Riministoria© Antonio Montanari

Marina Centro

Il turismo riminese (1930-1959)

e mio padre Valfredo Montanari

di Antonio Montanari

 


1930

"La città turistica e balneare"

 

"Un esame critico sulla situazione turistica nazionale è fertile di lusinghieri giudizi intorno a Rimini, città turistica e balneare, noverata fra le poche d'Italia che vivano la loro storia fortunata. Il fenomeno moderno, posto sotto il nome di turismo, non sorprese, ai primi albori della sua vigorosa esistenza, la nostra marina; essa palpitava nella chiarità azzurra, allorquando tale fenomeno, per noi italiani, equivalente a un poderoso movimento mondiale, convinse gli uomini a persistere nelle ragioni di progresso e di sviluppo dei benefici salutari.

Le ragioni di progresso si ispirarono, agli inizi, ad una pura e santa poesia, domestica quasi ed intima, che segnò un sereno congiungimento con la spiaggia, di cui si sentì la profonda forza suggestiva, di cui si raccolse la potenza rigeneratrice. Non si può affermare, invero, che il turismo non sia stato mosso da motivi ideali, risonanti nella fresca poesia, fervida tradizione di paese, che la cronologia ha destinato ormai agli annali del folklore. Non è facile negare i primi empiti orgogliosi che spinsero e spronarono a custodire con amore le dovizie della natura. In caso contrario noi dovremmo negare la virtù primigenia che ci dotò di belle e ingenue esaltazioni, purificate nell'origine baldanzosa della nostra spiaggia.

Sopraggiunse, quindi, il processo formativo, laborioso e duraturo, non sempre percepito dagli eventi e dagli uomini, di frequente avulso dalle lotte di sistemi e di concetti, più spesso ancora guastato dall'ignavia e dalla grettezza mentale.

Ma per la luce della fede che allontanò le tenebre, mentre la gloriosa rinascita della Patria diffondeva alto e solenne un comandamento, l'orizzonte apparve maestoso, vivido di speranze, eterno nella sua configurazione, incomparabile nella sua visione. Da questa rinascita, si può dire, il turismo nazionale si delineò con sostanza di apostolato, si rinnovò nella concezione, principiando lo svolgimento di una attività prodigiosa. Da quest'epoca recente, noi lo dobbiamo ammettere con giustezza assoluta di pensiero, si capì che turismo significava ammirazione ed esaltazione di storia civile e patriottica, contenute in una questione di dignità nazionale. Non fu, invece, alla guisa di certe credenze errate, speculazione di fautori inconsapevoli, dediti a un tipo di industria da trattorie, rovinosa ai fini della auspicata valorizzazione di un luogo di cura e soggiorno.

La Città di Rimini assolse al suo compito primordiale con buona analisi selettiva; ma più tardi la saggezza delle opere, create con volontà tenace e con intuito più largo e più produttivo di risultati, ha costituito la fondamentale missione per la quale oggi la nostra Riviera partecipa alle simpatiche gare di primato.

Nelle Province Romagnole la nostra marina ha condizioni di progresso personale inconfondibili; è signora in omaggio alla sua bellezza litoranea che suscita gioconde invidie, è signora perché si distingue da impronte di nobiltà vera. Nei rispetti di altre Riviere, quelle un po' lontane, che pur godono di una fama onorata e incontrastata, non dobbiamo persuaderci a mantenere posizioni di ordine subordinato.

È prevedibile che chi è sprovvisto degli elementi necessari alla esatta valutazione, consideri esagerate e chimeriche le nostre osservazioni. Ma gli argomenti più validi aderiscono alla realtà.

Alla Riviera di Rimini si è attribuito un carattere dominante nell'Adriatico, di cui la meraviglia del lido, la continuità leggiadra e la ampiezza dolcissima, sono le espressioni più felici. Gli ospiti che frequentano da molti anni la Riviera Riminese ci onorano di simile ambito riconoscimento. Ne consegue, inoltre, che si distrugge con automatica evidenza la falsa e singolare opinione di taluni, che tentano denigrare questa spiaggia deliziosa, accusandole il torto di avere accanto la città. Se la Città di Rimini fosse priva delle attrattive artistiche e storiche che formano oggetto di indagine appassionata culturale, noi potremmo anche essere d'accordo con i melanconici detrattori. Ma è forse sensato diminuire i privilegi della marina e della Città di Rimini, che conobbe una storia eroica, i disegni imperiali di un'età grandiosa quale l'età romana, che mantiene inalterato un retaggio di splendori? E sia benedetta, allora, mille volte la Città di Rimini; ché non sarà tanto distante il tempo in cui si approprieranno alla marina e alla città circostante efficienza turistica virtualmente e strettamente connesse a reciproche possibilità di maggiori sviluppi.

***

Nelle stazioni di cura, soggiorno e turismo si riscontrano serie infinite di elementi, utili alle valutazioni positive. Ad esempio, in una stazione balneare i fattori sono molti. È facile soffermarsi a considerazioni superficiali, ed è più agevole naturalmente cadere in errore. Si propagandano, difatti, nelle stazioni di C. S. T. certe manie di giudizio semplicistiche che ci permetteremo di classificare fra le presunzioni intellettuali, beninteso nel riguardo turistico. Si ripete con troppa frequenza e con molta disinvoltura, pari alla mera soddisfazione, da modesti individui faciloni: "È inutile discutere e contraddire, è una bellissima spiaggia e una prediletta località di soggiorno che non ha competitrici". Poi si resta tranquilli e gioiosi.

Codesta mania è assai diffusa nelle stazioni di C. S. T., perché sembra che unicamente da essa diparta il programma di valorizzazione. Non si tien conto, invece, richiamando opportunamente il processo formativo delle spiaggie, che le piccole spiaggie, molte delle quali a stento ricevettero la qualifica ufficiale, ebbero vita per riflesso posteriore delle grandi località balneari; e non già, si badi bene, perché queste abbiano dimostrata insufficienza di metodo e di azione, sibbene per l'ordine progressivo e sistematico del turismo nazionale che tendeva, e tuttora tende, a una valorizzazione integrale del patrimonio naturale della Patria. Le presunzioni denunciate si frappongono senza dubbio alla creazione della coscienza turistica. Noi poggiamo, fortunatamente, su una base più solida e siamo disposti, per primi, a riconoscere gli eventuali difetti della nostra Riviera, convinti che ogni fatto debba corrispondere alla realtà.

Rimini non è tormentata da simili confuse enunciazioni; si è venuto maturando, per ciò, uno stato di coscienza completo. La stazione di C. S. T. è adunque considerata in tutti i suoi aspetti: condizioni ricettive, organizzazione urbanistica, miglioramento dei servizi pubblici, manifestazioni di ospitalità, mantenimento ed abbellimento del litorale, incremento dell'industria alberghiera, esecuzione graduale di opere per il maggiore potenziamento, propaganda efficace, abbellimento edilizio ed estetico della Città. Ecco, pertanto, una mole notevole di problemi, in parte risolti, altri prossimi a definizioni, altri studiati nei punti principali; problemi di cui non va trascurata l'importanza, rispetto all'attività degli Enti preposti, e nei rispetti della collaborazione che i cittadini, gli Enti privati e le aziende alberghiere offriranno con uguale sagacia.

Un po' di cronaca retrospettiva ci conferma che Rimini non fu mai un "mercato turistico", ciò è a dire non fece mai del turismo attrazione ad uso di mercato, poiché la caratteristica balneare non servì come tramite di sfruttamento e di speculazione economica portata a tal punto da pensare a contrattazioni inesorabili, a patti rigidi, quasi che un granello di arena fosse mezzo di baratto, o il mare si cedesse ad usura. Né i suoi tesori d'arte antica e moderna venivano racchiusi in deboli immagini fotografiche degli album da poco prezzo, ed offerte con insistenza intollerabile al primo ospite che scendeva a Rimini. Sembra strana questa nostra deplorazione per il "mercato turistico"; ma a coloro che si dichiareranno di parere avverso, noi oseremo avvertire che l'industria balneare e turistica di Rimini fu sempre improntata a un senso proporzionato dei suoi vantaggi, che non si disgiunge da un pregio raro: la tradizione dell'ospitalità.

È utile ancora una constatazione: Rimini è posta nel novero delle grandi stazioni balneari italiche e desta molto interesse all'estero. Per il suo carattere di soggiorno elettissimo internazionale, ha dei problemi in tutto uguali a quelli delle grandi spiaggie ricordate. È consigliabile, quindi, scrutare con occhio sicuro entro la verità. Si osservi l'evolversi costante delle nostre marine -quelle che contano vitalità prosperosa da lunghi anni e non da qualche settimana-, si osservi il continuo accrescimento di progressi delle Riviere straniere, senza assistere con compiacenza. Poi si concluderà che una somma non trascurabile di compiti spettano all'Ente turistico comunale, a cui non può mancare la collaborazione benevola e proficua di coloro che sono interessati nell'industria balneare.

L'opera di ognuno, vagliata nei particolari e nel valore, unificata nei propositi, sorretta dalla fede, non si disperderà: i presagi dicono il voto augurale per la sorte avvenire.

***

L'assetto imposto recentemente all'Azienda Autonoma di C. S. T. dal Comitato Amministrativo, è conforme agli indirizzi più autorevoli del turismo nazionale. E se a noi piace manifestare con franchezza i risultati di una percezione realistica, sarebbe puerile che alcuno ritenesse temeraria ed audace la funzione che quotidianamente si volge ai princìpi dell'espansione turistica. I criteri di demarcazione stabiliti fra il Municipio e l'Azienda di Cura hanno determinato singole personalità, hanno separate le competenze, rinsaldate le fisionomie, in nome di vantaggi comuni; gli effetti certamente migliori si conseguiranno nel prosieguo di tempo. Non è ammissibile procedere a scatti nervosi, senza ponderare cause e conseguenze, senza seguire le migliori attenzioni, poiché il turismo subisce cambiamenti, si trasforma e si modifica, a tratti brevi o lunghi, sembra a volte descriva parabole discendenti per cui vari reggitori smarriscono il senso della battaglia ininterrotta. Il turismo, per essere fenomeno di espansione, presenta una lotta e una polemica: entrambe si svolgono su un campo d'azione vasto, ricco di ostacoli, con serie difficoltà, di cui è insufficiente scorgere le soluzioni entro limiti circoscritti. Ciò che identifica il tenore di lotta e di polemica non trae forza, però, da futili motivi di campanile: l'opera di valorizzazione va più oltre di quanto si creda.

La riviera di Rimini, pertanto, disdegna le schermaglie tenui di chi tenta far deviare la missione; si pone di buon grado, con l'anima esultante, sul così detto "terreno di concorrenza" che poche riviere italiane e molte straniere inaugurano con intensità di lavoro, gagliarda e mirabile opera divulgatrice.

Il turismo ha un insieme complesso e complicato, denota un teatro di osservazioni ampie, ha idee piramidali, urta volontieri gli interessi creando contrasti, frustando iniziative, appunto perché non è ristretto a determinate posizioni. I suoi polmoni allargano il respiro nella penisola fiorita, e se le riviere straniere si dispongono a soffocarlo, la fatica riuscirà inane: un solo panorama italico annienta la presunta gloria delle marine senza colore, insidiose, oscure e grigie.

La propaganda balneare di Rimini si informa, quindi, ai criteri di valorizzazione, in confronto delle grandi stazioni balneari. A questo intento le cure più assidue si praticheranno nelle loro alterne vicende. Non si stupisca qualcuno se l'azione di propaganda muove, a volte, da uno stesso punto di partenza: questa necessità tattica ha la sua ragion d'essere. È più razionale, infatti, guadagnare, prima, in considerazione e in reputazione sul medesimo terreno di concorrenza, per poi ascendere verso le mete superiori.

Ma l'opera di propaganda coinvolge esperienze e disponibilità multiple: l'ente turistico comunale non può essere isolato. Alle aziende alberghiere è affidata, perciò, una funzione preziosa. Sappiano comprenderla intiera, e soprattutto nei momenti principali. E la funzione si estende anche agli altri esercenti, e ai cittadini. Così l'opera di propaganda sorretta dalla collaborazione di tutti, avrà il conforto originario indispensabile ad ogni impresa.

Il trionfo non sarà dei pochi; diverrà patrimonio spirituale di una gente benemerita, devota alla sua marina splendida."

 

[Riproduzione integrale da "Ariminum" 1930, III, 2, pp. 33-36. L'articolo è stato cit. da G. L. Masetti Zannini, "Vita balneare…", nota 89, p. 51,vol. VI, della "Storia di Rimini dal 1800 ai nostri giorni", Ghigi, Rimini 1980]

 


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Indice dell'opera

Premessa

La figura e l'opera

Biografia

Attestati

Perle

"Sino al 25 luglio 1943…"

A San Marino

Alcuni incarichi

In romanzo

Canzoni al Kursaal, 1936-37

"Sdraie e poltrone"

Feste reggimentali

Scritti ed articoli

1930, Risultati di una stagione

1931, "La propaganda…"

Anni Cinquanta

1956, Statistiche della stagione

1958

1959

Anni Sessanta

1967-68

Giornalista

 


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