Lavoro nero. 1 Novembre 2006

Il lavoro nero sulla costa riminese è un classico che non passa mai di moda, scrive stamani Maria Patrizia Lanzetti sul Corriere Romagna, illustrando le ultime novità in un settore che unisce la tradizione all'innovazione.
Tradizione nel vero senso della parola, perché le radici del fenomeno sono ben piantate, come riconobbe circa due decenni fa l'Inps che definì Rimini la «capitale del lavoro nero».
Innovazione perché nel fenomeno sono coinvolti come vittime i nuovi arrivati, cioè persone che giungono in Italia da ogni parte del mondo. E che hanno sostituitogli italiani che migravano verso la costa adriatica dalle zone sottosviluppate, come le si chiamava un tempo.
Lanzetti racconta che il caso più clamoroso è avvenuto in un albergo di lusso a Riccione, nove o dieci ore di servizio per meno di venti euro.
Per non chi non è pratico della zona, va detto che oltre al pianto greco di letteraria memoria, esiste la classica lamentela degli operatori commerciali riminesi, un pianto romagnolo di chi regolarmente ogni anno dice afflitto che la «stagione» è andata male, ma nello stesso tempo aumentano i depositi bancari, gli investimenti, una ricchezza diffusa e palpabile in mille manifestazioni le quali soprattutto significano aver reso Rimini la città più cara (o una delle più care) d'Italia per affitti, valore degli immobili, e via discorrendo.
Se crescono gli affitti, cresce anche tutto il resto, compresa la malavita, il più classico dei fenomeni indotti.
Per affrontare la quale la giunta comunale di Centro-sinistra (per nulla malvista dall'opposizione, come hanno dimostrato i risultati elettorali dove Forza Italia ha perso il 52 %) ha deciso di dotare i Vigili urbani di spray al peperoncino e bastone (leggi: manganello).
Se lo avesse fatto un assessore leghista, avremmo letto titoloni sui giornali.
L'impressione è che la piccola ordinaria amministrazione spaventi i signori del Comune perché vorrebbero che tutto procedesse con gli stessi silenzi che hanno garantito evasione fiscale e lavoro nero in un'atmosfera di felicità collettiva. A scapito dei più deboli.
01/11/2006

Antonio Montanari


2504/24.10.2017