TamTama * 03.2000 * Riministoria * Antonio Montanari

Riministoria
il Rimino

Riministoria. Antonio Montanari

Tam Tama 750 del 5.3.2000

Casine

Non so se esistano ancora in commercio i segnatempo tirolesi, con la donnina che preannuncia il sole ed il ragazzo che invece appare munito d'ombrello.

Se sono introvabili, niente paura: il sindaco di Napoli Bassolino può avviarne la produzione nella sua patria, in tutta tranquillità: l'Europa permette questo ed altro, come il far raccontare in Italia, a Sanremo (ribattezzata graziosamente dal rappresentante dell'Onu San Marino), una barzelletta di stile inglese ma ambientata a Parigi, da una bella fanciulla spagnola che però ha lontani parenti nel nostro Paese.

Bassolino è facilitato dal fatto che lui stesso rassomiglia un po' ai personaggi dei segnatempo: entra ed esce dalla scena, come la donnina ed il ragazzo si affacciano sull'uscio della loro piccolissima casa. Le ultime vicende lo confermano. Dopo essersi dimesso da ministro lo scorso giugno per continuare a fare soltanto il primo cittadino partenopeo, aveva manifestato l'intenzione di lasciare questa carica per candidarsi alle regionali. Dietrofront. Correrà per le regionali ma per ora non lascia la poltrona di sindaco. Era uscito l'omino con l'ombrello, adesso ritorna la fanciulla del sole.

A gennaio, a Torino, al congresso dei ds, altro che ombrello da pioggia: quando al suo posto hanno messo l'intervento del presidente della Camera Violante, è stata una grandinata di quelle che schiantano le ossa. Bassolino dovrà però fare attenzione alla concorrenza, non del suo partito a cui appartiene (fino a quando?), ma della parte avversa. Per reale par condicio, anche nel polo c’è un certo andirivieni, ma qui non bastano due personaggi soltanto per accontentare tutti. Oltre alla pecorella smarrita tornata all’ovile (Bossi), c’è un glorioso camerata, Rauti il quale dichiarando: "Con il Cavaliere e Haider" è certo a favore della poligamia.

Per semplificare le cose, Silvio Berlusconi ha ribattezzato il polo come casa delle libertà. Non c’è confronto con la casettina tirolese. Qui siamo in presenza di una bella villa, doppi servizi e doppi giochi, ma chi distribuirà le stanze ai partecipanti? Ai digiuni di Pannella non s’addice la cucina. Al Cavaliere tocca lo studio antico, per le interviste in tivù. E Bossi, dove lo metteranno? Per uno in odore di secessione nel migliore dei casi, ci vorrà un locale ampio e bene aerato. Se poi aggiungiamo che ha la fissa del dio Po, che cosa meglio di un mulino bianco, con tanta acqua corrente? [750]

 

Tam Tama 751 del 12.3.2000

Mitico!

La situazione si complica. Trovano carri armati sepolti dall’ultima guerra, a tutto spiano, come se fossero conchiglie o poveracce. Prima hanno recuperato quello delle Celle (con grande spiegamento di rappresentanze ed un brindisi che faceva rabbrividire, stonando con il simbolo di una tragedia che inevitabilmente veniva rievocata da quell’aggeggio sollevato a mezz’aria, accolto da un più giusto, umano e severo silenzio dalla gente presente aldilà delle transenne). Poi hanno scoperto qualcosa di simile a Bellaria.

Se a Rimini hanno deciso di costruire tutt’attorno a quel cingolato un bel "parco della pace", che cosa faranno i bellariesi i quali non difettano mai di progetti grandiosi? Avanzo un’ipotesi che vale una cicca come tutto il resto del mio discorso: vorranno realizzare "la città della guerra", una specie di disneyland in cui non mancherà nulla, dagli sbarchi alleati alla bomba atomica in miniatura? In questa società sempre più dello spettacolo, ovviamente, bisogna badare soprattutto agli affari, ed allora avanti con le fantasie: ed immaginiamo tanti spettatori grandi e piccini che saranno entusiasti dell’"arrivano i nostri, dài spara, ammazza, bombarda quei pataca di italiani che adoravano il duce". E se poi scappa fuori uno, che nel bel mezzo della scena, ritiene legittimo dire "gasa quello sporco ebreo, spacca il muso a quei soldati negri", allora gli restituiamo il costo del biglietto e lo facciamo uscire, anche se si giustifica dicendo che tutto è un gioco (come negli stadi), e non c’è nulla di male nelle sue parole? Chiudo subito: c’è in giro troppa gente che sin dall’infanzia lontana si trascina il complesso del gioco dei soldatini.

Passo ad altro. Nel primo appuntamento di quest’anno ho scritto che quelli di Sanremo hanno preteso di farsi pubblicità pure nella notte di Capodanno, durante la discussa ripresa televisiva. Adesso aggiungo una notizia che ci ripaga di certe delusioni, riprendendo dalla "Stampa" un breve passo di Pierangelo Sapegno, un inviato speciale che conosce bene la nostra Riviera.

A proposito di hôtel e ristoranti sanremesi, egli ha scritto: "Proposta: il festival a Rimini. Almeno è una città ospitale, dove gli hôtel funzionano e le stelle sono meritate". Soltanto una postilla: il primo festival della canzone italiana si tenne a Rimini nel 1936. A Rimini nacque anche la fiera del francobollo poi emigrata a Riccione. Mitico! [751]

 

Tam Tama 752 del 19.3.2000

E se piove

Ma è vero che, a noi italiani, in politica manca sempre qualcosa? Talora, la conclusione dei discorsi è questa: "Ah, se fossimo come gli americani". Dove per americani s’intendono ad esempio i candidati alle prossime elezioni presidenziali, Al Gore e George W. Bush, rispettivamente dei democratici (Asinello) e dei repubblicani (Elefante). Stando alle cronache di quella nazione, Al Gore fino a poco tempo fa scriveva autobiografie inserendovi anche gli insegnamenti su come si sbuccia un pompelmo guardando dentro la propria anima. (Voi quando sbucciate una mela, a chi pensate?)

Invece George W. Bush alla frutta preferisce i biscotti, anche se scambia una marca di dolciumi con il cognome di un capo di Stato straniero. Niente in confronto a noi italiani, che certi nomi dei nostri capi di Stato non solo li confondiamo (Scalfaro o Scalfari?), ma addirittura preferiremmo dimenticarli.

A proposito di cose nostre, al Parlamento e dintorni di recente sono successi fatti veramente allegri. Per la commissione d’indagine su tangentopoli, era stato approvato un passo del primo articolo che diceva: "La Commissione ha il compito di accertare i motivi che hanno impedito alla magistratura di reprimere gli illeciti prima del 1992", dal che qualsiasi sprovveduto come il sottoscritto avrebbe potuto dedurre che "prima del 1992" i ladri avevano goduto di un’immeritata impunità. Quel passo, per evitare tali equivoche interpretazioni, derivanti oltretutto da una formulazione insolitamente chiara, è stato poi cambiato da un emendamento dell’on. Filippo Mancuso, che faceva accenno ad "eventuali incompletezze o lacune dell’azione della magistratura", dove quell’aggettivo "eventuali" disegnava perfettamente il ritratto della cultura giuridica più spicciola da Bar Sport ("Nel caso tu fossi un cretino, ti considero tale"), sempre pronta ad ipotizzare e mai ad ammettere, capace di mille congetture con il fare poco innocente di chi non cerca la verità ma semplicemente mira ad insinuare il sospetto. L’atto finale della commedia sulla commissione per tangentopoli ha fatto superare anche quest’emendamento, per escludere le responsabilità dirette dei magistrati, rovesciando il pensiero che stava dietro alla prima proposta, e per richiamarsi a "cause legislative, ordinamentali ed organizzative", quasi invitando a ripetere, con i sigilli della legge, il classico motto "piove, governo ladro". [752]

 

 

Tam Tama 753 del 26.3.2000

Statistiche

Una delle notizie che più mi hanno affascinato, di recente, riguarda il numero delle buche riparate nelle strade cittadine. Un comunicato comunale, preciso come un'estrazione del lotto, dichiarava una cifra esatta (non ricordo se 2.834 o 3.268, comunque con tanto di migliaia, centinaia, decine ed unità, senza lasciare nulla all'approssimazione od alla fantasia). Il che mi ha fatto pensare che ogni squadra di riparatori fosse accompagnata da un 'ispettore' verbalizzante con tanto di moduli da riempire, immaginiamo, anche con la descrizione della buca stessa e la sua tipologia classificatoria.
Passando per vie dove sono state effettuate le riparazioni, ho anche pensato che forse sarebbe stato meglio che ogni squadra fosse stata preceduta da un 'indicatore' delle buche medesime, perché in alcuni casi si ha l'impressione che si sia proceduto soltanto in quelle pari e non pure in quelle dispari (o viceversa, secondo i punti di vista). In certi casi dev'essere sorto il dubbio se fosse utile riparare anche buche di grandi dimensioni che minacciano di divenire voragini grazie all'intenso traffico di quelli che Cochi e Renato chiamavano "i camions". Per non complicarsi l'esistenza con domande troppo impegnative, le predette buche aspiranti voragini sono state lasciate nelle loro condizioni, perché (come si diceva una volta) "il numero è potenza". Una sola buca non deve richiedere il materiale che può bastare per cento altre buche piccole che fanno effetto nelle statistiche.
A proposito di traffico: gli abitanti di una strada ad alta intensità veicolare, si sono rivolti al Difensore civico perché sia lasciato ai pedoni il bordo della carreggiata abusivamente occupato dalle macchine in sosta. Il Difensore si è rivolto ai Vigili, a cui si sono indirizzati pure quegli abitanti. I Vigili avrebbero dichiarato che non corrisponde alla realtà la denuncia di quei cittadini. Comunque i Vigili hanno mandato copia degli esposti (del Difensore e dei cittadini), alle Competenti Autorità per i provvedimenti del caso (divieto di sosta?). Sono passati vari mesi, e nulla è stato fatto. Intanto, non solamente le auto ma persino "i camions" parcheggiano dove non dovrebbero, ed obbligano i pedoni a camminare nel bel mezzo della strada, con le vetture che sfrecciano a tutta velocità. Quelle istanze serviranno solo alle statistiche che gli uffici stilano per dimostrare il loro lavoro. [753]

 

Accademia dei Filopatridi

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