Un «navigare» macaronico

Deve navigare in brutte acque l'università italiana (in particolare quella felsineo-riminese) se anche un manifesto della millenaria Alma Mater qui insediata recava a caratteri cubitali un «navigare necesse» (come da iscrizione rifatta nell'omonimo palazzo, un tempo sede delle Scuole Marittime ai cui allievi era rivolto l'imperioso comando cultural-politico-professional e dell'Era fascista), anziché il corretto «navicare» pre-restauri ed ante-Riforma «Moratti-Berlinguer-Belgioioso -Vallefresca-Orzobimbo», per cui il latino è declassato a «latinorum» di pronta riscossione alla Banca del Linguaggio Corrente il quale si offre come contraffazione puramente illusoria ma non per questo tranquillizzante (o tranquillante che dir si voglia, con una punta di arcaico purismo).

Chi dovrà ripristinare il debito «navicare»? Il provvedimento speciale d'un giudice, d'un questore, d'un prefetto, d'una guardia costiera (per affinità con l'antica destinazione marinara e l'intrinseco ammonimento del motto), od il semplice ritorno al vocabolario ginnasiale, ovvero il passaggio dal macaronico «latinorum» (senza pudore ostentato dalla scritta rinnovata) ai «latinucci» modesti tuttavia di lombi manzoniani, che s'adoperavano un tempo nelle Scuole pre-riformate?

Antonio Montanari


1145/05.01.2006