Oggi e ieri Non ci sono più i San Remo di una volta. Povero Panariello, povero non nel senso che non lo abbiano (stra)pagato bene, ma perché per mortificarlo gli hanno contrapposto il rimpianto di Pippo Baudo. Pagine e pagine di commenti per concludere poi che non sono soltanto canzonette, addirittura tre cantanti con decorazioni della Repubblica italiana. Alla quale dal 20 febbraio manca un pezzo, un ministro. Ho controllato sul sito internet di Palazzo Chigi: là dove c'era un uomo verde (in senso di leghista) adesso c'è il vuoto alla voce «Ministero delle Riforme istituzionali e devoluzione». Punto e basta. Era «senza portafoglio», è rimasto senza successore, nessuno ha assunto la delega come si ricava dal decreto apparso sulla «Gazzetta Ufficiale». Tutti a pensare a San Remo, e nessuno alle Riforme orfane: come dire, tanto che ci sia o non ci sia il ministro, non fa differenza. Non era mai successo prima di ora. Meravigliarsi? No davvero, ai nostri giorni. Tina Anselmi ha detto che il nostro Paese sembra perdere «nell'indifferenza generale» la sua memoria, la sua identità nata dalla Resistenza: «Oggi si può essere fascisti senza provocare alcuna reazione, solo un anno fa non avremmo accettato supinamente una realtà del genere». Antonio Montanari 1166/05.03.2006 |