Paolo e Francesca, un delitto politico?

Giovanni e Francesca sono stati promessi nel 1275. L'accordo comprendeva anche un altro futuro matrimonio: tra Bernardino fratello di Francesca, e Maddalena Malatesti, sorella minore di Giovanni e Paolo. Paolo verso il 1269 ha preso in moglie la poco più giovane quindicenne Orabile Beatrice, figlia di Uberto di Ghiaggiolo che gli dà due eredi, Uberto jr. e Margherita, nata dopo l'uccisione del padre. Anche Uberto jr. sarà ucciso (1323). Dal cugino Ramberto, figlio di Giovanni. Pure questo matrimonio è politico. Orabile, ultima erede dei conti di Ghiaggiolo rimasti senza discendenza maschile, è costretta a sposare il figlio di un nemico del padre. D'altro canto Malatesta non voleva perdere l'investitura di Ghiaggiolo ricevuta tra 1262 e 1263, e contestatagli da Guido da Montefeltro anche a nome della stessa Orabile Beatrice di cui era zio. (Guido da Montefeltro aveva sposato Manentessa sorella del padre di Orabile Beatrice).
Il 1271 è un anno nero per i ghibellini. Sono espulsi da Rimini. Guido da Montefeltro, mentre sta battendo i guelfi di Malatesta nelle Marche, cade da cavallo ed è catturato: «Sic victor a victo devictus est», scrive un cronista piacentino. I Malatesti liberano Guido, forse per intercessione di Orabile Beatrice.
Nel 1274 le parti si invertono. Malatesta è sconfitto due volte. Da Ravenna nel 1275, Guido Da Polenta per cacciare i Traversari chiede l'intervento di Malatesta che gli invia cento fanti guidati da suo figlio Giovanni. Nei pressi di Faenza avviene la disfatta dei guelfi. Orabile Beatrice sa che la sua gente di Ghiaggiolo è andata contro suo marito Paolo Malatesti. Le convenienze dinastiche e le preoccupazioni politiche reggono le sorti delle famiglie e dei singoli personaggi. Su questo sfondo, irrompe il fattaccio reso celebra da Dante, l'uccisione di Paolo e Francesca per mano di Giovanni, avvenuta tra il febbraio 1283 (ritorno di Paolo a Rimini) ed il 1284.
Sulla “verità” storica della vicenda malatestiana, mancano documenti che la attestino. Il passo di Dante nel quinto canto dell'Inferno, è l'unica fonte esistente. Una fonte oltretutto letteraria e non cronachistica. Posteriore a Dante (e da lui derivato) è il racconto di Marco Battagli (1343): «Paulus autem fuit mortuus per fratrem suum Johannem Zottum causa luxuriam». Ma se invece fosse stato un omicidio politico? Lo Sciancato aveva i suoi buoni motivi per odiare il Bello. Il primogenito Giovanni per invidia avrebbe potuto progettare l'eliminazione fisica del fratello minore Paolo, diventato protagonista stimato della scena nazionale.
Quanto accade fra Giovanni e Paolo si ripete con i loro eredi. Il figlio di Giovanni, Ramberto, il 21 gennaio 1323 uccide a Ciola il cugino Uberto jr. figlio di Paolo. Uberto jr. era stato ghibellino, poi guelfo ed ancora ghibellino. A sua volta Ramberto è ucciso a Poggio Berni il 28 gennaio 1330 dai parenti di Rimini, come punizione del suo tentativo di conquistare la città.
Si può immaginare la sublimazione del fatto politico nella vicenda amorosa, onde allontanare dalla famiglia un marchio d'infamia rispetto all'autorità religiosa e temporale della Chiesa.
Antonio Montanari

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