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il Rimino - Riministoria

La scomparsa di Zavagli, in arte René Gruau
Un protagonista riminese del disegno pubblicitario europeo

Ha indossato l'Arte come una maschera, nascondendo la sua vera identità. Fuggito da Rimini, ha deposto nell'angolo più remoto il lungo cognome ereditato dal padre conte Alessandro Zavagli Ricciardelli delle Caminate. Ha camuffato il nome anagrafico nella traduzione francese, René, accostandolo al cognome della madre (Gruau), originaria di quella Parigi a cui aveva dedicato prima i sogni giovanili, e poi il suo lavoro dagli inizi degli anni Trenta (era nato nel 1909 in una villa di Covignano).
Delle antiche origini nobiliari aveva conservato nel volto elegante quasi la patente di un'eccellenza che lui ha realizzato mediante il mezzo più povero ed immediato, il disegno, destinato però a coinvolgere un mondo di danarosi. Osservò Natalia Aspesi che la produzione di René Gruau del dopoguerra fu diretta ad «una ristretta società colta e mondana», fatta di ricchi e nobili, a Parigi come a Venezia: «La pubblicità portava poi alle masse questa immagine di femminilità», rivoluzionando i sogni delle donne comuni. Sogni che alimentavano nuovi bisogni, creando il mercato, con le fantasie e le suggestioni di sempre. Non c'era la tivù, ma erano le riviste di moda ed il cinema a suggerire, provocare, condizionare.
Di «genio comunicativo» ha scritto Marco Vallora sulla «Stampa» l'8 aprile, all'indomani dell'annuncio della scomparsa di René Gruau avvenuta il 31 marzo. Il figlio Aldo ha eseguito le volontà paterne, secondo le quali la notizia del decesso doveva essere diffusa soltanto dopo le esequie. Il 30 aprile alle ore 12 le sue ceneri saranno tumulate nel nostro Cimitero.
Per iniziativa dell'assessore alla Cultura Stefano Pivato, Rimini gli ha dedicato di recente due sale permanenti al Museo civico, come omaggio al suo «mondo della fantasia, dei sogni e dei colori»: sono parole dello stesso Pivato.
Nel 1986 Gillo Dorfles ha sottolineato che il giovanissimo Gruau era stato «influenzato innanzitutto dall'ambiente materno, parigino e raffinato», trovando i suoi modelli nei «famosi atelier che la madre frequentava», e che sarebbero poi diventati «il suo privilegiato campo d'azione».
Ha spiegato Bonizza Giordani Aragno che René Gruau ha dedicato «un messaggio di felicità» ad un secolo «svolto tutto al femminile». Del suo mondo estetico e del suo modo d'interpretare la vita, è testimone l'elegante sirena che René Gruau compose nel 1993 per i 150 anni dei Bagni di Rimini: un tuffo nell'illusione, simbolo di lontani ricordi, celebrazione più di un mito ancestrale, che della realtà odierna.

Antonio Montanari


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