il Rimino - Riministoria

Sei la mia città, te lo dico in foto
Le immagini di Nicola De Luigi raccontano Rimini
, "il Ponte" 2004  


Con «Aspettando Rimini», foto di Nicola De Luigi e testi di Giuliano Ghirardelli e Giovanni Luisè (che è anche l'editore), abbiamo un ritratto di fatti e figure della nostra città aggiornato al 2003. Il volume racconta suggestioni, impressioni, volti ed espressioni visive di una città lungo l'arco delle sue stagioni, nei vari luoghi e negli angoli più diversi, dal turismo allo sport, dalla cultura al tran tran quotidiano.
Ci sono immagini corali. Ci sono ritratti che, nella posa in cui sono stati sistemati i personaggi, narrano psicologie e tipologie le più diverse. Ad alcuni intellettuali è piaciuto talora il ritratto ottocentesco, più apparire che essere. Altri hanno guardato l'obiettivo con disadorna attenzione come l'arguto Benedetto Benedetti (elegante scrittore), o finto che non ci fosse come lo storico Liliano Faenza mentre legge un quotidiano in biblioteca, quella Gambalunga che è la sua seconda casa, da decenni. Dalle sale antiche della stessa, si affaccia dietro la porta segreta degli scaffali secenteschi, l'attuale direttore Marcello Di Bella, come a rivolgere uno sguardo verso quel passato che è il nostro patrimonio culturale e un po' anche la sintesi di certe eredità che ci piovono addosso inattese o non gradite. Rimini, ha detto paradossalmente il suo predecessore Piero Meldini, è una città in cui se un giovane legge un libro, i genitori pensano di portalo immediatamente dallo psicologo. E Meldini che di libri ne ha letti tantissimi e scritti parecchi, sorride da un'altra immagine, quasi stesse pensando ad una battuta con cui suggellare lo scatto.
Amedeo Montemaggi è ripreso mentre la moglie signora Edda lo sta ritraendo nel fortino delle Celle, simbolo di quella «linea Gotica» a cui ha dedicato gran parte della sua vita di studioso e giornalista. Ci sono i pensionati in panchina, con a fianco una coppia di giovani che pensano a scambiarsi effusioni. Ci sono i librai. Uno addirittura, quello della piazzetta delle poveracce, si è messo un vetrina quasi a suggerire: «i libri, sono io», per testimoniare la passione e la competenza specialistica con cui lavora. C'è il mitico angolo di cultura nel magazzino di Bruno Ghigi editore, Borsalino in testa e sciarpa al collo, mille idee, cento progetti che bollono su carta vergata a matita (che cosa sono i computer?).
Ci sono le turiste straniere «venute di Germania». Ci sono soprattutto le graziose ragazze riminesi, con un commento che rivela il tono generale del libro (p. 163): «Non sono 'veline' né 'letterine'. Sono le belle ragazze della porta accanto».

Antonio Montanari
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