Antonio Montanari
Amarcord giornalistici sempre attuali.
Ovvero, comandano sempre quelli.

Avevo 19 anni nel 1961. Piombò a Rimini, con lussuosa sede al grattacielo, tale Carlo de' Siena, con un settimanale ("Europa flash"), che scomparve dopo pochi numeri: era l'imitazione del noto rotocalco "Oggi". Si presentava come un grande esperto, ma non conosceva neppure le telescriventi.
Credo, per notizie molto successive, che quell'impresa editoriale fosse più legata al controllo della città che era base militare Nato, che ad un'idea di fare qualcosa di nuovo nel panorama giornalistico nazionale.

Una quindicina d'anni dopo aiutai un amico a sopravvivere ad una carognata estrema ricevuta da un quotidiano, collaborando ad un suo foglio locale.
Ad un certo punto anche per noi arrivò una lussuosa sede (non ne avevamo mai avuta una, tranne un tavolo in tipografia), avendo ricevuto un contratto editoriale: la pagina fissa di un centro studi giuridico-economici. Che poi (molti anni dopo) scoprii essere una emanazione dei "servizi", curata da un collega riminese che avrebbe fatta brillante carriera universitaria. Transitando dalla estrema destra molto surriscaldata di quegli anni. E godendo di un appoggio famigliare a sua volta basato sulla massoneria bolognese-romagnola.

Oggi appare ancora in primo piano, con annessi e connessi sui quali non dico altro, ma che sono sotto gli occhi di tutti quelli che vogliono vedere.


All'archivio su questo tema.
All'archivio "Patologie riminesi".

Antonio Montanari
2804, 11.08.2018


Inno al libero pensatore riminese
il Rimino Riministoria