Favole

La Marianna ha dato una sberla all’Europa con il no alla sua Costituzione, facendo contenti tutti a Destra e a Sinistra, un po’ anche in Italia. Da domenica 29 maggio sera pure noi ci sentiamo coinvolti. Il premier Silvio Berlusconi ha accusato l’«euro di Prodi» d’aver fatto raddoppiare i prezzi. In realtà, la moneta dell’Europa ci ha salvato da un rapido crack di stampo argentino.
Forse è venuto il momento di raccontare meno barzellette, e di convincersi che bisogna lavorare seriamente come raccomanda Ciampi. Stonano sui giornali di oggi lunedì 30 le foto del primo ministro che fa un gesto osceno con il dito medio della mano allungato, per riportare un dialogo con sua madre. Alla quale lui avrebbe spiegato che quel gesto significa che il di lei pargolo è il numero uno. In Italia o nel mondo, non fa differenza. Non per l’amor materno (che non significa rimbambimento come pretendono certi figli), ma per l’esagerata stima che hanno in loro stessi i pupilli cresciuti in età anagrafica e non in maturità psicologica.
Speriamo che la sberla della Marianna porti da Parigi a Roma la consapevolezza che la politica non è una sfilata di moda o uno spettacolo al circo dove si va per divertirsi. Il rapporto Istat presentato il 25 maggio ha stabilito che in Italia dominano sfiducia ed una decennale stagnazione. E che il nuovo sistema fiscale ha favorito soprattutto i ricchi: i due terzi della manovra sono andati al 30 per cento delle famiglie. Il settimanale inglese Economist ha parlato di recessione nella Penisola, dedicandole la copertina in cui essa appare sorretta da sette stampelle, cinque per lo stivale e due per la Sicilia, con il titolo: «Italia il vero malato d’Europa».
La risposta di Berlusconi è stata allegra, come al solito: siamo ricchi e pieni di gioia di vivere, abbiamo tante automobili, case di proprietà, telefonini. E soprattutto «siamo dei grandi playboy». Anche in questo caso potrebbe essere smentito dalle statistiche relative al consumo di Viagra. Marco Follini ha scelto una via mediana e moderata: «Siamo un Paese forte ma in difficoltà».
Il reddito italiano pro capite è due punti e mezzo sotto la media continentale. Agli occhi dell’Europa dunque noi appariamo come una specie di Cenerentola. La quale, potrebbero a ragione rispondere da Roma, era però maltrattata dalle cattive sorellastre. Fatto sta che nell’opera musicata da Gioacchino Rossini, Cenerentola ha (come noi) un padre che si chiama don Magnifico. [917]

Antonio Montanari


1069/Riministoria-il Rimino/Antonio Montanari Nozzoli/30.5.2005