolo di palazzo Grazioli. Per essere all'altezza della situazione, il giornale di famiglia del capo del governo non ha potuto non titolare: "In piazza gli amici di Spatuzza". Ovvero le magnifiche sorti e progressive dell'Italia.

Concorso (senza premi). Domanda: chi ha detto (ed a chi si riferisce la frase): "Si servirà di donne abili a creare scandali e a screditare politici...."?
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08.12.2009
Ieri, 40 anni fa


"Lo Stato colpiva gli innocenti con prove false"

Un inserto di quattro pagine sul "CorSera" ieri ci ha ricordato l'imminente anniversario del 12 dicembre 1969, la strage di piazza Fontana a Milano.

Come eravamo quaranta anni fa? Un nome che forse pochi ricordano, Giancarlo Stiz. Giudice istruttore nel 1971 al tribunale di Treviso. La sua intervista è riassumibile in questo sottotitolo a piena pagina: "I servizi mi controllavano e ricevevo minacce dal centralino della Camera".

Dato che ci siamo, riportiamo anche il titolo: "Il giudice che svelò le trame. Lo Stato colpiva gli innocenti con prove false".
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02.12.2009
Grazie, Benedetta Tobagi


La figlia di Tobagi risponde a Celli: se le cose vanno male, non scappare ma spendersi qui per il bene comune

Abbiamo qui citato, portando poi il discorso sul piano personale, la lettera di P. L. Celli al figlio, con l'invito a scappare da questa Italia in mano ai mediocri.

Non essendo padre, e nemmeno nonno, ma soltanto un vecchio di quelli che in Liguria sono giudicati dannosi per il turismo se si associano a vivere in una casa di riposo, torno sull'argomento solamente per ringraziare Benedetta Tobagi.

La quale stamani ha pubblicato una bella lettera aperta a Celli su "Repubblica". Il cui sugo raccolgo in questa citazione (il giornale l'ho comprato: posso farla o corro il rischio di essere denunciato?): bisogna "spendersi per il bene comune, proprio quando le cose vanno male". Seguono le parole dell'avvocato Giorgio Ambrosoli, "qualunque cosa succeda".

Ricordo il dicembre di 40 anni fa, quando Vespa in tv definì Valpreda il mostro di piazza Fontana. Quanti sono stati i morti per un'Italia migliore, lo raccontano le cronache, fitte di nomi e di misteri. Vespa vive ancora con i mostri. Un po' politici ed un po' qualcosa d'altro, perché protagonisti di terribili vicende giudiziarie.

Che cosa è cambiato? Grazie al cielo, abbiamo i figli di quelle vittime, Umberto Ambrosoli, Benedetta Tobagi, Mario Calabresi e tanti altri. Sono qui con noi, non sono scappati per sfuggire ai mediocri che trionfano.

Mi ripeto, l'ho scritto qui il 18 maggio 2008. La Storia è dovunque e sempre piena di storie di ladri puttane e spie che hanno preteso di reggere le pubbliche sorti di uno Stato. Ma soltanto in Italia essi hanno avuto pure la pretesa di salire persino sulla gloria degli altari.

Alle nuove leve come Umberto Ambrosoli, Benedetta Tobagi, Mario Calabresi, chiediamo di continuare ad essere degni di cognomi che portano, nel nome di una democrazia meno da mercato delle pulci.
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01.12.2009
Indietro nel tempo


Il Pd tutto è d'accordo con Letta su un premier che si difenda non nei processi, ma dai processi?

Sembra di tornare indietro nel tempo, leggendo le notizie del giorno. Due milioni di disoccupati in Italia. Obama, invieremo altri 30 mila soldati in sei mesi. Viet-Nam? No, Afghanistan.

Giovanni Sartori nell'editoriale del "CorSera" rispolvera il principio dell'habeas corpus.
La memoria ripesca il 1215 e la Magna Charta libertatum inglese, art. 29: "Nessun uomo libero sarà arrestato, imprigionato... se non in virtù di un giudizio legale dei suoi pari e secondo la legge del paese...".
Poi la vera e propria legge dell'Habeas corpus nell'Inghilterra del 1679, che vietava gli arresti arbitrari dei sudditi da parte del potere esecutivo. Dieci anni dopo il sovrano deve adeguarsi alla volontà della nazione espressa dal parlamento, è la Dichiarazione dei diritti.

Noi, anno 2009, stiamo ancora discutendo se possa aver ragione Enrico Letta nel sostenere il diritto del capo del governo di difendersi non soltanto nei processi ma pure dai processi.

Sia detto con il massimo rispetto, la nostra personale esperienza intende il difendersi dai processi come una manovra fuori della legge. Letta avrà conoscenze più approfondite delle nostre, per arrivare a siffatte vette giuridiche.

Che cosa ha combinato Letta? Rispondo con le parole di Miriam Mafai, prese dal fondo di "Repubblica": così il premier "è più eguale degli altri davanti alla legge". E' un premier che torna al concetto del sovrano legibus solutus.

L'argomento, senza riferimenti alla frase di Letta, c'è anche nel pezzo di Sartori. Che distingue la democrazia protettiva dell'habeas corpus da quella "direttistica" alla Chavez che piace tanto a Berlusconi (dice lo stesso Sartori). E che può diventare "uno dei peggiori sistemi di potere possibili".

Due connotazioni di carattere, se volete, psicologico. Berlusconi ha lodato un dittatore, il bielorusso Lukashenko. Ed ha raccontato ad una certa assemblea la barzelletta "mafiosa" di Einstein fatto fuori perché troppo sapeva.

Ascoltate quella barzelletta e poi leggete ad esempio una frase di questo tipo: "Giorgio Ambrosoli pagò con la vita la difesa dei propri valori dal pericoloso intreccio di mafia e politica" (da un discorso alla Bocconi di Mario Sarcinelli)... Non sentite rovesciarvi lo stomaco?
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I post precedenti.
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Anno XI, n. 168, Dicembre 2009
Date created: 01.12.2009 - Last Update: 12.12.2009, 18:45/
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