Diario italiano, "il Rimino"


Il Rimino 157, anno XI




Gennaio 2009


22/01/2009
Lacrimae rerum


Ringrazio l'autore del commento che ha inserito al mio post "Soliti noti".
Rispondo. Non volevo suggerire alcun discorso politico. Osservavo soltanto che "anche le cose più dolorose della storia presente, noi in Italia le trasformiamo nel carosello dei soliti noti".

Scriveva Italo Calvino a proposito della narrativa sulla ritirata di Russia: "... le memorie degli alpini nascono dal contrasto di un'Italia umile e sensata con le follie e il massacro della guerra totale".

Davanti alle follie ed ai massacri contemporanei, dobbiamo educare il nostro "occhio" a leggere i fatti stando dalla parte delle vittime, umili e sensate come quei soldati. Questo penso. Non ho progetti politici, che non contano nulla, neanche se li presentano illustri giornalisti.

Né la signora Annunziata né Santoro hanno, nel momento del loro battibecco, assunto il punto di vista delle vittime delle follie e dei massacri. Hanno addotto le loro ragioni personali. Grevemente Santoro, con (spensierata) rinunzia la signora Annunziata. Su quelle ragioni personali si è esercitata la cronaca del giorno dopo. Tutto qui. Il fatto in sé non può essere negato.

Diceva Senofonte ai suoi: "I nemici hanno buone ragioni per insidiarci...".
Di queste buone, reciproche ragioni si dovrebbe occupare il giornalismo, e non dello spettacolo in sé dove due personaggi noti e stranoti battibeccano fra loro.

Commentava Calvino il passo di Senofonte: "L'esercito degli Elleni [...] non distinguendo più fra dove è vittima e fin dove  è oppressore, circondato anche nella freddezza dei massacri dalla suprema ostilità dell'indifferenza e del caso, ispira un'angoscia simbolica che forse possiamo intendere soltanto noi".

Angoscia. Non la cancellano i battibecchi né i proclami dei politici.
"Sunt lacrimae rerum"... Il verso virgiliano era reso da Giovanni Pascoli (1897) con "son cose che fanno piangere". Oggi si legge e traduce diversamente per via di una virgola (accontentiamo pure i filologi): "sunt lacrimae, rerum...", la gloria ha lagrime...

Nelle "cose" della guerra ci sono soltanto lagrime, come vediamo sui volti di israeliani e palestinesi coinvolti nella conta dei morti. Come sempre, la poesia dice sempre più della politica.


20/01/2009
Riccione, Pd al veleno dopo le primarie


Dopo le primarie di domenica, il Pd riccionese si spacca. Dicono in molti: il voto è stato inquinato da partecipanti di destra, sul 25%: ovvero duemila suffragi circa (dei quasi ottomila espressi) andati al vincitore Massimo Pironi, consigliere regionale, e candidato amato dall'apparato e dal sindaco uscente. Che l'ha spuntata per ... 1.451 preferenze.

Per protesta escono dal Pd il vicesegretario Stefano Piccioni e l'ex assessore ai Lavori pubblici Giancarlo Gennari. Qualcun altro straccia la tessera. Platealmente.

L'altro candidato, il perdente Fabio Galli, denuncia: il risultato è stato "drogato dall'affluenza massiccia e organizzata dagli elettori di centrodestra", dai ciellini, dai parrocchiani di una certa chiesa e persino da qualche fascista nostalgico.

Parole grosse. A cui l'apparato del Pd risponde in maniera dolce, facendo finta di niente.
Il vincitore Pironi dice di aver previsto tutto: succede sempre che un 6-7% di voti alle amministrative passi da destra a sinistra.

Il risultato premierebbe la giunta attuale. Che era stata criticata dal perdente Galli. Appunto. Il segretario provinciale sostiene che queste "reazioni a caldo sfumeranno con il passare dei giorni". Ottimista come Veltroni lo scorso anno per le politiche...

Intanto questa sera su Internet non si leggono molte reazioni contrarie all'apparato. Ovvero grande dibattito democratico nel Pd.


19/01/2009
Tremonti elogia Prodi


Giulio Tremontielogia in tv Romano Prodi: "Ha ragione quando dice che non esistono soluzioni nazionali a una crisi globale".
E' accaduto ieri sera da Fabio Fazio. Se ha ragione Prodi, ha ovviamente torto Berlusconi. Ma Tremonti è ministro di Berlusconi. Dunque? La politica è compito collegiale di un governo. Il titolare dell'Economia non condivide la linea del capo dell'esecutivo! Bel risultato.

Tremonti ha detto altre cose importanti ieri sera: non si considera un economista. (La parola sembra procurargli orticaria.) Gli economisti non hanno previsto questa crisi. Lui invece, questa crisi, l'aveva da tempo annunciata. (E giù modestamente con titoli di saggi e libri....)

Non ci saranno interventi a sostegno dei consumi, ha aggiunto.
Siccome per Tremonti non capisce nulla chi ha un pensiero diverso dal suo, è implicitamente bocciata Angela Merkel. Che oggi sulla "Stampa" scrive: il governo tedesco, fra le altre cose, ha varato un pacchetto per rottamare i vecchi veicoli. Il governo tedesco non "punta soltanto alla spesa pubblica o soltanto a tagli fiscali".

Tagli fiscali: e l'Italia? Il nostro governo, osserva Tito Boeri (su "Repubblica"), riesce "solo ad aumentare la pressione fiscale" ed a brevettare nuovi balzelli. Tasserà "i poveri immigrati per dare ai petrolieri".

Osserva Giuseppe De Rita ("Corsera"): in Italia anche questa volta seguiamo la filosofia di "non prendere di petto problemi ed eventi, nella speranza che tutto si risolva senza troppa fatica e troppi drammi".
Intanto Boeri invita Tremonti a parlare nelle sue lunghe interviste" (allude al "Corsera" di ieri), "anche di economia", per spiegare a tutti "il perché di scelte che ai comuni mortali appaiono del tutto arbitrarie".

Non serve a nulla che Tremonti dia ragione a Prodi. Anzi. Discredita non il governo soltanto ma l'intero Paese che ha votato per quel governo. Proprio mentre "Le stime di Bruxelles gelano l'Italia" come intitola oggi sul web la "Stampa".

Archivio del blog su Tremonti 2009:
1. Tremonti l'econo...mistico
2. Grazie ministro: Tremonti si ispira alla Bibbia. Come poi anche Gianni Riotta. Ma cos'è un'epidemia?


19/01/2009
Tu quoque Riotta


Internetriotta Anche Gianni Riotta sembra contagiato dal misticismo. In una lezione di giornalismo ("Corsera" di oggi) spiega che l'informazione deve rifarsi al Vangelo di Giovanni: "Voi conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi" (8, 32).

Ma, direttore Riotta, quella di Giovanni è la "Verità" per eccellenza, teologica. post-ebraica, del Cristo che salva l'umanità con la morte in croce, ecc.

Non è la "verità" tipo Bruno Vespa che 40 anni fa raccontò la bugia: catturato il "mostro" di piazza Fontana.

Non possiamo farla lunga, direttore. Come blogger lei ci ha sputtanato sufficientemente. Vedansi titolo e sottotitolo del "Corrierone": "La Rete cancella l'opinione pubblica", "La verità moltiplicata all'infinito con Internet rischia la manipolazione".

Breve postilla. Chi nel corso dei secoli passati dissentiva dall'interpretazione ufficiale della "Verità" (emessa dagli uffizi romani...) finiva in carcere e pure sul rogo.
Per fortuna noi blogger, eretici per (sua) definizione (non produciamo "un confronto aperto" con "verità condivise"), siamo troppi perché il Potere (il Palazzo pasoliniano) possa perseguitarci ad un ad uno.

In certi Paese però ciò succede. Perché lì l'opinione pubblica non è stata cancellata dalla Rete, bensì dai governi che reggono quei Paesi.

Anche in uno Stato liberale come l'Italia ogni tanto qualcuno da destra o da sinistra ha la tentazione di metterci un freno...  A noi blogger che siamo la rovina del mondo. Altro che i "derivati". Forse anche la crisi finanziaria è colpa nostra. Che non ci senta Tremonti, altrimenti lo va a dire in giro o in un prossimo libro.


19/01/2009
Latinorum


Ai musulmani sarà proibito pregare nella lingua araba. Ed ai cristiani di usare il latino nella messa. Conseguenze della proposta dell'on. Fini che richiede prediche in italiano nelle moschee.

18/01/2009
Grazie, ministro Tremonti


Grazie ministro Tremonti per aver confermato la mia diagnosi su di lei. Che  ieri ho definito uno degli "econo...mistici" attualmente in circolazione nel nostro Paese.
Intervistato da Sergio Rizzo sul "Corriere della Sera" di oggi, lei dichiara: per vincere la "sfiducia che domina la finanza" (a causa dei terribili "derivati"), occorre applicare "l'immagine del sabbatico, della segregazione del bene dal male".
Forse la parola da lei usata è "separazione". Ma comunque la distinzione tra bene e male non c'entra nulla con "l'immagine del sabbatico" che lei accredita.

Dimostrazione. Apriamo la "Bibbia". In "Neemia" 10, 32 si legge: "Ogni sette anni [...] cancelleremo ogni debito". E' questo che lei ministro vuole? Con i soldi di chi?
Stamani ho ascoltato una telefonata a Radio3: un camionista licenziato avrà un "ammortizzatore sociale" di 50 (ripeto: 50) euro al mese. Al posto degli euro per mangiare, lei gli dà una lezione teologica.

In "Levitico" 25, 35-30 per l'anno giubilare si prevede di dare prestiti ai poveri senza esigere interessi. Ai poveri non alle banche. Dunque tutto il richiamo biblico non c'entra un bel nulla nel quadro della crisi finanziaria.
Anche perché, sempre in "Levitico" (25, 14-36) si parla delle maledizioni a chi non obbedisce alla legge divina ("Nel mio odio contro di voi...", ivi 25,30). Siamo ancora uno stato laico?

Signor ministro, non ci prenda in giro. Ad Eugenio Scalfari, ("Repubblica" di oggi) lei "come persona fa tenerezza". Anche se poi aggiunge che le sue parole sulla recessione ("Si torna al Pil del 2005, mica al Medioevo"), paiono "irresponsabili".

A proposito di errori. Due appunti.
1. Ieri sera a Fabio Fazio, Riccardo Chiaberge  (della "Domenica" del "Sole-24 Ore") ha detto che "Galileo criticò Bibbia e Vangelo". Non è vero.
Anzitutto il Vangelo non c'entra. Galileo cercò di conciliare scienza e teologia. Non criticò nulla della Bibbia, ma l'interpretazione che ne era data dalla Chiesa di Roma. Altrimenti sarebbe finito sul rogo come Giordano Bruno.
(Gli bastò il processo talora negato da certi cattolici contemporanei. Oggi apprendiamo della scomparsa di Italo Mereu, storico del diritto, che dedusse dal "rigoroso esame" a Galileo, la prova della tortura a cui fu sottoposto.)

2. Sul "Sole-24 Ore" Alessandro De Nicola, trattando del caso "Anno Zero", scrive che la Rai è l'incarnazione del nostro "modus rei publicae regendi". Matita blu: "modus rem publicam regendi".


17/01/2009
Soliti noti


Ed ora, del dramma della Palestina, che cosa si dice sui giornali? Tutto è ridotto alla lite fra il conduttore esagitato e la giornalista arrabbiata. Con la graziosa appendice di sua maestˆ Berlusconi che proclama sorridendo: la signora "ha fatto come me". Insomma, anche le cose più dolorose della storia presente, noi in Italia le trasformiamo nel carosello dei soliti noti. Gli altri crepino pure, ed amen.

17/01/2009
Econo...mistici


Tony Blair ha definito il nostro Giulio Tremonti "il ministro del Tesoro più colto d'Europa". Lo ricordava ieri Massimo Giannini su "Repubblica".
Non è tutto oro quello che luce, e non sempre gli inglesi dicono cose giuste. Per provincialismo culturale e sudditanza psicologica a volte crediamo loro ciecamente.

Tremonti ha scritto un libro dal titolo molto teologico, "La paura e la speranza". Esso rispecchia una tendenza presente nella mente di alcuni studiosi italiani del settore. Per cui più che economisti sono "econo...mistici".

Li ha presi una fregola di predicare come se fossero sacerdoti di Santa Romana Chiesa. Dove certi esperti molto peccatori hanno legato il loro ruolo a vicende terribilmente serie e drammatiche, in tempi non troppo lontani. Quando l'unico politico italiano inflessibile fu il compianto Nino Andreatta.

Tremonti di recente disse ad Aldo Cazzullo che con la crisi non finiva il mondo, ma era "la fine di un mondo". Peccato che la frase di Tremonti avesse una precisa paternitˆ in un articolo di Domenico Siniscalco apparso sulla "Stampa". Dove principia e termina l'originalitˆ del pensiero del nostro ministro del Tesoro? Forse Siniscalco aveva letto quello che ribolliva nel cervello di Tremonti e lo aveva preceduto nell'esternazione...

Un altro noto economista, come mi segnala un lettore, pu˜ essere citato perché ha dichiarato cose inesatte addirittura sull'origine della parola finanza. Che significa "pagare alla fine", derivando dal provenzale "cessare, finire", e non avere un fine (uno scopo) come sostiene l'esperto. Il quale poi, misticheggiando a più non posso, sostiene erroneamente pure che i francescani, con i monti di pietˆ, hanno "inventato la finanza così come la conosciamo oggi".
Il nostro lettore precisa: secondo documenti pubblicati nelle storie economiche, le carte di fondazione dei "monti di pietˆ" proclamavano il "favor pauperibus" contro "la voragine dell'usura praticata dai perfidi giudei"...

Ecco che il nuovo misticismo si colora del vecchio livore contro gli israeliti, un tema più che mai attuale in questi giorni per tanti motivi.

Il misticismo degli economisti contrasta con il pragmatismo della Chiesa italiana che ha bussato alle casse del governo ed ha ottenuto subito 120 milioni di euro per le sue scuole.
Ma quel pragmatismo ha usato in maniera non corretta il misticismo di Tremonti. Non gli ha detto evangelicamente di guardare i gigli dei campi e gli uccelli del cielo. Gli ha intimato bruscamente in un orecchio: dammi i soldi o vai all'inferno.... Poi il papa ha pronunziato davanti a tutti parole ineccepibili: "Gli aiuti per l'educazione religiosa dei figli sono un diritto inalienabile".
La Chiesa di Roma aveva la speranza di ottenere quello che ha poi avuto, ma Tremonti ha tremato di paura davanti alla minaccia della pena eterna all'inferno se avesse rifiutato.
I nostri "econo...mistici" si vogliono salvare l'anima ma rovinano il Paese.


15/01/2009
Il vizietto


E' il solito vizietto italico di ridurre tutta la vita politica alla gestione del potere personale di questo o quel personaggio. Possono cambiare, almeno a parole, le "Repubbliche" (ho perso il conto: siamo alla terza o alla quarta?). Cambiano i movimenti od i cosiddetti partiti. Resta immutabile quel gusto tolemaico dei protagonisti per cui tutto deve girare attorno alla loro persona.

Fini rialza ogni tanto il capo, poi deve nuovamente inchinarsi al re di Arcore. Il menu non prevede altra scelta di quella del cuoco. O mangiare quella minestra o saltare dalla finestra. Ieri Berlusconi ha finto di fare pace con lui. Intanto, sussurrano le cronache, sta pensando a come toglierselo dai piedi. Nelle nebbie degli oroscopi parlamentari si vocifera persino di una "rappresentanza nelle sedi internazionali", come si legge su "Repubblica" di oggi.

E' già successo con Prodi e Fassino. Può avvenire anche con Fini. Sino a quando una "rivoluzione copernicana" della nostra politica non riuscirà a dimostrare che bisogna rovesciare le prospettive morali. Non contano sopra tutto e tutti gli interessi dei partiti (e dei gruppi di potere economico), ma quelli della società intera.

Nulla ci permette di essere ottimisti. Lo dimostra il fondo del "Corriere della Sera" di Massimo Franco. "Forse non succederà nulla", è l'inizio del pezzo; ma c'è quasi la certezza che si sta rovinando la luna di miele con il Paese, è la conclusione. Nel mezzo  dell'articolo sta il problema più serio del momento: "... l'assenza di un'opposizione compatta e rocciosa dà al centrodestra l'illusione di potersi permettere molti lussi: compreso quello di litigare".

Mi scrive un amico, Marcello Forcini, un'efficace sintesi della nostra situazione: "Il governo la fa sempre fuori dal vaso, al contrario l'opposizione soffre di stitichezza".

Al governo ed all'opposizione consigliamo di riflettere su quanto Maurizio Molinari racconta  oggi nella "Stampa"  dagli Usa sul crac della Sanità. Una sola citazione: un ospedale è stato costretto a chiudere il reparto pediatrico mettendo alla porta oltre cento bambini. La notizia è ripresa dal servizio di Lisa Girion e Mark Medina sul "Los Angeles Times" di ieri: "... in Northern California, NorthBay Healthcare closed a $15-million projected shortfall by shuttering a pediatric hospital unit and an outpatient pediatric rehabilitation program with a waiting list of 100 children".


14/01/2009
Facciamo finta


Filippo Andreatta osserva, sul "Corriere della Sera"  di oggi, che la politica italiana sembra ignorare "quasi completamente l'incombente arrivo della crisi economica internazionale".

Finora, spiega, la recessione ha "solo sfiorato il nostro Paese, ma l'anno appena cominciato sarà invece con ogni probabilità uno dei peggiori del dopoguerra...".

Andreatta contrappone "l'ostinato ottimismo del governo" alla "latitanza dell'opposizione".

Berlusconi in agosto rifiutò la prospettiva della recessione. I fatti gli hanno dato torto, dimostrando che non basta considerarsi monarchi costituzionali per essere veri statisti.

Adesso nel suo governo assistiamo a continui contrasti dialettici e politici che non diventeranno insopportabili. E che non produrranno nessun cambiamento istituzionale.

Qualche protagonista si agita, come Fini. Il "(retro)marcia su Roma" da solo non va da nessuna parte, ormai.
Recita bene la commedia della differenza rispetto al "dominus" della situazione. Riceve qualche applauso.
E' contento. Passerà alla storia come il "sor Tentenna". Meglio che niente diranno lieti in casa sua e forse amaramente i posteri.

Il problema è l'opposizione: "presa dai suoi tormenti interni rinuncia a incalzare l'esecutivo come sarebbe suo compito istituzionale", osserva Filippo Andretta.

Questo è il vero dramma politico italiano. Il governo non incontra ostacoli. Hanno fregato Lega, Lombardia, Milano in un botto solo con l'Alitalia. A Prodi l'avrebbero inseguito con i forconi padani.
Con Berlusconi al potere, quelli del Nord si accontentano di qualche titolo di giornale. Meglio così. Ci siamo risparmiati le processioni con l'acqua del dio Po ed il tribunale popolare affascinato da qualche Borghezio e dalle sue parole in libertà.

L'intero articolo di Filippo Andreatta si legge sul sito di "Libertà e Giustizia".


Archivio Filippo Andreatta del blog. Post principali:

18 agosto 2007: Nelle pagine odierne di "Repubblica" di Bologna, Filippo Andreatta confessa tutto il suo sconforto per come stanno procedendo le cose in casa del nascituro Partito Democratico. ‚La mia freddezza attuale dopo l'entusiasmo dei mesi precedentié, spiega, nasce dal fatto che Ds e Margherita stanno cercando di mettere ai vertici locali soltanto uomini loro: se ci riusciranno, "quella sarà la cartina di tornasole che il test del rinnovamento è fallito".

12 gennaio 2008
: Filippo Andreatta denuncia all'interno del partito che ha contribuito a far nascere, la presenza di contraddizioni provocate dalle "ambiguità con cui è venuto alla luce il Pd".

19 agosto 2008
: "La Margherita si sta sfaldando di fronte alla granitica posizione dei Ds e in qualche modo oggi è già sciolta nel Pd. Mi sembra emergano due posizioni: da un lato chi china la testa di fronte ai Ds e viene unificato solo dalla sete di poltrone e di potere. E confluisce nella maggioranza del futuro Pd. Dall'altro lato c'è chi cerca ancora di mantenere una posizione autonoma".


13/01/2009
Europee, rispondo


Rispondo a Lev che definisce "una sciocchezza" la discussione sull'astensione dal voto alle prossime elezioni europee.
Ne ha tutti i diritti. Ma non capisco come imposti il suo ragionamento. Forse ha letto soltanto il titolo o la prima parte.
Ho spiegato che sono un ulivista convinto (aggiungo: al pari di Renato Soru). Come tale non voglio dirottare il problema, ovvero premiare liste a destra o a sinistra dell'Ulivo che fu... (L'Ulivo unì, ora "tutto" è disgregato.)

Ho il massimo rispetto per tutti i movimenti e/o partiti che Lev indica.

In un precedente post "Miti (s)finiti" vi ho elencato anche quello di Di Pietro, nonostante l'iniziativa referendaria contro il "lodo Alfano".

A quanto già osservato circa le vicende "di famiglia", aggiungo che il suo partito fatica e faticherà a trovare nuove leve sufficientemente vaccinate (non dico capaci) per affrontare le gravi questioni del momento.

Ho l'esperienza locale sotto gli occhi, una sua candidata, Karen Visani, è finita assessore comunale con ben 95 preferenze raccolte su 142 seggi dove Idv ha registrato 2.910 voti. Ovvero la signorina era sconosciuta persino al suo elettorato.

Aveva promesso di affrontare le priorità cittadine (tra cui anzitutto quelle del territorio, "la nostra ricchezza"), "candidando persone pulite, fuori dai giochi e dalle delle elites di potere che si sono spartite la gestione della cosa pubblica nel riminese negli ultimi anni".

Il territorio inteso come ambiente, in mezzo a tante chiacchiere e dichiarazioni politiche, rischia di essere distrutto una volta per tutte, a Rimini.
Circa giochi ed élites, nel Pd per le prossime primarie si stanno scannando da parecchio. Con gravi riflessi sulla vita della città. Sarebbe utile pubblicare un'antologia delle accuse che suoi personaggi importanti si scambiano nei giornali.

Non ricordo altre imprese degne di nota della rappresentante di Di Pietro se non le conferenze per le donne, tenute da uno psichiatra con venature mistiche (è "portavoce" di un celebre sacerdote indagato per abusi sessuali e ridotto allo stato laicale dal Vaticano nello scorso marzo) che poi i massoni ospitano alle loro riunioni definendolo pubblicamente "loro amico".

La signorina dell'IdV, nata nel 1985, quindi beatamente giovane, è studentessa universitaria dal 2004, dopo essersi diplomata perito-turistico. Il sito del Comune la qualifica assessore a: "Pari opportunità, Finanziamenti e Programmi dell'Unione Europea, Tempi e spazi della città, Politiche della pace, Formazione professionale".

Non ho ascoltato una sua parola sulla guerra in Medio Oriente in corso in questi giorni, ad esempio. On. Di Pietro, la solleciti lei ad intervenire. Dica una qualsiasi cosa, ma la dica, perbacco. Fa apposta l'assessore.

"Padrino" d'eccezione per la candidata nel 2006, si legge sul web, fu Raffaele Bersani, padre del cantautore cattolichino Samuele, che ne decantò pubblicamente le lodi scolastiche. Altra impresa memorabile della Nostra, l'invito fatto al presidente della Provincia a parlare della fedeltà in amore... Ed una dichiarazione sulle conferenze per le donne: "... non si tratta di un corso di educazione sessuale. Non ci sono momenti di fisicità. Si tratta di lezioni solo teoriche".


12/01/2009
Andreotti, ghigno romano


Andreotti? "Un grande statista del Vaticano", sostiene Francesco Cossiga con Aldo Cazzullo nel "Corriere della Sera" di ieri. Aggiungendo: "La sua vocazione politica e' una vocazione religiosa".
Se l'etichetta e' fedele al soggetto, lo classifica nel peggiore dei modi. Il Vangelo ammaestra a distinguere tra Cesare e Dio. Andreotti che fa della politica la sua religione, diventa il simbolo di una fusione molto pericolosa per lo Stato.

Cossiga ha approfittato dell'intervista per lanciare una frecciata velenosa contro il pci di Berlinguer e Pecchioli: "E' la prima volta che lo dico", i due andarono da lui al Viminale a bloccare le trattative per liberare Aldo Moro.

Contro il pci Cossiga aveva "gia' dato". Il 14 novembre 2007, sempre ad Aldo Cazzullo del "Corriere" aveva dichiarato: i comunisti "in mille" sapevano dove era prigioniero Moro. Piu' che alla Storia italiana, Cossiga pare interessato a piccole vendette romane.


"Ma Andreotti e' spiritoso?" ieri si chiedeva una pagina della "Stampa". Secondo Vauro, "l'arroganza messa in mano ad una persona investita di autorita' si chiama arroganza" e "piace perche' a volte piace anche il cinismo".

Sono d'accordo. Ho gia' scritto che "il sorriso-ghigno romano alla Giulio Andreotti" esprime il gusto sadico dei potenti.
"Andreotti con la solita battutina presentata quale ricetta capace di risolvere tutti i problemi", avevo aggiunto, "e' l'anti-ingenuo per eccellenza".

"Ne' comico ne' simpatico" ha precisato Paolo Villaggio, ma "diabolico".

Ad Andreotti, quel sorriso-ghigno risolveva molte situazioni giornalistiche. Non credo che sia mai stato utile al Paese. Berlusconi dovrebbe ringraziare il "divo Giulio", accettandone la lezione "teatrale": insinuare maliziosi, non proclamare ilari. Il popolo vuol ridere ma non ama a lungo i potenti che ridono. Perche', prima o poi, pensa di essere preso per i fondelli. Qualche politologo moderno o qualche storico antico lo avranno scritto senz'altro.


11/01/2009
Jan Palach. 16.1.1969


Caso Jan Palach-Riccione, di cui ho parlato lo scorso anno.

Ovvero come quel Comune non intitolo' una strada al giovane che il 16 gennaio di 40 anni fa si diede fuoco in piazza San Venceslao nel centro di Praga.
Ho potuto leggere i documenti relativi alla vicenda.

La decisione dell'intitolazione fu presa l'8 settembre 1969 dall'apposita commissione comunale per la toponomastica.
Il 25 novembre la commissione stessa, con alcuni componenti cambiati, si rimangia quanto deliberato.
Il Consiglio comunale verbalizza il tutto il 9 febbraio 1970.

Questi documenti erano gia' stati visti dallo studioso riccionese che mi aveva informato (vedi il post del 31.05.2008).
Essi confermano quanto quello studioso mi aveva esposto: cioe', che la Giunta aveva bocciato (informalmente e sottobanco) la prima proposta. Questo atteggiamento "privato" della Giunta comunale spiega la retromarcia della commissione del 25 novembre rispetto alla decisione dell'8 settembre 1969.

Piccolo particolare che poteva fungere da alibi per spiegare la vicenda della retromarcia. La via Palach 'rubava' il nome alla Flaminia! Immaginate se il  mutamento del nome bimillenario di una strada romana, poteva essere approvato.

Infine, la delibera comunale del 9 febbraio 1970, affissa il 13 febbraio 1970 al pubblico ed inviata alla Prefettura, fu approvata da questa il 24 aprile 1975, dopo i pareri favorevoli espressi dalla Soprintendenza ai monumenti e dalla Deputazione di Storia Patria. Erano passati cinque anni. Diconsi cinque.

Ai post del 2008 sull'argomento:
1. Strade facendo
2. Stalinisti a Riccione


11/01/2009
Europee, sciopero del voto


Alle prossime elezioni europee sara' forse il caso di fare lo sciopero del voto, dicevo ieri mezzogiorno a tavola. A meno che non vogliate sostenere Berlusconi e se nel contempo desiderate (come dicono gli esperti) mandare un segnale "forte e chiaro" al Pd veltroniano. Che naviga nella nebbia totale e sta per affondare.

Oggi sfoglio il "Venerdi' di Repubblica". In ultima pagina Michele Serra affronta lo stesso argomento. Lui dice che "molti italiani di sinistra" (aggiungo: come inevitabilmente finiscono per essere etichettati quanti non aderiscono ai programmi del Pdl), "tutt'altro che qualunquisti, tutt'altro che snob, stanno seriamente prendendo in considerazione l'idea di saltare un turno".

La rabbia in corpo e' forte, pensando a quante ciance ci stanno raccontando dal Pd in un momento grave come questo. Sono un ulivista convinto, non perche' Prodi avesse la bacchetta magica. Sono confermato nella mia opinione dal fallimento di chi lo ha scalzato. Parlo a livello nazionale, perche' non voglio rogne accostandomi a quello locale. Gia' in troppi incontrandomi per strada non mi salutano...


10/01/2009
Riccione 1929, il tragico naufragio della "Bruna"


17 gennaio 1929. Cinque pescatori riccionesi muoiono per un violento fortunale nel naufragio della motonave "Bruna".

La "notte era gelida, soffiava un vento freddissimo e un fitto nevischio cadeva ininterrotto", racconto' "Il Popolo di Romagna".

Altri nove marinai perdono la vita quella notte a bordo della "Titona" di Bellaria.

Le vittime riccionesi sono il "parone" Secondo Tomassini detto Pirule'in, 34 anni, Paolo Ceccarelli, motorista, 23, Giulio Gennari, 31, Roberto Pronti, 38, ed Ubaldo Righetti, 19.

Al loro ricordo il Comune della Perla Verde ha dedicato una piccola pubblicazione curata da Fosco Rocchetta, direttore della Biblioteca Comunale.

Vi sono documentate anche le vicende del ritrovamento di quattro delle cinque salme (manco' quella di Gennari) nel corso dell'estate successiva. E del recupero del relitto della "Bruna".

Questo volumetto e' un'altra importante testimonianza per ricostruire il ruolo che la marineria rivierasca ebbe nel corso degli ultimi secoli nella nostra storia sociale ed economica.


I post precedenti di questo mese.


Anno XI, n. 157, Gennaio 2009
Date created: 03.01.2009 - Last Update: 22.01.2009, 18:20/
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