TamTama * 12.2000 * Riministoria * Antonio Montanari

Riministoria
il Rimino

Riministoria. Antonio Montanari

>Rubrica Rubrica n. 787, dal Ponte n. 46 di domenica 24 dicembre 2000

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Lunari

Venditore d'almanacchi e calendari osé

Il venditore d’almanacchi e di lunari nuovi (ma avete mai visto quelli che ne vendono di vecchi?), quest’anno ha cambiato strategia aziendale. Abbandonate le strade trafficate e gli angoli oscuri delle vie, si è piazzato nel mondo della grande Rete, viaggia su Internet. Lui che indossa ormai da due secoli gli stessi panni un poco logori, ha scelto lo strumento più moderno che esista, e non ha rimpianti. Mi confida di trovarsi benissimo, soprattutto (immagino) con la rumorosa compagnia di attrici e divette che smaniano di farsi notare in ogni luogo virtuale, non dico virtuoso, mettendosi in concorrenza con lui nel reclamizzare i calendari, ed a lui accomunate dall’attaccamento a certe antiche vesti, leggermente più vetuste delle sue: quelle che il maschilismo trionfante chiama adamitiche, anche se rimandano alla foglia di Eva, che talora il vento invernale fa volare via lasciando i corpi indifesi. Altro che cacciata dal Paradiso, commenta ironico il venditore d’almanacchi, consapevole che per molti contemporanei quello sia il nuovo paradiso mass-mediatico che sognano, ottenendolo a poco prezzo.

Una cosa preoccupa il venditore d’almanacchi: è la concorrenza che riceve dalle autorità di governo. Non è più il tempo che le regole da seguire per il futuro, vengono lasciate ai compilatori di lunari, oggi ci pensa addirittura il ministro della Sanità, spiegandoci (parlo per me, scusate) che bisogna "rompere l’isolamento sociale degli anziani": ed usa proprio un verbo ordinariamente collegato ai vecchi stessi. Poi ammonisce che occorre "prevenire il mobbing sul lavoro, nelle scuole e nella famiglia". Quando si tratta di prevenire è sempre una buona cosa, ma perdonate la mia ignoranza, che cos’è il mobbing, se neanche in tre dizionari d’inglese che ho in casa c’è spiegato?

(Ad esempio, che il mio sito "Riministoria" fosse stato cancellato dal Motore di ricerca della Comunità in cui è inserito, che quel Motore mi avesse spiegato la cosa come impossibile, invitandomi a riscrivere via Internet dopo un mese, e che avendo io seguìto tutte le istruzioni poi non mi avesse più risposto prima di rimettermi in rete dopo 60 giorni ai attesa spasmodica, è mobbing oppure no? Posso immaginare quali persone abbiano avuto in antipatia il mio sito, e che avessero intenzione di fami 'sparire', ma non so però di che cosa mi abbiano potuto accusare presso quel Motore per farmi cancellare provvisoriamente.)

Mi scusi, signor ministro della Sanità, parlare in inglese ad un vecchio come me, è mobbing o no? In caso affermativo, si spieghi per favore: in italiano.

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>Rubrica n. 786, dal Ponte n. 45 di domenica 17 dicembre 2000

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Perseverare

Mi pento di aver scritto per 18 anni questa rubrica

Il libro (pressoché massonico) su Bertòla, del quale ho parlato la settimana scorsa, sarà presentato sabato 16 dicembre, in un incontro pubblico il cui titolo è tutto un programma: "Amante più dei salotti e delle alcove che dei chiostri…". La sacrosanta verità biografica rischia di tramutarsi in uno slogan da filmetto porno, mettendo in ombra figura, ruolo e caratteristiche del grande poeta concittadino. Pazienza, così vanno le cose nella società dello spettacolo.

Passo ad un altro libro, di un conterraneo dei nostri giorni, Pier Luigi Celli, direttore della Rai, che ha scritto "Passione fuori corso". Ad Alain Elkan (su "Specchio") ha confidato: "Credo di avere alcune passioni. Una è certamente dire quello che penso, e questo può portare dei guai".

Avere questa passione, è un guaio di per sé. Parlo per esperienza: permettetemelo, in una specie di bilancio non soltanto di fine anno, ma di chiusura di secolo. Se dovessi scrivere una pagina autobiografica al proposito, l’intitolerei "Cattiva educazione", per spiegare che quando ci hanno allevato al non dire bugie, a rispettare sempre e soltanto la verità, ad essere sinceri, a fuggire le ipocrisie, le falsità, le invenzioni mentali, hanno compiuto un’opera di corruzione morale, presentandoci un’immagine del mondo ed offrendoci istruzioni per l’uso, che non corrispondono a gran parte della realtà.

In ormai diciannove anni di stesura di questa rubrica, credo di essere stato sempre limpidamente aperto nell’esprimere le mie opinioni, senza secondi fini o scopi nascosti. Quando nel settembre 1982 accettai la proposta di don Piergiorgio di comporla settimanalmente, ho commesso un errore della cui gravità mi sono dovuto accorgere lentamente mentre passava il tempo.

Se il lettore scorre queste righe, e si diverte o s’arrabbia, resta un fatto privato tra noi due, me e lui. Ma c’è sempre un terzo, un Grande Fratello che s’impersona in varie sedi, in quelle sedi che, per fare un giornalismo decente e non da tappetino scendiletto, si vanno a punzecchiare, disturbare o semplicemente a citare, provocando reazioni nascoste, carsiche, che prima o poi riaffiorano. Credetemi. Non disturbare il manovratore, era un motto della Buonanima. Che ha tuttora seguaci numerosi e convinti nel ritenerlo una Verità Assoluta che tutti dovremmo rispettare. Poiché l’errore che ho compiuto è irreparabile, non mi resta che perseverare in esso?

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>Rubrica n. 785, dal Ponte n. 44 di domenica 10 dicembre 2000

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Caduta massi

E trionfo dei Massoni

Voi non lo sapete, ma il Tempio Malatestiano fu dedicato ad un culto massonico. Non impazzisco, il discorso è serio, la teoria è di una persona che, stando a voci circolanti in città, dovrebbe allo scopo produrre il suo bravo libro, con la dimostrazione che anche Sigismondo era iscritto ad una qualche Loggia, come alcuni nostri contemporanei. Non sono un esperto dell’argomento, ma ora ne so qualcosa di più grazie ad un bel volume appena pubblicato anche a spese del nostro Comune, cioè gli Atti del Convegno su Aurelio Bertola, tenutosi due anni fa. Tutto quanto, o quasi, si trova in questo testo è un inno alla Massoneria. Vedere ad esempio il secondo saggio dove si citano riflessioni non del nostro poeta ma che "debbono averlo accompagnato tra Pavia e Milano" (in mancanza della Settimana enigmistica): qui leggiamo che nel 1785 la Chiesa era accusata di non far più miracoli e che lo Spirito Santo dopo, aver abbandonato i preti, attraverso percorsi nascosti, aveva illuminato la Massoneria.

Il gioco è pesante e scoperto in quasi tutta l’opera. Innegabilmente, Bertòla è stato uno dei massoni del 1700, ma nello stesso tempo era un uomo religioso, per quanto egregio peccatore. Perché si dimenticano gli aspetti religiosi delle sue "Notti" in onore di papa Ganganelli? Perché crollerebbe la mitologia massonica, e di conseguenza cadrebbe la falsificazione del suo discorso.

L’avanzata massonica non si limita ai discorsi elevati per gruppi ristretti, ma si estende ai mezzi di massa come la televisione. Da poco arriva in Romagna il segnale di Rete 9 attraverso Telemare. Qui tutti i sabati alle 20 appare l’avvocato Mario Bacchiega che sparla della storia della Chiesa con una frenesia da curva sud durante un derby. Per saperne di più ho fatto alcune ricerche su Internet (e poi dite che è inutile): Mario Bacchiega pubblica libri nella collana intitolata Biblioteca massonica. Il proprietario di Rete 9 di Padova è tale filosofo Robi Osti, come ho ascoltato dalla sua emittente. Se è lo stesso Roberto Osti che due anni fa vinse una causa contro il Ministero PT quale titolare dell’antenna ATR di Rovigo, e se risiede ancora a Rovigo, risulta essere un amministratore condominiale. Potrebbe trattarsi di un’omonimia, ma a Padova non appare in elenco nessun Roberto Osti. Ma forse costui è un seguace di Diogene, vive in una botte e non usa il telefono. Come si dice, basta il Pensiero.

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>Rubrica n. 784, dal Ponte n. 43 di domenica 3 dicembre 2000

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Di varie cose

Tra cui una lettera anonima

Ante scriptum. Ricevo una lettera non firmata, a proposito di scritti miei apparsi sul Ponte. La discussione è troppo seria per affrontarla in questo breve spazio. Se il lettore si rivela, prometto di soddisfarlo, con l'avviso che quello che lui sostiene è cosa nota a tutti, anche se il suo discorso è fazioso al punto da negare la verità dei fatti da me riportati. Se non si paleserà con tanto di nome e cognome, gli risponderò sul mio sito Riministoria, per poter avere a disposizione lo spazio necessario a produrre i documenti che danno torto alla sua lettera non firmata.

In Redazione mi hanno poi passato un comunicato del Provveditorato agli Studi di Rimini in cui si parla di curricoli: la parola è stata sottolineata come errore perché il plurale di curriculum fa curricula. Giusto: ma l'italiano corrente prevede anche curricolo e curricoli. Quindi nulla di strano se non il fatto che dal Provveditorato tutti ci aspetteremmo la forma latina. Il Corriere Romagna, nel riferire la notizia, ha parlato di nuovi curriculum (e non curricula) adottando una forma basata sulla vecchia regola che le parole straniere non hanno plurale. Ed il latino dunque ci è straniero al punto di buttare impunemente alle ortiche i nostri curricula culturali.

Questa settimana avrei voluto parlare del sondaggio telefonico fatto svolgere dalla Provincia di Rimini sulla qualità della vita e la diffusione della criminalità, che inizia con una domanda bizzarra: lei usa l'autobus? A questo punto non vorrei che il criminale fossi io perché adopero molto la bici e poco l'auto se non piove, ma mai il servizio pubblico. A Cesena alcune settimane fa, per diminuire l'inquinamento atmosferico, si sono indette le domeniche a piedi.

Per andare a Forlì si sono formate file lunghissime che hanno prodotto un inquinamento maggiore di quello che si sarebbe registrato senza la pensata ecologica della chiusura del centro storico, dato che non esistono alternative (leggi: strade) su cui smaltire i mezzi in transito.

L’Italia è il Paese delle buone intenzioni. Ogni tanto ci immaginiamo di cambiare il mondo, con il criterio delle nozze con i fichi secchi. Prima facciamo le strade dove chi ha necessità di spostarsi possa farlo in tutta tranquillità, costruiamo i parcheggi, e poi creiamo le zone pedonali dove chi vuol esibirsi a cavallo o col monopattino può farlo senza sfottere chi ha necessità di usare l’auto.

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