il rotTAMAto. 1bis
Storie e memorie cancellate.

Lettera sul "Corriere Romagna" del 9 febbraio 2015.

Occorre "coltivare la storia e la memoria", come dice il titolo di un recente convegno riminese.
La Storia collettiva è anche la somma delle memorie individuali. Nato nel 1942, non ho mai dimenticato che, finita la guerra, mio padre doveva essere "epurato" per il solo fatto di aver vinto nel 1930, in epoca fascista, un concorso del Comune di Rimini per un posto di dirigente.
Lui chiese: "Che cosa darò da mangiare a mia moglie e a mio figlio?". Gli fu risposto: "L'erba nei fossi".
È una frase che non ho mai dimenticato, soprattutto quando personaggi importanti mi raccontavano negli anni '90 per i miei articoli di giornale, drammatici risvolti messi a tacere "ufficialmente", con protagonisti violenti fatti apparire lontani da ogni loro vera colpa. Ancor oggi non se ne parla. Quindi, quale storia e quale memoria stiamo coltivando?


© by Antonio Montanari 2015

ARCHIVIO ed ANTEFATTI.
Come possibile prefazione propongo un Tama del 2001.
L'erba ai fossi. Un Tama del gennaio 2001. Svelando un segreto

Premetto che mio padre era un funzionario comunale. I ‘nuovi arrivati’ nella Pubblica Amministrazione del Dopoguerra vogliono cacciare anche lui, quale ex fascista. Mai iscritto tra i repubblichini.
«Che cosa debbo dar da mangiare a mia moglie e a mio figlio?», chiede mio padre. Risposta: «L'erba ai fossi».
Quell'erba non l'ho mai digerita.
Ecco il Tama del 2001.

Compromessi politici (e mafiosi) del Dopoguerra
La mostra che l'amico pittore Armido Della Bartola ha allestito, prima di Natale, con opere dedicate alla Rimini distrutta dalle bombe del 1943-44, mi ha suggerito alcune considerazioni. Sono nato nel 1942, di quei giorni non ricordo dunque nulla. Nella memoria e nell'animo sono rimaste però le parole raccolte nei successivi conversari casalinghi. Il ritorno alla normalità fu aspro. Mio padre che era impiegato comunale, tesserato fascista sino al 25 luglio 1943, caduta di Mussolini, quindi senza alcuna adesione alla repubblichina di Salò, fu sottoposto ad epurazione. I nuovi arrivati nella Pubblica amministrazione gli dissero di andare con moglie e figlio a mangiare l'erba ai fossi. L'umiliazione inferta a mio padre resta non soltanto come piaga mia ma pure quale testimonianza della perfidia delle persone che per bassi motivi (ovviamente, fregargli il posto a favore di qualche protetto), oltraggiavano un uomo innocente.
Uscendo dalla mostra di Armido, incontrai altri amici, più anziani di me, che raccontavano del Dopoguerra. Proprio qui sul Corso, davanti ad una libreria, un compagno prese a ceffoni un altro compagno per aver quest'ultimo militato nella repubblichina come guardia del corpo del ‘terrore di Rimini'. Come mai, chiedo, la vigilanza rivoluzionaria dei compagni si era allentata tanto, al punto di accogliere l'ex repubblichino, attorno al quale poi il partito avrebbe fatto quadrato per decenni, mentre un uomo qualunque come quell'impiegato comunale dovette essere sottoposto al Tribunale della Storia perché tesserato fascista sino al 25 luglio 1943? Non ricevo una risposta razionale. Uno scrittore mi obietta che i casi personali non contano, che il racconto dei fatti deve depurarsi da essi, per poi essere affidato alla serenità del giudizio degli Storici.
Qualche giorno dopo ho letto che la moglie di Antonio Gramsci era una spia dell'Nkvd (il Kgb del tempo). E che la cognata Tania, ritenuta sempre un Angelo Custode di Gramsci e come tale eternamente celebrata, era pure lei una spia di Mosca. Giuliano Gramsci, figlio di Antonio, non ha mai voluto vedere né parlare con la zia Tania: lo ha confidato Olga, figlia di Giuliano, a Massimo Caprara nel libro "Paesaggi con figure". Al citato scrittore incontrato sul Corso, se avessi fiducia nella razionalità umana, vorrei chiedere: anche quella di Antonio Gramsci è una vicenda personale di cui non tener conto?
Antonio Montanari

["il Ponte" n. 01, 7.1.2001, Tama n. 788]

Appendice web 2014.
Adesso che Benedetto Benedetti ci ha lasciati, aggiungo al vecchio testo che era lui lo "scrittore" dell'obiezione rivoltami nel 2001.


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