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IL CAMMINO NEOCATECUMENALE NELLA DIOCESI DI CLIFTON (INGHILTERRA)

 

   Nel 1996, il titolare della Diocesi di Clifton, Mons. Mervyn Alexander, ha costituito un Collegio d’Inchiesta (Collegio) per avviare un’indagine approfondita sul Movimento Neocatecumenale. I risultati dell’indagine sono stati riuniti in un documento diocesano di circa 145 pagine (con tabelle statistiche esplicative). Si narra la situazione della Diocesi prima dell’introduzione del Cammino Neocatecumenali (CNC), gli interventi che si sono resi necessari per disciplinarne la vita della comunità ecclesiale in tre delle sette parrocchie prescelte per la sperimentazione e, alla fine del documento, vengono tratte delle conclusioni significative.

   Per completezza si riporta il decreto con il quale, nel 1994, Mons. Mervyn Alexander ha dovuto “inquadrare” il CNC che stava assumendo atteggiamenti e posizioni in contrasto con le direttive della Chiesa Cattolica.

 

Martedì 15 Marzo 1994

 

Miei cari Fratelli e Sorelle

 

Vi scrivo in merito alla situazione della vostra parrocchia, a riguardo del Neocatecumenato, un movimento che ha il forte appoggio del Santo Padre.

 

Tuttavia, ho ricevuto lettere di altri parrocchiani le quali mi rivelano che il Neocatecumenato ha condotto a divisioni nella Parrocchia. Naturalmente desidero molto che, per quanto umanamente possibile, all’interno della famiglia della parrocchia ci siano armonia e collaborazione.

 

Questo è anche l’anno della famiglia, nel quale noi tutti dobbiamo cercare di coltivare buoni rapporti. Chiedo pertanto alle Comunità del Neocatecumenato di non iniziare nuove catechesi, di non celebrare la propria Messa di Vigilia del Sabato sera, né la propria cerimonia di Vigilia Pasquale, per un periodo di dodici mesi.

 

Confido nel fatto che questo spirito di collaborazione da parte loro, si incontri con la volontà da parte degli altri parrocchiani di lavorare per l’unità e l’armonia della parrocchia.

 

 

+Mervyn Alexander

Vescovo di Clifton.

 

   Tratto dal documento pubblicato nel 1996, riportiamo la parte del testo che analizza le conseguenze del decreto vescovile (punto 11, del capitolo N, della sezione 4).

 

4N11  Il Collegio non ha dubbi che l’editto del 15 Marzo 1994 sia stato fondamentale nel cercare di portare un’apparenza di ordine ed unità nelle tre Parrocchie, la cui esistenza è in ogni caso difficilmente dimostrabile ed accettabile da parte di tutte le persone coinvolte. Esso (l’editto) diede un chiaro segnale dell’intenzione di esercitare l’Autorità Episcopale e che i sacerdoti, per quanto potessero disapprovare la proscrizione, erano richiesti di seguirla. Prima di scendere nell’effettività della proscrizione, è forse necessario spiegare l’uso da parte del Collegio della parola ‘editto’, poiché questa potrebbe non essere canonicamente la parola corretta; al fine di togliere ogni dubbio, questo è rappresentato dalla lettera inviata dal Vescovo Alexander alle tre Parrocchie nel marzo 1994.

 

   Le conclusioni trascritte dal documento della Diocesi di Clifton sono un’amara constatazione dei risultati che si possono raggiungere con l’introduzione del CNC nelle parrocchie cattoliche.

 

4V    CONCLUSIONI; CANONE 212 E RACCOMANDAZIONI

4V1    Dopo aver considerato tutte le istanze scritte e gli argomenti di chiarimento agli incontri (pubblici e privati), il Collegio ha raggiunto queste conclusioni generali:

1.           La presenza del CNC presso S. Nicola da Tolentino, S. Pietro e al Sacro Cuore non ha portato nuova vitalità ad animare le Parrocchie. Purtroppo si è verificato il contrario. Queste Parrocchie mancano di unità e, dall’ingresso del CNC, hanno subito un declino pastorale a livello di Comunità Parrocchiali all’interno della Diocesi di Clifton.

2.           la presenza del CNC in queste Parrocchie non rende visibile il segno della Chiesa missionaria. Invece propone un segno di grande disgregazione. Le comunità hanno indubbiamente portato delle persone alla chiesa per i primi tempi, hanno aiutato altre persone a tornare all’ovile ed altre ancora a rinnovare la propria fede, ma il Collegio ritiene che le comunità della Parrocchia intera ne abbiano sofferto.

3.           il CNC nelle tre parrocchie non ha sempre operato e non lo fa tuttora con spirito di servizio verso il vescovo Alexander o in comunione con lui, nel contesto dell’unità della Diocesi di Clifton.

4.           non si distingue alcuna prospettiva di ‘inculturamento’ per il CNC all’interno della Diocesi di Clifton;

5.           i divieti del Marzo 1994 non dovrebbero essere rimossi o allentati ma dovrebbero diventare più precisi così da limitare le dimensioni delle comunità al livello precedente.

6.           c’è una necessità pressante che ogni parrocchia si unisca come una intera comunità e con quello scopo, per convenienza dovrebbe essere redatto un piano pastorale da parte del vescovo Alexander.

7.           esercitando un diritto/dovere in virtù della Canone 212, i fedeli di Cristo erano giustificati nel fare così. Tuttavia non riteniamo che ciascun Parroco abbia causato alcun danno individuale, ma senz’altro concludiamo che il metodo del CNC lo abbia fatto ed anche che l’esperienza di ogni parrocchia, nell’arco degli anni, dimostri in modo convincente che la presenza del CNC sia dannosa alla sua vitalità ed unità pastorale.

 

4V2    La lettera del convegno del 29 Dicembre 1995 specifica che la presente è una indagine preliminare, ma alla luce delle suddette conclusioni riteniamo necessaria un’altra inchiesta, in particolare per esaminare i metodi del CNC per come sono applicati nella Diocesi di Clifton, tenendo a mente anche le indicazioni documentate sul fatto che il CNC sia la sola strada per la salvezza

 

4V3    Il Collegio ha preso nota delle dichiarazioni di ciascun Parroco sul fatto che proclami del genere sarebbero ‘eretici’ ; tali risposte sono riportate al par. 2.24 del presente documento.

          Non tocca a noi bensì al Vescovo Alexander ed ai suoi consiglieri, stabilire se tali risposte siano adeguate alle circostanze. Il Collegio porta anche l’attenzione sulla possibilità di una Indagine diretta a studiare la teologia del CNC per come viene applicata nella Diocesi di Clifton. Anche questa è materia del Vescovo e dei suoi consiglieri.

 

“Che siano tutti uno.

che come tu, o Padre, sei in me ed io sono in te, anch’essi siano in noi,

affinché il mondo creda che tu mi hai mandato”

Giovanni 17:21

 

Come Collegio, queste parole di Nostro Signore, sono state in prima linea nelle nostre menti nel valutare se il CNC avesse danneggiato le tre Parrocchie della Diocesi di Clifton. La nostra prima priorità è stato il benessere spirituale delle persone coinvolte. Tuttavia, la nostra Indagine è arrivata alla conclusione che il NC ha danneggiato l’unità spirituale delle tre Parrocchie Tutte le nostre raccomandazioni si riducono a quella di ristabilire l’unità di ciascuna comunità Parrocchiale nel contesto della famiglia Diocesana.

 

I nostri seguenti consigli possono essere pienamente capiti solo alla luce del Rapporto che tende a dare il nocciolo degli argomenti principali sollevati nelle istanze e negli incontri pubblici e privati. Questi si riuniscono in quattro categorie principali:

1.           L’unità di una Diocesi Cattolica richiede che ci sia un Capo Pastore che guidi la vita della Chiesa. Le Parrocchie e le comunità Neo Catecumenali dovrebbero ricevere la propria guida pastorale dal Vescovo, o da quelli scelti da lui. Ciò dovrebbe togliere agli esterni della Diocesi ogni necessità di continuare il proprio coinvolgimento.

2.           L’editto del 1994 dovrebbe rimanere attivo, quindi limitando il numero dei membri delle comunità, ed unendo le Parrocchie nell’Eucaristia Domenicale e, cosa più importante nella Vigilia Pasquale. Ci raccomandiamo affinché tutti i Cattolici si sforzino di accettare il RCIA come l’autentica strada di evangelizzazione nelle vita parrocchiale.

3.           L’unità delle Parrocchie richiede che tutto venga fatto in modo comune e che accetti tutti. In altre parole i programmi catechetici, il coinvolgimento dei giovani, i gruppi parrocchiali ed i comitati non dovrebbero essere più esclusivamente Neo Catecumenali e dovrebbero essere rappresentativi dell’intera Parrocchia.

4.           Ogni parrocchia è stata influenzata in modo diverso dalla presenza del NC. Tuttavia noi concludiamo che vi sia la necessità di una nuova partenza in ciascuna comunità parrocchiale. Decidere se ciò significhi che i Parroci debbano rimanere nelle rispettive parrocchie per il proprio beneficio e quello delle parrocchie stesse, o che essi debbano trasferirsi in altre parrocchie della Diocesi, è compito del Vescovo. Nell’arrivare ad una decisione sul futuro è urgente che il benessere dell’intera comunità parrocchiale diventi la cosa più importante, tenendo a mente il nostro Rapporto.

Il Collegio vorrebbe ancora una volta esprimere le propria gratitudine a tutti coloro che ci hanno aiutato in questo arduo e lungo compito. Il Collegio ammette che tutti coloro che hanno cercato di aiutare, l’hanno fatto con le migliori intenzioni, per il bene della Chiesa, per il bene delle rispettive parrocchie e comunità. Chiediamo che nel ricevere queste raccomandazioni tutti coloro che ne sono coinvolti si sforzino per il bene della Diocesi intera, sotto la direzione del Vescovo Alexander, e che nessuno agisca al di fuori dell’interesse locale.

 

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