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Ca = 1.96
Ca2+ = 0.99

C = 0.77
C4+ = 0.19

O = 0.74
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If..

Truffinformatica

Se...

Waterstory

Storie sull’informatica.

Mi sono sempre proposto questo impegno perché mi trovavo sorpreso da tante informazioni secondo me poco veritiere se non strumentali. Per adesso ci dovremo accontentare di alcune considerazioni che proporrò in ordine cronologico. Anzi. Considerazioni sulla storia dell’informatica esposte in ordine cronologico. C’è una gara pretestuosa su quali siano stati i primi computer cercando fra strani aggeggi che servivano per tessere stoffe, per eseguire brani musicali o anche calcolare, cose interessantissime per stabilire l’origine di certi meccanismi ma che non hanno niente a che vedere con quello che si intende per computer, o se meglio volete, per quello che oggi è l’uso del computer. Il computer , quello che oggi conosciamo risale alla fine degli anni 70 come origine ma sarebbe meglio dire dagli anni 90’ Questo nasce dall’esistenza di una contesa che citerò molte volte, da una parte gli “specialisti” quelli che vorrebbero la riprogettazione di tutto quello che fai ogni qual volta inizi e dall’altra i “non specialisti” che non lo vogliono fare, in sostanza fanno ambedue la stessa cosa: usano il computer, solamente che quest’ultima è l’utenza. Sembrerebbe una ovvietà ma dagli anni 90’ neghiamo questa verità lampante. Il sistema Windows toglieva tutte le complicazioni di prima con una procedura facile e intuitiva fatta per rendere risultati medio alti senza lo studio di noiosi e difficilissimi linguaggi. Chi a quel tempo aveva a che fare con il computer doveva fare i conti con una miriade di sottolinguaggi o tra quelli più famosi il Fortran o anche il “facilissimo” Basic che dopo tanti studi, tempo soldi ed energia, a malapena riuscivi a far girare qualche programmino in quei cartoncini neri a metà strada tra i floppy disk e le schede forate. Mi ricordo i “maghi” di allora che facevano eseguire dalle stampanti ad aghi quei disegni ricavati dalla disposizione in sequenza delle stesse parole, così da ricavarne volti o qualche posizione erotica, un poster fai da te. Non voglio considerare il fatto che erano tutti uguali, il sospetto era che girasse in vendita qualche dischetto fra gli uffici, ma che una cosa era certa: il livello generale era troppo primordiale nonostante i corsi gli aggiornamenti e i costi esosi degli investimenti. Senza pensare all’utilizzo di tutti quei computer della Olivetti, che cosa ci hanno fatto, ne sapete qualcosa? Il, non a caso, contestatissimo Bill mise in circolazione un sofweare che ti risolveva tutti quei noiosissimi e alle volte impossibili settaggi che si dovevano fare tutte le volte che si accendeva un computer con un idea semplicissima tale che ridicolizzava tutti gli “scienziati” di cui sopra. Bastava vendere un prodotto non grezzo ma lavorato che ti permettesse di realizzare le cose senza perdere tempo per prepararle . Questo “precotto” ha avvelenato tutti i “cuochi” che vantavano miracolose ricette che altro non era che la truffa generalizzata. Mi ricordo le storie tutte uguali, in pratica finivi dentro un interminabile tunnel di spese dovute a imbrogli e sabotaggi spesso non riuscendo ad ottenere validi risultati. Sarà americano, sarà diventato ricco sarà tutto quello che vi pare ma dopo Bill una moltitudine sempre più vasta di persone di tutti i livelli culturali usa il computer. Purtroppo però non è proprio così, come se quel passato fosse ancora presente e lo si nota dal fatto che la Guida in linea presente negli applicativi è ancora misteriosa, ti dice delle cose corrette ma che non sono quelle “passo passo” che ti permetterebbero di fare le cose. In pratica, nonostante le facilitazioni introdotte da Bill c’è come un braccio ancora teso verso i maghi, gli specialisti o scienziati che fossero per farli continuare a campare, onde per cui non smetteranno mai i “buchi” del sistema operativo, i virus e gli akhers, come i corsi, i siti con i trucchi e i tutorials e la Patente Europea sorta proprio quando il computer è diventato accessibile a tutti.

A Waterloo vinsero i francesi e Napoleone non avendo più nemici da combattere si fece un viaggio premio a Sant’Elena!Se si interruppe l’attività militare non si interruppe quello che di Napoleone fu più dirompente, l’organizzazione dello stato moderno ereditato dalla rivoluzione francese. La conseguenza fu lo spaventoso progredire della borghesi che dilagò anche nei paesi islamici allora assetati di innovazione e in piena competizione come la Turchia, anche se lo stesso si potrà dire per tutti quei paesi che oggi vengono annoverati come terzo mondo. Il fenomeno si rivelò incommensurabile, se si pensa all’enorme apporto dei paesi dell’Europa orientale al punto tale che Marx divenne fautore con il suo bel libro “Il capitale” della successiva svolta culturale, (parlo dell’ultima parte del libro che non fu mai fatta e che prefigurava un mondo senza il bisogno di lavorare). I sovietici già raffinati e mondani viver della Parigi di allora ne furono gli interpreti naturali di questa evoluzione borghese facendo di Pietroburgo la capitale dell’innovazione estrema insieme a quella degli Stati Uniti che rimasero sempre lontani e con pochi apporti umani a tutto quel gigante sviluppo Europeo Asiatico e Africano degli inizi del 900. Negli anni trenta in Inghilterra e in America, compreso in Francia come si è poi visto, videro di buon occhio il sorgere del fascismo e del nazismo non come adesione politica ma come contrappeso al dilagante socialismo sorto i Unione Sovietica. La post-monarchia in Russia ebbe dei contraccolpi dovuta al notorio tradizionalismo del popolo contadino. I due regimi si fronteggiarono in una impressionate guerra economica-sociale che causò un esplosione demografica tale che sarebbe stata devastante se non ci fossero state le vastissime aree del terzo mondo così spopolate e vergini ad assorbire l’emigrazione. Molte aree dell’Oriente e del Pacifico e gran parte dell’Africa fu presa d’assalto dalla borghesia più innovativa che si sentiva il vecchio continente troppo stretto per le proprie idee, esempi come le bagnanti di Goghuin o il Manifesto Futurista sono testimonianza di tale incontrovertibile spinta. Si va a cercare nei primordi dell’arte africana i nuovi segni innovativi dell’arte, Marinetti vuole distruggere Venezia, Sant’Elia anche se superato in tutto dai suoi contemporanei resta un valido testimone dei travolgimenti del tempo, un movimento tutto proiettato verso il nuovo e verso la ricerca di nuovi spazi necessari, una spirale che si allarga verso l’esterno geografico del continente. L’antagonismo tra i due blocchi politici sarà travolto e assorbito da uno sviluppo economico impressionante coadiuvato da una sorprendente tecnologia che ha trovato posto nelle vaste aree del ’ex terzo mondo fortunatamente disponibili. L’esplorazioni spaziali nazi-fasciste ne sono l’esempio più tangibile, l’orgoglio nazionale misto allo sprezzo per la vita sono alla base del progredire degli stati pianeta oggi nuove rivelazioni sociali.* Il rinascimento ormai sembra sempre più piccolo e marginale perché sommersi dall’inarrestabile progresso dell’ultimo secolo. Si fa avanti e diventa sempre più consistente il movimento della “scienza umana” il rifuggire in un concetto più alto del genere umano, una diversità che non è più quel senso di avversione caratteristica del movimento romantico (che*…) ma che ne rappresenta semplicemente un evoluzione rimasticata del “platonismo”. • * I nazi- fascisti in questione hanno già raggiunto il culmine dell’evoluzione razziale. Hanno il naso a trombetta, le orecchie ad antennette, i piedi a pinna e sono verdi, l’ovvia mutazione del colore nero! • * Il movimento romantico è la causa culturale delle degenerazioni del 900 in particolare del nazismo e del fascismo, non del materialismo storico ma sicuramente delle pulsioni di molti soggetti che ne fecero parte specie in quello artistico .




La società aperta.

Nella nostra epoca della specializzazione e della frammentazione del sapere, è raro trovare libri poliedrici e audaci come l'ultimo scritto da George Soros. Soros è una figura controversa, come del resto è difficile che non sia chi in una sola generazione ha accumulato un patrimonio di alcune migliaia di miliardi. E per di più li ha accumulati non seguendo un progetto industriale innovativo, come Bill Gates, ma insegnando a banchieri centrali, ministri del Tesoro, e anche a professori di economia un po' troppo innamorati delle proprie idee, alcune semplici lezioni sul fatto che i governi non erano più in grado di decidere il tasso di cambio delle proprie valute. La lezione, non proprio gradita dai contribuenti, la dovettero imparare rapidamente soprattutto le banche centrali e i Governi inglesi e italiani nel 1992, al costo di diverse migliaia di miliardi bruciati nel tentativo di difendere un valore della sterlina e della lira che non corrispondeva alla realtà. Negli ultimi anni Soros non ha avuto la stessa fortuna, e ha preferito dedicare una parte importante del suo tempo a due attività. La prima è lo sviluppo di una formidabile e benemerita rete di interventi filantropici e culturali nei Paesi del Terzo Mondo e dell'Europa centrale e orientale. La seconda è l'attività di saggista. Allievo di Karl Popper alla London School of Economics negli anni Cinquanta, Soros ha sempre avuto un grande interesse per le questioni epistemologiche, soprattutto per quelle che riguardano la natura della scienza economica. A questi interessi originari da qualche anno ha aggiunto quelli per i problemi economici, politici e sociali del mondo della globalizzazione. Il suo ultimo volume, che riprende parti di suoi lavori già pubblicati, offre una visione generale delle tesi del finanziere americano di origine ungherese. Il libro comporta una pars destruens e una pars construens. La prima è costituita da una critica del capitalismo globale o, piuttosto, da quello che Soros chiama "il fondamentalismo del mercato", la versione moderna del laissez-faire ottocentesco. La seconda è costituita dalla proposta di una "Alleanza per la Società Aperta" che dovrebbe comprendere tutti i Paesi democratici del mondo, i quali dovrebbero costituire una polis internazionale in grado di governare l'economia globale, eliminandone gli effetti negativi. La pars destruens è quella che ha procurato a Soros una simpatia nella sinistra internazionale quale è raro che uno degli uomini più ricchi del mondo abbia goduto. Per Soros la globalizzazione ha visto il trionfo del capitalismo, ma a questo trionfo non ha corrisposto né un trionfo della democrazia, né una soluzione ai problemi sociali tanto dei Paesi ricchi quanto, soprattutto, dei Paesi poveri: "C'è una significativa discrepanza tra le condizioni politiche e quelle economiche che oggi prevalgono nel mondo... Il capitalismo e la democrazia non vanno necessariamente di pari passo". E ancora: "I valori del mercato esprimono solo ciò che ogni partecipante è disposto a pagare a un altro in un libero scambio, e non danno espressione agli interessi comuni di tutti i partecipanti. Ne deriva che i valori sociali possono essere serviti solo da accordi politici e sociali, per quanto questi siano meno efficienti dei mercati". La cornice territoriale e giuridica di questi accordi è tradizionalmente lo Stato nazionale. Ma con la globalizzazione dell'economia, e in particolare con la globalizzazione dei mercati finanziari, i governi hanno perso la gran parte dei poteri che avevano. La mobilità dei capitali fa sì che essi siano sempre più difficilmente tassabili, e questo riduce drasticamente la possibilità di mantenere le strutture del Welfare State. Se non interverranno cambiamenti radicali, tutto questo "provocherà la disgregazione definitiva del sistema capitalistico globale. Se e quando l'economia globale perde colpi, le pressioni politiche rischiano di squarciarlo. É già accaduto. La precedente versione del sistema capitalistico globale, quella in auge un secolo fa, è stata distrutta dalla Prima guerra mondiale, e dalle successive rivoluzioni". Tutto questo significa che il "fondamentalismo del mercato" minaccia la "Società Aperta". E lo fa non perché il primo sia "diametralmente opposto" alla seconda, ma "involontariamente", "fraintendendo il modo in cui operano i mercati e attribuendo loro un ruolo esageratamente dominante". La soluzione a tutto questo è l'"Alleanza per la Società Aperta". Si tratta indubbiamente della tesi più audace di Soros. Egli si dimostra particolarmente insoddisfatto dal predominio mondiale esercitato dagli Stati Uniti, e da un Congresso (quello della seconda presidenza Clinton) che considera dominato anch'esso dal fondamentalismo del mercato. Le democrazie mondiali dovrebbero unirsi, in modo da dar vita a istituzioni internazionali ben più forti di quelle oggi esistenti, dall'Onu alla Wto alla Banca mondiale, che Soros non manca di criticare fortemente per la loro incapacità di governare i processi economici e sociali globali. Come dovrebbe agire l'Alleanza? Questo è un esempio delle tesi di Soros: "Se l'Alleanza riuscisse a prendere il controllo dell'Onu nominerebbe il segretario generale, responsabile del Segretariato, e quest'ultimo guiderebbe il lavoro legislativo dell'Assemblea Generale. La posizione del segretario generale sarebbe equivalente a quella del leader del partito di maggioranza in uno Stato democratico". Se alla conquista dell'Onu si aggiunge che l'Alleanza dovrebbe poter comandare le forze militari della Nato, e dovrebbe avere il controllo di una Banca mondiale che disponga di risorse molto maggiori di quelle attuali, e che intervenga direttamente nel finanziare i privati nei Paesi più poveri, il quadro diventa completo. L'Alleanza avrebbe tutti i poteri per "favorire lo sviluppo di società aperte in tutto il mondo e imporre leggi e istituzioni che regolino la condotta degli Stati nei confronti dei cittadini propri e di quelli degli altri Stati". C'è un proverbio inglese che dice, più o meno: "Se l'arcivescovo di Canterbury dice che Dio esiste, sta facendo semplicemente il suo mestiere. Se l'arcivescovo di Canterbury dice che Dio non esiste vale la pena di starlo a sentire". Non è azzardato immaginare che questo è esattamente quanto è avvenuto per Soros. Che uno dei protagonisti della globalizzazione economica affermi che essa comporta così tante conseguenze negative e così tanti pericoli non può non suscitare attenzione. Ma, come avrebbe detto Popper, il contenuto oggettivo di verità di una tesi non dipende da chi la pronuncia. Nel caso di Soros, molte delle sue tesi non sono più vere per il fatto che sia un famoso finanziere ad affermarle. Una di queste tesi - veramente centrale nel libro - è che il capitalismo globale abbia fatto crescere la povertà di molte aree del mondo. É una posizione molto diffusa ma, come hanno mostrato economisti quali Richard Easterlin o Robert Lucas, non è affatto generalmente vera. Se si considera ad esempio la speranza di vita, nell'ultimo mezzo secolo essa si è allungata di venti anni nei Paesi del Terzo Mondo, ed è cresciuta (dodici anni in più) persino nell'Africa sub-sahariana, l'area che ha meno approfittato dello sviluppo economico mondiale. Come sarebbe il nuovo ordine mondiale auspicato da Soros? Non essendo uno statista, Soros non ha il dovere di provare che le sue proposte siano effettivamente in grado di funzionare, e di condurre a una situazione migliore di quella attuale. Ma una domanda sorge spontanea. Se il mercato globale è così potente da minacciare i diritti individuali ovunque nel mondo, quale sarebbe il potenziale di tirannia di un'Alleanza dei Paesi più ricchi e potenti che dominasse tutte le leve del potere economico, politico e militare del pianeta?

lgxserver.uniba.itSocietà aperta..., Soros..




Deflazionare l’economia

- Riflessioni -

Siamo venuti al dunque della politica Clintoniana che ha gonfiato le borse al punto tale da far subire un implosione al capitale simile per altri versi a quella comunista che invece è stata totale, questo nonostante si venisse da una draconiana e ben riuscita ristrutturazione in senso liberale da parte di Regan e nonostante i tentativi del successore Busch di riportare le cose a posto. Quello che è successo e che tanto ha creato scalpore, il fallimento di numerose società e aziende venute a trovarsi senza capitale e mantenute dall’illecito, è solo una parte del grande problema economico che ancora abbiamo e che avremo per lungo tempo. Un economia già gonfiata dalla rivalità con i paesi socialisti, dovevamo persino essere concorrenziali sulle peculiarità socialiste: sevizi e stato sociale, con in più un capitale “estraneo” proveniente dal petrolio dei paesi arabi, ha fatto sì che prolificassero circuiti economici al di fuori della logica stessa del mercato che questi colossi dai piedi d'argilla abilmente manipolavano . Il conflitto con i paesi arabi che ha solo come punta dell’aisberg l’Irak o la Palestina o altre rabbie beone* ma che ha con se tutto il grosso ricatto dell’enorme capitale accumulato dai sceicchi investito in borse e imprese, deve imporre una nuova direzione dello sviluppo creata sì sul libero mercato ma sano.Un mercato non più grasso ma "magro". Dovrebbero mancare tutte le sinergie anomale che hanno mantenuto in piedi baracconi giganteschi quanto inutili così pure tutti i potentati che assicuravano le coperture legislative e di facciata, questo non solo per un puro senso di giustizia ma anche perché costano tanto e troppo al punto da non consentire che questi soldi vengano investiti in maniera utile a tutti. La cosa più elementare che si può fare è intensificare la libera concorrenza, ovviamente ostacolata o completamente bloccata dai potentati e le loro clientele, cercando di abbracciare sempre di più nuovi settori ed attività economiche. La concorrenza dei prezzi, della qualità e del valore porterà ,spero, alla conseguente fine dei “miracoli economici” degli opulenti settori garantiti a favore di un economia che dia il libero accesso a tutti. Stimolo necessario specie in questo momento sono le superofferte, l’invito ad una spesa conveniente e di resa, una facilità sicura dell’uso del denaro e di un conseguente uso delle merci. Più si usano merci e più c’è scambio, più c’è scambio più c’è ricchezza. Si spera che questo avvenga presto anche per le tariffe imposte che sono il baluardo dell’ingessatura nella quale ci troviamo. I segnali che invece ci vengono esposti sono tutti o quasi contrari, non si capisce perchè vengano salvate aziende come l'Alitalia che praticano servizi che non sono quelli del trasporto (biglietterie agenzie ecc.) ma costosi; immaginiamoci quanto costerebbero le già care medicine o le zucchine che tanto hanno fatto parlare mesi fa. *BEONE perchè fatto da persone che non sanno quello che fanno ma che i loro capi invece si e anche molto bene tanto da saèerli orientare e tanto quanto sono gigantesche le quantità di soldi che si perdono nelle varie "oscillazioni" della borsa, la deriva religiosa e l'antagonismo nei confronti dell'occidente e di tutto quello che ha a che fare con l'occidente fa si che propio quelli che hanno più bisogno di ricevere insegnamenti fanno muro per rimanere nel disastro economico e sociale rivendicato come cultura o religione. C'è da dire che questa "ipotesi araba" sta più nella massiccia campagnia di informazione occidantale coadiuvata da intellettuali imbroglioni e faccedieri politici che a casa nostra la fanno da padroni.

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