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il Rimino - Riministoria

Ciampi

Se il Corriere della Sera ha scritto (sabato 8) che da Ciampi non è stato dato «nessun disco verde a Berlusconi» a proposito di tre provvedimenti legislativi tra cui la riforma elettorale, a nulla valgono le smentite del capo del governo circa le reali divergenze con l'inquilino del Quirinale. Se il Cavaliere non sa che da sempre il foglio di via Solferino è una specie di supplemento illustrato alla «Gazzetta ufficiale», allora bisogna che s'informi presso i suoi collaboratori.

Se anche questi ultimi non sanno come funzionano le cose nel quotidiano milanese, hanno davanti il consueto dilemma: rinunciare a svolgere attività politica o farsi dire qualcosa da qualche persona esperta e pratica dell'uso di mondo. Se invece i collaboratori di Berlusconi vogliono intestardirsi polemizzando (come hanno fatto sui loro giornali di domenica 6) contro un Ciampi prigioniero della Sinistra e di quel mangiabambini di Prodi, in questo caso siamo davanti alla più disperata mancanza di logica perché si tenta di ridurre Ciampi ad un tifoso di una delle due squadre in campo, mentre è semplicemente ed onestamente fedele al suo compito di servitore della Costituzione.

Se poi alla squadra che non ama Ciampi, piace usare la parola «servo» nei suoi confronti per accusarlo di essere una marionetta manovrata dall'attuale opposizione, allora bisognerebbe un attimo fermarsi e chiedere di distinguere tra le farse ed i drammi. Unità d'Italia, indipendenza e libertà, ha detto Ciampi il 4 novembre alle Forze armate, «sono conquiste che vanno difese ogni giorno». Certo che dietro queste parole c'è il ricordo delle tragedie che il nostro Paese ha vissuto, e che diventano memoria comune per chi è consapevole che non debbano ripetersi. Oggi il tricolore significa le partite internazionali di calcio per gli sportivi, ed uno straccio da destinare al cesso ad uso igienico per la Lega.

Se partiamo da queste premesse, allora Ciampi è fuori di testa. Ma siccome la Storia non può seguire la strada folle della Lega né quella di ridurre tutto ad un campionato di calcio, Ciampi ha ragione, una sacrosanta ragione fatta non di retorica, ma dei dolori che la pazzia di una dittatura e della conseguente guerra hanno provocato su tutti, vincitori e vinti. Se il Corriere tifa per Ciampi, lo fa perché è sempre stato ed è un giornale dignitosamente conservatore, non un foglio sovversivo pronto a sposare slogan pubblicitari scambiati per programmi di governo.[936]

Antonio Montanari


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