il Rimino - Riministoria

Cesare Borgia tiranno in Romagna
Una mostra per lui, Machiavelli e Leonardo

Rimini ospita in Castel Sismondo dal primo marzo al 15 giugno una mostra dedicata a «Leonardo, Machiavelli, Cesare Borgia. Arte, Storia e Scienza in Romagna (1500-1503)».

Tre protagonisti dello stesso momento storico s'avventurano nella nostra Terra, ognuno con il suo particolare bagaglio umano. Un tecnico, nell'accezione più degna del termine: Leonardo. Un politico, come dimostrerà anni dopo, con la stesura del «Principe»: Machiavelli. Ed un avventuriero, Cesare Borgia, che poggia la sua «fortuna» su quella del padre, papa Alessandro VI.

Machiavelli tramanda ai posteri il meglio... del peggio di Cesare Borgia, proprio in quel «Principe» che fu modellato sopra di lui e sopra Francesco Sforza. Borgia gli serve per dimostrare come si divien principe appunto «per fortuna», e lo Sforza invece «per virtù».

La Romagna, spiega Machiavelli, «era tutta piena di latrocinii, di brighe e di ogni altra ragione di insolenzia», per cui Cesare Borgia «iudicò fussi necessario» ridurla pacifica e obbediente con un «buon governo». L'aggettivo che usa Machiavelli è tipicamente machiavellico. «Buono» è quel governo che non serve ai sudditi, ma rafforza il tiranno di turno. Come dimostra il seguito del racconto.

Nominato a capo di questo «buon governo» messer Ramirro de Lorqua, «uomo crudele» e risoluto, Cesare Borgia ottenne il risultato sperato. La Romagna fu così ridotta «pacifica e unita, con grandissima reputazione». Ma il bravo Ramirro era stato troppo rigoroso nell'obbedire al suo signore, al quale aveva procurato «qualche odio».

Cesare Borgia, a questo punto, per dimostrare che le crudeltà erano dovute non a lui stesso «ma alla acerba natura del ministro» suo, Ramirro de Lorqua, e per tranquillizzare i popoli della Romagna, una bella mattina a Cesena lo fa «mettere in dua pezzi in sulla piazza, con uno pezzo di legno e uno coltello sanguinoso a canto».

Quello spettacolo, sogghigna Machiavelli, «fece quelli popoli in un tempo rimanere satisfatti e stupidi», cioè stupiti. E, alla fine, il Segretario fiorentino propone Cesare Borgia come «imitabile a tutti coloro che per fortuna» e con l'arme d'altri sono ascesi allo imperio».

Secondo Guicciardini («Storia d'Italia»), Cesare Borgia tentò di uccidere un cardinale con vino «infetto di veleno», arrivando invece al risultato di far fuori il padre Alessandro VI, e di cadere lui stesso in «lunga e grave infermità». Il vigore degli anni e medicine potenti ed appropriate, scrive Guicciardini, lo salvarono dal seguire il genitore nel sepolcro.

Le cose certamente non andarono così, e Alessandro VI non morì avvelenato. Ma il racconto di Guicciardini testimonia una leggenda diffusa in quei giorni: perfettamente adatta al personaggio Cesare Borgia.

Sui funerali di Alessandro VI, Guicciardini poi scrive che vi concorse «con incredibile allegrezza tutta Roma» per «vedere spento un serpente» che aveva avvelenato «tutto il mondo».

Lena Vanzi


Comunicato-stampa

Leonardo, Machiavelli, Cesare Borgia.
Arte, Storia e Scienza in Romagna (1500-1503)
Mostra storico artistica
Rimini - Castel Sismondo / 1 marzo - 15 giugno 2003

Siamo agli inizi del 1500. La Romagna è al centro degli interessi politici e militari internazionali. Tre personaggi della levatura di Cesare Borgia, Machiavelli e Leonardo da Vinci, si troveranno insieme in questa regione per compiere i loro mandati. Il terribile Cesare Borgia, detto il Valentino, figlio naturale di Papa Alessandro VI, ha appena terminato la conquista dello stato della Romagna, ma gli interessi su questa regione premono da tutti gli stati confinanti, Venezia e Firenze in primo luogo.

Le rocche e le mura della Romagna ancora medioevali, necessitano di un sopralluogo e di una risistemazione, soprattutto ora di fronte alla potenza delle nuove armi da fuoco introdotte dai francesi. Leonardo da Vinci fu contattato nella primavera del 1502 dal Valentino per fare una ricognizione nei suoi nuovi territori come architetto e ingegnere militare. Il Codice L, un piccolo taccuino tascabile, costituisce la testimonianza diretta di questo viaggio.

Qui Leonardo prende appunti, misure, impressioni e disegna schizzi sulle città in cui soggiorna: in ordine Rimini, Cesena, Cesenatico, Faenza, Imola. Allo stesso modo Machiavelli, allora segretario della seconda cancelleria, prima nel giugno ad Urbino, poi nell'ottobre del 1502 viene inviato in Romagna per instaurare rapporti diplomatici tra Firenze e il Valentino. Machiavelli, lo sappiamo, rimase folgorato dall'abilità strategico politica del Borgia. Tanto che più volte viene preso ad esempio nel suo "Principe", in particolare nel Capitolo VII, intitolato "De' principati nuovi che s'acquistano con le armi e la fortuna d'altri".

La mostra, di tipo storico artistico, curata dal Professore Carlo Pedretti dell'Università della California, Los Angeles e direttore dell'Hammer Center for Leonardo Studies insieme all'Associazione Culturale Erasmo e la Direzione dei Musei Comunali di Rimini, presenta oltre 150 pezzi, divisi in dieci sezioni, tra i quali disegni, dipinti, manoscritti e sculture che intendono ricostruire l'avventura del Duca Valentino, il viaggio di Leonardo in Romagna, l'arte, la cultura e l'architettura militare della Romagna di quell'epoca. Si potranno ammirare i lavori di Bramantino, Leonardo da Vinci, Ridolfo Ghirlandaio, Pinturicchio, Lorenzo di Credi, la pittura romagnola del tempo e potranno essere analizzati anche molti documenti d'archivio fino ad ora quasi del tutto ignorati. La mostra è caratterizzata infatti da un forte accento documentario per illustrare un periodo di storia, quello di Leonardo da Vinci, Machiavelli e Cesare Borgia in Romagna, a molti sconosciuto.

Una mostra itinerante di tipo didattico, sempre dedicata al viaggio di Leonardo in Romagna, curata dall'Associazione Erasmo con la collaborazione dell'A.P.T. Regione Emilia-Romagna, Comune e Provincia di Rimini e Ministero Affari Esteri ha preceduto quest'ultimo progetto. E' stata ospitata dagli Istituti di Cultura Italiana all'Estero di Lubiana, Sydney, Lisbona, Bucarest, Washington, Ankara, Stoccarda, L'Avana, Wolfsburg.

Per approfondimenti è consultabile il sito www.leonardoinromagna.com
Orari della mostra: apertura tutti i giorni (chiuso i lunedì non festivi) dalle 9,30 alle 19,00
Ingresso: Intero 6,50 euro, Ridotto 4,50 euro, Gruppi organizzati (Almeno 20 persone, gratuito per un accompagnatore) 4,50 euro, Gruppi scolastici (gratuito per due accompagnatori) 3,50 euro.
Per i gruppi scolastici e per i gruppi organizzati è indispensabile prenotare la visita.
Visita guidata (su richiesta di gruppi organizzati) 60 euro
Visita guidata (su richiesta di gruppi scolastici) 42 euro
Per informazioni rivolgersi alla Segreteria dell'esposizione tutti i giorni (ore 9,30 - 12,00 escluso il sabato): Direzione - Uffici Musei Comunali, Via Cavalieri, 26 - 47900 Rimini
Tel. 0541 54094
Fax: 0541 28692
mail: [email protected]


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