Politica. Articoli vari del mese di Ottobre 2008, blog de "La Stampa"

31/10/2008
Bonus bebé
I neonati riceveranno un prestito dal governo al tasso del quattro per cento.
Se il prestito non sarà restituito il bambino sarà requisito dal ministro Tremonti al compimento del secondo anno di età, ed inviato a scuola dalla signora maestra Gelmini e dal prof. Brunetta.
I quali con delicati biberon all'olio di ricino, tenteranno di spremere le meningi del piccolino affinché da grande si ricordi di restituire il maltolto.
Ogni somministrazione del biberon sarà accompagnata da una lezione per mettere in guardia il fanciullo dai nefasti effetti che le esperienze del '68 hanno provocato in lui.
Al momento in cui il povero bambino avrà il dono della parola, sentendosi ricordare i suoi precedenti di manifestante 40 anni prima che nascesse, potrà articolare frasi sconvenienti in base allo statuto delle Nazioni Unite.
A sinistra (ma soltanto nella foto). Bebé di Forza Italia che da grande farà prima gli spogliarelli e poi la ministra. Ovvero dal bonus alla bona.
[31.10.2008, Anno III, post n. 332 (709)]

30/10/2008
Pueri cantores
Da che mondo è mondo, i bimbi sono sempre in prima fila, esibiti con orgoglio dai genitori, ad inneggiare o a protestare. Cossiga si è scandalizzato in Senato. Non avrebbero dovuto gridare: "Assunzioni, assunzioni", ma "Merendine, merendine".
Ha ragione? Ma quando sono nato mi hanno fatto subito "Figlio della Lupa". Poi mi hanno portato alle processioni, a cantare in modo stonato gli inni della Chiesa. Gli altri coetanei invece si esibivano in "Bandiera rossa". Tutti eravamo bene o male "pueri cantores".
Per cui non vedo nulla di male se un babbo spiega al figlio che si va in corteo perché se licenziano la maestra, suo figlio (che ha stessa età del piccolo che urla infastidendo Cossiga), non avrà nulla da mangiare.
La parola "assunzione" non è per ora un'oscenità. I bambini imparano presto a capire il mondo, ad accettare il prossimo.
Poi purtroppo crescono ascoltando i senatori alla Cossiga che vogliono menare i dissidenti. Od i presidenti alla Berlusconi che ragionano come donna Prassede: poche idee e sempre quelle, ma soprattutto scambiano per cielo il proprio cervello. O quei signori leghisti da legare che voglio ridurre la scuola italiana a giardino del proprio condominio, niente insegnanti meridionali al nord, ognuno soltanto con maestri di casa propria.
I bambini sono intelligenti ed onesti. Noi adulti vogliamo essere più intelligenti di loro, e facciamo i furbi rimettendoci in onestà.
Presidente Cossiga, senza stipendio ad una mamma maestra od operaia che sia, le merendine per il figliolo non si comprano.
Per declamare simili amenità bastano ed avanzano i giardinetti, mica occorre scendere pomposamente nell'aula del Senato.
[30.10.2008, Anno III, post n. 331 (708)]

29/10/2008
Cossighismi
Due episodi ispirati dall'irruenza di Francesco Cossiga, che ovviamente non ne è responsabile.
L'attacco verbale di un ministro ad un direttore di giornale, chiamato affettuosamente "Concitina" per disprezzarla prima come donna e poi come scrittrice.
E l'attacco reale agli studenti. Insomma attacco... Lo dice soltanto "Repubblica"... Sono scontri per "La Stampa". Una rissa per il "Corriere". Insomma qualcosa è successo. Ma cosa?
Caso strano, qualche giorno fa Cossiga aveva detto:
"Bisogna infiltrare gli studenti con agenti provocatori pronti a tutto, [...] picchiarli e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano".
[29.10.2008, Anno III, post n. 330 (707)]

28/10/2008
Fiasco del Fisco
Una vecchia regola democratica diceva: tutti i cittadini hanno diritto agli stessi servizi, pagandoli però in base al proprio reddito con le imposte su di esso.
Adesso vogliono introdurre differenze direttamente sui servizi, come Francesco Giavazzi nel "Corriere della Sera" di oggi: per i ricchi più tasse universitarie.
E' giusto? Altra domanda: ma come si fa a stabilire se uno è ricco? La risposta la ritroviamo sullo stesso quotidiano, in due pagine di un focus intitolate "Fisco, una fuga da 100 milioni" (di Mario Sensini). E nell'articolo "Una battaglia persa, tra condoni e manette" (di Sergio Rizzo). Il sottotitolo di questo secondo servizio recita: "L'infedeltà fiscale spesso finisce in prescrizione. Negli Usa 11.691 arresti in sette anni".
Da noi il cavalier Berlusconi ha ripetutamente elogiato l'evasione fiscale. Ha definito l'Italia, quand'era all'opposizione, "uno Stato di polizia tributaria".
Vincenzo Visco gli rispose con parole sempre attuali: "Berlusconi mente sapendo di mentire. Da presidente del consiglio faceva l'apologia degli evasori. Da capo dell'opposizione lancia un'abile campagna di propaganda per far apparire straordinaria l'introduzione in Italia di procedure e norme fiscali molto più garantiste di quelle che esistono normalmente, senza scandalo alcuno, in Francia, in Germania, in Usa, cioè in paesi civilissimi dove l'evasore fiscale viene considerato uno che danneggia la collettività e non un simpatico e abile furbone. La verità è che non vuole la libertà di impresa nelle regole, ma la libertà di infrangere le regole".
[28.10.2008, Anno III, post n. 329 (706)]

27/10/2008
Aeronautica militare
1988. Cade un altro F104
La mattina del 5 settembre un F104 di stanza a Miramare di Rimini precipita a poche centinaia di metri dalle case della Grotta Rossa, a ridosso del greto del torrente Ausa. Il pilota, capitano Dario Aloisi (28 anni, Pescara), si salva con il paracadute. Gli F104 sono tristemente noti nell’ambiente aeronautico come "fabbrica vedove". Dei ventidue piloti operanti a Rimini nel 1970, ben quindici sono morti in disgrazie accadute finora in varie parti d’Italia, mentre erano al comando di questo tipo di aereo. Il 18 marzo 1986 ne era caduto uno a Misano, uccidendo tre persone. Dal 1969 al 1988, gli incidenti di volo nella basi militari romagnole sono stati nove, con otto piloti deceduti.
Dal 1964 al ’77, in tutt’Italia sono andati distrutti in incidenti 59 aerei F104 nella versione"G", con 32 piloti morti. Della successiva versione "S", tra ’70 e ’77 se ne sono persi 26 esemplari, sempre a causa di incidenti, con 14 aviatori deceduti. Nel periodo 1978-82, altri 20 esemplari perduti, con 11 morti. Dal 1983, la media è di due aerei persi ed un pilota morto all’anno.
1989. Cadono altri due F104
L’anno si chiude con una nuova disgrazia aerea: a Faggeta di Pianacquadio sul monte Carpegna, il 27 dicembre, cadono due F104 di base a Miramare, pilotati da Claudio Lodovisi (28 anni) e Michele Burlamacchi (23). È il terzo incidente del 1989 in cui in Italia sono stati coinvolti gli F104, con un totale di quattro vittime. Dopo la disgrazia di Carpegna, a Miramare "volano le polemiche". Sotto accusa sono gli F104. L’on. Stelio De Carolis, sottosegretario alla Difesa, sostiene che tali aerei non sono pericolosi: "Le statistiche dicono che si verificano avarie molto raramente". Un pilota di F104, intervistato dalla Stampa, dichiara: gli errori che sugli altri aerei sono recuperabili, diventano problematici con questo tipo di macchina.
Nel 1990, si registrerà un’altra disgrazia tra i militari del V Stormo di Miramare: il col. Gianni Marrone (46 anni) muore nel tentativo di dirigere il suo aereo impazzito in una zona disabitata, nei pressi di San Benedetto del Tronto.
[27.10.2008, Anno III, post n. 328 (705)]

Senza parole
Ricordate le vignette con la didascalia "Senza parole"? Bene, l'ho messa mentalmente sotto la foto della ministra Maristella Gelmini pubblicata dal "Corriere della Sera" di oggi a corredo dell'intervista che le è stata fatta, e che è riassunta da un titolo che appunto lascia senza parole: "Il mio modello è Obama".
Il testo è ancora più sconvolgente: Obama copia la Gelmini ("Sta proponendo per la scuola americana provvedimenti simili ai nostri...").
La ministra ha dimestichezza soltanto con i luoghi comuni appresi alla scuola del partito ed alla tavola del suo principale. Non sa ovviamente nulla di pedagogia. Le suggeriamo di leggere l'intervista con Francesco De Bartolomeis sull'ultimo "Tuttolibri". Dove lo studioso novantenne ricorda che la pedagogia "deve lavorare sui ponti che congiungono alla produzione, l'arte, la scienza, la vita".
La ministra cerca di conquistare consensi con frasi che non hanno fondamento storico, e sulle quali di potrebbero scrivere trattati per dimostrarne la inconsistenza.
Come quella che attribuisce ai sindacati la colpa degli stipendi da fame e della proletarizzazione dei docenti.
Per risollevare le sorti economiche della misera classe insegnante, ci sono due episodi da citare nella storia dell'Italia postbellica. Più di mezzo secolo fa, Amintore Fanfani motu proprio alzò gli stipendi. Trent'anni fa, i sindacati unitariamente ottennero lo stesso risultato con uno sciopero generale di tutte le categorie dei lavoratori. I quali compresero l'importanza del ruolo svolto dalla scuola nella società. Fu l'ultima volta.
E la ministra è frutto della cultura aristocratica di chi ha fatto i soldi e se ne sbatte altamente di tutti gli altri cittadini. Perché tutto si compra. Occhio, ragazzi, a non vendervi a questi signori. (O ad altri che possono apparire sul mercato della politica.)
A proposito di "comprare": "Berlusconi prima ha cercato di comprarmi offrendomi di fare il ministro.... Ma siccome è andato a vuoto, dice che sono un malvagio. La verità è che non sopporta le persone libere". Firmato Antonio Di Pietro.
[27.10.2008, Anno III, post n. 327 (704)]

26/10/2008
Parole parole parole
Il penalista on. Roberto Cota ha dichiarato in tivù che la scuola non deve essere uno stipendificio.
Ha ripetuto parola e concetto già usati dall'on. ministra Gelmini all'inizio di settembre.
Tradotti in pillole, significa che la scuola serve soltanto agli insegnanti per percepire lo stipendio.
Invidio le persone che con la loro acutezza riescono a giungere a siffatte affermazioni.
Il presidente emerito Francesco Cossiga ha invece detto in un'intervista che la scuola può servire allo Stato. Ecco come: "Bisogna infiltrare gli studenti con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine, mettano a ferro e fuoco le città [...] Dopodiché, forti del consenso popolare, [...] le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano".
Il 2 dicembre 2006 il centrodestra era sceso in piazza San Giovanni a Roma "per mandare a casa Prodi". Parole di Silvio Berlusconi.
C'è tanta gente. Cito da "Repubblica, articolo di Clotilde Veltri.
Per Antonio Tajani, è "più di un milione" di persone. Per Bondi sono "due milioni". Infine per Berlusconi, "oltre due milioni". La piazza del cavaliere era più piccola del Circo Massimo di Veltroni di ieri.
[26.10.2008, Anno III, post n. 326 (703)]

25/10/2008
Risveglio
Walter Veltroni si è risvegliato. Scrivo quasi in diretta, ha finito di parlare adesso. Ha fatto retromarcia. Ha attaccato Berlusconi. La cultura della destra. La politica di questo governo. Era quello che aspettavamo da lui sin dall'inizio.
La misura era colma. Non poteva più restare sulle posizioni del debutto. Pena la sua fine politica.
Adesso, deve essere l'apparato del suo partito a capire che i dissensi espressi sinora erano legittime opinioni, non critiche invereconde da legare al dito. Adesso, i parlamentari del Pd di ogni luogo e regione, debbono comprendere che vanno affrontati i problemi reali.
Ho già raccontato qui che nello scorso aprile, ad una settimana del voto, l'argomento proposto dal Pd del mio borgo selvaggio all'attenzione pubblica era stato "Le parole da non scordare" in una convention sul dialetto...
Adesso anche questi signori debbono svegliarsi, comprendere la gravità della situazione italiana. Non c'è tempo da perdere, non ci sono giochetti da furbetti della parrocchietta che possano resistere alle urgenze dello stato di cose in cui l'Italia si trova, anche in relazione alla recessione che Berlusconi non vuole ammettere.
[25.10.2008, Anno III, post n. 325 (702)]

25/10/2008
Senza tetto
Marco Falcucci, 54 anni, clochard pratese rifugiato 'politico' a Bologna (la credeva una città tollerante), e multato per 742 euro, sarà festeggiato domani in piazza San Francesco, con una castagnata di solidarietà voluta dai residenti della zona.
Il verbale dei Vigili Urbani era per sosta vietata con due biciclette e la sua casa di cartone con annessi un carrello della spesa e sacchetti di plastica pieni di attrezzi per sopravvivere.
Il governo Berlusconi gli aveva offerto un intervento simile a quello per le banche negli Usa, ma lui ha rifiutato. Ingrato.
[25.10.2008, Anno III, post n. 324 (701)]

24/10/2008
Facinoroso, è lui
E' utile scoprire l'influenza negativa esercitata dai "giornali" sui ristretti manipoli di "facinorosi" che agitano lo spettro di una contestazione politica, nascondendosi dietro il rifiuto del grembiulino e del sette in condotta voluti dalla ministra Mariastella Gelmini.
La scoperta è merito dello stesso capo del governo Silvio Berlusconi. Che ha in mente uno schema politico così congegnato: i giornali attaccano lui e sobillano i centri sociali i quali partoriscono i facinorosi.
Giustamente, con alto senso democratico il presidente del Consiglio non vuole usare la forza pubblica per piegare i facinorosi: "Ho in mente qualche sistema molto spiritoso, ma per ora non lo dico".
Forse pensa a quel motto del '68 "Una risata vi seppellirà". Ecco chi è il vero "facinoroso", è lui, Silvio Berlusconi.
Che prendendosela con i "giornali" confessa e conferma come tutte le tivù siano in ginocchio davanti a lui. Questa è la sua idea di libertà, da vero "facinoroso".
Post scriptum. "Lui" aveva detto in agosto che non ci sarebbe stata "recessione". I fatti gli hanno dato torto, ma lui crede di aver egualmente ragione, ho scritto qui il 23 settembre. Oggi 24 ottobre l'Ocse lancia l'allarme: la recessione sarà "più ampia a prolungata". Aspettiamo una smentita del cavaliere. Anche all'Ocse, dirà, ci sono facinoroso istigati dai centri sociali ammaestrati dai giornali. Oppure sfodererà finalmente il promesso "sistema spiritoso". Non nel senso di alcolico.
[24.10.2008, Anno III, post n. 323 (700)]

23/10/2008
Francesco Sberlati, storico della letteratura
Francesco Sberlati, nato a Rimini 42 anni fa, è uno studioso di Letteratura italiana. Insegna all'ateneo di Bologna, ha avuto numerose esperienze didattiche negli Usa, nel solco di una tradizione di scambi culturali avviati mezzo secolo fa da Ezio Raimondi.
Il testo prosegue in questa pagina speciale.

23/10/2008
Muta d'accento
Ricordate la celebre romanza del "Rigoletto"? "La donna è mobile / Qual piuma al vento, / Muta d'accento — e di pensiero"...
Orbene oggi, la riverita ministra alla (d)istruzione, Mariastella Gelmini, ha mutato d'accento una parola semplice e nota: "egida". Al Senato l'ha pronunciata "egìda".
Invece il capo del governo ha mutato pensiero (per inveterata abitudine).
Ieri aveva detto: "Non permetterò occupazioni delle scuole e delle università", perché questa è una "violenza"...
Oggi smentisce: "Non ho mai detto né pensato che servisse mandare la polizia nelle scuole. I titoli dei giornali che ho potuto scorrere sono lontani dalla realtà".
Chiederemo i danni ai titolisti dei giornali. Prima dei poliziotti, con la stessa intenzione di fare piazza pulita, nelle università sono già da tempo arrivati gli sponsor privati. Non è necessario attendere una riforma per vederne l'ingresso.
Post scriptum. Il sen. Ignazio Marino in una lettera a "Repubblica" (14 ottobre), ha scritto: "In Italia non si trova nessuno sbocco professionale se non si è raccomandati o se non si ha il cognome giusto".
[23.10.2008, Anno III, post n. 322 (699)]

21/10/2008
Wikio. Ridiamoci su
Ho scoperto le ragioni della mia classifica in Wikio. Sono arrivato al secondo posto il primo maggio 2008 grazie a "due citazioni due" ricevute rispettivamente il 14 ed il 31 marzo. La seconda citazione vale doppio, chissà perché, per cui alla fine le citazioni inviatemi da Wikio per mail sono appunto tre.
Tutto qui.
14 marzo. In "cattivamaestra" dei blog della Stampa è linkato un mio post.
31 marzo. Fuori dei blog della Stampa, in quello privato di Vittorio Pasteris, è citato il mio testo del 28 marzo sera sulla convention novarese: "Non si sente nulla". Tutto qui.
Ed allora? Questa sarebbe la famosa "autorevolezza"?
Wikio non sa ad esempio che un mio post è stato citato in giugno dal "Corriere del Mezzogiorno"....
Per favore, caro Wikio, se la mia "autorevolezza" deve dipendere dalla frase "Non si sente nulla" ripetuta due volte (pari al 66,666...% delle mie citazioni), facciamo finta di non esserci incontrati mai. Si scrivono migliaia di pagine serie e si passa alla storia per quella battuta "Non si sente nulla"...
[21.10.2008, Anno III, post n. 321 (698)]

20/10/2008
Ultimo km
Walter Veltroni è afflitto dalla sindrome dell'ultimo km che colpisce i ciclisti in vista del traguardo. Sgomita, era un uomo solo al comando, il gruppo lo ha raggiunto, cerca di farsi largo per arrivare primo.
Ha "oscurato" Prodi, scacciato la sinistra di Bertinotti e quant'altri. Gli era rimasto al fianco il solo Di Pietro: adesso una spinta anche a lui per mandarlo fuori strada. E poi a chi toccherà? Si farà lo sgambetto da solo. Anzi se lo è già fatto.
Ieri sera da Fabio Fazio Veltroni era rilassato e sorridente. Maschera bene oppure non si accorge che le cose si mettono male per la sua "maglia rosa" (in senso politico oltre che in metafora ciclistica).
Negli Usa un avversario di Obama gli è andato incontro, e non si tratta dell'ultimo arrivato.
Powellobama Colin Powell è l'uomo che ricorda il 2 febbraio 2003 come il giorno più umiliante della sua vita (mostrò le prove false per avviare la guerra all'Iraq).
E' l'uomo che passando da Bush ad Osama ha dimostrato come le scelte individuali debbano dipendere soprattutto da interessi superiori: "In questo momento della storia abbiamo bisogno di un cambio generazionale".
Anche l'Italia ha bisogno di un cambio generazionale. Ha bisogno pure che si dica che nel lodo Alfano c'è un articolo già dichiarato incostituzionale dalla Consulta. Non si può chiudere il discorso, considerando che il lodo Alfano sia una fissa di Antonio Di Pietro. E' da questo punto che occorre ripartire. Anche noi abbiamo bisogno di un "cambio". Non basta ripetere la formula del "pensiero unico". Occorre avere i voti. Sinora Veltroni è riuscito soltanto a perderli, chiudendo l'esperienza prodiana dopo due anni.
[20.10.2008, Anno III, post n. 320 (697)]

19/10/2008
Nostalgia
Per favore, Fabio Fazio, nessuna nostalgia delle case del popolo del dopoguerra, come lei ha dimostrato invece di nutrire, ieri sera colloquiando con Gianni Morandi, e soprattutto nessuna nostalgia dei ritratti di Lenin e Stalin che sono stati ricordati appesi a quelle pareti, come se si trattasse di belle immagini consolatorie per la memoria del passato nella tristezza del presente.
La nostalgia frega sempre. Basti ricordare che con il termine nostalgici sono sempre stati chiamati quelli che suggerivano o sentenziavano: "Si stava meglio quando si stava peggio".
Che un giovane intellettuale come lei, caro Fazio, faccia quella faccia parlando di quei ritratti di Lenin e Stalin (per non parlar di Togliatti...), è una scena involontariamente comica per un discorso serio.
Lasci perdere quel tono di rimpianto adatto alle canzonette di Gianni Morandi di mezzo secolo fa, e si legga il libro di Mirella Serri su "I profeti disarmati". Ovvero quegli intellettuali che non furono né comunisti né democristiani, nell'epoca difficile del dopoguerra, quando ci fu "una lotta fratricida feroce e cruenta" come la stessa Serri ha detto al "Corriere della Sera" del 16 ottobre scorso.
Oggi li chiamerebbero terzisti, con una punta di disprezzo, dimenticando che l'operazione di predominio comunista si è lentamente camuffato nella parodia del compromesso storico che prende il nome di Pd. Un partito che non sa che pesci pigliare perché ignora che la laicità da "profeti disarmati" è necessaria come l'aria, per la politica.
Nel Pd si assommano due chiese, quella delle Botteghe oscure e quella di piazza San Pietro, tanto che il manifesto per la manifestazione di sabato prossimo offre appunto l'immagine di una folla che ascolta il papa... Più che un errore, una beffa ben congegnata?
[19.10.2008, Anno III, post n. 319 (696)]

19.10.2008
Marzabotto
Se la storia non si ferma a Marzabotto durante la guerra, ma coinvolge la politica della Repubblica democratica nata dalla Resistenza...
Martedì sera va in scena al teatro Duse di Bologna un testo di Carlo Lucarelli che, partendo dalla strage di Marzabotto, ricostruisce la vicenda post bellica del cosiddetto "armadio della vergogna".
Rimasto chiuso per mezzo secolo (1944-1994), esso custodiva alla Procura generale militare di Roma, documenti sull'eccidio, 770 vittime, in gran parte donne bambini preti.
Spiega Lucarelli: "I fascicoli rimasero nell'armadio e non permisero di istruire i processi contro i militari perché, in tempi di guerra fredda, era subentrata la ragion di Stato che impediva di mettere in imbarazzo il nuovo alleato germanico funzionale alla comune lotta contro i Paesi comunisti del patto di Varsavia".
Altra vicenda politica del dopoguerra. Giovanni Sedita su "Nuova storia contemporanea" ricostruisce i processi a Nicola Pende e Sabato Visco, docenti epurati perché firmatari del "Manifesto della razza" del 1938.
Come spiega Dino Messina "nessuno pagò", ed alla fine "la politica razziale del regime risultò senza razzisti".
Morale della favola. Chi muore giace e chi vive si dà pace, dice un vecchio adagio sempre attuale. La Storia sembra essere fatta apposta per confermarlo.
Fonti: le parole di Lucarelli sono riprese da un servizio di Anna Tonelli su "Repubblica di Bologna" di oggi. L'articolo di Dino Messina è apparso sul "Corriere della sera" di oggi.
[19.10.2008, Anno III, post n. 318 (695)]

18/10/2008
Comicità e no
"Non è colpa mia se Berlusconi mi ha citato nel discorso di insediamento. Segno che un comico può diventare presidente del Consiglio. E viceversa". Le parole di Maurizio Crozza rimandano all'eterno dilemma esistenziale: come fare a distinguere la comicità?
Come separare il Nerone di Ettore Petrolini dalla sua fonte storica? Questa volta il ricordo del passato è superato dall'immediatezza del presente. Siamo noi a confonderci, chiedendoci se la macchietta sia il comico o viceversa.
Paolo Guzzanti ha rivelato che "qualcuno molto in alto aveva deciso in Forza Italia" di massacrarlo e dargli il "colpo di grazia".
Gli ho mandato un messaggio, a cui ha pubblicamente risposto.
Gli ho spiegato una questioncella privata: avevo parlato di lui in un post ("Mal di stomaco"). Il post era stato segnalato in home, poi il giorno dopo tolto dall'elenco.
Mi ha risposto Guzzanti: "Provo sempre più nausea".Guzzantistampa
E' un po' come la storia comica di Crozza: il politico imita il comico. Qui, con Guzzanti, il governativo dice quello che dovrebbe dire un oppositore.
Morale della favola. La comicità è in se stessa essenzialmente tragica. Di che cosa si potrebbe ridere spensieratamente?
[18.10.2008, Anno III, post n. 317 (694)]

17/10/2008
Giovane Pascoli, convegno
Domenica prossima, 19 ottobre, dalle 10 in avanti, alla Sala Gramsci di San Mauro Pascoli (FC) si parla del "Giovane Pascoli".
Sul tema rimandiamo all'archivio su Giovanni Pascoli in questo sito.
[17.10.2008, Anno III, post n. 316 (693)]

Grazie ad Estelle
Grazie ad Estelle per le due risposte.
Pur non essendo coraggioso, ma soltanto curioso (scusate, ma che c'entra il coraggio con le discussioni scientifiche?), ho letto il blog del prof. francese Jean Veronis.
In una pagina molto interessante, ho ricopiato due frasi:
1. "...le Web est un univers compliqué".
2. "Le nombre de rétroliens que chaque blog reçoit (les backlinks, comme on dit en bon franglais). C’est ce qu’on appelle l’ «influence», à tort ou à raison, mais le mot est consacré".
Faccio due considerazioni personali.
1. Circa l'universo complicato, l'affermazione di Jean Veronis mi richiama alla mente l'atteggiamento dei dotti antichi che parlavano in latino per non farsi capire da tutti. Dirci che è complicato significa nascondersi dietro la volontà di non spiegare le cose. E' una tipica posizione dogmatica derivante dal potere che si esercita. La cosa fa vagamente sorridere.
2. Backlinks. Da che cosa dipendono? Dalla diffusione di un blog. Allora, se un blog è poco conosciuto diminuirà pure il numero dei backlinks. Per farlo conoscere, occorrono i lettori, i lettori (parlo del nostro sistema) aumentano in occasione delle citazioni in home page.
Infine un'osservazione molto elementare: io sono soltanto un lettore della "Stampa" il cui blog è "ospite". Comazzi, Masera, Gramellini, Spinelli sono firme della "Stampa". Mi fa ridere che io all'ottavo posto sia più citato di loro... che sono fra 11° e 14° posto...
Come vedete, cari amici, non ne faccio una questione personale di rivalità con altri blogger, ma semplicemente (se posso azzardare una parola grossa) di discussione scientifica di un sistema che come tutti i sistemi ha i suoi pregi ed i suoi difetti.
Ma se possiamo parlare anche di questi ultimi, non citatemi l'analisi semantica che non c'entra nulla. Che il prof. Jean Veronis sia docente di semantica, non significa che l'esame fatto da Wikio sia un fatto appunto di semantica: è soltanto il calcolo matematico dei backlinks, da cui deriva giustamente la conclusione che ho citato: "C’est ce qu’on appelle l'«influence», à tort ou à raison...".
Il termine è scientificamente esatto: ma l'«influence» nasce dal numero dei contatti, ed i contatti dipendono dalle segnalazioni in home page... come avevo scritto. E se mi tolgono dall'elenco dopo 24 ore, Wikio non c'entra, ma le cause sono appunto altre, come dice lo stesso Jean Veronis. Si vuole che non si sia influenti... Sai che rovina può provocare un blog in un sistema informativo così ampio e complesso in cui quel blog annega nell'indifferenza. Alla fin fine siamo quattro gatti, noi blogger, mica giganti dell'editoria.
[17.10.2008, Anno III, post n. 315 (692)]

16/10/2008
7-4=1
I numeri della politica: 7-4=1. Ovvero Europa 7 doveva trasmettere sulle frequenze occupate da Rete 4, utilizzerà canali presi da Rai1. Per la serie: la matematica dei politici è una strana opinione.
Credo ogni giorno di più che abbia ragione Curzio Maltese: in Italia "la Costituzione è già morta e quasi nessuno se n'è accorto".
Forse un giorno avrà ragione Eugenio Scalfari che a Daria Bignardi ha sussurrato di avvertire in Italia una "gran puzza" di fascismo.
Si sta votando per la Corte costituzionale un candidato governativo che è stato "avvocato di Berlusconi e creativo autore di leggi ad personam favorevoli al suo eccellentissimo assistito" (G. D'Avanzo, "Repubblica").
Nella prospettiva della discussione del "lodo Alfano" alla stessa Corte, soltanto se si ammette che "la Costituzione è già morta" si può accettare secondo logica di proporre la candidatura Pecorella.
Il quale ha accusato Veltroni di esprimere opinioni contrarie che sono come "una foglia di fico". Ma non abbiamo ben capito a chi appartengano le vergogne coperte da quella "foglia di fico".
Post scriptum. Oggi il papa ha definito "facili" i guadagni degli scienziati. Forse non si riferiva ai ricercatori italiani, o forse ha ricevuto notizie inesatte da Brunetta.
[16.10.2008, Anno III, post n. 314 (691)]

15/10/2008
Winkio rinco...
Ma chi mette a posto le graduatorie di Wikio?
Non dovrebbe essere tutto un sistema automatico?
Invece, guardate qua (mi sento tanto Gabibbo...): al numero 11 c'è scritto: "Web Notes-Anna Masera" ed al n. 12 ancora "Web Notes-Anna Masera".
Il n. 11 si apre su "Cose di Tele" di Alessandra Comazzi.
Al n. 12 corrisponde esattamente "Web Notes-Anna Masera".
Wikioerrori
Infine, per il n. 13 "Analisi-Barbara Spinelli" il link si apre in home page della "Stampa" anziché nella rubrica "Analisi" della illustre giornalista. Che nell'aprile 2004 proposi come candidata al Quirinale.
Andando nella pagina delle "opinioni" si scopre il link esatto di "Analisi".
Ma Wikio queste cose dovrebbe saperle da solo!!! Oppure è rinco...
Sul funzionamento di Wikio, vedere anche il post di ieri "Diamo i numeri".
[15.10.2008, Anno III, post n. 313 (690)]

14/10/2008
Diamo i numeri
Ho riservato scientemente ad un post successivo a quello di ieri (come ho scritto in privato ad Amanda circa il suo commento di ieri), il discorso sulle statistiche e su Wikio.
Ieri non volevo affiancare ad un discorso "alto", con la citazione da Edoardo Agnelli, quello "basso" di puri calcoli egoistici.
1. La classifica di ottobre su settembre in Wikio non è apparsa il primo del mese, ma dopo dieci giorni.
2. Il mio blog, finalmente, è sceso come speravo per non adombrare la concorrenza: dal sesto all'ottavo posto.
3. Nel periodo agosto-settembre però sono aumentati i miei visitatori: +48,6%, da 4.833 a 7.184.
Sono raddoppiati i nuovi visitatori da 4.156 (l'86% di tutti i visitatori) a 6.268 (87%).
Sono aumentate del 45% le pagine viste: da 6.720 a 9.857.
Morale della favola: raddoppiando tutti i parametri, perdo due postazioni.
Avevo ragione tempo fa a scrivere che "il silenzio premia". E che anche i freddi algoritmi di Wikio sono più furbi che intelligenti. Così come la promessa "analisi semantica" altro non è se non uno specchietto per le allodole.
Una postilla "interna". Il raddoppio delle cifre riportate è legato ovviamente alle segnalazioni ricevute in home (qui l'elenco), due ad agosto e cinque a settembre. Il mio record è stato di cinque a maggio, luglio e settembre. Quello negativo ad aprile, con una segnalazione soltanto.
Questo per dire che ha ragione Amanda nel suo commento, per cui la ringrazio pubblicamente.
[14.10.2008, Anno III, post n. 312 (689)]

13/10/2008
"Mai servito nessuno"
La collega blogger Amanda ha scritto un commento. Le ho promesso per mail una risposta pubblica.
La condenso nel ricordo di un articolo apparso sulla "Stampa" del 16 novembre 2000, per la tragica scomparsa di Edoardo Agnelli. Lo firmò Pierangelo Sapegno.
Ecco la parte che mi sembra utile non per chiudere il discorso, ma anzi per aprirlo, andando aldilà dei casi personali e delle esperienze singole: "A Malindi, nella mischia dei giornalisti, il collega che apprezzava di piu' era Vittorio Ragone dell'Unita', perche' gli sembrava il meno servizievole. Quello che apprezzava di meno era il cronista de La Stampa. Lo evitava addirittura, dicendo: "Io non ho mai servito nessuno. E tu?". Il cronista rispose: "Cerchero' di imparare". Da allora Edoardo Agnelli si distese, e prese a trattare amichevolmente quel cronista".
Schiena dritta, insegnò dunque quel "giovane Agnelli" ad un cronista. Non aggiungo altro. La morale della favola è chiara. Ad un vecchio lettore, blogger per passatempo senile, non interessano citazioni in home page per decorazione sul bavero della giacca. Ci sono però atti che ricadono non soltanto sulla mia persona, ma sulla società in cui viviamo.
Edoardo Agnelli ci ripropone quella sua frase: "Io non ho mai servito nessuno. E tu?". Adesso, chiudete pure d'imperio il blog, se quella frase non piace.
[13.10.2008, Anno III, post n. 311 (688)]

11/10/2008
Famolo strano
Famolo Famolo strano sto blog...
Le statistiche sono utili. Il blocco di segnalazione dei blog in home page della "Stampa" ha funzionato fra maggio e settembre come minimo per 44 volte (6 a maggio, 9 a giugno, 10 a luglio e settembre, 9 in agosto).
Mai un blocco di segnalazione è durato 24 ore, come quello del 9 settembre.
Mai un blocco di segnalazione è stato riproposto quasi uguale, cioè con tre rimozioni soltanto e cinque riconferme.
Però è successo un altro fatto che mi riguarda, il primo luglio: non ho la relativa documentazione fotografica ma un commento postato da Osman: "Io stamattina 1 luglio ore 11 vi ho visto in HP (Gobettiano e Antonio). Vi ho cliccato e quando sono tornato di nuovo in HP (10 minuti) eravate spariti. Lo giuro". Forse il post era quello dedicato al "professorino" Veltroni?
Soltanto una precisazione: il link fisso nella pagina politica mi è stato assegnato dalla redazione Internet nel marzo 2007. Da quel momento ho creduto di intendere che dovessi occuparmi prevalentemente di quel tema. Se mi sono sbagliato, fatemelo sapere.
Altrimenti sono costretto a farlo "strano" sto blog. Dalla pagina internet della politica, parlerò di coleotteri e resti fossili.
[11.10.2008, Anno III, post n. 310 (687)]

10/10/2008
Solito trucco
Nessuno ne sapeva niente di quell'emendamento che doveva salvare Geronzi, Tanzi e Cragnotti? E' passato al Senato il 2 ottobre. Scappa fuori la Gabanelli che preannuncia la sua trasmissione prevista per domenica 12, e scoppia il caso.
Tremonti s'arrabbia (nella foto), in Senato: via l'emendamento o via il ministro dell'Economia. Il capo del governo non ne sapeva nulla. Minimizza: trattasi soltanto di un "disguido". Di Alfano ("Grazie e Giustizia") non conosciamo il parere. L'opposizione non s'è accorta di niente. La felicità, come nei casi dei cornuti, nasce dal non conoscere le cose.
Quell'emendamento inserito a sorpresa nel decreto Alitalia, è il solito, vecchio trucco da prima Repubblica, a dimostrazione che essa è ancora viva e lotta contro di noi.
[10.10.2008, Anno III, post n. 309 (686)]

09/10/2008
Una domanda
Una sola domanda unisce le due foto.
La signorina che sfila per la biancheria intima ed il ministro Brunetta, che cosa si sono messi in testa?
Per la fanciulla la risposta è chiara.
Trattasi di un diversivo, oltretutto illogico: perché con tanta bellezza esposta, uno dovrebbe guardare il cappello?
Per il ministro, occorre un'addizione alla foto nuda e cruda.
Brunetta ha detto che gli insegnanti italiani guadagno troppo.
Aveva già dichiarato che essi "non formano, non preparano, non producono", e quindi non meritano altri soldi.
Siamo dunque alla fissazione maniacale?
Mentre la signorina si è esposta per il breve flash di una sfilata, Brunetta resta sulla ministerial poltrona ed insiste contro gli insegnanti con un fervore che sembra sublimare più secreti ardori. O celare antichi rancori.
[09.10.2008, Anno III, post n. 308 (685)]

09.10.2008
Mal di stomaco
Lo scorso 11 settembre ("Libro e confetto") riportavo lo slogan di Tremonti "Un voto, un libro e un maestro", aggiungendo che non ci piacerebbe che dietro "un solo libro" ci fosse "il pensiero unico".
Il 28 settembre citavo l'intervista di Veltroni al "Corrierone": l'Italia rischia il "modello Putin". Pure da noi comincia ad esserci un "pensiero unico".
Il 6 ottobre Veltroni ha rincarato la dose: in Italia "il sistema della comunicazione è piegato al pensiero unico".
Ieri il senatore Paolo Guzzanti (Pdl), a cui di recente è stata tolta la scorta, ha dichiarato che il Berlusconi difensore di Putin sulla Georgia, lo fa "vomitare".
Dunque pure lui si sta lentamente accorgendo del trionfo del "pensiero unico" nella politica?
Guzzantistampa Questi signori, sia del governo sia dell'opposizione, debbono avere i riflessi meno lenti.
Intanto su Guzzanti piovono le solite accuse da "pensiero unico": ha distorto la realtà, non si parla così al capo del governo...
Stamani a Radio3 il ministro Alfano ha portato un altro autorevole contributo alla pratica del "pensiero unico": la gente ha votato Berlusconi, i sondaggi sono con noi, lui deve governare ed incontrare il papa, mica andare in tribunale, quindi il "lodo Alfano" non va criticato ma accettato...
Senatore Guzzanti, oltre a Putin si dedichi al "lodo Alfano": e veda se pure esso la fa "vomitare" come a molti altri italiani.
Tremonti
[09.10.2008, Anno III, post n. 307 (684)]

08/10/2008
Se Silvio segna
Sconvolgente scoperta del ministro Brunetta. Gli insegnanti non sono calciatori. Che guadagnano di più se vincono, con il premio partita.
Gli insegnanti non sono bravi, e quindi possono fare la fame legalmente: "non formano, non preparano, non producono". E quindi nessun premio partita per loro.
Lo ha detto a Madrid, e ne riferisce su "Repubblica" di oggi in una lettera un docente del liceo italiano di quella capitale, il prof. Salvatore Coppola.
Il "discorso" di Madrid di Brunetta è in perfetta sintonia con il "Non me ne frega niente" di Berlusconi diretto all'offerta veltroniana di collaborazione sulla emergenza economica.
Il cavaliere ha giustificato la battuta: di notte non parlo con i giornalisti. Bacio Aveva fretta per rispettare il suo ruolino di marcia, illustrato al popolo di recente. Tre ore di sonno per fare tre ore d'amore. Brunetta, se il cavaliere segna, gli dà il premio partita.
[08.10.2008, Anno III, post n. 306 (683)]

07/10/2008
Ci fanno
Ci sono e ci fanno, i ministri. Diventano macchinette che sfornano parole. Il cervello non ha il tempo necessario per formulare un pensiero organico.
Nel sistema delle conoscenze, come s'intitola un volume di Umberto Eco, dall'albero siamo passati al labirinto.
Dall'albero discendono le scimmie, e dalle scimmie noi umani, Roma permettendo.
Nel labirinto non si cerca soltanto la via d'uscita, ma ci si può pure perdere per sempre.
Tremonti nel 2003 proponeva mutui sulle case seguendo quello stile Usa di cui si raccolgono gli effetti dirompenti ora.
Non è colpa di Tremonti. Lui, lo fanno parlare dappertutto. Tranne che al consiglio dei ministri dove la legge finanziaria l'hanno approvata in nove minuti nove.
Ha le feste di partito, le interviste, le chiacchierate con i cronisti, le bicchierate con gli amici, le prediche di Re Silvio e le lezioni di etica delle signore Berlusconi figlie...
Poveretto, non trova un attimo di riposo. Per elaborare un pensiero.
Se al Corrierone ha detto: "Non è la fine del mondo, ma la fine di un mondo", la colpa è di Domenico Siniscalco che lo aveva già scritto sulla "Stampa".
Un filosofo ha "copiato" alcune cose altrui in propri libri? Si è difeso (ha raccontato PG Battista su "Magazine") con una sublime definizione del pensiero: "Non è un ragionamento".
Quindi anche i migliori intellettuali e ministri possono sragionare pur pensando. Alberto Ronchey sul "Corrieronne" ha scritto oggi che qualche voce, nel presente marasma dei mercati, tende "all'ipotesi che il celebre 'homo oeconomicus', in certi casi, non sia del tutto sano di mente". Ovvero ci fanno ma non ci sono.
[07.10.2008, Anno III, post n. 305 (682)]

06/10/2008
Silvio il Rosso
Ha vinto, ha stravinto, ma si sente insicuro. Quando si guarda allo specchio si vede minacciato da fantasmi armati di lunghi coltelli. Accusa gli "altri" di sfascismo. Gli amici di cui si è circondato lo hanno tirato sù a pane e memorie comuniste. Adesso vede l'opposizione con lo stesso occhio di un "cumunista" degli Anni Cinquanta.
Povero Silvio Re di Arcore, trasformato dagli amici in Silvio il Rosso, che non vuol sentire le opinioni dei dissidenti e dei frazionisti. Se gli volete bene, signori della sua corte, smettetela di fargli credere che Lenin sia un modello da imitare.
[06.10.2008, Anno III, post n. 304 (681)]

06/10/2008
Le vie della guerra
Un viaggio nel passato. In quel passato che vuol dire soltanto guerra. Ne è nato un libro che il suo autore, Fabio Glauco Galli, ha intitolato "La città invisibile". E che lui stesso spiega così: è una specie di "mappa" verso un luogo sconosciuto, appunto la guerra 1940-44, compiuto da chi non c'era, interrogandone i testimoni.
Il testo prosegue in questa pagina speciale.
[06.10.2008, Anno III, post n. 303 (680)]

05/10/2008
Cosa nostra
Ho definito "confuse" le proposte avanzate da Marina Berlusconi per uscire dall'emergenza economica del momento.
Mi conforta oggi l'illustre parere di Barbara Spinelli che ha chiamato "singolare e parecchio infelice" oltre che "immemore", quella dichiarazione di Marina Berlusconi.
Il discorso di Barbara Spinelli affronta tutti i principali temi dell'attualità politica italiana ed internazionale, legandoli fra loro come è inevitabile: la campagna elettorale degli Usa, i progetti berlusconiani che fanno temere una prospettiva da regime, l'uso antidemocratico che può essere fatto dell'emergenza finanziaria con rinvio storico a quanto già accaduto nella Repubblica di Weimar.
Il misero spazio di un post e la pochezza di un "lettore" non permettono altro che di fare una modestissima aggiunta.
Ha ragione Barbara Spinelli, occorre "vigilare sulla società aperta e i suoi nemici interiori".
Ma quella "libera informazione" (che lei elenca assieme a verità e separazione dei poteri come presidii della democrazia), deve essere veramente "libera". Da chi dipende ciò? L'informazione italiana ha sufficiente forza per essere "libera"?
Se le proposte di Marina Berlusconi sono "cose di casa" sua, la democrazia è "cosa" nostra, la cosa e la casa di tutti s'intende.... Ecco perché occorre avere cara la "libera informazione".
[05.10.2008, Anno III, post n. 302 (679)]

04/10/2008
La nostra crisi
Quanto pesano in politica i disprezzati "conti della serva"? Che sarebbero poi l'occhiata al portamonete ed il confronto con i cartellini dei prezzi. Dietro il gran parlare di crisi dei mercati, c'è nascosta questa piccola verità: con le teorie degli illustri economisti non ci si riempie la pancia.
La crisi economica è mondiale. Il suo terremoto (scrive oggi sul "Corrierone" Galli della Loggia), preannuncia grandi mutamenti "non solo negli Stati Uniti ma in tutto l'occidente e forse neppure qui soltanto".
In questo contesto "le leadership esistenti, specie economiche" sono colpite da un'ondata di discredito che favorisce insofferenze nella popolazione, e causa le "delegittimazioni delle classi dirigenti e degli assetti politici tradizionali". Noi abbiamo già dato.
La destra italiana al governo, ha un suo teorico dell'Economia in Giulio Tremonti a cui Piero Ostellino (ancora sul "Corrierone") dà un sonoro schiaffo, pur essendone amico: quando Tremonti parla di "mercatismo" usa una parola nuova per dimenticare il "mercantilismo, e non ragiona da liberale. Ovvero (traduco) non ragione da berlusconiano, ma da uomo (addirittura) di Antico regime... Per cui il Re Sole sarebbe Berlusconi (come già sapevamo...).
Da liberale sincero Ostellino, senza affermarlo, finisce per condividere i timori della sinistra sulla democrazia in pericolo.
Resta come verità quello che su "Repubblica" scrive Vittorio Zucconi a proposito delle elezioni americane: "Il dibattito fra persone conta poco di fronte al dibattito della realtà". E Berlusconi in agosto negava che fosse possibile una recessione dell'economia.
Galli della Loggia spiega: "La crisi appare economicamente mondiale ma politicamente è quasi esclusivamente nazionale". Poveri noi, dunque.
[04.10.2008, Anno III, post n. 301 (678)]

03/10/2008
Spunta il Colle
"Deve fare qualcosa di più", aveva detto Antonio Di Pietro riferendosi al capo dello Stato, e non limitarsi a dire: "Voletevi bene". E stamani sembra che Giorgio Napolitano abbia seguito il suo suggerimento. Parlando a nuora perché suocera capisse.
Napolitano ha telefonato al digiunatore Marco Pannella, e lo ha fatto sapere.
Tema, l'elezione del presidente della commissione di Vigilanza Rai e quella del giudice della Corte costituzionale. Sono "obblighi a cui il Parlamento non può ulteriormente sottrarsi, in quanto toccano la funzionalità di importanti istituti di garanzia". Ogni forza politica può dare la sua diversa valutazione, ma deve prevalere "la consapevolezza dell'inderogabile dovere costituzionale da adempiere".
Dunque qualcosa di nuovo si muove nella situazione politica italiana? Il Colle adempie la sua funzione. Ma, ragionando terra terra, son cose che senatori e deputati dovrebbero comprendere da soli.
Perché ci si sia mantenuti nello stallo, lo si capisce. Il governo voleva intrappolare la minoranza. La quale, nel ramo veltroniano del Pd, ha fatto di tutto per dare una mano al governo, attaccando Di Pietro e definendo inaccettabili le sue parole di critica a Napolitano.
Ma Napolitano sembra oggi dare più ragione a Di Pietro che a Veltroni ed al governo.
[03.10.2008, Anno III, post n. 300 (677)]

02/10/2008
Cose di casa
La signora Marina Berlusconi, grazie al Cielo ed a suo papà, può avere le idee chiare sulla confusione mondiale del momento. E può avanzare proposte confuse più per merito dell'ambiente in cui vive ed opera, che per colpa propria.
Idee chiare: "C'è finanza e finanza" ha detto in un'intervista al "Corrierone". Quella da giocatori di poker con le carte truccate. E quella "sana, parsimoniosa" come la sua Mediobanca.
Idee confuse. Occorrono più regole, ma soltanto per l'emergenza. Poi dopo "non spazziamo via quei semi della cultura liberale che a fatica stavano germogliando anche da noi".
Non ci eravamo accorti che ci fossero i frutti di un'economia socialista, a meno che tali non siano considerati gli aiuti che lo Stato in passato ha fornito ad industrie automobilistiche private.
La signora sa che per l'Alitalia, i debiti sono stati caricati sulle tasche di tutti i cittadini. Questo lei lo chiama liberalismo?
Politica. La signora ha detto: "Di governi che decidono non c'è mai stato tanto bisogno come adesso". Ha ragione, vedere appunto l'Alitalia. Se questo, e non può essere diversamente, è il concetto di Stato della signora Marina, non c'è bisogno di un'intera pagina del "Corrierone" per spiegarla sotto il titolo catastrofico: "Il mondo è in piena crisi e Veltroni parla di regime...".
Pagina che le serve soltanto per dire: con tutto 'sto casino economico, Veltroni parla ancora di vecchie cose come il conflitto di interessi.
Merita dieci e lode la signora (ammesso che la ministra Gelmini conceda la lode) perché ha tirato l'acqua al suo mulino fingendo di assumere il ruolo di avvocato del popolo. Tutta suo padre che minaccia decreti legge giornalieri, dimenticandosi che deve firmarli il capo dello Stato. Per cui, come al solito, il cavaliere ha dovuto far marcia indietro e pensare che sopra palazzo Chigi c'è il Quirinale.
Oggi alla Bocconi è cominciato quel convegno sull'etica nell'economia che è organizzato tra gli altri da Barbara Berlusconi. E' intervenuta anche sua madre, Veronica Lario.
Anche Barbara aveva messo in ombra il discorso sul conflitto d'interessi. Sì merita una regolamentazione, però non interessa alla gente.
In un modo o nell'altro la famiglia Berlusconi è d'accordo sul fatto che non se ne parla e non se ne parlerà per le diverse motivazioni addotte.
La signora Lario ci ha confortato: esistono difficoltà economiche in Italia, "si sentono e si toccano con mano".
Insomma non sono un'invenzione di Veltroni. Il quale non è stato riconoscente verso il cavaliere: non potrà mai diventare capo dello Stato, ha detto, perché al Quirinale salgono soltanto "figure che garantiscano la Costituzione, conoscano le regole del gioco, rispettino le opinioni di tutti, accettino il dissenso. Tutto ciò che Berlusconi non è".
Oggi Berlusconi ha smentito di aver definito "inesistente" il segretario del Pd.
Berlusconi lo aveva detto, anche se in "privato" e non in pubblico, e lo si era letto sui giornali: "Veltroni? Aveva cominciato bene, ma nei fatti è adesso del tutto inesistente". Vedere sul web, 17 settembre, incontro del comitato costituente del Pdl, a porte chiuse al Tempio di Adriano, a Roma.
[02.10.2008, Anno III, post n. 299 (676)]

01/10/2008
L'antipapista
E adesso chi lo ferma più Veltroni?
Stamani ha risposto a PG Battista che sul "Corrierone" lo aveva accusato di usare vecchi schemi mentali.
Ha ragione, Veltroni, quando sostiene di essere stato insultato da Berlusconi con la qualifica di leader "inesistente" e con il giudizio di essere politicamente un "fallito" che dovrebbe "ritirarsi dalla politica".
Ma meraviglia la sua meraviglia. Che cosa di meglio avrebbe dovuto incassare da un signore che è abituato a ragionare in termini non di rispetto della democrazia e delle altrui opinioni, ma di mercato: per cui chi più ha, più è.
Poi Veltroni oggi se l'è presa con Di Pietro. Il quale aveva tirato le orecchie a Giorgio Napolitano con quella schiettezza che fa perdonare anche le (presunte) impertinenze: "Il Capo dello Stato dice cose giuste, ma un po' ovvie, nel senso che dice 'amatevi e voletevi bene'. Questo è un comportamento da papista, ma il capo dello Stato deve fare qualcosa di più".
Sinceramente Di Pietro non ha tutti i torti. Veltroni però sostiene che sono parole inaccettabili, quelle di Di Pietro, e Veltroni è uomo d'onore. Per cui dobbiamo credergli. Anche se nel nostro intimo la questione della firma del "lodo Alfano" è un particolare non di poco momento nella questione del rispetto della Costituzione.
Giorgio Napolitano ha un progetto onesto. Mettere d'accordo tutti per salvare l'Italia. A questo tema si riferiva Di Pietro, quando ha commentato che è inutile che Napolitano "ci dica di volerci bene. Imponga il suo ruolo per far nominare il giudice della Corte Costituzionale", ad esempio.
Dalla mozione degli affetti alle questioni costituzionali, il passo è lungo. Di Pietro lo ha compiuto senza doppi fini. Veltroni invece nel difendere Napolitano accusa il suo alleato Di Pietro di muovere attacchi ciechi e strumentali.
E' un Veltroni molto berlusconiano. Che dimentica di essere stato definito dal cavaliere un "fallito". La stessa cosa in fin dei conti pensa Veltroni a Di Pietro. Ma tutto ciò a chi giova?
[01.10.2008, Anno III, post n. 298 (675)]

Antonio Montanari


2727/21.02.2018