Bellocchio, il Ponte
ed un caffè veramente scorretto



Vien voglia di dare ragione a Marco Bellocchio che sul Corriere della Sera del 28 dicembre 2004 ha parlato di un diffondersi del «cattolicesimo oscurantista».
Viene voglia di dire che è vero non soltanto a livello nazionale, ma anche (per quel che conta) a livello locale.
L'ultimo numero del Ponte (Natale 2004, p. 6) presenta un articolo, anzi un'opinione molto interessante contro il dilagare dei «falsi neocristianucci», specializzati in demagogia fanatica, firmata da Franco Cardini.
Orbene, se le stesse cose non le avesse scritte un illustre esponente di quella «destra cattolica» che è di casa tra Rimini e San Marino anche con iniziative di «grande» respiro europeo, ma le avesse espresse qualcuno estraneo a quell'area, chissà quale scandalo si sarebbe provocato.
Fatto gli è che il simpatico Cardini (dotto ed intelligente, anche se si definisce ammiratore di Stalin), appartiene al gruppo di comando che governa la Chiesa nazionale, ovvero romana e riminese.
Chi non vi è dentro, resta fuori. Parlo per esperienza personale. Il mio «Tama», rubrica di satira dal 1982 al maggio 2004, non è stata censurata dal direttore (che ci teneva), ma è stata sospesa dal sottoscritto, in sèguito a vicende estranee alla stessa rubrica, ma in un certo senso rivelatrici di un indirizzo nuovo che si voleva instaurare al giornale. Infatti essa era stata affiancata da un'altra analoga rubrica dal titolo illuminante, «Caffè scorretto». (Dove, come ai tempi della Buonanima, è vietato parlare di politica, al contrario di quanto faceva Tama.)
Ovvero, quando le cose si fanno e, senza pensarci troppo, le si qualifica giustamente, magari solo, anzi soltanto per un fatto inconscio. Più scorretto di così nei miei confronti quel caffè non poteva essere. Mica sono amico di bar del prof. Cardini.


1018/Riministoria-il Rimino/Antonio Montanari Nozzoli/Date created: 28.12.2005