Grazie, presidente Ciampi

L'on. Sandro Bondi conosce bene per antica militanza comune quei colleghi diessini ai quali ha offerto un'intesa contro i «poteri forti». La risposta negativa della Quercia non chiuderà la strada a segrete passeggiate di esponenti governativi con colleghi dell'opposizione. L'aria che tira è quella che abbiamo ripetutamente descritto in passato. Il sistema proporzionale alla prossima consultazione politica favorirà la linea della necessità dell'uno contro tutti in perfetto stile «parenti serpenti». Non soltanto nella Casa di Arcore ma pure nel condominio dell'Ulivo. Per stare a galla tutti debbono essere disposti a tutto. Abbiamo scherzato dapprima ipotizzando Prodi al comando nei giorni pari e Berlusconi in quelli dispari. Ma quando l'on. Casini ha indossato la severità di giudizio sull'economia che di solito vediamo svettare sul sorriso beffardo di Prodi, ci siamo convinti che forse non avevamo sbagliato pensando ad un governo a targhe alterne fra maggioranza ed opposizione.

Il prof. Galli Della Loggia, il 31 dicembre 2005 nell'editoriale del «Corriere della Sera», ha scritto che la polemica contro i «poteri forti» rivela «pochezza intellettuale» e «primitivismo ideologico» in chi la porta avanti, come «certi luogotenenti di Berlusconi» ed anche l'on. D'Alema «quando perde la sua abituale lucidità». Di rincalzo un ex direttore dello stesso quotidiano, Piero Ostellino, lo stesso giorno nella pagina delle opinioni derideva i politici che appunto avventandosi adesso contro i «poteri forti» non fanno altro che confessare la loro impotenza di ieri nella gestione della cosa pubblica, ed accusava «gli studiosi» di non proporre domande scomode se non pure pericolose.

L'Italia di recente è stata sommersa da formule che nascondevano promesse non mantenute ed inconfessabili intenzioni. La «lotta ai poteri forti» è l'ultimo esempio di un'impotenza pratica nel governare. Ne hanno tratto vantaggio volgari furbettini romani e trafficoni più eleganti ma altrettanto spregiudicati del Nord.

Nei tribunali la formula (logorata da certi provvedimenti parlamentari) della «legge uguale per tutti», ha ceduto il passo a quella (costituzionale) della giustizia amministrata in nome del popolo. Che per il ministro Castelli è il vincitore elettorale. Soltanto Ciampi ha saputo usare la formula giusta ricordando il suo impegno per «esprimere il senso della dignità di cittadino di una libera democrazia». Grazie, presidente. [943]

Antonio Montanari



1143/01.01.2006