Diario italiano
Il Rimino 167, anno XI
Novembre 2009

24.11.2009
Ciampi, "Non mollare"


Democrazia in pericolo, tempo triste, imbarbarimento della politica. L'invito a resistere a tutto ciò

Carlo Azeglio Ciampi ha rilasciato ieri a "Repubblica" una durissima intervista contro il governo Berlusconi. Non è la prima volta che il presidente emerito della Repubblica va giù pesante con il cavaliere.
Nello scorso febbraio, sempre su "Repubblica", si erano lette queste sue parole: il presidente della Repubblica "non può essere ridotto a un passacarte del governo".

Nell'aprile del 2008, Ciampi aveva smentito (ancora una volta) la leggenda metropolitana diffusa dalla destra di Berlusconi (e Calderoli) che lo vuole responsabile politico (assieme a Napolitano) del "porcellum" (o "porcata"), cioè del premio di maggioranza al Senato nella legge elettorale in vigore.
Berlusconi allora corresse il tiro: "Quanto al fatto che ci sia stato un rapporto dialettico tra me e il presidente Ciampi lo sanno tutti. Abbiamo avuto molte occasioni di divergenze poi superate nel rispetto reciproco".

Ieri Ciampi ha dichiarato: "Viviamo un tempo triste. Negli anni finali della mia vita, non immaginavo davvero di dover assistere ad un simile imbarbarimento dell'azione politica, ad una aggressione così brutale e sistematica delle istituzioni e dei valori nei quali ho creduto...".

Tra analisi politica del presente e ricordo del triste passato da cui l'Italia uscì dolorosamente conquistando la democrazia, Ciampi ha richiamato "il vecchio motto dei fratelli Rosselli: non mollare. Loro pagarono con la vita la fedeltà a questo principio. Qui ed ora, in Italia, non c'è in gioco la vita delle persone. Ma ci sono i valori per i quali abbiamo combattuto e nei quali abbiamo creduto. In ballo c'è la buona democrazia: credetemi, è abbastanza per non mollare".

E poi: "Credo che per chi ha a cuore le istituzioni, oggi, l'unica regola da rispettare sia quella del "quantum potes": fai ciò che puoi. Detto altrimenti: resisti".
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23.11.2009
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Giustizia. Annuncia Berlusconi che parlerà agli italiani per spiegare. Grazie, presidente, abbiamo già capito tutto. Rischiamo che ulteriori spiegazioni assumano il colore della beffa.
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22.11.2009
Perditempo


Berlusconi: "Siamo gente che lavora, mica politici". Bertone: "Gravi problemi socio-politici sul tappeto"

Astenersi perditempo, ammonivano gli annunzi matrimoniali di illibate fanciulle mezzo secolo fa, nella "piccola pubblicità" dei quotidiani. Adesso i perditempo sono stati nobilitati dal vuoto televisivo. Diventano eroi del nulla mentale: basta documentarsi almeno attraverso Blob.

Perditempo sono anche i politici, nella vulgata berlusconiana. Da Gedda in Arabia Saudita, ieri il cavaliere ha espresso questo pensiero: "Qualche volta manchiamo al voto ma solo perché non siamo professionisti della politica e funzionari di partito come quelli della sinistra. Siamo gente che lavora".

Per conseguenza sillogistica, "la gente che non lavora" fa soltanto la politica, e chi "non lavora" è un perditempo, onde per cui la politica stessa è un perditempo. Che costringe a sacrificarsi quelli che pur lavorando vogliono fare anche la politica. Un vero e proprio dramma esistenziale, di fronte al quale quello di chi è disoccupato causa crisi, è una storiella da far ridere a crepapelle il cavaliere.

Poi quasi a correggersi, Berlusconi ha commentato (non si sa con quanto entusiasmo): "... ma questa è la democrazia ed è giusto che sia così". Anche se, come aveva premesso, "stare in Parlamento è davvero molto pesante". Peggio che in una catena di montaggio, ci permettiamo di aggiungere a sua consolazione ad a nostra constatazione di quanto i politici di questo governo siano lontani dal mondo reale dei problemi della gente.

Non lo diciamo noi. Oggi il cardinal Bertone ha parlato di "gravi problemi socio-politici sul tappeto". Primo fra tutti, la crisi, la povertà, che richiedono da tutti "un impeto di solidarietà, di intelligenza creativa".
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21.11.2009
Chi trama, chi trema


Misteri italiani. Grandi firme pessimiste sulla nostra vita politica. Da Sorgi a Lucarelli

Spaventa, quest'Italia del 2009. Sgomentano i commenti di penne illustri sui giornali di oggi.

Marcello Sorgi ("Stampa") sostiene che la "politica italiana è immobile", che i politici contemporanei "sono troppo impegnati a dimostrare che non c’entrano nulla con la politica": "Cosa facciano tutto il giorno - a parte ricoprirsi di insulti in diretta tv - non si capisce".

L'editoriale di Carlo Lucarelli su "l'Unità" definisce "speciali" i misteri italiani. Perché da noi c'è "qualche potere forte, che per motivi suoi non vuole la verità".

Giancarlo De Cataldo, su "Repubblica" conclude analogamente: "... i misteri italiani continuano a ossessionarci con le loro domande irrisolte". Il riferimento è al caso di Emanuela Orlandi, giugno 1983.

Goffredo Buccini sul "Corriere della Sera" richiama il caso Montesi, 1953, ed un pezzo su Antonio Ghirelli scritto da Aldo Cazzullo il 17 marzo 2007 sullo stesso quotidiano, ed intitolato: "E il caso Montesi fece nascere il centrosinistra".

Fanfani passava alla sinistra comunista informazioni riservate. Che finivano immediatamente su "Paese Sera". Raccontava Ghirelli: "Montammo una campagna durissima contro il povero Attilio Piccioni sullo scandalo Montesi, in cui il figlio non c' entrava nulla; ma noi ricevevamo informazioni riservate dal ministro degli Interni, che era poi il rivale di Piccioni nella successione a De Gasperi, Amintore Fanfani, di cui condividevamo il disegno del centrosinistra".

Tra quanti decenni i nostri posteri sapranno la verità su quanto sta accadendo con questi "misteri italiani"? C'è chi trama e c'è chi trema.

Lucarelli propone tre regole: 1. Indagare subito e su tutti i fronti. 2. Una "corretta controinformazione". 3. "L'interesse forte e costante, il controllo dell'opinione pubblica".

Il caso di Fanfani contro Piccioni e con le notizie passate ai comunisti di "Paese Sera", fa parte di quella politica sporca che è "disinformazione" istituzionale.

Il bello di oggi è che grazie alle tivù gestite dal potere e da chi lo detiene, la "disinformazione" istituzionale non ha bisogno di soffiate. Nasce spontanea ma non gratuita.
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20.11.2009
Eurobocciati


D'Alema ha pagato le colpe di un Pd né carne né pesce

Il fascinoso e bicamerale Baffino italico è stato accantonato. Ha vinto la bruttina stagionata ma baronessa Catherine Ashton.

Bocciata, la proposta nostrana, per colpa di chi? Non sembra avere responsabilità il governo. C'entrano i discorsi politici della sinistra socialista europea che non ha visto di buon occhio il rappresentante di un partito come il Pd che rischia di apparire né carne né pesce nel contesto internazionale.

Un Pd che considera un termine osceno la parola socialdemocrazia, ha ricevuto un bello schiaffo che dovrebbe farlo meditare.
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19.11.2009
Dicerie


Censis: gli italiani leggono sempre meno. (Però parlano sempre di più)

Diagnosi del Censis: la lettura dei libri in Italia sta perdendo terreno. Non è che sia mai andata al massimo. Uno scrittore mio concittadino, oltretutto direttore della pubblica biblioteca, oltre che insegnante in precedenza, amava riassumere il quadro locale in una battuta: "Se una madre vede il figlio chino sopra un libro, chiama il dottore".

Gli italiani leggono sempre meno, non soltanto i libri, ma pure i giornali. Però parlano sempre di più. Ammaestrati dalla televisione, dove l'importante è aggredire chi la pensa diversamente. E viziati dalle stesse redazioni giornalistiche delle emittenti grandi o piccole che schiaffano un microfono sotto il naso del primo che passa e che non sa nemmeno quale sia l'argomento per il quale è richiesto il suo illuminato parere.

C'è poi una mutazione genetica che, per forza di cose, la politica governativa ha imposto ai suoi "scrittori". Il giornalista non fa più il giornalista, non interroga, non interpella, non chiede chiarimenti, se sta dalla parte del potere berlusconiano. No, aggredisce chi la pensa in maniera contraria. E questo è nulla, rispetto a chi in passato ha avuto altre vocazioni, frequentando persino certi servizi non igienici ma egualmente segreti, per i quali non dava senza non aver ricevuto.

Una rete televisiva nazionale anni fa, in un programma di successo, interpellò un anziano romagnolo con questa domanda a bruciapelo: "Dove sono le zone erogene?". Risposta sicura e ferma: "Ah, sì, là in fondo dietro al mercato".
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18.11.2009
Stupori


Berlusconi smentisce le indiscrezioni, Mastella smentisce se stesso

Lo stupore del premier è una categoria logica a se stante. Quindi va posta sopra un altare, davanti al quale i suoi sostenitori sosteranno in adorazione.

Lo stupore nasce dalle "notizie che continuano a fare apparire come imminente un ricorso alle elezioni anticipate".
Notizie, va aggiunto, che provengono da ambienti a lui vicini. Ad esempio (ma soltanto ad esempio), il presidente del Senato Schifani aveva proclamato: se la maggioranza non è compatta, si torna alle urne.

Era una risposta diretta al presidente della Camera Fini che aveva proposto dei distinguo rispetto alla linea del governo.

Ci permettiamo di ripetere pure per Schifani quello che abbiamo osservato a proposito di Fini: sono situazioni anomale quelle in cui i rappresentati istituzionali (presidenti di Senato e Camera) trattano di questioni politiche relative ai partiti da cui provengono.

Davanti allo stupore di Berlusconi, possiamo sfoderare soltanto lo stupore nostro, di cittadini che credono nella Costituzione.

E' lo stesso stupore che proviamo leggendo la nota di G. A. Stella sul "CorSera" di oggi, dove si ricordano due momenti politici di Mastella. Quello odierno che smentisce contatti con Berlusconi nel 2008.
Ed un'intervista del "Corrierone" dello stesso 2008 (2 marzo) alla signora Sandra Mastella che definiva "uomo inaffidabile, vergognosamente inaffidabile" Berlusconi.
Con successiva conferma dello stesso Mastella marito (Ansa, 11 marzo 2008): "L'accordo con Berlusconi c'era". Era addirittura un "accordo scritto".
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17.11.2009
Inquisitor cortese


Ministro Bondi: l'Italia è assediata dalla magistratura, la patria in pericolo

Sandro Bondi, l'inquisitor cortese, rovescia il modo berlusconiano di attaccare la magistratura.
Sinora il cavaliere aveva accusato i giudici di perseguitarlo. Adesso Bondi mette in ombra la figura del primo ministro, ne fa il simbolo di un rito sacrificale celebrato nei tribunali per assediare la democrazia di questa povera Italia.

Mossa astuta, abile, ma non per questo lontana da ogni logica e dalla realtà della cronaca vera. Per Berlusconi la discesa in campo fu il tentativo, da lui stesso ammesso (con Enzo Biagi), di salvarsi.

Bondi fa l'antigalileo. Nega l'evidenza. Al centro del mondo c'è la Terra che è il suo cavaliere. Loschi figuri cercano di detronizzarlo. Non già per rovinare Berlusconi, come lo stesso Berlusconi ha sempre sostenuto. No, per distruggere la democrazia italiana, che nel cavaliere s'incarna, sublima e realizza.

Siamo alla pura fantapolitica, per essere rispettosi delle umane debolezze. Più pericolosa della stessa politica fatta di bugie.
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17.11.2009
Bondi serafico


Il cavaliere come "l'oliva pallida" di Giovanni Mosca, fa delirare il ministro

Ieri sera il ministro Sandro Bondi ha esposto le sue ragioni senza alzare la voce, almeno nella prima ora di trasmissione di Lerner. E' un punto a suo vantaggio, in questo clima di rissa permanente che domina lo spirito politico dei personaggi governativi intervistati dai tg o seduti nei salotti della tv.

Il serafico Bondi ha detto cose che non condivido (ne parlo in un post parte). Ma le ha dette con quella grazia che invita a soccorrerlo: perché una persona che ha il suo cammino politico (è stato comunista...) non può cercare di abbagliare l'ascoltatore senza ascoltare le ragioni della logica e della cronaca.

Bondi fa anche il poeta, è in effetti uno strano poeta, compone versi stitici, sembra quel personaggio di una commedia di Giovanni Mosca, che scriveva seguendo la moda del suo tempo per apparire un "poeta ermetico". Da cui la storpiatura folle ma realistica in "poeta emetico" di certi fogli umoristici per alcuni scrittori del tempo.

Il verso reso celebre dalla commedia di Mosca è questo: "Per un'oliva pallida si può delirare".
Illustre ministro Bondi, non sapevamo che un cavaliere primo ministro potesse avere lo stesso effetto di un'oliva pallida, su di un poeta contemporaneo. Anche o proprio perché questo poeta è ministro?
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17.11.2009
Mondo vero


La tv consolida la cultura della violenza contro le donne

Ieri sera al "Grande fratello" dotta discussione sul machismo, sul come considerare la donna. Con moderatore un celebre giornalista, mentre occorreva uno psichiatra.

Ieri sera circolava già la notizia sul ragazzo per bene, 24 anni, che, sentitosi offeso nella sua virilità, ha ucciso una ragazza di 22. Le cronache provvedono a precisare che lei era una lucciola. E che si è trattato per lui di un raptus.

Il mondo vero è questo, quello dei cadaveri di povere ragazze uccise in nome del "machismo". Ma quello finto delle trasmissioni "realistiche", non c'entra per nulla nel rafforzamento di questa visione del mondo e della donna? La tv consolida la cultura della violenza contro le donne.
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Anno XI, n. 167, Novembre 2009
Date created: 17.11.2009 - Last Update: 24.11.2009, 17:35/
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