De jella ex lege italica...

È ufficiale, la jella esiste, non è un reato minacciarla (augurando il male ad una persona), ma lo diventa se poi quel male succede. Lo dice una sentenza della Cassazione.

Il problema è semplice (me lo suggerisce argutamente mia moglie): e se al Tizio a cui è stata minacciata la jella, succede poi qualcosa, la colpa è di chi ha pronunciato le parole minacciose?

Dunque, a questo punto, deve intervenire il Legislatore a stabilire eventuali connessioni di fatto e di diritto fra chi fa lo jettatore anche non di professione, e chi potrebbe rimanere vittima di una vicenda non legata agli auspici dello jettatore. Ed indipendente dalla volontà di costui.
Anche lo jettatore deve godere di presunzione d'innocenza, pure se come quel personaggio pirandelliano ambisce alla «patente» di portare jella al prossimo.
Fra codici e pandette si trova qualcosa che ipotizzi avvenimenti negativi per pura coincidenza con la minaccia proferita da qualcuno?

Su «Repubblica» di stamani, Elsa Vinci ha fatto una bella citazione da Alessandro Dumas. Lo jettatore di solito è magro e pallido, con il naso ricurvo e occhi grandi da rospo.
Da giovane ero bello robusto (oltre il quintale), colorito roseo, naso ricurvo ed occhi piccoli.
Invecchiando e dimagrendo, adesso sono magro e pallido, con il naso ricurvo e occhi grandi da rospo.
Dumas mi suggerisce di tentare un esperimento. 26.10.2006

Antonio Montanari


2485/15.10.206