Tama 822. Un, due, tre
[Ponte n. 14, 14.04.2002]

Dopo la Prima Repubblica (1946), dopo la fantomatica Seconda (chi l'ha vista?), ecco spuntare di soppiatto ed inattesa la Terza. Il Parlamento non ha più soltanto le due vecchie Camere (dei Deputati, e Senato), ma ha pure le nuove Telecamere. Dopo Palazzo Madama e Montecitorio, anche Porta a Porta (gente che viene, gente che va) si vede riconosciuta una dignità istituzionale dai diretti interessati, cioè dall'Assemblea del Senato. La quale, il 3 aprile (con due giorni di ritardo sul fatidico appuntamento dei «pesci», a causa della festività del Lunedì dell'Angelo celebrata in quella data), ha sentenziato all'unanimità (maggioranza ed opposizione d'amore e d'accordo): anche da Bruno Vespa i parlamentari sono «insindacabili».

Nessuno li può giudicare, come se fossero a Montecitorio o a Palazzo Madama, appunto. L'esercizio della funzione politica in nome del Popolo Italiano è così protetta anche fuori delle aule sacre previste dalla Costituzione, e la si può svolgere pure fra gli intervalli pubblicitari di un purgante (basta che non sia olio di ricino), di un'offerta paghi due e prendi tre (con mani pulite, beninteso), e di un mastrolindo calvo e muscoloso (a lavorare, come dice Berlusconi ai suoi).

La prossima mossa sarà quella di consacrare per legge questo principio per ora applicato soltanto ad un caso. Occorrerà una modifica costituzionale all'art. 68. Domanda: davanti alla Legge, a Bruno Vespa saranno equiparati Michele Santoro, Enzo Biagi e Daniele Luttazzi, tre personaggi mediatici che il presidente del Consiglio considera responsabili di un uso «criminoso» della tv? Lo ha detto a Bologna al congresso di Alleanza Nazionale, svoltosi mentre a Rimini si teneva quello di Rifondazione in contemporanea al convegno massonico del Grande Oriente d'Italia.

Il doppio appuntamento cittadino ha creato della confusione in qualche politico locale. Il vicesindaco di Rimini, porgendo il suo saluto, ha detto che la Sinistra e la Massoneria hanno ideali «comuni». Forse si è trattato di una gaffe innocente compiuta soltanto per un dovere di ospitalità (che cosa non si fa in nome del turismo: siamo rimasti quel popolo di affittacamere di cui parlava quell'estremista di Sinistra che era l'antifiniano Benito Mussolini?). Forse, dicono i bene informati, è stato un lapsus con cui ci si è decisi ad ammettere, finalmente, che molti diessini sono iscritti nelle liste della Massoneria. Che dialoga, ma non fa nomi. [822]
Antonio Montanari

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