Rimini nell'Ottocento
Tra socialismo ed anarchia

Nel 1872 dal 4 al 6 agosto, si svolge a Rimini la conferenza italiana dell’Internazionale socialista che compie la scelta di aderire all’anarchismo. Ci sono delegati di ventuno sezioni, in maggioranza romagnole e marchigiane. Presiede i lavori Carlo Cafiero che ha conosciuto di persona Marx e Engels, gli autori del Manifesto del 1848. Le riunioni si tengono nell’attuale piazzetta Agabiti, al tempo detta via dell’Orologio guasto, nella casa Santinelli (ora distrutta), sede del Fascio operaio. Fu scelta Rimini, per quell’incontro, perché in una città balneare non avrebbe destato sospetti l’arrivo massiccio di tanti forestieri in piena stagione. Tra i 144 internazionalisti riminesi schedati dalla prefettura, la massima parte è costituita da ferrovieri. Il «capo occulto» dalla polizia è considerato Raffaele Tosi, uno dei tanti garibaldini presenti in città, come Caio Zavoli, Giobatta Carradori, Augusto Aducci, Silvio Marcaccini, gli organizzatori della manifestazione, tutti socialisti barricadieri.
La «Risoluzione» riminese del 6 agosto respinge la decisione di Londra (settembre 1871) d’adottare «una speciale dottrina autoritaria, ch’è quella propriamente del partito comunista tedesco»: essa è considerata «la negazione del sentimento rivoluzionario del proletariato italiano». Si accettano le successive deliberazioni degli anarchici (novembre 1871): lo scopo dell’Internazionale non è la conquista del potere politico, ma l’emancipazione dei lavoratori per opera di loro stessi attraverso l’abolizione dello Stato per arrivare a quella del capitalismo.
Nel maggio 1889 le associazioni repubblicane romagnole si riuniranno a Rimini votando un ordine del giorno presentato da Caio Renzetti a favore del collettivismo in economia. Caio Renzetti (1847-1932), figlio d’un cospiratore risorgimentale, è stato compagno di classe di Pascoli e di Giovanni Lettimi (1854-1903), il futuro cognato di Francolini. Fratello di Caio Renzetti è Emilio (1844-1931), noto tipografo (stampa nel 1895-96 il «Compendio» di Carlo Tonini) e presidente della locale Società operaia della quale Caio (ex garzone di barbiere) è ispiratore e guida: non può apparire ufficialmente in nessuna carica perché avvocato.

ARCHIVIO GIOVANNI PASCOLI
Antonio Montanari


1066bis/Riministoria-il Rimino/Antonio Montanari Nozzoli/Date created: 05.09.2017