stai visitando "un raggio di soul", and the question is : will anyone know the difference ?

THE BEST OF 2004

FRASE DELL'ANNO   :  " SOUL is the hero, i'm just the messenger " ( Terry Jones )

 

Una veloce panoramica sui principali dischi usciti nel corso dell'anno appena terminato. Brevi commenti senza pretesa e senza impegno, con la consapevolezza che tanto mai nessuno comprerà un disco per averne letto la recensione su questo sito !

TRINA BROUSSARD - SAME GIRL ( Motown )

Senza dubbio il disco dell'anno; dodici brani - uno meglio dell'altro - che riportano a sventolare in alto la bandiera del contemporary R'n'B, ultimamente un po' in ribasso.

Capolavoro assoluto ( anche sotto l'aspetto delle liriche mai scontate ), va comprato di corsa. Se qualcuno si chiede perché in America vanno pazzi per questa ragazza e perché ultimamente a New York un suo concerto si è trasformato in una autentica ovazione, acquisti il cd e capirà.

Il disco è uscito a fine Giugno senza tanti proclami ( molte voci "autorevoli" l'avevano recensito in modo freddino ), ma - personalmente - è stato una immediata folgorazione e lo stesso effetto ha sortito tra molti appassionati, dal momento che "Out/Gone" ha fatto il botto nella scena modern soul inglese, anche se molti altri pezzi, come ad esempio "Losing My Mind" e "Still The Same Girl" sono da pelle d'oca. Attualmente ( visto il gradimento ) quasi tutti si stanno sperticando in complimenti mostruosi, ma i più attenti ricorderanno come una sola persona - la sopraffina Lin Taylor di "Soul Underground" - scommise sin dall'inizio su questo album, seguita da una ristretta cerchia di fedelissimi. 

Tornando alla Broussard, il fatto di essere tutt'altro che una gnocca è forse l'unica spiegazione per la quale non ha goduto di una adeguata esposizione mediatica, dal momento che in altro modo non è umanamente spiegabile il perché Beyoncé Knowles, Alicia Keys e compagnia bella siano sempre al centro dell'attenzione a discapito di ragazze come Trina, che meriterebbero davvero le luci della ribalta.

Se non si perde per strada è destinata a diventare una delle pretendenti al trono di Aretha. Voto 9

 

AA.VV. - YOU BETTER BELIEVE IT ! ( Warner WSM ))

L'avviso pubblicitario diceva " Real quality soul at mid price" ed in queste sei parole c'è la verità assoluta ! Venticinque brani scelti da Richard Searling che illustrano perfettamente perché questo signore rientra nell'aristocrazia dei DJ inglesi. Diversa roba '70 già vista, ma anche perle del tutto sconosciute ai dancefloors.

Una grande raccolta, da prendere a occhi chiusi, senza bisogno di sprecare tanto inchiostro. Voto 8,5

 

INCOGNITO - ADVENTURES IN BLACK SUNSHINE ( Dome )<

Mi associo a quanto scritto da Cristian in passato, e riportato di seguito. Un bel disco - niente da dire - e sono sicuro che almeno tre pezzi sopraviveranno al passare del tempo ( ma non mi sbilancio nell' indicarli ) . Voto 8 

Cristian " Il titolo dell'album la dice lunga sulle coordinate su cui ha voluto muoversi Bluey per questo suo ultimo lavoro. Praticamente tutti i pezzi sono suonati alla 'buona vecchia maniera' , e ad orecchio sono poche le concessioni fatte alle 'macchine'. 

Passiamo da brani soul alla "Tower of Power" a pezzi soulful jazz-funk che riportano alla mente le atmosfere create da Norman Connors a cavallo degli anni Ottanta, nonchè spunti orchestrali in stile "soudntrack" musicalmente ineccepibili , più qualche 'episodio' nu-soul. 

Le parti vocali sono state affidate a Maysa Leak , tornata per l'occasione, e a un certo Tony Morelle , entrato nell'assamble recentemente. Forse qui non troviamo gli spunti 'innovativi' ( o, come dico io, 'sorprendenti' ) attribuibili al precedente lavoro, ma la qualità e il gusto non mancano di certo ! "

 

CAFE' DE SOUL  volume 4  ( Cafè de Soul )

Il quarto capitolo della raccolta della omonima etichetta inglese ( assolutamente da non confondere con la serie "cafè del mar - ibiza", roba da Autogrill ) si conferma di buonissima qualità e certamente degno della massima attenzione. A cavallo tra smooth R&B e Nu-Soul , i 13 brani dell'ultima raccolta si risultano come una selezione omogenea nella indiscussa bellezza, anche se non arrivano alle vette della sublime "numero 2".

Partita decisamente in sordina, questa serie ( il "volume 1" lo ricordo per lo strabiliante effetto soporifero, assolutamente da evitare nei viaggi notturni ), ha saputo far fronte alle difficoltà di un mercato sempre più intasato di sonorità black perseverando sulla strada della qualità e del puro soul, senza cedere a tentazioni pop.

Occhi puntati su : "Weekend" (Exyt), sulla famosa "2nite" (K Rob), su "Here To Praise" (Angel), roba di classe superiore.

Una label ammirevole per la costanza e che sta sempre più conquistando il gradimento del pubblico ( è di recente uscita la raccolta "Cafè de Soul volume 5" e tutti ne hanno detto un gran bene ) pur tra un mare di difficoltà legate alla distribuzione. Voto 7,5

 

THE TEMPTATIONS - LEGACY ( Motown )

I Temptations attuali ( c'è qualcuno che potrebbe ricordarsi tutti i mille cambi di formazione avvenuti nel corso del tempo ? ) si impegnano e confezionano un album non male, pienamente nella media della produzione moderna. 

Belle voci, brani sempre ben confezionati, regalare un loro CD è una certezza di successo così come presentarsi a casa altrui con una bella scatola di cioccolatini. E' tutta gente che ci sa fare -  si vede e si sente - e se anche la loro "stagione" è ormai passata, fanno di tutto per non oltrepassare il portone che conduce al viale del tramonto. 

Chi si figura cinque vecchi rintronati resterà deluso : hanno sfornato un bel lavoro, almeno da 7,5

 

ANGIE STONE - STONE LOVE ( J-Records )

I critici "pop" hanno accolto con entusiasmo questo album, evidenziandone estasiati i presunti aspetti di innovazione, mentre la "scena" è apparsa molto meno "presa". Che dire ? Decisamente fuori strada i primi, ma anche una esagerata puzza sotto il naso da parte di alcuni DJ, che pure suonano - in nome della rarità, divinità in nome della quale spesso si immola anche il buon senso - pezzi decisamente più scadenti .

Insomma : Angie Stone la conosciamo tutti e a chi piace il suo stile, piacerà questo disco, che seppure presentato come quello della svolta verso nuove sonorità e "pompato" dai media a più non posso, non si discosta in modo deciso da quelli del passato. L'impressione è che molti critici si siano fatti decisamente prendere la mano; in fin dei conti così come un "omelette en cocotte" è semplicemente una frittata appoggiata sopra una fetta di pan carrè, nello stesso modo questo è - nè più nè meno - che un album "alla Angie Stone". Bastava dire questo - che pure non è poco - senza adoperare il solito fiume di termini iper-specialistici ( "Neo Hip Soul" è l'ultima novità in fatto di terminologia ! ) o avventurarsi in paragoni con altri cantanti, che lasciano sempre il tempo che trovano.   

Non ci sono particolari "killer tracks", e viene da dire che seppure stavolta Angie & il suo staff non dovrebbero aver sudato particolarmente per guadagnarsi la pagnotta ( come si fa a scrivere che l'album è innovativo quando sono evidenti i richiami - e basta vedere il titolo -  alla storia del Soul ?)  tuttavia c'è stato anche chi in passato ha fatto molto peggio di lei. 

Insomma niente di particolarmente eclatante : la Stone non si è "sprecata", anche se nessuno mi sentirà dire che è un brutto album. E' roba carina, ma quasi tutta già sentita. Voto 7

 

EARTH, WIND & FIRE - THE PROMISE ( Charly )

Un album anomalo : l'ultimo lavoro degli EW&F appare un progetto non guidato da alcun preciso filo conduttore.

Il ritorno in sala di registrazione della immortale band ( o meglio, di quel che ne resta ) dopo 7 anni porta, infatti, come risultato un album nei riguardi del quale appare quasi impossibile formulare un giudizio "complessivo", dal momento che le varie tracce paiono aver l'obbiettivo di abbracciare l'intero corso della musica nera degli ultimi quaranta anni, in un calderone nel quale tutto è presente e tutto si mescola senza sosta : soul, funk, pop, jazz, latin, hip-hop e chi più ne ha più ne metta.

Appare più facile, pertanto, puntare i riflettori su alcuni brani, anche perché diversi sono decisamente meritevole di menzione. A tal proposito va anzitutto sfatato un mito : la celebratissima "All In The Way" si rivela piuttosto deludente : una canzoncina dal chiaro sapore "black pop", con una intro che riporta alla mente le sonorità che hanno fatto la recente fortuna di Robbie Williams (e da questo punto di vista si capisce anche il buon risultato di vendite ); passata la paura iniziale di aver fatto un buco nell'acqua ( la traccia appena citata è la numero 1), arriva subito dopo "Betcha", che - in un contrasto mostruoso con il pezzo precedente - provoca nell'ascoltatore lo stesso effetto di chi, chiudendo un attimo gli occhi, si ritrovi riportato indietro di tre decenni : atmosfere Seventies con coretti, magico falsetto ed insomma tutto quel che serve per confezionare un brano decisamente carino.

Poi il "viaggio" continua per approdare da brani decisamente contemporary R&B (non male, per gli amanti del genere neo soul, "Wonderland" al quale ha collaborato Angie Stone) fino ad arrivare alla buona "Where Do We Go From Here"

Una particolare citazione merita l'anomala "Never", pezzo indimenticabile per come riesce a partire da una rispettabile "intro" latin-soul, per poi perdere per strada ogni richiamo alla musica soul e mutare in un brano smaccatamente da scuola di ballo latino-americano, col sax impazzito nel finale e le grida caraibiche di "olè" e fiesta ispanica in sottofondo. Se passato durante un allnighter Northern Soul assicurerebbe il matematico linciaggio del DJ 

Tirando i conti : diversa bella "roba", ma anche parecchia "zavorra". Qualcuno della band, in una recente intervista, aveva dichiarato come - dopo più di sei anni di lavoro - fossero finalmente riusciti a terminare questo album, arrivando - a dir loro  - a toccare quasi la perfezione. 

Contenti loro del risultato finale, contenti tutti : 6

Marco

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