riTAMAndo
ovvero rilettura del Tama che usciva sul "Ponte"

Ottobre 1999

METAFISICI
In un comunicato della Giunta del Comune di Rimini relativo all'Associazione Fellini, leggiamo che sono «in gran parte false o quantomeno errate» le notizie apparse in merito sulla stampa locale riguardanti la sostituzione del suo direttore. Non si precisa però quale sia la (piccola) parte di verità che è stata diffusa.
Inoltre, dopo l'affermazione che l'Associazione Fellini «ha ottenuto, tra l'altro, oltre un miliardo e 200 milioni grazie al Comune di Rimini», il comunicato aggiunge: «Tutto il resto non va oltre il puro esercizio verbale a difesa interessata di posizioni di potere (o fonti di denaro) che chissà perché dovrebbero essere eterne».
Un'affermazione analoga si legge in un'intervista rilasciata da Piero Leoni, direttore dimissionario di «Rimini Turismo», al «Corriere Romagna» (1.10) relativamente alla propria vicenda personale: «
Non ho capito, né voglio capire, se tutto il polverone attorno a Rimini Turismo è stato provocato per la fama di cui gode o per la fame di coloro che credono che un'Azienda sia una torta da spartire o da asservire a interessi di bottega o di parte».
Confidiamo al lettore che, dopo la lettura del comunicato della Giunta e dell'intervista di Leoni, abbiamo usato abbondanti dosi di collirio, nel timore di non averli decifrati bene. I due testi sono una confessione di alta filosofia politica ed appartengono alla metafisica cosiddetta idraulica della rinomata serie «scoperte dell'acqua calda» (che un illustre studioso esprimerebbe forse con la formula «H2O caldo»).
Il secondo passo della Giunta da noi citato, avrebbe fatto la felicità del Signor De La Palisse: ognuno agisce in difesa delle proprie «posizioni di potere» e delle relative «fonti di denaro». L'unico aspetto inquietante è che lo si sia scoperto, chissà perché, soltanto ora.
L'intervista di Leoni, analogamente, rivela uno dei caratteri più ovvi della vita politica e culturale, consistenti nella consapevolezza gastronomica che ogni atto, gesto, progetto ed idea sono finalizzati alla conquista di una bella fetta di torta, nella certezza che non di solo pane vive l'uomo: avete mai potuto osservare qualche fuggevole apparizione di persone che svolgessero disinteressatamente una funzione, rinunciando a cospicui compensi ed a gettoni di presenza? Se qualcuno scegliesse questa strada, lo farebbero subito rinchiudere come soggetto pericoloso. Non per sé, ma per gli altri, ed i relativi portafogli. [731, 36, 10.10.1999]


Etichetta vacante
Giovedì 7, "la Repubblica" ha intervistato il direttore della Caritas Italiana, mons. Elvio Damoli, sul caso dei sacchetti con il nome della sua organizzazione ritrovati in discariche abusive. Ha dichiarato che a suo giudizio "ci troviamo di fronte ad una grossa campagna orchestrata ad arte, non so da chi, ai danni della Caritas".
Credo che mons. Damoli abbia ragione, e sarei lieto che i fatti ci dessero torto. Ma è molto evidente che l'impegno della Caritas e di tutti i sacerdoti (che, dal basso verso l'alto della nostra società, denunciano gli squilibri e le ingiustizie che creano bisogni ed intaccano la dignità delle persone), è qualcosa che piace poco a certi settori "che contano", e che anzi dà molto fastidio perché questi sacerdoti ed i tanti laici che lavorano con loro, anziché pensare a guerre sante e crociate, danno una mano anche a chi ha un colore della pelle diverso dal nostro, senza guardare se posseggono un certificato di battesimo, o se nel loro animo pregano diversamente da noi o non pregano affatto.
Certo che questi volontari della Caritas ed i loro 'capi' non vestono le eleganti divise degli ordini cavallereschi, non usano lo spadino per salutarsi e per farsi 'ordinare', piuttosto preferiscono il mestolo di una cucina che sfami disgraziati altrimenti alla deriva, tra le luci scintillanti delle città, i rumori del traffico elegante, l'esibizione delle mode più inutili o sceme.
Certo che il loro Vangelo ha tutte le pagine, mentre penso che ne esistano in circolazione delle edizioni mancanti di qualche foglio, soltanto per colpa di tipografi poco attenti. Urtano, i poveri di casa nostra e chi li aiuta e parla per loro. E chi non ama queste cose, è convinto di osteggiarle in nome della "verità". C'era scritto su certi cinturoni "Dio è con noi". Non certo per spirito di fratellanza, e senso di personale innocenza.
Al Sinodo dell'Europa il Vescovo di Rotterdam (mons. Adrianus Herman Van Luyn, salesiano) ha proposto un appello per la riduzione dei consumi e dello spreco, attraverso un esame "di sobrietà" per ognuno, per qualsiasi gesto e momento della nostra esistenza. A Luigi Accattoli del "Corriere della Sera" (8.10), ha detto: "C'è uno scarto eccessivo tra il nostro livello di vita e la condizione subumana di gran parte dell'umanità". Mons. Camara è da poco scomparso. Era vacante l'etichetta di vescovo rosso. Il problema è stato risolto. [732, 37, 17.10.1999]

PASSATI REMOTI
Sabina Guzzanti è un'attrice che la tv ha reso popolare per imitazioni al vetriolo, e che debutterà al cinema, all'insegna del motto «il comico è sempre eretico», con un film che mirerà contro i revisionismi, le botte di nostalgia e gli «indietro tutta» ideologici e culturali, come ci assicura un suo intervistatore.
Per riuscire splendidamente anche sullo schermo gigante, Sabina dovrà impegnarsi a fondo perché il copione che, in questi giorni, si sta recitando sul palcoscenico della politica italiana corre il rischio di risultare più esilarante di qualsiasi sceneggiatura preparata a tavolino.
E' la vecchia storia della realtà che supera la fantasia. Noi che il mezzo secolo lo abbiamo già festeggiato da un bel po', ricordiamo bene (nonostante l'età) tanti particolari del 'paesaggio' italiano al passato remoto, per cui non possiamo non sorridere, amaramente, davanti ai tentativi di recuperare verginità perdute, gettare discrediti sulle altrui teste, fingere di non avere vissuto, scoprendo in ritardo che l'Armando (personaggio di una celebre canzone del primo Jannacci), non è caduto, ma «pardon» è stato buttato giù dal suo taxi nero.
Un altro Armando (Cossutta), viene descritto come un 'vecchio' comunista che aveva rapporti particolari con Mosca. Perché solo lui? Chi non ha vissuto quegli anni non può capire che cosa significassero allora per i vecchi comunisti il culto dell'Urss, l'indottrinamento radiofonico che partiva da quella capitale o da Radio Praga, dove si sono fatti le ossa personaggi simpatici ed onesti come Sandro Curzi, il che non toglie che allora essi ci considerassero servi dell'America, e che noi ricambiassimo considerandoli inginocchiati davanti al santino di Stalin. Tutto vero, ma adesso è un'altra cosa.
Non lo avete sentito tempo fa D'Alema polemizzare contro i tortellini alle feste dell'Unità? Altro che crollo del muro di Berlino. Lì è stata demolita una tradizione non gastronomica ma storica, fatta di tante illusioni, di tanti sogni che riempivano i vuoti ed i dolori delle ingiustizie: chi si ricorda come erano allora il padronato, gli agrari, l'industria, le campagne con la fame da alberi degli zoccoli, il boom da poveracci, e la «500» che rese più uguali molti italiani? Cossiga voleva chiudere questa storia con la solita, inutile commissione d'inchiesta. Noi, manifestandogli come sempre la nostra sincera simpatia umana, aspettiamo più fiduciosi i graffi di Sabina Guzzanti. [733, 38, 24.10.1999]

SCATTATE...
Scopri il vampiro che si annida nel telefono di casa tua, come lo sporco invisibile di cui parlano i caroselli. E' un mostro terribile, perennemente affamato di denaro che preleva dalle tue tasche: al contrario del Passatore porta via ai poveri per dare ai ricchi. E' la nuova tariffa a tempo che scatta dal primo novembre. Se la conosci non puoi evitarla perché il telefono è un bisogno primario, checché ne dicano i sociologi della Scuola di Francoforte e del pensiero debole.
Lo scatto diurno (in vigore fino al 31 ottobre) costa 127 lire più Iva del 20%, cioè 153 lire e dura 3 minuti e 40 secondi (220 secondi). Con il nuovo sistema lo stesso tempo di 220 secondi (arrotondati a 240, ovvero 4 minuti) costa 100 lire alla risposta più 30,6 lire a minuto: il che significa 123 lire di scatti, più le 100 lire 'iniziali', ovvero 224,4, più Iva uguale 267 lire, quindi 114 lire in più. Se in una giornata fai cinque telefonate di soli quattro minuti spendi in più 570 lire.
Nella malaugurata ipotesi di telefonate di dieci minuti, la spesa è di 488 lire contro 306 (+182). Ricordiamo poi che aumenta anche il canone mensile. Per pareggiare questi aumenti sulle 'brevi' conversazioni, si riconosce uno scatto sempre diurno di importo inferiore (27,6 anziché 30,6 lire), a partire dal quindicesimo minuto.
Anni fa si introdusse lo scatto urbano per rendere meno lunghe le conversazioni degli italiani troppo loquaci «che intasavano le linee». Si spiega pure che lo sconto dal quindicesimo minuto favorisce gli utenti di Internet. Ma è una balla grossa come il Colosseo, perché chi usa Internet sa che spesso e volentieri se non sempre la linea casca dopo pochi minuti e occorre ricominciare tutto da capo, per cui non si può usufruire di nessuna tariffa agevolata. Il discorso è molto semplice, ma a portare confusione è addirittura intervenuto il presidente dell'Authority per le Comunicazioni, sostenendo che la bolletta telefonica è meno cara per circa 4 mila miliardi.
Quando il ministro del Tesoro Amato ha detto che si dovrebbe far pagare solo il canone, la Telecom ha risposto che servono 50.000 miliardi da investire in innovazioni tecnologiche. Ma la Telecom ha abbondano il costoso progetto delle fibre ottiche, perché nel 'doppino' casalingo a costo zero può passare di tutto, anche la tivù. Dunque ci stanno raccontando le favole sia i gestori sia i controllori. «E io pago», diceva Totò buonanima. [734, 39, 31.10.1999]


© Antonio Montanari. "il Rimino" è un sito amatoriale, non un prodotto editoriale. Tutto il materiale in esso contenuto, è da intendersi quale "copia pro manuscripto". Quindi esso non rientra nella legge 7.3.2001, n. 62, "Nuove norme sull'editoria e sui prodotti editoriali e modifiche alla legge 5 agosto 1981, n. 416", pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 67 del 21 marzo 2001.
1914. Rimini, 01.10.2013, 16:33.