La guerra di Coriano

Per i sessant'anni dalla Liberazione il Comune di Coriano ha pubblicato un «Albo d'oro dei caduti civili e militari nel corso della seconda guerra mondiale», a cura di Vincenzo Santolini e con una nota storica di Maurizio Casadei, nella collana dei quaderni della locale Biblioteca «G. A. Battarra» diretta da Paolo Zaghini. Come dice nella prefazione il sindaco Maria Luigina Matricardi, il volume esce per obbedire all'imperativo di «ricordare per non dimenticare», seguendo l'ammonimento di Oscar Luigi Scalfaro: «Guai a spegnere i valori che ci guidano, lo spirito della libertà, la Costituzione nata dal sacrificio di molti, dal dolore di un intero popolo». Il sindaco ricorda anche l'operato di Carlo Azeglio Ciampi che «si è distinto in questi anni nel tener vivo la memoria dei valori fondanti dell'Italia, unita e repubblicana», meritando così «l'affetto che gli italiani (e noi con loro) gli manifestano».

Il parroco
e il sindaco

Vincenzo Santolini, tra l'altro, rivolge il suo pensiero commosso al parroco don Michele Bertozzi (1917-1999) ed al sindaco della Liberazione Carlo Zaghini (1913-1983) «per quanto fecero nei primi giorni del dopoguerra, in mezzo a mille problemi spesso più urgenti e gravi per salvare i preziosi materiali dell'Archivio comunale» finiti fra le macerie, sotto la pioggia e in mezzo al via vai dei militari.
La cronaca e la storia sono tracciate magistralmente da Casadei: «La guerra voluta dal regime fascista» diventa «sempre più insopportabile», scrive all'inizio delle sue pagine, segnalando il progressivo distacco della gente dal regime e dalla sua retorica. La caduta di Mussolini e l'8 settembre 1943 sembrano fatti lontani da Coriano, tanto è dura e difficile la vita d'ogni giorno, una battaglia continua per sopravvivere: oltre alla popolazione residente c'erano da sfamare cinquemila sfollati, mentre i tedeschi requisivano il bestiame e quant'altro serviva loro.
Nell'estate del 1944 il territorio corianese diventa pericoloso «per l'avvicinarsi del fronte di guerra». Il 31 luglio il commissario Perindo Buratti scappa abbandonando il Comune, e lasciando l'amministrazione senza una guida.

Il dramma del
dopoguerra

Le fasi successive sono tutte documentate momento per momento, senza mai dimenticare il costo umano della vicenda tra la popolazione civile e le forze combattenti: «La bufera di quelle due settimane si lasciò dietro un carico di disastri immensi». Avvenuta la Liberazione, ben presto nascono nuovi problemi «come il lavoro per i tantissimi disoccupati o la lotta ai profittatori che con il mercato nero dei generi di prima necessità affamavano la popolazione ed alimentavano l'inflazione». Come conclude Casadei, per i sopravvissuti «iniziava un drammatico dopoguerra».

Antonio Montanari


1079/Riministoria-il Rimino/Antonio Montanari Nozzoli/20.6.2005