E Federico si presenta:
“Sono il fratello di Maddalena”

Dopo i film che hanno confermato una vocazione espressa nel teatro dialettale,
il divertente libro degli amarcord di famiglia
"il Ponte" 1992, n. 29

«Le parti più vere che ho interpretato, sono state e sono quelle di moglie e di madre». Maddalena Fellini Fabbri, presa dal successo della nuova carriera di attrice cinematografica, si confessa nelle pagine che l'editore Guaraldi l'ha costretta a scrivere, annunciando il libro prima che ancora una riga fosse stata messa sulla carta, e che ora appare come «Storia in briciole d'una casalinga straripata», nella collana «Novecento riminese».
Tonino Guerra ha composto la prefazione, Sergio Zavoli l'introduzione, Dario Zanelli la “recensione”, e ventuno amici hanno abbozzato ritratti più o meno ampi. Telegrafico quello del giornalista Vittorio Monti: «Federico Fellini, quando si presenta per farsi riconoscere, dice: “Sono il fratello di Maddalena”».
La signora Fellini ha lanciato questo suo volume («piccino piccino picciò») in una libreria del centro, sabato 25, firmando autografi sotto l'occhio vigile della figlia Francesca, programmista-regista a Rai2.
Questa «Storia in briciole» è qualcosa di più di uno scherzo letterario: sullo sfondo, si delinea la vicenda di una solida famiglia borghese che prima vive la tragedia collettiva della guerra («Furono anni di amarezza e di frustrazione»), poi la ricostruzione che, per la signora, coincide con il matrimonio (1953) ed il trantran come moglie di un pediatra che aveva «l'abitudine di non farsi mai pagare le visite dei pazienti», i quali ringraziavano con dei fiori, per cui un giorno al posto delle tagliatelle finì in tavola un «bel mazzo di gladioli rosa».
Questa «casalinga straripata» è sinceramente romagnola, l'arzdora che costruisce la famiglia, che ama il marito con l'intensità con cui ne critica i “difetti” («Io sono allegra, caciarona… Lui è introverso, chiuso…»). L'autrice finge di scherzare, ma spesso con estremo pudore lascia intravedere i suoi dolori nel ricordo degli scomparsi (i genitori, il fratello Riccardo), le sue stizze, il suo carattere forte. Emerge soprattutto una genialità non ereditata da quella fama altrui che può diventare noiosa nel sentirsela citare di continuo. La signora Fellini ha una vocazione artistica che i riminesi conoscevano già per le sue apparizioni sui palcoscenici dialettali. Dai quali l'ha strappata un'agenzia che cura i cast per i film che si girano in Romagna.
Dopo l'episodio di «La domenica specialmente» (1991), vennero le conferenze. A Forlì, Guaraldi l'accompagna, scippandole la promessa del libro, a cui il marito è favorevole: «A scuola, scrivevi così bene i temi…». Con un'attrice ed una scrittrice in casa, come è cambiata la vita della famiglia Fabbri? «Quando la mamma gira i film», confessa Francesca, «in tavola non ci sono più le tagliatelle». Buon sangue romagnolo, ovviamente, senza badare al colesterolo.

Antonio Montanari

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